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Autore: DvaKyan    21/05/2022    0 recensioni
Italia, 2300. Reina, rimasta orfana durante un’invasione di demoni, viene salvata da due ragazzi, Rory e Spike, che diverranno la sua nuova famiglia. All’età di 15 anni decide di seguirli e di iscriversi all’Istituto di addestramento per diventare più forte, in modo da poter combattere i demoni e vendicarsi della sua famiglia. Seguite le avventure di Reina in questo nuovo mondo che è ormai invaso da demoni quasi ogni giorno. In questa storia tra fantascienza e fantasy, non mancheranno poi storie d’amore e di amicizia.
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Cazzo, com’è possibile»
Spike si tolse il camice e si diresse verso degli armadietti nella Hall, dove erano depositate varie armi. Prese un’arma da fuoco e doppie lame. Munizioni anti-demone e pozioni nella cintura.
«Ragazzi, state vicini e state lontani da ogni ingresso. Non dovete assolutamente intervenire, non siete ancora pronti per questo»
La paura ci travolse tutti, alcuni di noi erano fermi immobili, impassibili. Io guardai Spike, un ricercatore con le vesti da combattente. E noi eravamo nel dormitorio nelle matricole. Era da solo a proteggerci.
Il cortile era invaso da portali e demoni di basso livello, per fortuna sembrava non ci fosse nessuno di pericoloso. C’erano già i vari combattenti e militari sul campo, accompagnati dalla squadra di supporto.
«Fortuna vuole che i portali son lontani dalla nostra porta, ma ho il dovere di proteggervi»
Prese il suo walkie-talkie e provo a rintracciare qualcuno, iniziando da Rory «Rory, dove sei? Stai bene?»
«Capo? Prima squadra? C’è qualcuno?»
Si avvicinò alla porta, rimanendo in guardia.
 
Io guardai lo sguardo di Clarissa, disperata e con gli occhi terrorizzati, guardai poi quelli di Luciana, di Nicola e degli altri ragazzi. Diressi poi lo sguardo verso l’armadietto delle armi.
«Non possiamo stare solo a guardare» disse a Clarissa «ricordati per cosa stiamo combattendo».
Clarissa si riprese. Si tolse il camice e prese dal suo borsone la cintura con le sue pozioni da guarigione. «purtroppo non ho pozioni per potenziare le armi, non sono ancora a questo livello».
«Ragazze, avete sentito Spike, dobbiamo star buoni. Finiamo per peggiorare le cose se ci intromettiamo» disse Luciana.
«Hai ragione, ma possiamo lasciare un ricercatore da solo contro i demoni? » disse Reina.
«Non ti preoccupare Rei, anche i ricercatori hanno un addestramento di base per queste eventuali situazioni» rispose Spike «e non provare a fare nulla, sai che Rory ucciderebbe per primo me se ti succedesse qualcosa. Ed è contro il regolamento».
«Non possiamo far davvero nulla?» chiese Clarissa
Spike rimuginò.
«C’è solo una cosa che potete fare. Stare in difesa, prendete qualche arma, ma che non sia da fuoco. Arco e frecce, spade, lance o lame. Ma non attaccate, vi servono solo per difendervi»
Ognuno scelse un’arma.
Clarissa scelse l’arco «Spike, se hai bisogno di pozioni di guarigione io ci sono». Spike fece segno di approvazione, mentre sorvegliava l’entrata.
Luciana prese una spada, Nicola uguale. Io scelsi le doppie lame.
«Ragazzi, chi ha scelto armi da distanza dovrà prestare attenzione anche alle finestrate, voi sarete poi i primi a colpire. Ma fate attenzione alla mira. Quelli con armi da mischia restano dietro Spike, ma lontani, noi siamo da difesa. Ok? Va bene Spike?» proposi.
«Va benissimo, grazie Rei. Sai già cosa fare, vero?» mi lanciò una borsetta con delle pozioni «son tutte pozioni anti-demone, dovete impregnare le vostre lame e frecce» presi e preparai le armi di ognuno.
 
La situazione si ribaltò, si aprì un portale vicino alla porta del nostro dormitorio, dal quale uscirono dei piccoli mostri. Tentarono di entrare, rompendo il vetro ma Spike iniziò a sparare. Arrivarono dei combattenti dalla nostra parte che iniziarono a uccidere. L’ondata sembrava aumentare, ormai alcuni delle matricole con l’arco riuscirono a colpire e a uccidere i demoni, di quelli che riuscivano a entrare e a evitare i proiettili.
Ormai il portone era caduto in mille pezzi. Spike finì le munizioni, era il momento di passare alle doppie lame. Questo rendeva critica la situazione, in quanto il combattimento corpo a corpo era più rischioso.
Presi l’iniziativa e andai ad aiutarlo. Non riuscivo a pensare in quel momento, il mio corpo si muoveva da solo. Riuscivo ad evitare quasi tutti i morsi e gli attacchi dei demoni con i quali mi scontravo, riuscendo a trafiggerli con la mia arma.
Al seguito, anche gli altri collaborarono. Sembrava quasi si fosse attivato un bottone dentro di noi, i nostri sguardi erano cambiati. Il terrore rimaneva, certo, ma l’adrenalina prese il primo posto. Era il nostro primo e vero combattimento contro i demoni.
 
Nel frattempo, i walkie-talkie rumoreggiavano, ma la linea era disturbata. Nessuno riusciva a contattare nessuno al momento.
Proprio nel momento in cui i portali si stavano chiudendo e l’ondata stava per finire, un demone mi graffiò la schiena, strappandomi la camicia e canottiera. Mentre un altro mi strappò la stoffa della gonna. Riuscii a respingerli, ma non riuscii più a stare in piedi. In quel momento arrivò Rory con altri combattenti della prima squadra, che fecero fuori gli ultimi demoni rimasti.
Tutti fecero cadere le armi a terra, cadde il silenzio, l’ondata era finalmente finita.
Clarissa corse in mio soccorso, mi tolse la camicia e canottiera, rimanendo in reggiseno, e buttò una pozione sulla ferita. Urlai, bruciava un sacco. Rory e Spike corsero subito da me.
«Rei... Clarissa, fai vedere» disse Spike, il quale esaminò la ferita. «Cazzo, è bella profonda»
«Scusa Rory, la situazione era inevitabile. Hanno dovuto combattere tutti. È un disastro, si può sapere cos’è successo?» continuò Spike.
«Lo so, lo so… il caposquadra mi aveva convocato perché sono apparsi dei portali anche negli altri istituti, non era mai successo finora» spiegò, mentre cercò di accarezzarmi «Ehi tesoro, andrà bene. Fra poco arrivano i soccorsi» mi diede dei baci sulla fronte sudata. Per quanto provavo a parlare, non riuscivo. La mia mente e la mia vista erano annebbiate. Poi vidi tutto nero.

   
 
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