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Autore: OrnyWinchester    11/05/2022    4 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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I cavalieri decisero di sfruttare quegli ultimi momenti di serenità per passare una tranquilla serata di svago alla taverna. Dato il clima conviviale che si stava instaurando, invitarono anche Sam e Dean e per l’occasione anche Merlino si unì al gruppo. La serata procedette piacevolmente tra una chiacchierata e un giro di bevute.
“Allora, avete deciso di combattere al nostro fianco se Morgana attaccherà Camelot. Ma toglietemi una curiosità. Siete in grado di maneggiare un’arma come si deve? Voglio dire, avete mai preso parte ad un vero combattimento prima d’ora?” chiese sir Galvano a Sam e Dean, sorseggiando un boccale di idromele.
“Che c’è da sapere?” domandò Dean di rimando. “Prendi in mano una spada e infilzi quanti più avversari possibile!”
“La fai troppo facile, amico mio!” esclamò Galvano, sorridendo. “Dico sul serio. Avete bisogno di una mano per addestrarvi o pensate di potervela cavare?”
“Diciamo che non siamo a digiuno di pratiche militari e di duelli. Probabilmente non siamo preparati come voi, ma l’allenamento non ci manca.” rispose Sam vago, assaporando a sua volta una birra.
“Beh, d’altronde stando sempre in giro per lavoro le risse non vi saranno di certo mancate!”
“No, infatti.”
“Ne so qualcosa anch’io. Prima di diventare un cavaliere, vivevo alla giornata, sempre in giro per taverne, spostandomi da un posto all’altro in continuazione. E’ così che mi sono fatto le ossa con la spada. Del resto, non c’è niente di meglio che apprendere direttamente sul campo, no?”
“Già, è proprio così.” rispose di slancio Sam, soffermandosi a pensare che, per quanto ne sapeva lui, sir Galvano avrebbe dovuto essere il nipote di Artù, non un viandante qualunque. “Io e Dean non avremo fatto parte di un esercito, ma nostro padre sì, in un certo senso. E’ stato lui ad addestrarci fin da piccoli come se fossimo due soldati, ma, proprio come te, anche noi abbiamo appreso le lezioni migliori sul campo.” spiegò Sam.
“La maggior parte delle volte non hai molta scelta! Se vieni aggredito, o sai difenderti o la tua vita durerà ben poco.” continuò Galvano. “Comunque, se doveste avere bisogno di aiuto, non esitate a chiedere.”
“Sì, grazie.”
“E’ già nobile da parte vostra che vi siate offerti di combattere con noi una battaglia che avreste potuto risparmiarvi. Il re non permetterebbe mai che vi accadesse qualcosa.”
“Artù è un re davvero incredibile, nonostante sia così giovane.” intervenne Dean, già in preda ai primi effetti dell’alcol.
“Già. Niente a che vedere con suo padre Uther. Quello sì che era un tiranno. Non è così, Merlino?” lo tirò in ballo Galvano.
“Ha fatto del male a molti e non ha mai provato rimorso per tutte le vite che ha tolto.” rispose il mago, fissando il bicchiere ancora pieno davanti al suo viso. “Ma Artù non è come lui. Il suo regno sarà diverso, sarà equo e giusto e verrà ricordato a lungo come il più grande re di Camelot.”
“Puoi giurarci che è così!” confermò Dean, quasi parlando tra sé e sé.
Mentre i cavalieri si avvicinarono al bancone della taverna per farsi servire l’ennesimo giro, Sam ne approfittò per parlare con il mago.
“Merlino, c’è qualcosa che ti preoccupa?” chiese a bassa voce.
“Ogni volta che c’è una battaglia contro Morgana sono preoccupato, Sam. E stavolta sembra che sia anche in buona compagnia.”
“Vedrai che troveremo qualcosa per fermarla.” cercò di rincuorarlo il ragazzo.
“Questa volta abbiamo a che fare con spiriti del tempo, magie potentissime di entità altrettanto forti. Non sono sicuro di poter trovare una soluzione.”
“Ma adesso ci siamo io e Dean ad aiutarti. Noi combattiamo questo genere di cose ogni giorno. Magari non proprio tutti i giorni. Ad ogni modo troveremo un modo per farci valere, non preoccuparti.”
“Grazie, Sam. Ma non sono così ottimista.”
“Domani rivaluteremo la situazione da ogni punto di vista e vedrai che qualcosa salterà fuori. Adesso goditi questa serata con i tuoi amici!”
“Forse hai ragione. Prendermi qualche ora di riposo non potrà che giovarmi e magari domattina mi sveglierò con un’idea vincente.” concluse Merlino, portando il bicchiere alla bocca.
La serata proseguì con vivacità e i racconti dei cavalieri, un po' contorti per via dell’alcol, allietarono tutti i presenti. Furono tante le imprese che vennero riportate alla mente, molte delle quali completamente sconosciute ai fratelli Winchester. Le storie proseguirono fino a tarda notte, quando venne il momento di far ritorno al castello in un barcollamento generale.
 
