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Autore: Fe_    04/05/2022    1 recensioni
Fanfiction semi-interattiva: leggere il capitolo 21 per ulteriori informazioni
Raccolta || Multi-rating || Slice of Life
Raccolta disomogenea ambientata in una Hogwarts contemporanea, con adolescenti che hanno sulle spalle solo il peso della loro età e non della salvezza del mondo.
Questo non vuol dire che le loro vite siano più facili, però: le nuove, travolgenti emozioni che provano una volta affacciati oltre l’infanzia sono abbastanza potenti da sconvolgerli.
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[I capitoli 1-20 fanno parte del Calendario dell'Avvento, con prompt relativi al natale]
21.Luna- [Angelika Hunt; Lorina Altea Marie Erzsébet Caeli]
[...]
28. Litigio- [Murphy Spencer Lightwood; Lilith Eve Marie Beaumont; Royal de Vries]
29. Posta del cuore- [Lorina Altea Marie Erzsébet Caeli; sorpresa]
30. Festa segreta- [Timòn Sandro Ramirez; Leslie Keith Hamilton; Enéas Alistair Morgenstein Silva; Mikhail Ivankov]
Genere: Azione, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Filius Vitious, Maghi fanfiction interattive, Minerva McGranitt, Mirtilla Malcontenta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Titolo: Voci di corridoio
Titolo del capitolo: Mesmerized
Personaggi: Morgan Merlin LeFay; Peregrine Duke Sly; Lilith Eve Marie Beaumont; Alexander Bjørn Lindgren;
Rating: Verde
Note: Slice of Life | Fluff | 1758 parole
Abbiamo il primo vincitore, gioiagaudio! Il protagonista di questo capitolo è Morgan, spero di avergli reso giustizia. Vediamo tre diversi personaggi a fargli da supporto, e tre diverse versioni di lui: con un amico stretto, con un conoscente e con qualcuno che non gli piace.
E quindi, che mi dite del “piccolo” Morgan?
Inoltre per oggi ho ben due domande per voi! Oltre all’ovvio sondaggino del prossimo capitolo, ce n’è una facoltativa: nel testo leggerete che è permessa una certa personalizzazione della divisa, come i bottoncini di Lilith, perciò i vostri personaggi come la portano? Classica e ben ordinata, la modificano per mostrare il loro stile, portano i pantaloni anche se sono ragazze?
Ricordo che la divisa classica è composta da camicia, cravatta, pantaloni o gonna, ed un mantello con le maniche larghe ed il cappuccio. Il maglione o giacca con i colori della casa e lo stemma di Hogwarts sono facoltativi, così come la sciarpa.
Ecco, infine, i quattro tra cui scegliere per il prossimo capitolo:
Luna Aline Fenimore per Corvonero
Evander Huges Thorburn per Grifondoro
Isabella Marie-Renée Lévy per Serpeverde
Dylan Maximoff per Tassorosso


La coda, dopo un’intera giornata, inizia a fargli un po’ male alla testa. Slega i capelli e vi passa le dita, smuovendo le ciocche cinerine che gli solleticano il collo: hanno probabilmente un aspetto buffo, con impresso il segno dell’elastico, ma Morgan di solito non bada a quelle piccolezze.
         Rotea un poco le spalle e riprende a camminare lungo il corridoio ingombro di studenti, cercando di evitarli ed elargendo diversi sorrisi di scuse- uno per ogni persona a cui va involontariamente addosso. Scendere dall’aula di incantesimi fino al corridoio della biblioteca- un’operazione che di solito coinvolge due rampe di scale e non più di cinque minuti, col suo passo- si rivela un viaggio dolorosamente lento e faticoso; il tassorosso ha l’impressione di nuotare nella sabbia e, quando finalmente la folla si disperde, è praticamente arrivato a destinazione. Ci ha messo un’eternità ed il suo mantello è ormai sgualcito e storto sulle spalle.
         Si volta con aria soddisfatta verso l’ingresso, un semplice arco di pietra le cui porte sono spalancate a mostrare una stanza dal soffitto alto, in qualche modo comunque quasi raggiunto dal labirinto di scaffali. All’interno, nonostante già così possa vedere più di qualche persona, regna un silenzio quasi invidiabile.
         Quasi.
Un basso mormorio, risatine appena accennate, e poco più udibili dei saluti leziosi: le ragazzine del terzo anno stanno cacciando.
         Le vede comparire poco dopo averle udite, una massa compatta ed omogenea: una biondina con la cravatta di serpeverde accanto ad una ragazza con le lentiggini ed i colori di grifondoro, una slanciata con la cravatta blu e bronzo stretta ad una riccia e paffuta che riconosce come Elaine, della sua casa. L’unico ragazzo, che spicca in altezza tra le signorine che gli arrivano a stento alla spalla, è Peregrine.
