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Autore: _Layel_    08/05/2022    1 recensioni
“Bakugou Katsuki sapeva di avere innumerevoli qualità e di primeggiare in ognuna di queste. Specialmente, Katsuki era un attento osservatore. Notava particolari nelle parole e nei comportamenti delle persone che gli permettevano di leggere qualcuno nel lasso di tempo che il suo pugno impiegava per schiantarsi sulla loro faccia.”
Aka: 3 volte in cui Bakugou nota qualcosa prima degli altri e 1 in cui è qualcun altro ad aprirgli gli occhi.
[kiribaku] [izuocha menzionata] [+un’altissima dose di Shonsou Hitoshi]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Hitoshi Shinso, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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3

Quando un Piccione ti ruba la kill e ti regala un libro di dubbio gusto…



L’aria fredda del mattino gli sferzava il viso, Katsuki affondò il naso nella sciarpa che portava stretta attorno al collo e accelerò il passo. Solitamente correre al mattino lo rilassava, era uno dei momenti che preferiva della giornata: poteva allenarsi per diventare l’Eroe Numero Uno senza il fastidioso chiacchiericcio di quelle seccature dei suoi compagni di classe. In inverno, però, uscire di casa era una fatica immane per Katsuki che - insieme a molte altre cose - odiava il freddo. Ovviamente un po’ di ghiaccio e la temperatura sotto zero non gli avrebbero impedito di allenarsi, quindi si copriva tanto da sembrare un fortino di lenzuola con le gambe e usciva a correre.

 

Un altro motivo per cui oggi voleva rientrare presto - non prima, lui non era mica uno scansafatiche - era per i brutti ricordi che la brina gli portava. Sbuffò esasperato e guardò la condensa dissolversi nell’aria. Dannato Metà e Metà e quella sua stupida famiglia. Com’era possibile che Katsuki fosse stato l’unico ad accorgersi della somiglianza? Rallentò la corsa quando vide le porte del dormitorio, entrò e si tolse velocemente cappotto, sciarpa, guanti, stivali e le due paia di calzini supplementari che aveva indossato quella mattina. Salì silenziosamente le scale, si fece una doccia veloce e rientrò in camera: doveva prepararsi per l’apprendistato con Endeavor.

 

Purtroppo durante il suo apprendistato doveva sorbirsi anche la Bandiera Canadese e Deku che erano al meglio irritanti e al peggio Katsuki voleva spingerli giù dal trentesimo piano. Il che era anche più irritante perché gli idioti sarebbero sopravvissuti. Quindi li tollerava mentre li stracciava (Kacchan ma siamo pari!) in quella gara che si erano creati con Endeavor. Per ora nessuno era riuscito ad essere più veloce del vecchio ma si avvicinavano ogni giorno di più.

 

Quel pomeriggio, però, Katsuki era sicuro che avrebbero vinto. E sarebbe successo se un pennuto troppo cresciuto non gli avesse rubato la scena. Eroe Numero Due o no, Katsuki era pronto a fargli saltare la faccia. Peccato, o per fortuna, Hawks era troppo preso da Endeavor per notare l’aura omicida che Katsuki emanava: complimentava il vecchio con la stessa adorazione con cui Deku parlava di All Might. Katsuki dovette distogliere lo sguardo perché il pranzo gli si stava rivoltando nello stomaco. Dopo che Hawks ebbe finito la sua sviolinata diventò mortalmente serio e consegnò a Endeavor un libro.

 

“Conosci questo libro? Illustra degli ideali interessanti e mi piacerebbe che ci dessi un’occhiata, Endeavor! Guarda, ho anche sottolineato i punti più salienti così non perdi troppo tempo,” lo guardò intensamente per qualche secondo, la sua espressione non combaciava con le parole allegre, “È un consiglio dal Numero Due!”

