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Autore: Lunasyriana    12/05/2022    2 recensioni
Una bionda sexy, una genetista e delle pillole miracolose. Kaori vittima del suo stesso amore per Ryo. E in tutto questo il nostro sweeper sarà vittima o carnefice?
Lo stallone di Shinjuku incontrerà pane per i suoi denti.
ATTENZIONE: questo racconto è volutamente comico-demenziale. Il suo autore ha consapevolmente esagerato alcune caratteristiche. Si solo vuole rubare un sorriso.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Reika Nogami, Ryo Saeba, Saeko Nogami
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Kaori si risvegliò il giorno dopo. La luce che entrava dalla finestra le fece capire che aveva dormito fino a tardi. Stranamente il suo socio non l’aveva svegliata, ma questo era secondario.

Una versione di lei in miniatura le stava trapanando il cervello con un martello pneumatico per ricordarle di non bere mai più così tanto.

Lentamente si alzò dal letto e nei fumi dell'alcol le parve che le proporzioni della stanza e dei mobili fossero anomali. Puntellandosi alla parete del corridoio arrivò in bagno. Stranamente sentiva che il pigiama le dava fastidio e le tirava dappertutto. Quando passò davanti allo specchio ebbe un sobbalzo. Con la coda dell'occhio vide una figura alta e imponente che le passava a fianco. Dopo il primo smarrimento e sbattute le palpebre più volte mise a fuoco il riflesso nello specchio capendo finalmente che era il suo.

Adesso capiva perché il pigiama, un tempo largo e comodo, le stava così corto e aderente. Era sempre stata alta circa 1.75, ora ad occhio e croce era almeno una ventina di centimetri più alta e di conseguenza il pigiama faceva l’effetto di uno da bambini indossato da un adulto.

Tremando si tolse la parte inferiore. Aveva delle gambe lunghissime e affusolate con cosce grandi e molto toniche. Ruotò il bacino per vedere il fondoschiena. Come tutte le donne giapponesi aveva sempre avuto i fianchi stretti e un sedere non troppo pronunciato, fino ad ora, perchè adesso avrebbe fatto l’invidia di qualsiasi ballerina di samba brasiliana o delle modelle di fitness che si ammazzavano di palestra.

La vita era sottile e la pancia piatta. Non che avesse mai avuto il ventre prominente. Ma ora si vedevano bene degli addominali tonici e scolpiti. Effettivamente ogni suo muscolo ora era tonico e ben definito, ma non eccessivo. Guardando verso il basso per vedere il ventre piatto ebbe un sussulto. Non poteva neanche vedersi i piedi. Tremando alzò lo sguardo verso l’alto mentre con mano tremante prendeva l’elastico del colletto del pigiama che ora era ben distaccato dal suo collo. Tiro i bordi verso l’esterno aumentando così un'apertura già generosamente creata da una parte di sé diversa dalle mani.

Quando abbassò lo sguardo le cadde la mascella per lo stupore. Dove prima vi era una pianura ora sorgevano due enormi montagne.

“Diodiodiodio” sconvolta si tolse la parte superiore del pigiama e i resti di un reggiseno rotto caddero a terra. Con gli occhi spalancati Kaori si fissò allo specchio. Al di là delle dimensioni, erano perfette manco fossero state disegnate da un artista. Alte e talmente sode che quando con le mani cercava di spingerle verso il basso le muoveva solo di pochi centimetri e appena rilasciate rimbalzavano subito nella loro posizione originale. Erano perfettamente sferiche e tanto grandi da sembrare palloni da calcio.

Sul viso di Kaori, che non era minimamente cambiato, la rabbia prese il posto dello stupore.

“Maledetto Ryo e stramaledetta Reika. È tutta colpa vostra”  detto questo prese la sua solita posa a pugno chiuso verso il cielo contraendo i muscoli. Sottoposte all'azione dei muscoli pettorali le grosse tette di Kaori rimbalzarono verso l’alto terrorizzandola.

“State ferme voi due! Non posso nemmeno più arrabbiarmi” constatò lei mettendo le mani sul seno per tenerlo fermo.

