Titolo: Belladonna
Autore: slanif
Prompt: 16
Personaggio/Coppia: Pomona Sprout (Pomona Sprite)
Contesto: Contesto Generale / Vago
Rating: Verde
Parole: 352


Pomona Sprout insegnava Erbologia a Hogwarts da anni, ormai, e aveva avuto a che fare con tante piante quanti studenti. Essendo timida di natura, benché dall’altra parte anche piuttosto spiccia e sincera, Pomona preferiva di gran lunga la compagnia delle piante, a quella delle altre persone. Certo, c’erano delle eccezioni – come Minerva o Filius – ma in generale preferiva rimanersene nella sua serra a fare quel che c’era da fare, come badare alla pianta di Belladonna che era sì, incredibilmente benefica in medicina, ma anche altrettanto velenosa se non maneggiata con la giusta cura. Avrebbe avuto bisogno di una mano, per gestirne tutto il quantitativo, ma preferiva fare da sola e non rischiare che qualche studente o collega professore si avvelenasse mentre lei non guardava.
Così, affondò le dita nella terra, sentendola umida e friabile, fragile ma al contempo così potente. C’era talmente tanta vita, in quei granelli di terriccio tra le sue dita. Un mondo infinito di possibilità nei petali viola della Belladonna.
Si era appassionata all’Erbologia proprio per quello: perché le sembrava di poter controllare le cose.
Quando era ragazza, non aveva potuto controllare il suo aspetto, che era sfortunatamente più rotondetto di quanto le sareppe piaciuto, anche se cercava di stare sempre attenta a quello che mangiava; così come non riusciva a domare i capelli, che imperterriti sparavano da tutte le parti e crescevano pochissimi centimetri ogni anno. Non aveva potuto controllare il suo cuore, quando si era presa una cotta per quel compagno troppo bello perché la guardasse, né aveva potuto controllare la sua enorme timidezza che le impediva di interagire in modo spensierato con gli altri compagni di Tassorosso.
Eppure, le piante poteva controllarle.
Certo, la natura era imprevedibile, ma Pomona aveva studiato tanto e ancora di più affinché quella natura le parlasse e lei fosse in grado di ascoltarne ogni desiderio e bisogno.
Le piante erano anche delle grandi ascolatrici, sì. La sentivano blaterare di questo e quello senza mai giudicarla e nell’umidità calda delle serre, sotto il sole o sotto la pioggia, Pomona si sentiva libera da tutti i suoi fardelli e padrona della sua vita.