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Autore: Duodoppioteam99    25/05/2022    1 recensioni
Dal testo:
A quel punto non seppi come reagire, e per la prima volta durante tutto il mio viaggio, mollai. Avrei potuto seguirlo sicuramente, ma in quell’istante non ebbi la prontezza necessaria.
La testa si fece ancora più pesante, la mente annebbiata e le gambe si fecero molli sotto al mio peso. Svenni.
L’ultima cosa che sentii fu il richiamo acuto di Reshiram, ormai allontanato dalla sua controparte, e le urla dei miei amici Komor e Belle che cercavano inutilmente di farmi rinsavire.
———
Proseguo immaginario della storia tra Touko ed N dopo gli avvenimenti di Nero e Bianco
!Prologo risistemato graficamente!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Touko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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CAPITOLO 6
“Cosa?” esclamai sbarrando gli occhi “Camilla è la Campionessa della regione di Sinnoh?”
Ora capivo da dove proveniva tutta quella tecnica e abilità… quella donna era davvero un concentrato di pura potenza. Sotto quel viso carino e gentile si celava una personalità davvero infuocata.
Quanto mi sarebbe piaciuto essere come lei.
Fu in quel momento capii quanto la situazione fosse imbarazzante.
“Vorrei scusarmi Camilla per non averti riconosciuto” dissi nascondendo l’imbarazzo dietro a un mesto sorriso mentre con una mano mi grattavo appena la fronte “ma durante la lotta ho capito subito che non potevi essere un allenatrice comune”.
“Non preoccuparti Touko, non è così grave” rispose lei sorridendo gentile.
“I tuoi Pokèmon sono incredibili e Garchomp è spettacolare, non ne avevo mai visto uno qui ad Unima; deve essere stato complicato allenare un Pokèmon con così tanta potenza e carattere”.
“Beh vedi Garchomp è un Pokèmon tipico della mia regione, e alla fine è come allenare un Druddigon di Unima. È necessaria fermezza e tenacia con questo tipo di Pokèmon, soprattutto in quanto si parla di un tipo Drago” poi continuò “mi stupisce questa affermazione, dopotutto tu hai al tuo fianco un Pokèmon potente come Reshiram, anche lui da allenare sarà sicuramente un osso duro”.
“Beh sicuramente, ma la differenza è che Reshiram ha accettato di far parte della mia squadra già da adulto e in veste di Pokèmon esperto, purtroppo credo proprio che le sue capacità di miglioramento sotto la mia guida saranno limitate… a proposito, ho perso la sfida quindi mi pare giusto rispettare il patto stabilito”.
 
E così anche Camilla ebbe la possibilità di osservare Reshiram nei minuti successivi alla nostra lotta, proprio come aveva fatto la Professoressa Aralia nei giorni precedenti, mentre nel frattempo mi indicava le peculiarità dei Leggendari che si potevano trovare nella regione di Sinnoh, del tutto diversi da quelli di Unima.
 
“Bene ora è meglio che vada, si sta facendo tardi e ho ancora diverse faccende da sbrigare. Ti ringrazio Touko per la visita e soprattutto per la lotta, è stato un piacere”.
“E’ stato un piacere anche per me, una singola lotta mi ha insegnato molto”.
Successivamente salutò anche mia madre e si allontanò da noi per dirigersi dentro casa.
Prima di entrare però si fermò e si girò verso di me: “Ti aspetto a Sinnoh Touko, ci conto”.
Non potei fare altro che sorridere di rimando e rispondere con una risposta affermativa.
 