 

Katsuki aggrottò la fronte, qualcosa nel modo di fare del piccione gli risultava strano, ma non fece in tempo a chiedere che Deku aveva abbandonato la sua copertura ed era in piena fanboy mode. “Oh! Un libro consigliato da Hawks! Devo procurarmelo…”

 

Katsuki non fece in tempo a urlargli di tacere che aveva le mani occupate da un libro con la copertina rossa. E come lui, anche Metà e Metà e Deku. Todoroki era confuso quanto lui e se lo rigirava in mano come se fosse un complicato puzzle, mentre Deku sembrava avesse vinto alla lotteria. Katsuki lo sfogliò velocemente e notò che anche le pagine del suo libro erano sottolineate. Guardò con sospetto il Numero Due, ma decise che fosse meglio parlarne in un altro momento.

 

+

 

Mentre tornavano all’agenzia alla fine della giornata, Katsuki espresse i suoi dubbi con la pacatezza e chiarezza che lo contraddistingue. “Che aveva il Piccione?” 

 

“Ah, Kacchan! Non è stato fantastico? Riesco proprio a capire perché è il Numero Due! E ci ha pure regalato un libro!” Esclamò Deku, chiaramente troppo preso dall’idea che Hawks avesse toccato il libro che stringeva in mano da rendersi conto che era successo qualcosa di strano.

 

“Non è una lettura a cui sono particolarmente interessato.” Aggiunse Metà e Metà, sempre inutile, non che Katsuki si aspettasse diversamente.

 

“Quindi non leggerai sto stupido libro?”

 

“Dovresti farlo, Todoroki-kun! Ci è stato consigliato dall’Eroe-”

 

“Taci, Deku, abbiamo capito.” 

 

Todoroki contemplò con attenzione il libro, come se ora che Deku lo aveva rimproverato lo trovasse la cosa più interessante dell’universo. C’era qualcosa di strano nella loro amicizia e Katsuki non voleva averci niente a che fare.

 

“Hawks stava bene.” Arrivò la risposta tuonante e non richiesta di Endeavor. “Si comporta in modo bizzarro per farmi innervosire.”

 

Todoroki annuì pensieroso e prese nota sul suo cellulare. Deku ridacchiò educatamente a quella che non era una battuta e Katsuki li guardò come se fossero tutti scemi. Non che non lo fossero, ma a volte Katsuki provava a dimenticarsene. Si rivolse al Termosifone Guasto, accigliato, “Nella tua famiglia non brillate per l’intelligenza.”

 

Todoroki lo guardò accigliato, “Mia sorella-”

 

“É l’unica che si salva.” Katsuki pose fine alla discussione infilandosi nello spogliatoio. Non vedeva l’ora di togliersi il costume e infilarsi… beh l’uniforme scolastica. Non alta moda ma almeno sarebbe stato più comodo. Onestamente Katsuki non aveva idea di come Endeavor fosse riuscito ad arrivare tanto in alto se le sue doti di osservazione erano pari a quelle di un muro di mattoni. 

 

+

 

Il mattino dopo trovò Katsuki seduto sul pavimento della palestra con il libro aperto sulle gambe e un’aria accigliata.

 

“Di che parla?” Non ho mai visto qualcuno guardare tanto male un libro,” Shinsou Hitoshi si sedette vicino a Katsuki, che non lo aveva sentito entrare tanto era assorto, e ridacchiò tra sé e sé. “Scherzavo, c’è anche Denki.”

 

“Denki?”

 

“Kaminari? Sai il tizio elettrico che sta nella tua classe.”

 

“So chi cazzo è Kaminari!” Katsuki aveva pianificato l’omicidio dello Strizza Cervelli talmente tante volte che ormai non ci provava più gusto, “Perchè diamine lo chiami per nome?”

 

“Per lo stesso motivo per cui a te chiamo stronzo.”

 

“Vaffanculo!” Katsuki non aveva tempo da perdere con sta seccatura. Aveva già letto il libro - trovando la retorica della liberazione dei superpoteri giusto un po’ troppo interessante. Aveva riletto solo le parti sottolineate - molte delle quali non erano di alcuna rilevanza - e aveva letto di nuovo provando varie combinazioni di parole. Continuava a non capire perché qualcuno come Hawks, che voleva ridurre il crimine tanto da potersi prendere una vacanza a vita, avesse consigliato un libro che praticamente incoraggiava a compiere crimini.

 

“Non hai risposto alla mia domanda, di che parla?”

 

“Perché cazzo ti interessa?”

