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Autore: rocchi68    15/05/2022    1 recensioni
Una persona che ha chiuso gli occhi in passato può riaprirli dopo tanto dolore?
Ne vale davvero la pena?
Non sarebbe meglio proseguire senza voltarsi indietro e sorridendo delle poche gioie che incrociano il tuo cammino?
Si passa per egoisti, per idioti o per scaltri se si evita di ricadere nei ricordi del passato?
È questo che il nuovo Consiglio Studentesco si prefigge di cambiare, anche se si tratta di un problema interno e di un'impresa ardua.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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“Scott, tuo padre ha ricevuto la richiesta di trasferimento in un’altra città.”
 
Erano bastate quelle poche parole di sua madre a stroncarlo sul nascere.
Che cosa si aspettavano?
Che annuisse come un cane bastonato?
Che accettasse la loro proposta così di punto in bianco?
Per una volta che aveva imparato a ballare, senza che nessuno si lamentasse di piedi pestati o di ritmi non seguiti alla perfezione, ecco che qualcuno appoggiava una mano sulla sua spalla per farlo smettere di rendersi ridicolo.
Sinceramente non gli andava.
Doveva abbondare le poche ragioni che lo avevano spronato a crescere?
Perché?
 
“Non è giusto.”
 
“Lo sappiamo, ma è per il tuo bene.” Soffiò la donna, sorseggiando il suo caffè amaro.
 
“Da quanto?”
 
“Te l’ho detto il prima possibile.”
 
“Non è una risposta.” Replicò freddo, avviandosi verso le scale.
 
“Una settimana fa il suo direttore gli ha proposto un nuovo ruolo…nuove responsabilità, una nuova struttura da avviare, stipendio molto più elevato…potrai studiare ovunque tu voglia.”
 
“Io…”
 
“Pensaci bene Scott…cosa ti può offrire questa scuola?” Domandò la donna, sapendo che aveva passato una brutta vita liceale.
 
“I soldi non mi renderebbero felice.”
 
“In una nuova scuola tutti si dimenticheranno di quella rissa e potresti avere un sacco di amici.”
 
“E se mi bastassero quelli che ho ora?” Sbuffò nervoso.
 
“Scott…la decisione è stata presa, la casa l’abbiamo già messa in vendita.”
 
“Ah sì?”
 
“Tra meno di due settimane ci trasferiremo.”
 
“Dove?”
 
“Ha qualche importanza?” Domandò lei, mescolando la sua bevanda.
 
“Almeno questo me lo devi.” Ringhiò nervoso.
 
“In Canada.”
 
“È lontano.” Commentò freddo.
 
“Molto.”
 
“E l’Università?” Domandò il ragazzo, tornandole vicino per affrontarla di brutto muso.
 
“Scegli tu.”
 
“Posso sparare Londra? O Berlino?” La interrogò feroce.
 
“Non ci opporremo a questa tua scelta.”
 
“A questa no, ma alle altre sì?” Chiese con ancora più nervosismo.
 
“Senti Scott…abbiamo visto la tua nuova scuola: è fantastica, piena di club, sport a non finire…potresti perfino tornare a correre, se lo volessi.”
 
“È stato solo un capriccio.” Sbuffò, scrollando le spalle.
 
“Vuoi precludere a tuo padre questa promozione? Sai quanto si è impegnato in questi anni, sai quante ore passa fuori casa per non farci mancare nulla.” Borbottò perfida, quasi fosse consapevole che il figlio non avrebbe mai remato contro il padre.
 
“I soldi non fanno la felicità.”
 
“Giusto.” Confermò la donna, sfoggiando un sorriso irritante.
 
“E alla mia felicità chi ci pensa?” Seguitò nervoso.
 
“Tu vorresti rimanere qui, ma così facendo rovineresti il sogno di tuo padre. Perché dovrebbe essere lui a rinunciare di essere felice?” Replicò indifferente, facendolo tentennare.
 
“Non è giusto.”
 
“Mi sembra che siamo d’accordo.”
 
“Non voglio che rinunci, ma non voglio nemmeno andarmene da questa città.” Si spiegò meglio, facendola sbuffare.
 
“Non puoi tenere il piede su due scarpe.”
 
“Ma siete voi che mi avete tenuto all’oscuro.” Obiettò serio.
 
