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Autore: Farkas    11/03/2022    6 recensioni
Tre undicenni, in tre diverse parti del mondo, si preparano a frequentare tre diverse scuole di magia. Scuole che un giorno rappresenteranno. E ovviamente tutti loro compreranno la bacchetta, da un diverso fabbricante.
Uno sguardo alla creazione e all'acquisto delle bacchette di Fleur, Krum e Cedric.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cedric Diggory, Fleur Delacour, Gregorovitch, Olivander, Viktor Krum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tre bacchette per tre campioni
Capitolo 1: Una bacchetta incantevole


Bacchetta-di-Fleur

 
 
L’undicenne Fleur Delacour quasi correva. Ne aveva bisogno per tenere il passo di sua nonna, mentre si dirigevano verso Place Cachée.
La bambina adorava visitare la sezione magica di Parigi e già la splendida statua che garantiva l’accesso a essa, era uno spettacolo, non solo per le fattezze donatele da uno scultore di cui non ricordava mai il nome, ma anche per il fatto che non appena le si avvicinavano maghi e streghe, muoveva la gamba e si spostava dal piedistallo su cui era collocata, aprendo il passaggio. E così fece, quando le due le arrivarono davanti.
Come sempre c’era tanto da vedere: per esempio il vestitino rosso esposto nella vetrina di Maison Capenoir, su cui erano ricamati unicorni argentati che si muovevano in un’aggraziata coreografia che incantò la piccola Delacour.
-Non ora Fleur- fece in tono bonario la nonna. - Prima sbrighiamo la commissione per cui siamo venute, poi potremo guardare le vetrine-.
-E comprare qualcosina, magari? - mormorò la quasi undicenne.
-Forse- concesse la nonna.
Poco dopo Fleur si fermò di nuovo, ammaliata dal delizioso profumino di calderotti appena sfornati che proveniva da Confiserie Enchantée.
-Solo per oggi un corno di unicorno di zucchero in omaggio, per qualunque spesa superiore ai venti bezant*- annunciò il cartello all’ingresso con voce melodiosa.
-Dopo, Fleur, dopo- fece l’anziana Veela dalla cui voce trapelava un briciolo d’impazienza. La ragazzina si allontanò con un certo rimpianto.
Nonna e nipote accelerarono il passo, fino a raggiungere un negozio la cui insegna recitava “Baguettes Magiques de Cosme Acajor”.
Dentro c’era già un cliente, per cui le due decisero di aspettare che Cosme servisse lui. Ci volle circa mezz’ora, cosa che fece desiderare ancora più ardentemente a Fleur una visitina alla pasticceria.
 
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Cosme Acajor era molto soddisfatto. Quel Nato-No-Magique, ci aveva messo un sacco a trovare la sua bacchetta, ma era sempre una bella esperienza vendere una bacchetta di olmo, un legno che voleva padroni che possedessero carisma, destrezza e innata nobiltà. Ovvio dato che le bacchette di olmo, erano quelle che facevano meno errori e creavano gli incantesimi più eleganti. Considerato che quella bacchetta aveva un nucleo di drago, poi era certo che quel ragazzino avrebbe fatto parlare di sé a Beaxbatons *.
Un attimo dopo la porta si aprì di nuovo ed entrarono una donna e una bambina.
Riconoscendo la prima, l’uomo la raggiunse e le fece un rapido baciamano: -Madame la vostra vista è sempre un piacere- In che posso servirvi? -.
La Veela sorrise lievemente alla galanteria dell’uomo. Malgrado l’età era ancora una bella donna, ma la sua ormai era la bellezza vetusta di un’anziana e da tanto i suoi capelli bianchi avevano perso ogni sfumatura dorata. Eppure era ancora sensibile alle buone maniere.
-Sono qui per mia nipote Fleur. Comincerà a frequentare Beauxbatons l’anno prossimo e desiderò per lei ciò che ha avuto mia figlia-.
-Sì, rammento alla perfezione. Ebano, dieci centimetri* e uno dei vostri capelli. Lievemente rigida-.
-Esattamente- confermò la donatrice. - Come forse ricorderete penso che uno dei miei capelli sia il nucleo migliore per catalizzare l’energia magica delle mie discendenti streghe, temo che il loro sangue misto non reagirebbe bene con altri nuclei-.
Cosme non negò, né confermò. Olympe Maxime era chiaramente una Mezzogigante e non aveva una bacchetta con nucleo personalizzato, ma Cosme non aveva intenzione di discutere con quella Veela. In fondo non tutti gli ibridi erano uguali e aveva ragione di credere che per le sue nipoti quei capelli sarebbero stati nuclei adatti.
-Benissimo. Si avvicini per favore mademoiselle, in modo che possa prenderle le misure-.
Appena la bimba si avvicinò al bancone, il nastro si animò e cominciò a misurarla. Era davvero una bella bambina, il sangue Veela scorreva forte dentro di lei. Nei suoi movimenti erano visibili la grazia e l’eleganza, qualità che l’età non era minimamente riuscita a fiaccare nella nonna.
-Bene signora. Adesso tocca a lei- annunciò Cosme una volta terminate le misurazioni.
Con signorilità, l’anziana Veela estrasse un paio di forbici dalla borsetta e si avvicinò al bancone.
-Abbia la compiacenza di lasciarmi più di un singolo capello Madame. In questo modo sua nipote avrà maggiori possibilità di scelta, anche se realizzerò la bacchetta su misura per lei-.
La Veela annuì e si tagliò una ciocca di capelli.
-Ottimo. Vi manderò un gufo non appena le bacchette saranno pronte. Vi auguro una buona giornata-.
-Altrettanto, monsieur Acajor- risposero all’unisono la donna e la bambina.
 