Ma che cavolo le era successo? Lentamente i ricordi attraversarono la nebbia del dopo sbornia.

Si ricordava il gelato con il Baileys, e la coppa successiva, e quella dopo ancora, e il liquore al caffè liscio che aveva bevuto finito il gelato. Si ricordava che barcollante era andata in camera inveendo contro il suo socio e Reika. Poi aveva urtato il comodino facendo cadere la borsetta e rovesciandone il contenuto. Si ricordava ancora la sua mano che raccoglieva da terra il contenitore delle pillole della dottoressa Suzuki e, estraendone una, ricordava la sua voce dire ”Ah si! E così ti piacciono le tettone! Bene. Ora ti servo subito”.

La rivelazione le fece l’effetto di una sua piccola clone che la colpiva con un martello sulla testa.

Era stata lei. Era tutta colpa sua. E ora? Che doveva fare?

Per prima cosa doveva sincerarsi che Ryo non fosse in casa, ma non poteva certo andare in giro nuda.

Prese il morbido accappatoio rosa e ci si avvolse notando subito di come gli effetti della sua trasformazione si riflettevano anche su ciò che indossava.

Solitamente l'accappatoio le arrivava poco sopra le ginocchia. Ora faceva l’effetto di una minigonna e le lasciava intravedere la parte inferiore delle natiche. Sul petto poi i due lembi non si potevano più sovrapporre. Anzi erano ben distanziati a mostrare il profondo solco tra i seni che, unito alla rotondità perfetta, creava una figura a cuore. 

Silenziosamente andò davanti alla camera di Ryo e, socchiudendo l’uscio, si accorse che il suo socio era già uscito. La cosa era abbastanza normale visto che si stava avvicinando il mezzogiorno. Anzi forse stava già per rincasare. Decise che sarebbe uscita e stata fuori fino a notte, così non correva il rischio di essere vista.

Camminando spedita andò alla sua camera da letto per vestirsi ma, superando lo specchio a figura intera messo nel corridoio si fermò e fece qualche passo indietro.

Forse aveva visto male e provò di nuovo a passare davanti allo specchio un paio di volte.

No. Aveva visto benissimo. La sua andatura era cambiata. Ora ancheggiava come spesso aveva visto fare a Saeko solo che le sue forme molto più sexy di quelle dell'amica la rendevano un invito per gli occhi di qualsiasi maschietto.

Quasi per scherzo si sfilò l'accappatoio e rimasta nuda davanti alla sua immagine riflessa mise una mano dietro la testa e l’altra sul fianco opposto. Facendo il suo sguardo più malizioso cominciò ad ancheggiare in modo provocante e, strizzando l’occhio, disse “Ryuccio… che te ne pare di queste?...ti va di controllare se sono della misura giusta?”

Appena ebbe finito di parlare si paralizzò per lo stupore. Ma che diavolo le saltava in mente? Lei era una brava ragazza mica diceva certe cose. Che la trasformazione avesse colpito anche il suo cervello?

Si ricordava che la dottoressa aveva parlato di ormoni e sapeva che gli sbalzi ormonali potevano alterare l’umore. Anche lei durante  “certi giorni” era più nervosa.

Ora però aveva problemi più impellenti. Non voleva neanche immaginare cosa sarebbe successo se Ryo, rientrato a casa , l’avesse vista in versione “aumentata” per così dire.

Andò in soggiorno un attimo. Almeno un caffè le serviva per schiarirsi le idee e poi aveva anche fame. Sul tavolinetto davanti al divano c’era un foglietto ripiegato in tre parti. Curioso. Forse il suo socio le aveva lasciato un messaggio che, unito alla gentilezza di non averla svegliata, rappresentava una vera novità.

Per un attimo le balenò nella mente l’immagine di Ryo che, venendola a svegliare in camera, si trovava davanti a tutto quel ben di dio che erano le sue forme. La fantasia proseguì con un bacio appassionato e lei che gli serviva un tipo di colazione che non si sarebbe mai immaginata prima.

