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Autore: Tori    07/09/2009    2 recensioni
«Bella voce». Com’è bello… Mi ha fatto un complimento! «Lo pensi davvero?» gli chiedo, senza quasi un filo di voce. Concentrati sulla cioccolata, non stai arrossendo, concentrati sulla cioccolata, cioccolata, cioccolata… «No, ma è così che rimorchio». Sogghigna.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche adesso premetto.
Innanzitutto, ringrazio xXBlack Rose OSheaXx per aver inserito questa ff tra le sue preferite. Grazie ^^
Giusto per chiarire e senza nessun rancore, non ho mai detto che mi facesse schifo e l'ho definita "roba" solo perchè non so esattamente come definirla (se non parto notturna della mia mente malata, come moltissime delle mie ispirazioni).
Riconosco che non è nulla di speciale. Non ho mai detto il contrario. Se piace, bene, sono contenta. Se no, vorrà dire che devo mettermi a lavorare sodo per non perdere punti, è semplice.

Lo dico anche più giù, comunque la canzone qui citata è "The Music or the Misery", sempre dei Fall Out Boy.

Grazie per leggere, commentare… :-)

The Music or the Misery

«Fra, vado in bagno…».
Chi voleva venirci in questa merda di posto? Io certamente no, figuriamoci.
Dopo tutto quello che mi ha fatto quello stronzo.
Non merita di avermi qui. Non lo merita, non lo merita, non lo merita.
Se non mi conoscessi abbastanza direi che mi è entrato qualcosa nell’occhio. Invece piango.
Corro nella toilette, ignoro il cartello “attenti al gradino”, inciampo sul gradino, mi faccio male spiaccicandomi a terra, trovo un cubicolo vuoto, mi ci infilo, sigillo la porta e comincio a ululare di dolore.
Siamo stati insieme quattro mesi.
Quattro mesi d’innamoramento folle da parte mia.
Quattro mesi di uscite e di divertimenti, di baci, di follie, di gelati e di risate.
Poi tutto si è sfasciato.
Ebbene sì, basta un bel culo e una quarta misura.
L’ho beccato sotto casa sua. Che maiale.
Porco bastardo. E lei è una puttana, ma è lui che mi ha fatto del male.
Che io sappia, l’altra non immaginava nemmeno che fosse fidanzato.
Evidentemente non si parla con le “amiche di lunga data” della fidanzata italiana.
Maiale. Porco. Stronzo. Idiota. Maiale.
Mi trovo in un bel bagno gradevole. Le tinte delle mattonelle, delle porte, dei cessi, dei lavandini sono tutte sull’arancio e sul giallo. La luce al neon che viene dal soffitto è bianca, un po’ troppo forte.
Non c’è nessuno, a parte la mia piagnucolante figura nel secondo cubicolo da sinistra. Non sono venuta in questo locale per assistere al suo esordio, né per riappacificarmi con lui. Se lo può scordare, non deve nemmeno sperarci lontanamente. Non sono una stupida.
Francesca mi ha implorato fino allo sfinimento.
Non voleva essere da sola, giacché oltre ad Aiden stasera, su quel palco, ci sarà anche Greg.
Aiden è un maiale. Porco. Uno stronzo.
Per lui era tutto un gioco.
Non mi ha creduto quando gli ho detto che li avevo visti.
L’ho anche preso a schiaffi, ma si meritava di peggio. Magari cade da un balcone e non muore, così rimane zoppo per il resto della vita e si ricorderà di quanto sia stato meschino a tradirmi.
Con una che poi se n’è andata. Via, non s’è fatta più sentire. Bah.
Se continuo con questi pensieri mi ucciderò.
Forse non sarebbe una cattiva idea…