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-Vieni Jean- disse Cosme al nipote, quel pomeriggio dopo aver affidato la bottega al figlio. -Oggi ti parlerò del nucleo che voglio adoperare: i capelli di Veela-.
-Cos’hanno di particolare nonno? – rispose il bambino.
-Non sono un nucleo molto usato. Tu sai che ogni fabbricante ha le sue preferenze e in genere tutti adoperano materiali che si trovano nel loro paese d’origine. Eppure c’è chi non si accosta ai capelli di Veela pur avendone la possibilità e ammetterò che vi sono motivi plausibili per scegliere di dare altre anime alle bacchette-.
-E perché? Le Veela uno può convincerle a parole a donare qualche capello! Certi animali devi immobilizzarli, per ottenere parti del corpo da usare come nucleo-.
-In effetti hai centrato il problema: le Veela sono come noi, per questo a volte i loro capelli non si piegano facilmente a diventare parte di uno strumento adoperabile da un umano. Garrick Olivander, un mio collega inglese afferma che le bacchette di Veela tendono ad essere lunatiche… e un po’ ha ragione. Una bacchetta di Veela tende a non gradire cambi nel proprietario e potrebbe perdere potenza se il suo padrone subisce un grande cambiamento caratteriale. Una Veela è una creatura senziente come lo siamo tu ed io e quindi una bacchetta che contiene un suo capello, sceglierà come padrone qualcuno che la cui personalità la Veela avrebbe apprezzato. A questa conclusione siamo giunti io e il mio stimato collega Gregorivich, un altro che adopera questo materiale. Molti non lo usano anche per paura di non vendere le bacchette, malgrado possano essere efficaci per molti rami della magia. Tuttavia le bacchette che io sto creando, saranno provate da una nipote della Veela e quindi ritengo che sia quasi certo che almeno una di esse la sceglierà-.
-Ma non c’è modo di rendere le bacchette meno capricciose? - chiese perplesse il decenne.
-Certamente. Non dimenticare mai che una bacchetta è il prodotto dell’unione di tre fattori: lunghezza, anima e legno. Le caratteristiche di un elemento, possono temperare o esasperare quelle di un altro. Eppure esistono combinazioni azzardate come agrifoglio e fenice che danno vita a bacchette eccelse. Tutte le bacchette sono differenti, questo è uni dei pochissimi punti su cui ogni fabbricante è d’accordo-.
-Ma due bacchette con il legno e il nucleo provenienti dalle stesse fonti e di uguale lunghezza, non sarebbero identiche? -.
-Bacchette così, non sono comuni e lì interviene la più grande differenza di tutte: il proprietario. Ogni bacchetta acquisisce qualcosa da chi la impugna, questo è palese, per questo è meglio non usarne mai di seconda mano. Bacchette che parevano uguali hanno finito per scegliere padroni molto diversi-.
Per l’ora successiva, i due parlarono poco e Jean aiutò il nonno come poteva nella lavorazione di una bacchetta di larice.
-Portami del legno di melo, ciliegio, biancospino rosa e corniolo- sentenziò Cosme a lavoro ultimato. - Tutti loro si sposano bene al capello di Veela, per i motivi di cui ti ho parlato prima. Comincerò subito i lavori di preparazione-.
Jean eseguì e mentre il nonno sistemava i vari pezzi di legno sul banco da lavoro, volle osservare da vicino la bacchetta ultimata. Non appena la prese in mano, sentì una sensazione di calore.
“Come mai è calda? Non era al sole” si chiese il piccolo, tracciando un arco per aria con la bacchetta. Un attimo dopo si udì uno scoppiettio e dall'estremità dello strumento appena ultimato uscì una bellissima scia argentata.
-Però! - commentò sorpreso Cosme voltandosi di scatto. - Curioso! Davvero insolito! -.
-Scusa, nonno! - rispose subito Jean pur non lasciando la bacchetta. Per qualche ragione, non voleva.
-Che hai da scusarti? La tua bacchetta ti ha appena scelto- rispose l’anziano sorridente.
-Co… cosa? -.
-Davvero insolito- proseguì il fabbricante. - Una bacchetta che trova il suo padrone, non appena è stata creata. E come se non bastasse, suddetto padrone ha addirittura contribuito, sia pure minimamente alla sua creazione. Davvero molto insolito-.
-Ma questa bacchetta, non doveva provarla la nipote della Veela?-.
-Mio caro ragazzo, dubito fortemente che l’avrebbe scelta a questo punto: come sarai felice di sapere, le bacchette di larice sono le più ricercate perché infondono coraggio e fiducia a chi le impugna. Eppure pochi possono vantarsi di possederne perché sono tra le più esigenti: esse vogliono padroni che posseggano talenti nascosti e inaspettati. Unito al capello di Veela che come ti ho detto è difficile da domare, il larice crea una bacchetta che cerca un padrone eccezionale. E quello sei tu! -.
-Sul serio? -.
-Sul serio! Chissà figliolo, forse tu renderai la nostra bottega molto più famosa di quanto sia mai stata dal giorno della sua fondazione nel 1614! Lavora sodo e vedrai che otterrai grandi risultati-.
Jean sorrise: - Lo farò nonno! Ti renderò orgoglioso di me! -.
-Questa è stata un ulteriore prova del fatto che è la bacchetta a scegliere il mago, non il contrario. Tu hai evidentemente sentito la chiamata della tua. Ricordatelo sempre-.
 