 

Shinsou alzò le spalle e iniziò a contare sulle dita, “Stai occupando la palestra. Sono in piedi da ventisette ore. Sei stranamente pacato…” fece una pausa ad effetto prima di concludere, “mi annoio.”

 

“Ventisette ore?!”

 

Alzò un dito, controllò il cellulare e disse, “Ventotto.”

 

Katsuki lo guardò disgustato e solo leggermente impressionato prima di passargli il libro. “Fai finta che sia uno sconosciuto-”

 

“Un sogno diventato realtà.”

 

“Brutto-” Le mani scoppiettarono e Katsuki prese un bel respiro. Hypno Boy era irritante ma intelligente. O almeno. Più intelligente dei perdenti dal cervello liscio con cui faceva l’apprendistato. “Sono uno sconosciuto e ti do sto libro. Ti dico di leggere per bene le parti evidenziate. Che cazzo significa?”

 

Shinsou aggrottò le sopracciglia e iniziò a sfogliare il libro, “Perché uno sconosciuto farebbe mai una cosa simile?”

 

“Appunto…” Katsuki si strofinò gli occhi, “Potrebbe essere un codice, ma non ho ancora trovato niente.”

 

“Mhm, sì, c’ho pensato anch’io. Mettere in fila i kanji iniziali delle parole evidenziate?”

 

“Già fatto.”

 

“I finali?”

 

“No.”

 

“Solo quelli del secondo capitolo?”

 

“Non hanno senso.”

 

Il libro venne sfogliato e rigirato per qualche minuto, gli ingranaggi stanchi della mente di Shinsou avrebbero beneficiato immensamente di una tazza di caffè. “Comunque chi è che te l’ha dato?”

 

“Hawks.” Katsuki sputò con disgusto. Non gli aveva ancora perdonato che gli avesse sottratto il merito.

 

“Da quand’è che ricevi regali dal Numero Due?”

 

Fu allora che arrivò l’illuminazione. Katsuki gli strappò il libro di mano e iniziò freneticamente a comporre il messaggio in codice. Appena finì era troppo esaltato dall’aver finalmente risolto l’enigma per rendersi pienamente conto di quello che aveva letto. Shinsou lo pizzicò sul braccio, domandando spiegazioni.

 

“Il secondo kanji di ogni frase evidenziata. Il nemico è l’armata di liberazione. L’unione l’ha assoggettata. Sono più di 100.000. Tra soli quattro mesi. Prima di allora invierò un segnale. In caso di fallimento prepara… la prossima generazione.”

 

“Parla di noi.” Sussurrò Shinsou, la voce incerta e le sopracciglia aggrottate.

 

Katsuki annuì lentamente.

 

“Chi altri lo sa?”

 

Katsuki chiuse il libro e lo fece esplodere nel suo palmo. Meno prove lasciate in giro, meglio era. “Endeavor. Molto probabilmente. Forse anche Deku e il Bastardo a Metà non so se hanno visto il messaggio.”

 

Shinsou guardò i fiocchi di carta bruciacchiata che cadevano sul pavimento della palestra. “Ora che facciamo?”

 

“Puliamo.” Disse Katsuki mentre si alzava, “Ho fiducia in Endeavor. Prenderà la decisione migliore.”

 

Shinsou inclinò la testa e considerò le sue parole per un momento, poi un sorrisetto divertito gli comparve sul volto. “Devi vantarti con Midoriya per aver risolto l’enigma prima di lui.”

 

Se lo avesse fatto il Nerd sarebbe morto dalla preoccupazione e Katsuki avrebbe dovuto ascoltare il suo blaterare per eoni. Sbuffò e si ficcò le mani in tasca, “Un bastardo mi ha detto di pensare prima di parlare.”




______

Note: Sì, so che la cena dai Todoroki avviene dopo l’incontro tra Hawks e Endeavor ma eh qui siamo nel reame dell’assurdo a cosa servono le linee temporali?

Poi, molto probabilmente Hawks non aveva sottolineato tutti i libri ma immaginate: Twice apre la porta, trova Hawks circondato da una trentina di libri con piume che evidenziano e girano le pagine e chiude molto lentamente la porta. Entrambi pretendono di non essersi mai visti. lol

   
 
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