***
 
Quella stessa sera, mentre tutti erano alla taverna, Lord Agravaine, dopo aver seguito i movimenti di Gaius, si era recato nell’ala ovest del castello e aveva potuto constatare che alcune persone si trovavano riunite in una sala sotto la supervisione del medico di corte. Infastidito, si era rivolto ad Artù per chiedere spiegazioni.
“Artù, scusami se ti disturbo, ma c’è qualcosa che vorrei chiederti.” disse, irrompendo nella stanza del re.
“Vieni pure, zio. Di cosa si tratta?”
“Mi è stato detto che nell’ala ovest del castello sono ospitate delle persone.”
“E’ così.”
“Ti sei messo a fare la carità a chiunque? Non ti bastava aver dato alloggio a quei due?”
“Non si tratta di questo, zio. E’ stato Gaius a chiedermi di utilizzare quell’ala del castello per poter curare una specie di intossicazione che ha colpito quelle persone. Resteranno lì fino a quando non si saranno ristabilite e Gaius non avrà decretato che sono fuori pericolo.” spiegò Artù.
“Ma stai scherzando? Lasciare il castello in balia di estranei? Come ti salta in mente, Artù? E per cosa?! Per curare un’intossicazione! Tutto questo mi sembra davvero ridicolo.”
“Dubiti della mia parola, zio? Devo ricordarti che sono io il re di Camelot?”
“No, ma sei un re giovane e inesperto, che la gente non vede l’ora di manipolare a proprio piacimento! A cominciare da quei due forestieri che ospiti da giorni senza motivo.”
“Ti ho già spiegato che ho dato loro ospitalità in attesa che riescano a tornare a casa!”
“E dove sarebbe questa casa?”
“Lontano, non so quanto di preciso, ma lontano.”
“E di cosa sarebbero in attesa per farvi ritorno?”
“Di recuperare una parte o tutto ciò che gli hanno rubato al loro arrivo a Camelot.”
“Cosa che potrebbe non avvenire mai. In quel caso cosa faresti? Li lasceresti vivere qui per sempre?” lo incalzò lo zio, sempre più furente.
“Non dire assurdità, zio. E’ chiaro che non si fermeranno ancora per molto, anche se davvero non capisco tutta la tua diffidenza nei loro confronti. Mi sembra che si stiano comportando in modo ineccepibile e non credere che non abbia avuto modo di metterli alla prova.”
“Ne riparleremo quando avrai perso il tuo regno, sempre che non veniamo assassinati nel frattempo, come è accaduto al guardasigilli. E mi preme farti notare che la cosa è avvenuta dopo l’arrivo di quei due, senza tralasciare il fatto che dobbiamo ancora fare i conti con una spia che si aggira nel castello da tempo. Non riesco a credere come ti comporti con tale facilità in queste situazioni.” lo rimproverò Agravaine.
“Grazie per le tue parole di stima, zio.” rispose Artù ironico.
“Se mi hai voluto al tuo fianco è per guidarti nella conduzione del regno e per avvalerti della mia esperienza. Che senso avrebbe se passassi il mio tempo ad elogiarti, mancando di mostrarti i tuoi errori?”
“Apprezzo la tua sincerità, ma ciò non significa che tu abbia ragione su tutto. Ci sono decisioni che devo prendere io e io soltanto, senza lasciarmi influenzare da nessuno. Ora, se ho saziato la tua curiosità, vorrei restare da solo. Buonanotte, zio.” lo congedò il re.
“Buonanotte, Artù.” disse Agravaine irritato, inchinandosi meccanicamente e uscendo dalla stanza del nipote.
 