“Perché non mi hai detto chi era Camilla e, soprattutto, che ci stavamo dirigendo da lei?” chiesi a mia madre mentre ci accingevamo a tornare verso l’aereo che ci avrebbe portato a casa
“In realtà pensavo tu la conoscessi, è comunque una persona importante anche al di fuori della regione. È una dei più forti Campioni in carica dopotutto” rispose continuando a camminare di fianco a me.
Era ormai sera, il sole era tramontato ma l’aria salmastra e il movimento delle onde non erano cambiati. Solo l’aria era diventata leggermente più fresca ma ugualmente piacevole.
Seguirono momenti di silenzio, dove l’unico suono era dato dalla sabbia che si muoveva al di sotto ai nostri passi mentre le onde si infrangevano monotone lungo la costa.
Ad un certo punto fu mia madre a fermarsi e non potei che emularla.
“In realtà tesoro c’è un motivo per cui ti ho portata qui ad essere sincera. Quando abbiamo parlato, la mattina che sei tornata dal tuo viaggio, mi hai detto che non sapevi che cosa fare dato che la tua esperienza era terminata e che difficilmente avresti trovato qualcuno in grado di batterti. Ricordi?”
Mi limitai ad annuire.
“Con questa lotta volevo dimostrarti che avevi torto. Non si smette mai di imparare, non solo nelle lotte ma anche nella vita. Ci saranno sempre persone più in gamba di te e Camilla te lo ha ampiamente dimostrato”
“In parole povere mi hai portato qui per farmi perdere pesantemente la lotta?” chiesi interrompendola.
“Ti ho portato qui per dirti di non mollare il tuo viaggio. Sei giovane, in gamba e hai tutte le potenzialità per diventare un’abilissima allenatrice, più di quello che già sei. Sei in grado di inseguire tutti i tuoi sogni senza dovervi rinunciare. Riparti nuovamente e vai alla ricerca di quel ragazzo che tanto stai cercando” disse successivamente.
In quel momento mi bloccai.
“Che stai dicendo mamma?”. Un nodo mi si formò all’altezza dello stomaco a quelle parole. Possibile che stesse parlando di N? Ma come faceva a saperlo? Avevo accennato poco su di lui nel mio discorso.
“Non far finta di non capire, sono tua madre e ti conosco. Ho visto come parlavi di quel ragazzo dai capelli verdi che hai incontrato più volte durante il tuo viaggio, come tu stessa hai raccontato. Ho visto come cambiano i tuoi occhi quando parli di lui e come la tua voce si incrina su certi discorsi”
A quel punto mi abbracciò senza preavviso.
“Non vivere di ricordi, sei ancora giovane e una bellissima ragazza. Trova quel ragazzo e digli cosa provi per lui. Fallo finché sei in tempo altrimenti tra poco ti pentirai della tua scelta”.
A quel punto ricambia l’abbraccio mentre sentivo gli occhi pizzicare. Che mia madre avesse ragione?
“Quella mattina mi dicesti anche che io non avrei mai capito la tua situazione. E invece posso dire che purtroppo la capisco anche troppo bene. Quando tuo padre è mancato anni fa avevamo ancora tante cose da fare insieme, tante cose da dirci, da raccontarci e da condividere”.
Sentivo chiaramente che la sua voce si stava incrinando per trattenere a stento le lacrime al ricordo di mio padre.
“Purtroppo non ho avuto tempo di vivere tutto questo ma non è il tuo caso. Quel ragazzo c’è ancora e hai la possibilità di dirgli come stanno le cose, senza dover aspettare o rinunciare. Vivi la tua vita appieno e vedrai che qualsiasi cosa succederà sarai felice e non avrai rimpianti”.
Sentivo gli occhi pizzicare e le lacrime a quel punto iniziarono a scendere lungo le guance copiosamente.
Non avevo mai conosciuto mio padre, era mancato poco dopo la mia nascita a causa di un incidente ma mia madre lo ricordava spesso, ed ogni volta era doloroso anche solo sentire i ricordi di un amore spento troppo presto.
Ma capii che mia madre in tutto questo aveva ragione, dovevo cercare N e parlargli con il cuore in mano e avrei sicuramente dovuto continuare la mia esperienza nel mondo Pokèmon per diventare un’allenatrice di altissimo livello.
Nulla mi avrebbe fermato.
Solo dopo che ci fummo separate dall’abbraccio, con i nasi e le guance ancora rosse mia madre mi chiese:”Scusa tesoro, come si chiamava il ragazzo in questione?”
A quel punto non potei che scoppiare in una risata.
“N mamma… si chiama N”.
 
 
Continua…
   
 
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