* * *

«Hey, Greg! Hai visto Vittoria?».
Lui si guarda intorno, poi scruta più in là, la chitarra in mano.
«Ehm… No, non la vedo da nessuna parte. Fra’, ma non era con te?».
«La starei cercando se sapessi dov’è, genio?».
Dove accidenti è? La serata sta per finire e quella stupida non si è ancora fatta vedere.
Aiden ha un aspetto terrificante.
In effetti, sembra sul punto di buttarsi sotto un tram da quando lei gli ha detto che non voleva più parlargli. E meno male che oggi cantavano il loro repertorio più allegro.
È riuscito a intonare bene solo l’ultima, quella che ha composto in quest’ultima, straziante settimana. Magari gli altri ragazzi, qui, nel locale non se ne sono accorti, ma io lo conosco da più di quattro mesi, so quando s’impegna. Per non parlare della faccia di Greg, Michael e Joe, che non è per niente rassicurante. Lo fissano accigliati dopo ogni pezzo.
Per arrivare alla toilette devo passare da sotto il palco. Sgomito volentieri.
Ignoro il cartello “attenti al gradino” e inciampo clamorosamente.
«Diavolo!».
Che dolore!
Mi dirigo spedita, per quanto lo consenta il dolore alla gamba, al secondo cubicolo da sinistra.
È terrificante sentire Vittoria piangere. Non piange mai, ma quando capita lei non piange: si dispera.
«Vitt?»
Busso.
Silenzio. Poi:
«Va’ via! Adesso! Chi ti ha chiamato?».
Sta davvero malissimo.
«Stanno per suonare l’ultimo pezzo…».
«Che cosa credi che m’importi? Volevi che venissi e sono venuta, che altro vuoi?».
«Magari che la piantassi di far scontare a quel poveretto quest-».
«Quel poveretto?».
Click, clack. Vitt sradica la porta dai cardini.
«QUEL POVERETTO?!».
Per quanto sia teatrale la sua urlata a due centimetri dalla mia faccia, non mi scompongo.
«Dovresti vedere che faccia ha… Sembra che stia per fare un gesto estremo. Greg gli ha svuotato la casa, ha tolto tutti gli alcolici. Sono tre giorni che dorme dal tuo ex per sicurezza».
Adesso la mia migliore amica sembra un po’ indecisa.
«Sai che me ne importa. Dopo quello che ha fatto…».
La prendo per le spalle e la scuoto. Mi fa arrabbiare molto quando si comporta così, si chiude a riccio e dice di sì al mondo.
«È vero che ha sbagliato, lo sa anche lui… Ma… ecco… E’ una faccenda complicata…».