Si bloccò sconvolta non solo da quella fantasia troppo spinta per lei, ma anche perché aveva avvertito il battito cardiaco accelerare di colpo, i capezzoli inturgidirsi e il fuoco divampare nel ventre.

Dovette sedersi sul divano un secondo e respirare per riacquisire il controllo.

Si era eccitata solo con una fantasia? Possibile? Aveva sempre fatto sogni su lei e Ryo, ma così audaci di punto in bianco mai.

Ancora più decisa che in quello stato incontrare il suo socio fosse un errore madornale prese il biglietto sul tavolino e lo aprì. Sgranò gli occhi di colpo. “Ciao Kaori. Prendo in prestito Ryo per un lavoro. Tranquilla sarà pienamente pagato entro domattina. Un bacione Reika.”

PS: “non ci aspettare per la colazione potremmo tornare tardi”.

Al di sotto del testo scritto, con una grafia che riconosceva come quella della più pestifera delle sorelle Nogami, c’era una piccola caricatura di Reika con la scollatura bene in vista e il gesto della vittoria nella mano destra mentre con la sinistra teneva un guinzaglio che legava Ryo dalle fattezze canine.

L’aria si congelò in un istante proprio come prima dell’arrivo di un ciclone.

L'attimo dopo Kaori esplose come mai prima. Non posso ripetere le parole che la nostra protagonista rivolse alla sua rivale e al suo futuro ex-socio. Vi basti sapere che, con gli occhi che riflettevano le fiamme dell'inferno, afferrò il divano e lo utilizzò per colpire ripetutamente il biglietto portatore di pessime novelle andando a conficcare i resti del tavolino nel pavimento e causando numerose crepe nel soffitto della stanza sottostante.

A molti chilometri di distanza il monaco Retsu interruppe bruscamente la sua meditazione. In oltre 70 anni di pratica della disciplina spirituale non aveva mai sentito una forza maligna così grande e violenta come quella che arrivava dal quartiere di Shinjuku in quel momento. Che si stesse risvegliando il leggendario demone Yamata no orochi?

“LO VUOLE ACCALAPPIARE QUELLA! ALTRO CHE LAVORO! CI SCOMMETTO QUALSIASI COSA CHE STASERA CERCHERÀ DI TRASCINARLO IN UN HOTEL!” urlò Kaori con le mani  strette a pugno e le nocche sbiancate.

“E VEDRAI CHE CI RIESCE! A QUEL DEPRAVATO BASTA UN SORRISO E TI SEGUE IN CAPO AL MONDO!” 

La sua rabbia continuava ad aumentare.

“E io sono la più cretina sulla faccia della terra! Per lui  faccio qualsiasi cosa: cambio vita, lavoro, abitudini, lo aspetto da anni, prendo una pillola che poteva anche essere veleno, mi faccio crescere due tette da infarto e un culo che parla. Solo per lui!”

Si bloccò all'istante ripensando a ciò che aveva detto. Un pensiero che aveva sempre negato divenne lampante nella sua mente. Metaforicamente parlando una palla da festa si aprì sopra di lei rovesciando una cascata di coriandoli illusori e facendo srotolare una pergamena che recava la scritta “KAORI MAKIMURA SEI INNAMORATA DI RYO SAEBA E LO DESIDERI”.

Nella tabula rasa che era ora la mente di Kaori si insinuò un pensiero che lei ripetė a bassa voce.

“Adesso Reika me lo porterà via”. Ma un eco della sua sfuriata precedente venne ripetuto nei suoi pensieri dalla parte più profonda del suo cervello: - due tette da infarto e un culo che parla-.

“O forse no” aggiunse sempre sotto voce.

Come le avevano insegnato sia Umibozu che Ryo le informazioni erano fondamentali per preparare un piano. E la prima di cui aveva bisogno era sapere dove quella arpia avrebbe trascinato Ryo. E come sempre, per sapere cose del genere, doveva rivolgersi a Saeko.