         «Grazie ancora, Penny, quando la spieghi tu storia della magia diventa così chiara!» Esclama la biondina di serpeverde, e Morgan sa benissimo che il corvonero non risponderà. Non ne è certo, ma creda che quel soprannome non gli piaccia molto: è impossibile non lo senta mai, piuttosto lo ignora ogni volta.
         «Se avete bisogno di una mano non è un problema, ma assicuratevi di ascoltare anche i professori. Mi renderete il compito più facile.» Dice Peregrine, la voce è calma e tranquilla ma il corridoio semivuoto permette alle parole di raggiungere il biondo senza alcun problema. Non si rivolge a nessuna in particolare ma la ragazzina che ha parlato prima, decisamente la più audace tra tutte, lo prende a braccetto; probabilmente Morgan è più infastidito dello stesso corvonero, che si limita a scostare il braccio in modo che lei non gli sia troppo attaccata.
         Incantato ad osservare la scena, così simile a certe serie sugli studenti che guarda sua sorella maggiore da dargli l’impressione di essere davanti ad una recita perfetta, il ragazzo non si è reso conto di essere rimasto impalato qualche istante di troppo. Ci pensa una furia al profumo di rose a fargli capire che sta intralciando il passaggio: gli finisce addosso e probabilmente, non fosse stata così esile, lo avrebbe travolto e superato senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. Morgan incespica in attimo, alza gli occhi e poi li riabbassa per trovarsi una ragazza bionda che lo guarda con occhi penetranti che lo mettono appena a disagio.
         «Ti pare il caso di star come una statua in mezzo al passaggio? Cos’avete tutti oggi, prima la Wolff, ora tu…» Inizia, e Morgan davvero non si capacita che una ragazza dall’aspetto tanto grazioso possa usare un tono così pesantemente infastidito. Si sistema con cura le ciocche che pure sono ancora perfettamente intrecciate sulla spalla mentre il ragazzo sposta nervosamente il peso da un piede all’altro, incerto su come reagire.
         «Allora? Nemmeno ci si scusa più?»
«A dire il vero sei tu che mi sei venuta addosso.» Le fa notare con un filo di voce, cercando di mantenersi fermo ma gentile per non ingigantire la questione più del necessario. È stranamente consapevole dell’ambiente circostante, del suo aspetto non esattamente curato che contrasta con quello della bionda davanti a lui, e di come gli sguardi delle ragazzine gli stiano bruciando sulla schiena, interessate al piccolo bisticcio che si sta creando. La vede aggrottare le sopracciglia ed è certo stia per rimproverarlo di nuovo, ma una voce pacata alle sue spalle la ferma.
         «C’è qualche problema?»
«No, e poi tu sei il prefetto di corvonero, perciò non ti compete.» La serpeverde indica con aria irritata la propria cravatta, come se l’appartenere ad una casa diversa potesse essere uno scudo. Morgan si volta e sa benissimo che la spilla di prefetto, per quanto appuntata su una divisa bronzo e blu, rende Peregrine più che adatto ad intervenire: il ragazzo infatti le rivolge un sorriso assolutamente sereno.
         «Mi spiace contraddirti, ma il mio compito non si limita ai corvonero. Se la cosa ti rende più serena, però, credo di aver visto il prefetto Ramirez in biblioteca.» Fa una piccola pausa, voltando il viso con aria placida. «È il caso di disturbarlo?»
         Morgan deve trattenere un sorrisino: ha sempre trovato interessante come Peregrine riesce a farsi rispettare, senza alzare la voce o imporsi in modo sovrastante. Affascinate, persino, e sa che non è l’unico a pensarla così nonostante la sua aria di perenne gentilezza faccia anche storcere il naso a qualcuno: è come se tutti avessero almeno consapevolezza della sua esistenza, con i capelli blu ed i ruoli di riguardo che ricopre è difficile da ignorare. Morgan si ritrova più spesso di quanto non vorrebbe ammettere ad osservarlo, ed anche in quel momento è un rumore ritmico e vagamente irritante a distogliere l’attenzione dal viso magro.
         Lancia un’occhiata alla ragazza che gli è finita addosso prima, che sta ticchettando con le unghie lunghe sul proprio polsino. Ci sono dei deliziosi bottoncini di lucido argento, decorano la stoffa e producono quel ticchettio che lo ha distratto, una delle innumerevoli variazioni estetiche alle vecchie divise che hanno iniziato ad andare di moda da un paio d’anni a questa parte.
         «Se si scusa per essere stato in mezzo, non serve.» Dice alla fine, la voce resa appena più bassa dall’evidente sconfitta, ma il viso non tradisce alcuna emozione: tra i due, Morgan si sente persino troppo espressivo e deve impedirsi di portare una mano alle labbra per mordicchiarsi l’unghia del pollice con un certo nervosismo. Si sente quasi come lo spettatore di una partita di scacchi.