* * *

La ragazza con cui si stava baciando appassionatamente si chiama Caren.
Caren non è di Chicago.
Le è morto il fratello in un incidente stradale, lo aveva saputo un'ora prima di baciare Aiden di slancio. È sparita perché doveva andare al funerale.
Era molto legata al fratello, non avevano nemmeno tre anni di differenza.
Caren aveva sempre provato qualcosa per Aiden, ma era sempre stata al suo posto, in effetti. L’ha baciato, è vero. Ma era ubriaca. Aiden se l’è trovata sotto casa e lei l’ha baciato senza quasi dirgli niente. Lui l’ha lasciata fare solo perché non voleva turbarla ancora di più.
Poi ha chiarito che lui amava solo me. Caren lo sapeva già, ma lo shock le ha fatto fare chissà che.
Francesca mi ha detto tutte queste cose nel giro di due minuti.
Ora non so più cosa pensare. Mi ha tradito… o no? Perché non mi ha detto niente di tutto questo?
«Quando sono andata a trovarlo, ieri, mi ha detto che aveva cercato di dirtelo, ma tu sei andata completamente nel pallone, non l’hai fatto finire. Lo hai messo in crisi».
Io, mettere in crisi Aiden?
«Ma per favore! Con tutte le ragazze che ha avuto!».
«Sì, certo… Ma a quante mandava fiori ogni giorno dal primo incontro fino a quando praticamente non si è indebitato? A quante cantava le loro canzoni preferite? Quante chiamava la sera prima di addormentarsi ogni accidenti di notte? Con quante è andato a letto contento di aspettare il fatidico momento giusto? Eh?».
Non le rispondo. È tutto dannatamente vero.
Io lo amo. Ma non so quanto lui ami me.
Perché lui mi ama, sì.
La sala, fuori dal bagno, si acquieta in maniera molto insolita.
«Perfetto! Hanno finito!» Francesca è molto arrabbiata «TI UCCIDO!».
Mi prende per le spalle e mi spinge fuori.
Appena apro la porta, mi rendo conto che sono ancora tutti e quattro ai loro posti.
Qualcuno ci guarda di sottecchi, non ci dedica molta attenzione e torna a fissare ammaliato il cantante, cioè Aiden, il mio Aiden, sul piccolo palco.
Non avevo fatto molto caso al locale, in realtà.
È un ambiente molto accogliente, pieno di divanetti di pelle scura consunta addossati alle pareti. I tavoli sono bassi, per lo più davanti ad ogni divano.
Del resto non si vede molto: un mucchio di ragazzi sta nel mezzo della sala, tutti fan di quei quattro, stupendi ragazzi scatenati.
«Muovitimuovitimuovitimuoviti!» Francesca mi trascina in fondo, accanto ad un tavolino verso l’uscita «Tieni, bevi» mi fa ingollare un mezzo bicchiere di birra sgasata e mi ordina imperiosa di non muovermi di lì. Grande.
Poi sparisce nella piccola folla accalcata attorno al gruppo.
Restiamo io e il bicchiere di carta per circa due minuti di brusio snervante. Aiden, Greg e gli altri non dovevano suonare un ultimo pezzo? Manca ancora un pochino all’una di notte, dovrebbero farcela. Non possono aver già finito, dopotutto…
«Er… Ecco-mi!» Francesca torna indietro inciampando e scivolando sulle bevande versate.
«Che sei andata a fare?» C’è qualcosa sotto, me lo sento.
«Beh» lei guarda molto male il bicchiere ormai vuoto, come se fosse inetto a darle la risposta «Niente, dicevo a Greg che… Che eri uscita dal bagno».
Alzo le sopraciglia: ci credo assai. Lei m’ignora.
«Non ci cred– Aouh!» Il fischio del microfono! Cavolo, che dolore!
«Erh…» Aiden comincia a parlare prima dell’ultimo pezzo.
Aiden parla prima di un pezzo? Che deve dire?
Istintivamente mi giro verso Francesca e il suo ghigno la tradisce.
«Perché non mi hai detto che…?».
«Shhh! Ascolta, scema!».
Silenzio imbarazzante in sala.
«Io…» Aiden si lecca le labbra, tutto rosso in faccia. Non l’avevo mai visto così «Avevo promesso ai miei amici che l’avrei fatto, per il mio bene soprattutto, e quindi… Beh, quest’ultimo pezzo non è nostro, di un altro gruppo ormai molto famoso. Li riconoscerete. Abbiamo deciso di eseguirlo perché… Perché io…» Come gli trema la voce! Sembra stia per sentirsi male «Perché io dovevo assolutamente dire a una persona speciale quanto sia stata e sia tuttora importante, fondamentale per me».
Riprende fiato. Ancora silenzio in sala.
Qualche interrogativo si alza timido, ma nessuno osa fare domande ad alta voce.
«A questo punto, siamo pronti per cominciare» Dopo quest’annuncio, Greg prende Aiden per una spalla.
Non avevo mai visto Greg cercare di far tornare normale il ritmo respiratorio del suo migliore amico: fa un effetto strano.Michael si scrocchia le dita.
E uno… E uno, due, tre…

I got my stitches stitched; I got my fixes fixed,
In my aching head I got my kisses slipped.
Our gossip lips stuttered every word I said,
I got your love letters, corrected the grammar and sent them back.
It's true: romance is dead, I shot it in the chest then in the head.

«Accidenti!» Non credo alle mie orecchie. O mio dio, o mio dio…!
«Eh?» la mia amica mi scuote per le spalle, gongolante «Quel ragazzo è un genio, davvero un genio».
Fra quelle che io adoro, “The music or the misery”, dei Fall Out Boy, è sempre stata la canzone che riusciva a fare meglio di tutte. L’unica che riuscivo a cantare insieme a lui.

And if you wanna go down in history then I'm your prince,
Because they've got me in a band
Where I've never seen a heart I couldn't break.
It was never about the songs, it was competition,
Make the biggest scene, make the biggest...

Which came first, the music or the misery?
We're high-fashioned, we're last chances.
Which came first, the music or the misery?
We're high-fashioned, we're last chances.

I'm casualty-obsessed and I've forgiven death,
I am indifferent yet (I am total wreck),
I'm every cliche, but I simply do it best.