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Una settimana dopo a casa Delacour era arrivata una civetta che annunciava il completamento delle bacchette.
Quello stesso pomeriggio l’intera famiglia si era presentata nel negozio di Cosme ad ammirare le bacchette disposte sul bancone.
Seduti sulle sedie fatte comparire da Cosme, i Delacour osservarono Fleur provare le bacchette.
La prima di biancospino non produsse alcuna magia. Quella di melo causò uno strappo alla cravatta di Cosme, quella di corniolo fece scoppiare il calamaio del fabbricante.
Fluer pareva decisamente spaventata, ma Cosme la rassicurò con un sorriso: - Non si preoccupi signorina, incidenti simili capitano di continuo. Stamattina un cliente ha dato fuoco al bancone, ma poi ha trovato una bacchetta adatta. Provi ancora e se non andrà bene nessuna bacchetta, potrò sempre fabbricarne altre… o forse potrà provare anche quelle già pronte-.
Rassicurata la bionda afferrò un’altra bacchetta e la agitò, producendo una piccola nevicata.
-È lei- disse la bimba, con la sicurezza di chi afferma che il fuoco brucia e l’acqua bagna.
-Dieci centimetri e ventisette, legno di bois de rose, rigida. Una bella bacchetta, elegante e fine che apparirà come nuova per anni. Perfetta per gli Incantesimi- annunciò fieramente Cosme Acajor.
-Una bacchetta incantevole in tutti i sensi- commentò sorridendo Apolline Delacour.- Quanto le dobbiamo?-.
Il fabbricante sorrise. Non dimentichiamoci che l’anima per quella bacchetta, l’aveva ottenuta gratis e quindi avrebbe guadagnato di più, su quella e su tutte le altre bacchette create con quei capelli.
Non che Cosme fosse un uomo particolarmente avaro o avido, ma dopotutto quasi tutti usano una sola bacchetta per tutta la vita e che qualcuno venisse in negozio per una riparazione o una sostituzione avveniva abbastanza di rado. C’era un bel dire di quanto non ci fosse prezzo, per uno strumento semisenziente che instaurava un rapporto di reciproca dipendenza con chi lo acquistava, erano state perfino poesie sul rapporto tra mago e bacchetta, ma comunque più di tanto non si poteva far pagare e quindi i fabbricanti non nuotavano certo nell’oro.
In definitiva se c’era l’occasione di risparmiare qualche bezant* bisognava coglierla al volo.
In quel momento la piccola Gabrielle saltò giù dalle ginocchia del papà e corse verso le bacchette inutilizzate, cominciando ad agitarle.
-Gabrielle! - la rimproverò la madre, ma Cosme fece cenno di non muoversi.
-La lasci fare monsieur- commentò Cosme.
Nessuna bacchetta scelse la piccola.
-Be’ temo che dovrà tagliarsi altri capelli, madame- fece il proprietario del negozio.
-A tempo debito. A tempo debito- commentò sorridendo la Veela, mentre Gabrielle sbatteva i piedini, dicendo che voleva anche lei la bacchetta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  • Valuta magica francese.