         «Potreste scusarvi entrambi.» Propone Peregrine, e il più piccolo sobbalza. Se la ragazza è sorpresa non ne dà segno. «Morgan era fermo in mezzo al corridoio, ma tu non stavi guardando dove andavi, vero Lilith? Lo avresti visto altrimenti, ed evitato. Non gli sei certo finita addosso apposta per litigare, no?»
         Finalmente può dare un nome alla bella ragazza che ha davanti: Lilith posa le mani sui fianchi esili, e Morgan può vedere dal modo in cui le cade l’uniforme che deve essere stata sistemata da un sarto perché le cade addosso in modo assolutamente perfetto: nemmeno quella di Peregrine, perfettamente in ordine e abbottonata, non può competere e pare vagamente trascurata in confronto.
         «E va bene! Quante storie, faresti così anche per qualcuno che non è un tuo amichetto?»
«Certamente.»
         In contrasto con l’aria serena e pacifica del ragazzo, la bionda si allontana a grandi passi verso l’arco della biblioteca. Morgan si volta verso l’altro con un sorriso imbarazzato.
         «Grazie… spero non ti causi problemi in futuro. Non sembrava felice.» Dice, passandosi con una nota impacciata le dita sulla nuca e lisciando piano i capelli che gli sfiorano il collo. Vorrebbe dire altro, ma si interrompe quando lo sente ridere piano e punta gli occhi grigi sul viso dell’altro. Si è formata un’unica, adorabile fossetta sulle sue guance.
         «Non preoccuparti, ho solo fatto il mio dovere. Ho visto che ti era venuta addosso di proposito, e lei lo sapeva, non ti ho favorito.» Lo rassicura, scuotendo le spalle sottili. «Se però dovesse infastidirti ancora avverti subito un prefetto, o gli insegnanti.»
         «Sono sicuro non abbia così tanto interesse nei miei confronti! Sei stato tu a sfidarla, no? E non mi pare il tipo che lascia correre così un torto.» In un attimo la posizione rilassata del ragazzo lo fa calmare a sua volta: Peregrine ha sempre avuto quest’aria rilassante, e Morgan è felice di poterlo considerare un amico, in qualche modo. Il pensiero ha un gusto strano nel momento in cui lo forma, come se non fosse del tutto corretto.
         «Vedremo, ma sono abbastanza tranquillo in realtà.»
Forse vorrebbe aggiungere altro, ma un ragazzino biondo li interrompe. Si avvicina loro a piccolo trotto, quasi scivolando nel fermarsi, poi li guarda con l’espressione di un cucciolo felice. Lo conosce, Morgan, e non è sorpreso quando al suo allegro “Penny, ti stavo cercando!” il ragazzo risponde. È Alexander, un corvonero più piccolo, che con quell’espressione da cucciolo ed i geni di veela riesce ad ottenere più o meno tutto quello che vuole senza sforzo.
         «Mi cercavi tu, o ti hanno mandato a cercarmi?» Gli chiede Peregrine, scostando appena il braccio dal corpo come fosse preparato al gesto che ne segue. Alexander lo prende sottobraccio, chiude gli occhi, il gesto ha un ché di innocente e familiare e Morgan si chiede come possa un purosangue così conservatore aver legato tanto con un nato babbano.
         «Il professor Spencer mi ha detto che giovedì il campo è prenotato dalla squadra di grifondoro, ho chiesto un po’ alla squadra ma sarebbe meglio cambiare giorno. Prima o dopo qualcuno è sempre impegnato. Domenica pomeriggio però sarebbe una buona… oh? Buongiorno Morgan! Interrompo qualcosa?» Chiede, voltandosi di colpo verso di lui. Morgan si sforza di sorridergli, nonostante i sentimenti contrastanti che quel ragazzino gli provoca. È carino, stupida magia d’amore, e così dannatamente ingenuo… così non fosse, potrebbe anche pensare che lo faccia apposta a mostrarsi così platonicamente affettuoso. Non gli piace l’idea, e ancor meno gli piace come lo disturba.
         «No, non ti preoccupare…» Gli risponde, ma Peregrine li sta già salutando per andare a risolvere il problema. Deve esserci una certa delusione dipinta sul viso del biondo, perché prima di lasciarlo a sua volta Alexander gli sorride e prende la mano tra le sue. Sono gelide, ed il gesto lo sorprende.
         «Tu sei proprio un perfetto ciliegio! Ma i nuclei di Ollivander non ti rendono giustizia, con del corno di jackalope saresti assolutamente perfetto.» Esclama, e dal tono Morgan deduce si tratti di uno strano tipo di complimento.
         Mentre lo osserva allontanarsi, Morgan lo vede voltarsi più volte nella sua direzione, ed ogni volta Alexander sorride e lo saluta con la mano.
  
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