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Autore: Florestan    27/05/2022    1 recensioni
Come già i lettori sanno, nella mia ultima raccolta "Cronache Mazoniane" ho introdotto il fantomatico personaggio del padre di Raflesia. Nel tentativo di far luce ancora una volta sul passato e sulle origini della nostra regina, ho immaginato una storia che partendo da questo elemento lo adoperasse come spunto per presentare una nuova e spero avvincente avventura che coinvolgesse non solo la nostra coppia di beniamini ma nuovamente tutto l'universo di personaggi che popolano la nave spaziale più amata (e temuta) dell'universo.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Raflesia, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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6 La nave del Tempo

-Che mi venga un accidente! Esclamò Yattaran, strabuzzando gli occhi.

-Harlock, hai fatto centro, li hai trovati! Gli fecero in coro Tadashi e la Regina.

Il capitano abbozzò un sorriso di soddisfazione mentre estraeva da quel cassetto segreto una cartellina di antica fattura. Era fatta di un cartoncino rinforzato di colore marrone, del tipo usato fino ad un paio di secoli addietro.

- Comandante, a te l’onore di darci la conferma che si tratta proprio di quello che stiamo cercando! Fece Harlock consegnando quel tesoro nelle mani di Yattaran.

L’ometto prese la cartellina e con mani tremanti incominciò ad esaminarne il contenuto.

Mentre sfogliava quello che a prima vista sembrava un mucchio di fogli ingialliti pieni di scritte, formule e schemi progettuali, man mano il suo volto sembrava illuminarsi.

-Sono loro! È fantastico, è sicuramente il progetto più completo e dettagliato di un motore spazio-temporale di generazione avanzata. Green era veramente un genio…!

-È un genio! Lo corresse Raflesia. –Mio padre deve essere ancora vivo e ci aspetta in una piega dello spazio-tempo!

I quattro fecero appena in tempo a richiudere il cassetto e a far sparire la cartellina sotto il mantello del capitano prima che Burroughs rientrasse in casa dai suoi ospiti.

-Allora, trovato qualcosa? Chiese con un tono lievemente irrisorio e continuando a sfoggiare quel sorrisetto fastidioso.

-Purtroppo nulla, un buco nell’acqua…fece il capitano fingendo un’aria delusa. Anche gli altri seguirono l’esempio da grande attore del loro capo, mostrando delle facce sconsolate.

-Mi dispiace, riprese il funzionario, -Ma vi avevo avvertito che era tempo perso...aggiunse con fare paternale.

-Povero idiota! Ridacchiò fra sé Tadashi mentre il gruppetto usciva all’esterno dell’abitazione.

Mezz’ora dopo erano di nuovo sul pulmino alla volta dello spazioporto.

I tentativi di Burroughs di convincere la Regina e i suoi compagni a fermarsi come graditi ospiti dei regnanti locali naufragarono miseramente di fronte all’improvvisa necessità manifestata da Raflesia nel dover raggiungere dei compatrioti mazoniani in difficoltà. Una balla imbastita magistralmente dalla regina che, mostrando grande preoccupazione e rammarico, aveva superato in abilità teatrale persino la performance esibita poco prima da suo marito.

Appena risaliti sull’Arcadia, Tochiro si fece subito sentire: -Allora li avete trovati! Esclamò con un tono che tradiva una certa emozione.

–Amico mio, tu e Yattaran dovrete mettervi subito al lavoro! Gli rispose Harlock sorridendo.

Torniamo subito alla base, io e Tochiro ci mettiamo subito a studiare le modifiche da apportare al motore dell’Arcadia per renderla una vera nave del tempo! Esclamò Yattaran entusiasta.

Il capitano si rivolse allora alla sua compagna: -Non vedo l’ora di riabbracciarti sul serio…amore mio! Disse baciando la proiezione olografica di Raflesia.

- - -

Due mesi erano ormai passati da quando Harlock e i suoi erano tornati vittoriosi alla base con i piani del motore spazio temporale del padre di Raflesia.

I lavori per aggiornare ed adattare il motore dell’Arcadia secondo quei fantastici progetti erano ormai in dirittura di arrivo e tutti quanti non nascondevano l’eccitazione per l’avvicinarsi del giorno in cui quella mitica nave, protagonista di mille avventure in ogni angolo dell’universo, sarebbe salpata per un viaggio veramente straordinario.

Secondo le simulazioni fatte da Yattaran e Tochiro l’Arcadia sarebbe stata in grado di effettuare salti temporali con la precisione di mezzo secondo. Fortuna aveva voluto che il motore a scivolamento gravitazionale di cui Tochiro aveva dotato la mitica nave si adattava perfettamente alle modifiche necessarie per aggiornarlo secondo il nuovo motore temporale.

In pratica lo scivolamento diventava da gravitazionale a spazio-temporale, perfettamente in ossequio alle teorie relativistiche allargate sviluppate dopo il ventiseiesimo secolo.