“Tu avresti preteso che continuassimo a pagare per due case.”
 
“Io…”
 
“Tuo padre avrà sì una promozione, ma non diventerà miliardario e non può permettersi tutte queste spese.”
 
“Così come non poteva permettersi di pagare il Preside delle medie per nascondere quella faccenda?”
 
“Sai come è cresciuto tuo padre? Tempi duri forgiano persone migliori e dai propri errori bisogna imparare qualcosa.”
 
“Lo so.”
 
“Troppo comodo avere qualcuno che apre il portafoglio, che fa danzare qualche centone e che allontana i guai.” Sbottò inviperita, facendolo tentennare.
 
“E se non volessi trasferirmi per nessun motivo?”
 
“Ti restano due possibilità: o vieni con noi con le buone o resti in questa città, ma senza neanche un tetto sulla testa.”
 
“Fanculo!” Sbraitò, salendo le scale e iniziando ad armeggiare nella sua stanza, rendendo chiaro che aveva accettato quella decisione a malincuore.
 
 
 
Si era divertito tanto con Mike e il resto della ciurma.
Non credeva che mai si sarebbe arrivati a un punto di rottura come quello e senza volerlo aveva stretto la testa in una morsa.
Impossibile trovare una scappatoia.
I suoi parenti abitavano tutti molto lontano e non poteva di certo chiedere a Mike o a chiunque altro di farsi ospitare a tempo indeterminato, anche perché gli avrebbero tagliato tutti i fondi.
Doveva solamente accettare.
E maledisse nuovamente quella situazione.
Finalmente aveva imparato ad accettarsi per quello che era, aveva iniziato a convivere con il suo sbaglio e si stava costruendo qualcosa da zero.
Magari non sarebbe durato in eterno, ma poco per volta avrebbe rinforzato il suo carattere.
Quel maledetto Canada gli aveva appena dichiarato guerra.
Non aveva il coraggio di tornare a scuola per quei pochi giorni.
Doveva abbandonare tutti.
Tutti!
Solo per i soldi.
E un po’ per la reputazione.
Li odiava.
Quella sera aveva iniziato a lavorare col computer senza fermarsi, desideroso soltanto di terminare un ultimo compito.
Giacché non poteva scappare o nascondersi, tanto valeva rendere la vita facile al Consiglio.
Aveva calcolato minuziosamente tutti i rimborsi spese, partendo dalla situazione migliore, finendo con quella più apocalittica, scrivendo nel dettaglio cosa si poteva fare per risolvere eventuali grattacapi, senza rompere le scatole al Preside.
Purtroppo il suo ruolo finiva o sarebbe finito una di quelle sere.
Aveva scritto e ringraziato il suo gruppo per l’appoggio, ma in poche parole li abbandonava con una lettera che sarebbe apparsa tra la posta di Mike solo al momento della sua partenza.
 
 
 
