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Autore: PistachioPills    30/04/2022    0 recensioni
Germy torna in una nuova opera sul nostro profilo! Questa volta, citando parti appartenenti all'altra opera già presente, andremo ad osservare con attenzione gli eventi quotidiani del giovane ragazzo divenuto foglia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Noir | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Una raccolta per Germy'
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Non appena Alessia finì di esporre gli ovvi motivi per cui rifiutavano l'invito all'angosciante e quasi rivoltante festa, due figure apparirono a sinistra della ragazza che con sguardo sognante lì ammirò, al contrario di tutti gli altri lì presenti, che invece sgranarono gli occhi con fare sia scioccato che disgustato: Baldo e Paolo erano arrivati, entrambi figli di famiglie benestanti erano i classici bulli presenti in ogni scuola, sempre circondati da ingenue ragazze e sciocchi ragazzi, insignificanti quanto loro, che aspiravano a diventare cari amici o almeno importanti nella vita di quella coppia che non conosceva minimamente il significato del termine amicizia o di amore e si limitavano solo a vivere l'ardente piacere dei beni materiali, considerando inferiori le persone che non potevano permettersi troppi lussi : "lasciali stare, sono un gruppo di idioti" esclamò Baldo con il suo solito sguardo torvo e fetente "come ti permetti bestiaccia!" rispose furiosamente Tonia alzandosi in piedi, i suoi occhi, che di primo mattino splendevano speranza, ora erano infuocati, come specchi che riflettevano l'ardente furia della sua rabbia, scatenata da quelle sciatte parole, "tesoro, le uniche bestie qui siete tu e il tuo gruppetto di stolti, sembrate un branco di pecore" rise Paolo mentre la studentessa dei volantini si allontanò lasciandosi dietro alle spalle quella che presto sarebbe divenuta una lite furibonda... Germy e gli altri erano le vittime preferite del duo spietato, in particolar modo di Baldo, poiché lui, che da tutti si faceva chiamare Molly, apparteneva alla tanto temuta famiglia che portò conclusione alla vita dei giovani genitori del pacato ragazzo, che nonostante ciò non provava rancore o odio verso il suo bullo i quasi nemico, infatti nonostante i deboli insulti si alzò e con calma e rigidità parlando con voce gentile li invitò ad andarsene "sennò cosa fai?" Paolo spinse Germy a terra, che però, privo di energia o minima intenzione rimase lì sul gelido pavimento, "Germy!" Emilia esclamò terrificato e velocemente si avvicinò a lui posando sotto la sua testa il suo braccio "sei ferito?" domandò impaurito mentre le lacrime riempivano i suoi occhi "no...non fisicamente"; le altre si alzarono raggiungendo Tonia "brutto bastardo" urlò colpendolo in faccia con un potente schiaffo, Baldo velocemente afferrò il braccio del suo amico e velocemente, voltandosi, chiuse l'ingresso della terrazza, apribile solo dall'interno. Al di là del trasparente vetro che componeva la porta, lui rise mentre disperatamente Luca e Gioia provavono inutilmente a forzare la serratura. "è colpa di Geremia" affermò Gioia "Ci ha feriti" aggiunse Tonia colpendo con un pugno la parete "È vero" disse Germy ancora a terra e continuò "Non solo ha macchiato il nostro pudore ma ha anche deriso le nostre frivole personalità, questo luogo è diventato velocemente da punto di ritrovo a trappola. Le bestie hanno rinchiuso noi deboli che fragilmente cercavamo modo di poter scappare da quel piccolo luogo, che da spazioso ed arieggiato, sta diventando angusto e soffocante." A tali parole tutti si voltarono verso di lui, ciò che li colpì fu la sua calma : Non provava alcun rancore nei confronti di Baldo e Paolo. "come faremo ora?! La pausa sta quasi per finire e si può accedere qui dentro solo dall'interno!" pianse Emilia mentre portò il capo del suo amico alle sue ginocchia, la caduta di Germy lo aveva preoccupato molto e pensò che posandolo su un qualcosa di morbido avrebbe allevato quel dolore che in realtà l'ingiurato non stava minimamente provando" Passarono vari minuti e Gioia bussò ripetutamente e violentemente contro il vetro della porta, sperando di attirare l'attenzione di un qualcuno che sarebbe poi venuto ad aprire ma nessuno passava lì; Luca invece provò a chiamare con il suo cellulare Cristophera, studente dell'altra classe a cui lei era sentimentalmente legata, che però ne rispose ne percepì la chiamata poiché non c'era segnale nella terrazza. Erano ormai passati circa venticinque minuti, quasi mezz'ora, i sei si radunarono vicini l'un l'altro in cerchio, disperati : "penseranno che siamo usciti di scuola senza il loro permesso e marinato le lezioni, ormai la lezione di inglese è già iniziata da vari minuti" sospirò tristemente Luca "Chi lo sa, forse non ci rivedranno mai più poiché forse non riusciremo ad uscire, forse nemmeno i vostri famigliari vi rivedranno a fine giornata, tutti si preoccuperanno, o forse no, bah, forse la nostra presunta scomparsa lì rilasserà, non sappiamo cosa pensano in realtà gli altri, non sappiamo se quello che dicono e fanno equivale a ciò che realmente pensano e desiderano, la mente umana e l'uomo stesso è pieno di sorprese e fatti su cui nemmeno riflettiamo, tutti potrebbero mentire a noi, anche sulle cose più insignificanti o basiche-" mentre Germy iniziò un così profondo discorso che metteva sott'analisi la vita umana e