  • La corda di cuore di drago è il nucleo che dà maggiore potere a una bacchetta (ed è anche quello più soggetto agli incidenti, quindi immagino sia difficile abbinarlo all’olmo, ma penso che tale abbinamento sia ricercato visto che riduce il maggior difetto delle bacchette di drago). Olmo e drago sono gli elementi della bacchetta di Lucius Malfoy e mi divertiva l’idea di dare una bacchetta come quella di uno dei suprematisti Purosague più esaltati al figlio di due persone non magiche.
  • Il capitolo è ambientato in Francia e come noi i francesi adoperano il metro come unità di misura, non i pollici come gli inglesi. La misura della bacchetta di Fleur è quindi stata traslata.
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
Benvenuti a questo mio piccolo esperimento. L’arte delle bacchette mi intriga molto (ho cominciato un’altra raccolta dedicata a essa nella sezione di Game of Thrones. Se vi piacciono gli Hogwarts AU, fateci un salto).
Olivander può dire quello che vuole, ed ammetto che Fleur è arrivata ultima al torneo. Però se ha fallito nel labirinto è stato a causa di Crouch Jr e il fatto che abbia brillantemente superato la prima prova e che sia sopravvissuta alla Battaglia dei Sette Potter e a quella di Hogwarts, mi paiono sufficienti prove della qualità della sua bacchetta. È stato difficile ricostruirne la creazione, perché Olivander non adopera né i capelli di Veela, né tantomeno il legno di Rosa quindi sono andato un po’ ad intuito per le caratteristiche della bacchetta di Fleur.
Le Veela possono mutare il loro aspetto, ammaliare e lanciare palle di fuoco, quindi è lecito supporre che le bacchette fatte coi loro capelli, siano adatte agli Incantesimi, e alla Trasfigurazione. Il legno di rosa in falegnameria viene usato più per estetica, quindi immagino che si sposi beni ai capelli di veela.
Comunque Cosme Acajor non è una mia invenzione: in Animali Fantastici Dove Trovarli: I Crimini di Grindelwald in Place Cachée (la Diagon Alley francese) è presente un negozio chiamato “Baguettes Magiques de Cosme Acajor”.  Stesso dicasi per tutti gli altri negozi citati.
Può sembrar strano che sia proprio Cosme a fare la bacchetta di Fleur, inizialmente avevo pensato che sarebbe stato suo figlio appena subentrato al padre a crearla. I maghi però vivono più dei Babbani e considerato che anche Olivander e Gregorovich erano già attivi a quell’epoca, e hanno venduto le bacchette a Cedric e Krum, Cosme potava benissimo essere ancora vivo ed operativo quando Fleur ha cominciato ad andare a Beauxbatons. Ricordiamo che Fleur, Cedric e Krum devono essere nello stesso anno per aver avuto 17 anni al momento del Torneo Tremaghi.
Spero recensirete in molti questo mio piccolo esperimento. A presto!
  
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