Aiden mi ha trovato con lo sguardo, sento i suoi occhi magnetici addosso, quasi bruciano.
Sto arrossendo sicuramente.
«Che carino Greg quando fa questo pezzo!» Anche Francesca è in brodo di giuggiole, ormai. Sembriamo due psicopatiche.

And if you wanna go down in history then I'm your prince,
Because they've got me in a band
Where I've never seen a heart I couldn't break.
It was never about the songs, it was competition,
Make the biggest scene, make the biggest...

«Vieni con me!».
Francesca mi prende per un braccio e mi tira verso il gruppo.
«Ti sei rincretinita o cosa?!» Da dove ha tirato fuori tutta la forza per vincere la mia fiera resistenza? L’alcool le fa strani effetti.
«E muoviti, idiota!».

Which came first, the music or the misery?
We're high-fashioned, we're last chances.
Which came first, the music or the misery?
We're high-fashioned, we're last chances.

Durante il ritornello Francesca si fa spazio verso il gruppo, mentre loro suonano.
Quei quattro scalmanati incitano il pubblico prima del…

Go!

Ho tutti gli occhi piantati addosso, tutti.
Che imbarazzo.
Ma che sta facendo? Perché questa cosa teatrale e insensata?
Il palco è sempre più vicino, Aiden mi guarda fisso con una strana espressione, fra la gioia più incontrollata e il dispiacere. Non resisto a quegli occhi.
Greg lo butta giù dal palchetto con uno spintone, e Aiden atterra in tutto il suo splendore davanti a me.
Non ce la faccio.
Francesca mi tira un pizzico sulla schiena, poi sparisce. Non faccio molto caso al fatto che prende la chitarra dalle mani di Aiden e sale sul palco, suonando al posto suo.
In questi millesimi di secondo interminabili, mi rendo conto di quanto io possa apparire normale accanto a lui.
Con i miei lunghi capelli castani scuri, riccissimi, gli occhiali, le lentiggini, la mia media statura… E Aiden è così vicino che potrei prendergli la mano e dirgli che quella pagliacciata mi sta solo facendo sentire in terribile imbarazzo.
Ma è lui a tendermela per primo, io la stringo per istinto e lui riprende a cantare più sereno, divertito.

I went to sleep a poet, and I woke up a Fraud,
To calm your nerves I'm feeling for my clothes in the dark.

Mi guarda con quegli occhi che mi avevano quasi ucciso, tanto mi mancavano.
Quegli occhi ora sono tutti per me, tutti per me.
Vedo che apre la bocca per parlare ma è Greg a intonare i prossimi versi.

Which came first, the music or the misery?
We're high-fashioned, we're last chances.

«Mi dispiace moltissimo che tu non voglia più parlarmi» Aiden mi schiocca un bacio rapidissimo sulle labbra «Ma almeno canta!».
Un secondo dopo sono stretta a lui…

Which came first, the music or the misery?
We're high-fashioned, we're last chances…

***

«Allora? Quale viene prima?».
Sono le tre del mattino e io non ho sonno.
Ci siamo riappacificati da meno di due ore e non riesco nemmeno più a ricordarmi come fossi stata male prima.
Siamo buttati sul divano di casa sua, guardando distrattamente un film, sotto il piumone di Greg, che l’ha lasciato qui da stamattina, quando ancora credevano che Aiden si sarebbe suicidato senza qualcuno a fargli da balia.
«Uhm… Credo che debbano esserci entrambe contemporaneamente» Ascolto il battito del suo cuore e lui mi accarezza la faccia come in trance, ma sento che ridacchia «Non credo che uno davvero sano di mente possa scrivere qualcosa ufficialmente riconoscibile per bello» Magari sto delirando, dopo l’astinenza dal mio ragazzo.
«Ma torniamo al problema di prima!».
«Perché?». Aiden sbuffa indispettito. Poi riprende:
«E tu l’hai trovato, chi può scrivere qualcosa di bello per tutti?».
«No. Non esiste».
Si scosta da me e mi guarda negli occhi ridendo.
«Sei unica…».
«Lo so» rispondo con indifferenza.
«…E meno male!».
«So anche questo. E tu sei un coglione».
In questo momento vorrei che quest’abbraccio, questo bacio non finisca mai e poi mai…
  
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