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Autore: Its a beautiful day    12/05/2022    0 recensioni
Partire significa ricominciare. La partenza di Jess ha comportato per Sarah un nuovo inizio. Sarah ha intrapreso un viaggio diverso da quello che si sarebbe mai aspettata per sé stessa, ma il Destino riserva continuamente nuove sorprese.
Quando il Destino entra in gioco, tutto può cambiare.
Persone che un tempo non erano altro che piccole comparse nella vita di Sarah, di un tratto assumono un ruolo totalmente diverso, lasciando in Lei un segno indelebile.
Questo ha riservato il Destino per Sarah: un ritorno al passato per permetterle di ricostruire sé stessa, per tornare ad essere felice.
Quel posto lontano chiamato Felicità - Parte II è la conclusione di un lungo viaggio fatto di sofferenze e nuovi inizi.
È la fine di un lungo viaggio fatto di consapevolezze e di duro lavoro per sconfiggere i propri demoni.
Perché forse è proprio quando tutti i piani sembrano distrutti che la tua vita sta cominciando davvero.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Pov. Sarah

Il viaggio in auto è silenzioso, né io né lei parliamo molto.

A riempire il silenzio solo le note delle canzoni passate in radio.

La osservo di sottecchi.

La macchina ovviamente è diversa dalle ultime due che le ho vista guidare.

Stringe il volante, le mani sono ben curate. Le dita sono magre e lunghe, le vene leggermente sporgenti.

Nonostante siano così fini, risultano al contempo così possenti.

Vorrei sapere cosa si prova ad essere sfiorate da quelle dita..

Scuoto la testa e stringo le gambe, cercando di allontanare quegli assurdi pensieri

"Allora adesso sei una cameriera" inizia a parlare

"Già, se serve a dare una mano" annuisco

"E com'è pulire i tavoli e passare la scopa?" mi tira un'occhiata

"Tu sei esattamente quel tipo di cliente a cui tireresti un cocktail in faccia, lo sai?" incrocio le braccia

"Ti ho fatto semplicemente una domanda" alza le spalle

"Sei così.. maleducata ed arrogante. Scendi dal piedistallo" ringhio

"Non hai minimamente idea della fatica che ho fatto per costruirmelo, non ho assolutamente intenzione di scendere" mi sorride "Eccoci arrivati. Dovresti davvero comprarti un’auto, sai adesso che hai trovato lavoro" scoppia a ridere

"Vaffanculo Regan" ringhio, scendendo dall'auto.

Sento il sangue ribollirmi nelle vene. Dio, ma come può essere così.. Stronza?

Il mio lavoro non mi definisce, non implica che io valga meno di lei.

Fottuta riccona del cazzo.

"Ci vediamo al bar allora" la sento urlare ancora.

Alzo semplicemente il dito medio, senza nemmeno girarmi.

Le sento poi sgommare via, a bordo della sua fottuta auto sportiva.

"Che succede Sarah? Quella era mia sorella?" chiede Beth confusa, osservandomi camminare verso di lei

"Tua sorella è una fottuta stronza" mi affianco a lei mentre raggiungiamo i dormitori "Come puoi essere sua sorella? Siete così diverse. Tu sei così.. umana"

"Ti ha fatto qualcosa?" stringe i pugni

"Mi ha mancato di rispetto. Continua a ritenermi inferiore solo perché non sono ricca quanto voi. Fottuta riccona del cazzo" ringhio ".. Senza offesa" aggiungo voltandomi imbarazzata verso di lei

"Ti chiedo scusa per i suoi comportamenti. Lei è sempre stata così.. arrogante. Ha dato del filo da torcere ai miei per anni. Poi quando la sua azienda è decollata.. beh, da quel momento l'abbiamo persa" scuote la testa

"Per fortuna tu non sei così" sospiro

"Ringrazio il cielo ogni giorno per quel che ho, perché so che oggi può andar così ma domani potrei non aver più nulla. Regan non è abituata a pensarla così" scuote la testa "Ma questo non mi spiega comunque come mai tu sia scesa dalla porsche gialla di mia sorella" mi guarda confusa, mentre apre la porta della stanza

"Era al bar di Danissa, così si è gentilmente offerta di accompagnarmi al campus"

"Mh" annuisce, poi si siede alla scrivania.

Prende in mano il telefono, rivolgendogli tutta la sua attenzione.

Mi sdraio sul letto, fissando il soffitto.

Il comportamento di Regan mi ha fatto decisamente incazzare: il suo conto in banca non l'autorizza a comportarsi in questo modo con me.

Non ho mai sopportato gli stronzi, ora meno che mai.

Quello che più mi urta è pensare che lei in qualche modo.. Mi attrae.

Pensare che lei in qualche modo possa attrarmi mi manda fuori di testa.

E poi.. Mi aveva detto che sarebbe comunque dovuta passare di qua. Allora perché non si è fermata? Perché non ha raggiunto Beth come aveva detto?

Dio, non riesco a capire i suoi comportamenti e questo non fa altro che farmi incazzare ancora di più.

Fottuta riccona del cazzo.

"Allora? C'è la festa al disco pub di Statute domani sera, che ne dite di andare?" propone MaryJ

"Se mi promettete che mi tratterrete dal bere vengo volentieri. Vorrei evitare altre spiacevoli situazioni" rido a disagio.

Beth è l'unica a cogliere il vero significato di quelle parole, visto che è l'unica a sapere cosa davvero sia successo alla festa di Yaris.

Ho preferito tener per me la storia di Regan, per il semplice fatto che Laureen avrebbe cominciato a far la matta al suo solito e non avevo decisamente voglia di sentirla fantasticare sul nostro matrimonio

"Andata!" urla Laureen.

Ci sediamo tutti al tavolo una volta finite le lezioni. Mi porto alla bocca una forchettata di pasta al sugo.

Laureen sta discutendo con Marie su cosa indosserà ed io le ascolto curiose.

Sinceramente avrei preferito dir di no a tutti, che avrei preferito passare il sabato sera chiusa tra quelle quattro mura che sono diventate la mia seconda casa, ma a che pro?

Per essere divorata dalla solitudine e dalla tristezza? Non toccherò nemmeno un goccio d'alcool, voglio rimanere lucida.

Se dovesse succedere qualcosa, voglio avere il pieno controllo della mia mente. Non voglio in alcun modo che il suo viso mi si presenti davanti, non voglio alcun attacco di panico.

Piano piano, un passo alla volta, anche il suo viso diventerà un ricordo lontano.

Scuoto la testa.

In fondo so che sarà divertente, alla fine mi diverto sempre.

Sorrido guardandomi intorno: loro, i miei amici. Sono stati i miei angeli custodi.

Mi hanno raccolto con le loro mani, accudito fino a quando sono stata abbastanza forte da poter continuare da sola.

Hanno attutito come potevo la sua assenza, ricordandomi quanto sia bello tutto ciò che c'è intorno a me.

Non dev'essere stato facile nemmeno per loro. Rapportarsi con me, costantemente triste ed incazzata, eppure non mi hanno mai voltato le spalle.

Nonostante i miei scazzi, nonostante il mio disinteresse.

Sorrido.

Un grazie non basterebbe a dimostrargli tutta la mia gratitudine.

   
 
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