la fedeltà, il miracolo accadde : qualcuno aprì la porta; tutti si voltarono alzandosi in piedi, videro lei, la signorina Emily che esclamò con rabbia : "cosa ci fate qui?! Vi stavamo cercando da quasi quindici minuti!" Giu balzo verso la donna abbracciandola con forza "oh, signorina Emily, grazie, grazie tante" la signora non rispose e quasi imbarazzata rimase immobile a quel caldo ringraziamento, "le chiediamo scusa, ma non siamo noi i responsabili di ciò che è avvenuto" spiegò Gioia "proprio così, Baldo e Paolo ci hanno chiusi qua fuori" disse Alessia mollando la presa con cui aveva afferato i fianchi della donna che con espressione stupita domandò come ciò fosse accaduto "hanno anche spinto Germy a terra" esclamò Emilia indicando con l'indice della mano assieme a Tonia il volto di Germy, che annuì silenziosamente scuotendo il capo, "ed io ho la prova" concluse Luca "ho ripreso tutto con il mio cellulare" la ragazza fu in grado di riprendere tramite due filmati la scena in cui Germy venne spinto e quella in cui l'entrata venne chiusa, senza filmare il momento in cui l'amica colpì selvaggiamente in faccia uno dei due meschini colpevoli. L'insegnante di inglese guardò con attenzione e serietà i due filmini, e, assieme ai sei giovani rientrò in classe, e urlò con fervore in voce : "Baldo Dibento, Paolo Falvalo, venite immediatamente con me nell'ufficio della preside" I due provarono a controbattere ma le loro parole non raggiunsero gli adirati pensieri della professoressa che li prelevò con forza fuori dall'aula. Entrarono tutti in presidenza, dove la superiore, il sommo capo dell'istituto, li accolse con benevola calma; mentre Emily raccontava i fatti tenendo in mano il cellulare di Luca, Baldo e Paolo scrutavano con sguardo minatorio le tre ragazze e i tre ragazzi, che invece non mostrarono minimo segno di attenzione alla loro presenza. La preside si infuriò, urlò goffamente contro i due maschiacci, mentre su richiesta sua e di Emily gli altri abbandonarono la piccola stanza raggiungendo la loro classe; i genitori di entrambe gli studenti vennero chiamati e dopo un lungo rimproverò durato circa dieci minuti, la coppia di bulli venne espulsa dalla scuola per un'intera settimana. Al termine delle lezioni, Germy salutò i suoi cari amici e si incamminò verso la direzione di casa sua; appena salì le scale dell'edificio aprì velocemente la porta sospirando con espressione rilassata in volto. Dopo aver mangiato una lucida mela per pranzo, con spensieratezza e disinvoltura, iniziò a zompettare per la casa, sulle colorate mattonelle del pavimento della sua spoglia stanza, faceva risuonare il suolo con la punta dei suoi piedi, credeva di esser leggero come una piuma, libero e sognante. Quella tanto desiderata atmosfera di tranquilla festa, terminò quando qualcuno, con tocco pesante e quasi svogliato bussò alla porta. Ritornando alla realtà e abbandonando la fioca fantasia, Germy aprì la porta senza prima domandare "chi è?" o "chi va là?". Era consapevole che in città si erano registrati vari crimini negli ultimi mesi, poveracci che bussando alle porte ingannavano gli anziani e i giovani, rubavano i vari e costosi oggetti che in casa gli ultimi possedevano, non appena la soglia della porta venne spalancata, Germy esitò, spalancando gli occhi si sentì mancare la terra ai piedi, barcollando e indietreggando il suo sangue stava ribollendo, poco a poco, stava incanalando rabbia e frustrazione, stava aspettando però prima di poter far uscire il tutto, sapeva che agire d'impulso era la cosa peggiore. Colui che aveva bussato era Baldo : "è tutta colpa tua deficiente" strillò a pieni polmoni, "la colpa non è mia, sei tu che hai deciso di tua spontanea iniziativa di bullizarci, anzi no, non è tua la colpa, le ragioni per cui ci odi, anzi MI odi, sono dovute al tremendo pensiero con cui ti hanno sempre influenzato i tuoi genitori" spiegò "bugiardo! Non è vero, è solo colpa tua! Tua dico!" ribattè, "urlando non risolverai mai nulla, non ricordi cosa è successo sette anni fa? devo forse rinfrescarti la memoria? Perfavore vattene via" "stai zitto! Per colpa tua ora non posso più uscire con Paolo! I suoi genitori sono arrabbiati con me, mi odiano" Baldo provó a colpire Germy in faccia con un pugno, ma quest'ultimo lo schivò chiudendo la porta in faccia al coetaneo che provò più e più volte a bussare e suonare il campanello desideroso di vendetta, senza però ottenere il risultato tanto desiderato. Quella notte Germy non riuscì ad addormentarsi... L'incontro con Baldo gli aveva fatto tornare in mente ricordi oscuri del suo passato violento. Erano passati ormai sette anni ma non era ancora riuscito a dimenticare tutte quelle persone che tanto tempo fa gli avevano fatto male. sognare fu la prima cosa che riuscì a fare : ritrovò se stesso sdraiato su una lunga distesa di foglie e fiori, il colore arancione prevaleva in quella strana natura, piena di pigmenti e svariate sfumature che andavano dal rosso al giallo, toccandosi la fronte, si accorse che i suoi capelli avevano cambiato colore, erano diventati verdi, un verde molto chiaro ed acceso, come quello dei pastelli e quello del gelato alla menta, non riusciva a capire e sopratutto non riusciva a distinguere in quale lingua stava riflettendo. Si alzò in piedi e vide a pochi passi da lui un altro essere umano, con cui scambio vari e confusi sguardi.
   
 
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