Prese il telefono e compose a memoria il numero della centrale di polizia. Al centralino elettronico digitò l’interno corrispondente e attese.

“Pronto. Qui è l'ispettrice Saeko Nogami con chi parlo?”

“Saeko sono io, Kaori.”

“Ciao Kaori. Ti sei ripresa dalla gita in piscina?” chiese in tono scherzoso. “Avevi bisogno di qualcosa” aggiunse poi.

Si potevano dire molte cose sulla maggiore delle sorelle Nogami, ma di certo voleva un gran bene a Kaori.

“Mi serve il tuo aiuto assolutamente”.

Con tono serio Saeko rispose “Stai calma. Spiegami cos’è successo”.

“Devo scoprire cosa sta combinando Reika con Ryo” disse Kaori con voce ferma.

L'ispettrice sbuffò “E io che pensavo fosse una cosa seria. Lo starà sfruttando come al solito ”.

“Come al solito un corno!” le ringhio Kaori.

“Senti Kaori io sono al lavoro e ho pure molto da fare. Qualcuno l’altro giorno ha preso in prestito un coccodrillo dallo zoo per poi riportarlo dopo poche ore e adesso devo fare il rapporto dell'accaduto. Quindi se non è una cosa importante…”.

Kaori interruppe con un ruggito la poliziotta “NON è IMPORTANTE? NON è IMPORTANTE? QUELLA INFINGARDA E MANIACA SESSUALE DI TUA SORELLA VUOLE STARE FUORI TUTTA LA NOTTE CON IL MIO UOMO E PER TE NON è IMPORTANTE?!!!”.

Dall'altra parte della cornetta Saeko sbiancò in viso. Aveva capito bene? Cos’era successo alla Kaori che conosceva? Deglutendo a fatica cercò di rispondere “Va bene. Ma non ti arrabbiare. Ora che mi ci fai pensare ieri ho visto che Reika aveva una prenotazione per un tavolo in una nuova discoteca che hanno aperto vicino alla zona dei motel. Se non ricordo male si chiama Iron Mask o giù di li”.

“Grazie Saeko e scusami se ho alzato la voce”

“Non fa niente non ti preoccupare” il cambiamento dell'amica spinse l'ispettrice Nogami a non fare domande, ma bensì una confidenza.

“Ascolta Kaori. Devi stare attenta. Ho visto Reika comprare un vestito estremamente provocante. Di sicuro ha qualcosa in mente. Sembra diversa dal solito. Come dire… più risoluta”.

“Ti ringrazio. Fai il tifo per me” disse la rossa.

“Sempre fatto” rispose la poliziotta.

Come Kaori ebbe riagganciato il telefono si accorse delle parole che aveva appena pronunciato. Come le era saltato in mente di definire Ryo il suo uomo? Neanche avessero mai fatto l’amore. Il solo pensiero la cominciò ad eccitare. 

Scuotendo la testa si obbligò a ritrovare la concentrazione. Ora sapeva dove avrebbe combattuto. Cos’altro le occorreva?

Innanzitutto doveva mangiare ormai era mezzogiorno passato, ma prima ancora doveva vestirsi perché, distratta dagli eventi, non si era più tolta l'accappatoio e aveva girato mezza nuda per casa. 

Andò in camera sua e scoprì, nel tentare di mettersi degli slip, il perché le maggiorate non fanno acquisti nel reparto bambini.

Gli slip le si bloccarono a metà delle cosce. Solo forzandoli potè portarli al loro posto ma, avendo tirato al massimo l’elasticità del tessuto, si trasformarono in una specie di tanga improvvisato arrotolandosi fino a scoprire le natiche marmoree.

Per quanto scomoda almeno sotto era sistemata. Il reggiseno era inutile anche solo tentare di metterlo. Fortunatamente il suo seno era talmente tonico da permetterle di uscire senza quella parte di intimo. 

Gli stessi problemi si ripeterono con i vestiti. Tutti i pantaloni le stringevano troppo le cosce mentre di vita erano larghi.

Le minigonne erano fuori questione dato che ad ogni passo l’orlo si alzava scoprendole le mutandine.