 
“Cari amici
Quando leggerete questa lettera, oltre a chiedervi dove mi sono cacciato, ormai sarò lontano.
In poche parole mi devo trasferire, ma non ho il coraggio (ahimè) di salutarvi di persona. Non perché abbia qualcosa contro di voi, ma solo perché so che piangerei come un disperato e non accetterei mai di dover andar via.
Non voglio, ma devo.
Vi prego amici.
So che è strano, ma è così.
Non credevo che sarei mai riuscito a scrivere questa parola.
Amici.
Davvero?
Possibile che qualcuno mi sia amico dopo quello che ho combinato?
Sentite…beh non sono bravo con le parole, non sono nemmeno bravo con i gesti, né con tutto il resto.
Credevo di essere un pesce fuor d’acqua, che mi teneste solo perché sapevo far quadrare i conti, ma in verità voi mi volete bene.
E io ne voglio a voi.
Forse avrete riso di me per le mie stramberie e mi sta bene.
Forse un tempo non andavamo molto d’accordo.
Ma oggi so che non ridereste mai di me.
Con me.
Non di me.
Voi che eravate così speciali mi avete accettato, anche se ero un casinista combina guai e potevo farvi rischiare il posto.
Per voi potevo aver combinato qualsiasi guaio così come potevo essere innocente.
Non mi avete trattato con gentilezza solo perché mi avevano emarginato.
Grazie.
Voi siete sempre stati giusti e buoni con me.
Grazie Mike per avermi preso per mano e per avermi fatto uscire dall’oscurità.
Vagavo senza meta, ero nella mia oscurità e tu mi hai risvegliato.
Avevo sbagliato?
Sì.
Potevo rimediare?
Certamente.
Ero cresciuto e avevo imparato dal mio errore?
Te ne sono riconoscente.
Mi hai spronato, mi hai dato un motivo per tornare a scuola, quando volevo solo abbandonarla e vivere nella mia stanza.
Non sai quanto mi renda felice aver trovato un amico come te.
Se solo ti avessi conosciuto prima, forse le cose sarebbero andate diversamente, ma non voglio nemmeno scoprirlo perché sarebbe evidente che sarei stato molto meglio.
Le nostre chiacchiere, le nostre ricreazioni, le merende scroccate a Zoey…fanculo anche il Canada!
Volevo continuare a stare con voi.
Per me voi siete una famiglia.
La migliore che potessi chiedere durante la mia breve vita scolastica.
Lo so che esagero, ma fatico a non vedervi diversamente da così.
Papà Mike suona bene, vero?
Mamma o sorella Zoey ancora meglio.
So che tra noi ci sono state delle divergenze in passato e che siamo partiti con il piede sbagliato in diverse circostanze.
Scusami se ero così immaturo Zoey.
Scusami se volevo fare tanto in poco tempo.
Mi hai sempre rimproverato perché in qualcosa non ci arrivavo.
Grazie.
Non mi hai lasciato indietro.
Non hai spinto Mike ad abbandonarmi per strada.
Quante ragazze sarebbero rimaste con il loro fidanzato, anche se rischiavano solamente di rovinare il proprio percorso scolastico?
Potevi convincerlo in un milione di modi e non l’hai fatto.
Ti avrei capito, sai?
Ma non l’hai fatto.
Grazie Zoey.
Sei un’amica preziosa.
Continua a tenere la situazione in pugno e prova a fare una cartina della tua villa a Mike che se ce lo perdiamo, lo troviamo tra un paio d’anni.
Lo perdiamo?
Noi?
Magari fosse possibile.
Intendo il noi.
Tra qualche giorno sarà un voi.
Voi lo ritroverete.
Voi lo sosterrete.
Voi insegnerete al prossimo Presidente.
O Presidentessa.
Già.
Non mi sono dimenticato di te, Dawn.
Promettimi che sarai la prossima guida dopo Mike!
Giurami che non lascerai mai nessuno indietro!
Ripetimi che vuoi migliorare questa scuola!
Ti prego.
Non voglio sentire da qualcuno che hai rinunciato a questo sogno.
Tu sei l’unica che può seguire la traccia di Mike.
Ne hai le qualità.
Ne hai le capacità.
So che cosa stai per dire.
Ma questo ha solo pretese da me?
No.
Ti ringrazio per avermi ascoltato.
Per avermi capito.
Forse mi odierai e lo accetto.
Forse non mi rivolgerai più la parola, né risponderai ai messaggi che t’invierò perché sei sanguigna e non accetti che qualcuno scappi per vigliaccheria.
E mi sta bene.
Me lo merito.
Ma non rinunciare solo per farmi un dispetto.
Tu sei migliore di tutto ciò.
E lo puoi dimostrare.
Ripensa ai momenti che abbiamo passato insieme.
Non sono ricordi inutili.
Per me non lo saranno mai.
Sai un’ultima cosa?
Tu mi piaci davvero.
Mi piaci come affronti la vita e come reagisci alle avversità.
Avrei tanto voluto che non fosse per un così breve periodo.
Essere il tuo vice, costruire altri ricordi, litigare come cane e gatto, ma pronti a sostenersi senza paura.
Ma non posso.
Lo vorrei, ma tutto mi sfugge via.
Mi piaci tanto.
Mi piacete tanto.
Grazie Dawn
Grazie amici
Grazie
 
Il vostro Scott.”






Angolo autore:

È un miracolo che aggiorniamo puntualmente

Ryuk: Anche se sto corsivo ci seguirà in eterno

Spero vi sia piaciuto il capitolo
È da qui, da oggi, che la trama diverge da come l'avevo pensata
Alla prossima!
 
   
 
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