***
 
“Sire, è ora di svegliarvi!” disse Merlino, entrando frettoloso nella stanza di Artù.
“Mmh?”
“E’ giorno e dovete alzarvi. Avanti, Artù, non fatevi pregare.” continuò il mago, alzando la voce.
“Buongiorno anche a te, Merlino.” esclamò il giovane re, faticando ancora a scandire bene tutte le parole. “Cosa ti rende così pimpante stamattina? Di solito, quando vai alla taverna, e ci vai spesso, non sei così vivace.”
“C’è molto da fare, sire. Avete la riunione con il consiglio tra poco, seguita da quella con i vostri cavalieri, senza contare che Morgana potrebbe farsi viva da un momento all’altro. Non vorrete farvi trovare impreparato!”
“No, Merlino. E grazie per avermelo ricordato!” enfatizzò Artù con un velo di ironia nella voce.
“Di niente. E’ il mio lavoro!” disse, mentre prendeva i vestiti di Artù dall’armadio e li disponeva sul letto del re.
“Vi siete divertiti ieri sera?” domandò il re, in procinto di alzarsi.
“Il solito. Anche se, devo dire, che Galvano e Parsifal hanno riproposto tutta la lista delle imprese degli ultimi anni per allietare Sam e Dean.”
“Immagino lo spasso!”
“Ma a loro il racconto è piaciuto. Anzi, mi sono sembrati molto interessati.” notò con sorpresa.
“Devono venire da un posto tremendamente noioso, in questo caso.”
“E’ un posto diverso da Camelot. Ogni luogo ha le sue tradizioni e le sue abitudini. Quando si viene a contatto con qualcosa di nuovo, ci si entusiasma facilmente.” concluse il mago.
“E dimmi, Merlino, pensi che abbia fatto bene ad accettare l’aiuto di quei due ragazzi? Io, personalmente, provo simpatia nei loro confronti, ma ci sono persone, come mio zio, che non sono di questo parere e pensano che possano rappresentare più di un problema per il regno.”
“Io credo che Agravaine non conosca affatto Sam e Dean e, pertanto, non possa giudicarli correttamente. Con questo non sto dicendo che sia per forza nel torto, ma a volte questi suoi modi troppo prudenti rischiano di allontanarvi dagli altri e di isolarvi.” esordì Merlino. “Nemmeno io li conosco così bene, ma finora si sono rivelati capaci e propositivi, hanno stretto amicizia con molti dei vostri cavalieri e vogliono combattere al vostro fianco contro Morgana, mettendo a repentaglio le loro stesse vite. Se tramassero qualcosa contro di voi, non credo l’avrebbero fatto e penso che non sarebbero riusciti ad ingannare così tante persone.”
“Ricordami di far parlare te in mia difesa, se mai ne avessi bisogno!” esclamò Artù, sorridendo, mentre terminava di vestirsi.
“Dico solo ciò che vedo!” rispose Merlino, ricambiando il sorriso.
All’improvviso si sentì bussare alla porta e, quando Merlino la aprì, Gwen era sull’uscio.
“E’ permesso?” disse la giovane.
“Certo, entra pure, Gwen.”
“Buongiorno, Ginevra.” disse Artù, allietato.
“Buongiorno!” “Artù, posso parlare un attimo con te?” chiese, preoccupata in volto.
“Certamente.” rispose il re. “Merlino, lasciaci soli!”
“No, non è un problema se Merlino ascolta quello che ho da dire. Anzi, potrebbe servire anche il suo parere.” disse Ginevra.
“Allora resta. Sembra che oggi il tuo punto di vista sia molto ricercato.” affermò Artù, rivolto al suo servitore. “Cosa ti turba, Ginevra?”
“In verità, si tratta di Lord Agravaine. Sta ostacolando il lavoro di Gaius e pretende che i malati che sta curando se ne vadano dal castello.”
“Ma come gli salta in mente una cosa del genere?!”
“Dice che, alla luce della situazione che Camelot sta affrontando, con il rischio di venire attaccata da un momento all’altro, è troppo pericoloso tenere delle persone qui al castello. Vuole che vengano spostate immediatamente.” spiegò la giovane.
“Posso capire le sue ragioni, ma non sta a lui prendere una decisione, né tantomeno l’ho autorizzato a farlo.” riferì Artù, infastidito.
“Gaius è preoccupato, non sa cosa fare e non vuole nemmeno scontrarsi con tuo zio, ma non può risolvere la faccenda da solo.”
“Parlerò con mio zio immediatamente. Un attacco di Morgana potrebbe mettere in pericolo quella gente, ma Gaius deve guarirli prima che possano lasciare il castello. Non li avrebbe condotti qui, se non fossero stati già a rischio.” stabilì il re.
“E’ quello che ha detto anche lui.”
“Ma Lord Agravaine come è venuto a conoscenza della loro presenza qui? Gaius li ha sistemati in una zona del castello che praticamente è sempre vuota.” s’intromise Merlino.
“Non so da chi ha saputo che quelle persone erano al castello, ma ieri sera me ne ha chiesto il motivo e gli ho raccontato tutto.” spiegò Artù. “Ma sono stato chiaro a riguardo: sarà Gaius a decidere quando si saranno rimessi e potranno tornare nelle loro case. Fino ad allora resteranno dove sono!”
“Sembra che Agravaine non sia dello stesso parere.” affermò Merlino, in tono ironico. “E poi mi domando che fastidio gli diano: sono rinchiusi in quella sala per tutto il tempo e non interagiscono con nessuno. Mi sembra un accanimento da parte sua.”
“Non so quali motivi abbia, ma di fatto sta sminuendo l’autorità di Artù, per non parlare dell’intralcio che reca al lavoro di Gaius.” sentenziò Gwen.
“Sire, se me lo permettete, vorrei andare da Gaius per vedere se posso dargli una mano.” chiese Merlino, indispettito.
“Ti dirò di più, Merlino. Andremo insieme a vedere cosa sta succedendo e voglio capire le motivazioni di Agravaine di un simile gesto.” concluse Artù, avviandosi verso il corridoio.
 