Il dramma vero però fu la maglia. Non c’era modo di farla scendere oltre il collo. Per quanto la tirasse non riusciva a farci entrare il seno.

Sbuffando buttò la maglia a terra dicendo “Tutto questo è ridicolo. Scommetto che Annibale ha fatto meno fatica a valicare le alpi che io a far passare ste due montagne”.

Aveva bisogno di vestiti nuovi per andare a riprendersi Ryo dalle grinfie di Reika e per di più dovevano essere adatti allo scopo. La conclusione più ovvia era quella di chiedere aiuto ad Eriko.

La sua amica da sempre le voleva dare una mano con il look e possedeva la casa produttrice di uno dei marchi di moda più famosi di Tokyo. Ma come arrivarci? Non poteva certo uscire in mutande.

Trovò una soluzione. Recatasi in camera di Ryo aprì l’armadio e prese dei pantaloni e una maglietta. Il suo socio infatti a causa del corpo muscoloso portava alcune taglie più grandi.

Da dentro l'armadio si sprigionava un odore a cui lei era avvezza, ma che le causò uno strano senso di eccitazione e languore. Si ritrovò ad annusare le giacche del suo socio gemendo “Ryooo” ogni tentativo di contenere il suo amore adesso era vano,  aveva preso una decisione irrevocabile. Per troppo tempo Ryo aveva dettato le regole del loro rapporto. Adesso toccava a lei. Non importava se lui non voleva legami. Lei si e li avrebbe ottenuti anche a costo di dover combattere per il suo uomo.

Richiuse l’armadio e si vestì. Consumò un pasto veloce e subito scese in strada in direzione dell'atelier dell’amica.

Entrando nel negozio Kaori cercò subito Eriko con lo sguardo e la vide tutta indaffarata mentre vestiva un manichino.

“Ciao Eri”

“Salve. Mi scusi ma al momento sono impegnata le chiamo una delle ragaz… KAORI!!??” facendo un passo indietro e strabuzzando gli occhi finalmente la stilista riconobbe i lineamenti del viso della sua ex compagna di scuola. 

“Ma….ma...ma...che diavolo ti è successo? Sei...sei...enorme!” nel dirlo portò le mani davanti al petto ad imitare i seni dell'amica.

“Calmati ora ti spiego tutto. C'è un posto dove parlare in privato? Ho bisogno del tuo aiuto”.

Una volta nello studio privato di Eriko. Kaori vuotò il sacco. Le raccontò dell'incontro con la dottoressa Suzuki, del piano di Reika, della sbronza e per ultimo di avere finalmente fatto chiarezza sui suoi sentimenti, di averli accettati e capito cosa voleva dalla vita.

“E ora quella stronza me lo vuole portare via! Capisci!” disse quasi piagnucolando Kaori.

Eriko aveva ascoltato la storia della sua amica in silenzio convincendosi sempre di più di non essere in un film di fantascienza. Ora nei suoi occhi bruciava il fuoco dell'indignazione. “Preparati Kaori. Ora ti metto giù da battaglia. Reika non ce la farà".

Nelle tre ore successive, un paio di commesse, furono sottratte al servizio ai clienti, per portare ogni vestito e accessorio, che veniva richiesto dalla loro datrice di lavoro.

Kaori provò molti capi bellissimi, ma alla fine fu l’amica a scegliere per lei. Ai piedi aveva dei sandali con il tacco basso e i lacci che arrivavano alla caviglia. In vita aveva una minigonna di pelle rossa morbidissima che, grazie ad uno spacco laterale vertiginoso, mostrava la coscia destra. Il top nero elasticizzato aveva una  profonda scollatura sia davanti, per mostrare i seni abbondanti, che dietro, a lasciare nuda la schiena. A completare l’outfit c’erano una cintura sottile di pelle bianca, con dei piccoli ciondoli di metallo a forma di cuore, e una giacca sempre di pelle rossa molto corta.

“ Non sarà un pò troppo sexy?” disse Kaori guardandosi nello specchio.

“Da 1 a 100 quanto ci tieni ad avere Ryo solo per te?”

“100” rispose lei sorprendendosi per la velocità con cui l’aveva fatto.

“Allora ci siamo andate anche leggere.” ammise Eriko. E continuò “Tu sei bellissima. Ma quello è un uomo di mondo con una certa esperienza. Dovrai sconvolgerlo per ottenere ciò che vuoi”.

“Tranquilla. Ho un paio di bombe pronte ad essere sganciate” disse Kaori tastandosi i seni e sorprendendosi per la risposta che le era venuta in automatico. Ma che le stava succedendo?

Eriko emise una risatina. “Ora cambiati. Ti porto dei vestiti più sobri altrimenti, nel tornare a casa, potresti causare incidenti. Dopo l'orario di chiusura passo da te e ti trucco come dico io. Già che ci sono porto anche delle parrucche”.

“Delle parrucche?” disse perplessa Kaori.

“Si. Tu non ti sei mai resa conto di quanto stai bene con i capelli lunghi solo che adesso è tardi per farti delle extension" ribatté Eriko.

Salutata l’amica, Kaori, prendendo la strada di casa, venne tormentata da un pensiero “È un uomo di mondo con una certa esperienza”. E lei? Che esperienza aveva? Certo sapeva come fare qualche moina e assumere un atteggiamento sexy (non si frequentano le sorelle Nogami per anni senza imparare qualcosa) ma oltre a quello? Lei non aveva mai avuto un ragazzo. Non aveva mai fatto sesso. E non sapeva come dare piacere ad un uomo.

Immaginava spesso lei e Ryo abbracciati che si baciavano appassionatamente. Ma oltre questo? Il vuoto. Lei non aveva sufficienti informazioni nemmeno per le sue fantasie. Figurarsi la realtà.

Le venne solo un'idea per colmare le sue lacune. Appena rientrata andò in camera del suo socio e, da un nascondiglio di sua conoscenza, prese alcune videocassette che visionò in sala con le finestre ben chiuse.

Kaori aveva passato le ultime due ore vedendo tutto quello che una donna potesse fare ad un uomo in termini di gioco erotico. Se sulle prime ne era rimasta sconvolta, successivamente si  era solo incredibilmente eccitata. Aveva rischiato più volte di avere un orgasmo e si era dovuta fare una doccia gelata per riprendere il controllo. Fortunatamente, l’intimo di VictoriaSecrets, generosamente fornito da Eriko, era in salvo dentro alla busta dei vestiti per la serata. Perché gli slip che aveva portato fino a quel momento erano fradici.

Ma che cos'era diventata? Cominciò a domandarsi. Ragionò sul fatto che non le importava più. Anzi se così poteva avere finalmente Ryo ben venga, era disposta a diventare una versione femminile del suo collega se questo serviva allo scopo.

Eriko si presentò alle 20 a casa di Kaori. Era armata di tutto punto per trasformare l’amica nel sogno erotico di qualsiasi uomo.

Dopo quasi un’ora, e parecchie titubanze da parte di Kaori, l’opera era compiuta.

Per evidenziare il decoltè era stato applicato del glitter che la rendeva splendente.

Il rossetto era del colore del sangue. Intorno agli occhi aveva un trucco che andava dal violetto al blu elettrico. La parrucca era del suo colore naturale con i capelli lunghi e lisci.

“Sembro la versione moderna di Jessica Rabbit" disse Kaori guardandosi allo specchio.

“Sembri la versione sexy di Jessica Rabbit” la corresse Eriko.

Dopo poco si salutarono con un lungo abbraccio (molto ostacolato dal seno di Kaori) e con gli auguri di riuscire nei suoi intenti da parte di Eriko.

Era ora di andare. Kaori si guardò un ultima volta allo specchio. Quella sera o sarebbe diventata la donna di Ryo o lo avrebbe abbandonato per sempre. Dal profondo del suo essere salì una voce “Stasera Ryo diventerà il mio uomo punto e basta!”.

   
 
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