***
 
“E’ permesso, lady Morgana?” domandò Saturnus, entrando nella casupola che ospitava la strega.
“Vieni avanti, Saturnus, io e te dobbiamo parlare.” gli rispose Morgana.
“Torno a farvi visita perché le cose si stanno decisamente complicando e, se non sarà possibile portare a termine il piano di Abaddon, potete ritenere il nostro accordo saltato. I restanti “Rappresentanti dei letterati” sono introvabili e, senza la loro morte, anche voi non otterrete niente.”
“Ti conviene ascoltarmi, Saturnus, se ci tieni tanto alla riuscita del tuo piano.”
“Vi ascolto.”
“Agravaine mi ha comunicato che le persone che cerchi si nascondono a Camelot, niente meno che nel castello.” chiarì la strega, amareggiata.
“Com’è possibile?”
“Qualcuno li sta aiutando, quasi sicuramente Gaius, il medico di corte, che ha inventato la scusa di un’allergia alimentare per nasconderli lì.” “Oppure hanno fiutato il pericolo e si sono intossicati di propria volontà per trovare rifugio dentro le mura. Sono persone astute, dopotutto, e non mi sento di escludere nulla.”
“Il vostro uomo al castello può terminare il lavoro?” domandò Saturnus, sbrigativo.
“Non credo proprio. Un conto è uccidere un vecchio solitario, che viveva sepolto in una biblioteca, un altro è fare una carneficina sotto il naso di Artù. Sarebbe troppo sospetto. Dovremo agire diversamente.”
“Avete un piano oppure parlate tanto per parlare, Morgana?” chiese Saturnus sospettoso.
“Un piano ci sarebbe, ma dovresti fidarti di me e vedo che non sei disposto a farlo.” osservò Morgana, lasciandosi sfuggire una smorfia d’indignazione all’indirizzo di Saturnus.
“Parlate e lasciate decidere me se la cosa sia fattibile o meno.”
“Saturnus, inizio ad averne abbastanza del tuo tono. Sarai anche uno spirito del tempo, ma non mi piace che qualcuno, chiunque esso sia, si rivolga a me in questo modo irrispettoso. Tienilo a mente!” lo redarguì Morgana.
“Capisco perché tutti vi temono, Morgana. Vi credete la padrona del mondo intero per via dei poteri da quattro soldi che vi sono stati dati. Se è vero che siete l’essere più potente di questa era, non stento a credere che incutete paura in chiunque. Ma con me non funziona così. Io possiedo poteri che nemmeno immaginate e posso distruggervi senza battere ciglio.” la minacciò Saturnus.
“Se hai tutti questi poteri e potevi sbrigare la faccenda da solo, come mai ti sei rivolto a me?” lo incalzò.
“Conoscete già la risposta.”
“Sì, ma si dà il caso che tu non sia così potente come vuoi far credere, non ti illudere.” “In quest’epoca ci affidiamo a magie antiche che uno spirito proveniente dal futuro non può capire, né tantomeno concepirne la potenza. Cerca di non mettermi alla prova.” ricambiò la minaccia.
“Propongo di mettere da parte le nostre divergenze e di risolvere la questione alla svelta. Prima otterremo ciò che vogliamo, prima ognuno sarà libero di andare per la sua strada.” propose Saturnus.
“Il piano a cui ho pensato prevede un attacco imminente a Camelot. Se avremo successo, io avrò conquistato il regno e tu e colei che ti manda avrete quelle persone morte, cosicché i loro discendenti non possano nuocervi in futuro.”
“Cosa mi garantisce che una volta conquistata Camelot rispetterete la parola data?”
“Te l’ho detto: devi fidarti di me, non hai altra scelta!” ripeté la strega, esasperata. “E comunque sappi, Saturnus, che non ho alcun interesse a lasciare in vita quei fuggiaschi, anzi, in altre circostanze li avrei eliminati anche senza il suggerimento di qualcuno.”
“Va bene, allora attaccheremo non appena avremo elaborato una strategia.”
“Giusto, ma anche qui dovrai mostrare un po' di intraprendenza e dovrai aiutarmi a creare un esercito imbattibile.”
“Spiegatemi cosa avete in mente.”
   
 
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