Quella mattina Harlock stava assistendo agli ultimi lavori e perfezionamenti operati sulla nave, accompagnato da uno Yattaran che non stava nella pelle per voler descrivere le nuove e mirabolanti caratteristiche di cui aveva dotato l’Arcadia.

-Ovviamente abbiamo anche potenziato l’armamentario generale, per esempio i nuovi cannoni ad impulso saranno capaci di…-Perdonami Comandante… lo interruppe il Capitano,

-Non ho dubbi sull’efficacia delle nuove armi, del resto questa è una delle caratteristiche che ha reso la nostra nave la più temuta dell’universo, ma questa nuova e particolarissima missione andrà condotta in una modalità per noi non usuale. Le nostre interazioni con il mondo del passato dovranno essere ridotte a zero per evitare di stravolgere il futuro, il nostro futuro, per evitare di poter creare pericolosi paradossi temporali…se vogliamo comparire in un passato del sistema solare in piena battaglia tra l’Arcadia di allora e l’impero di Mazone, dovremo quanto meno risultare invisibili sia a loro che ai “noi” di quel tempo…

…Serve un dispositivo di occultamento totale veramente efficiente, aggiunse con un tono molto serio.

A quelle parole Yattaran fece una specie di smorfia e ribatté subito piccato:

-Harlock, mi stai sottovalutando! Credi che non abbia pensato anch’io a questa necessità!?

È ovvio che dovremo muoverci nell’ombra, e così sarà poiché ho già dotato la nave del dispositivo di occultamento più sofisticato che possa esistere, frutto delle più avanzate tecnologie terrestri e mazoniane…una sorta di autoproiezione olografica su tutto lo scafo dell’Arcadia unita ad una serie di dispositivi in grado di annullare qualunque forma di rilevamento, radar, termico, magnetico e subspaziale…Nessuno ai giorni attuale e tanto meno all’epoca in cui andremo sarebbe in grado di rilevare la nostra nave a meno di non andarci a finire addosso!

Harlock sorrise: -Perdonami Comandante se per un attimo ho dubitato della tua arte…

In quel momento li raggiuse Tadashi: -Harlock, ti cercava Raflesia. Mi ha chiesto di dirti se la potevi raggiungere nel tuo ufficio, ha importanti novità da riferirti, concluse il giovane con un sorrisetto.

-Importanti novità? E di cosa si tratta? Tu ne sai qualcosa?

-Mi dispiace, rispose Tadashi continuando a sorridere, -Non ne so nulla, del resto come dice quel detto: tra moglie e marito…

-Sì, sì, vabbé, ho capito, mi volete tenere sulle spine, allora devo per forza raggiungerla di corsa…Rispose il capitano apparentemente spazientito, in realtà era sempre felice di rivedere la sua amata in qualunque occasione, inoltre Raflesia era sempre in grado di stuzzicare la sua curiosità nei modi più svariati.

Harlock si diresse rapidamente verso gli appartamenti riservati a lui ed alla regina all’interno del centro spaziale. I due coniugi passavano di rado del tempo in quei locali preferendo abitare lì vicino nella bella casa dove vivevano insieme ai loro figli Mayu e Daniel.

L’ufficio era un’ampia sala di rappresentanza dove in genere il capitano e la regina ricevevano ospiti giunti in visita al centro.

La porta era aperta e Harlock poté chiaramente udire l’allegro tono di una voce familiare…

Entrato nella sala, accanto a Raflesia su una delle poltrone che formavano un confortevole salottino era seduta una splendida figura femminile, ovviamente mazoniana, data la sua carnagione color indaco. Profondi occhi verdi e lunghi capelli castani sorretti da una fascia verde ricamata da motivi sempre color indaco. I suoi abiti erano singolari e ricordavano più quelli degli antichi hippies terrestri o meglio quelli degli indios peruviani…

-Galia! Esclamo Harlock sorpreso.

-Harlock! Gli rispose la fanciulla…-Sei sempre uguale, proprio come Rafli! Disse andandogli incontro ed abbracciandolo.

Rafli era l’affettuoso soprannome con il quale la giovane si rivolgeva alla regina.

Poteva permetterselo poiché era la sua più cara amica, amicizia che risaliva sin dai tempi in cui le due, allora appena ragazze, frequentavano l’accademia di Mazone.

Era stato proprio grazie a Galia che il capitano aveva rincontrato il suo antico nemico in una incredibile avventura durante la quale era finito per innamorarsi della regina di Mazone. 1

Galia era una mazoniana assolutamente anticonformista. Convinta pacifista e contro ogni forma di violenza era una studiosa e ricercatrice di Archeobiologia galattica. Studiava le antiche civiltà stellari, la loro evoluzione e le loro mutue interazioni nello svilupparsi in tutte quelle popolazioni che abitavano l’universo conosciuto.

Galia era anche un’alta accademica di Mazone ed era stata scelta da Raflesia all’inizio della rinascita del suo paese per traghettare il suo popolo verso un governo democratico. Il ruolo di politico però le stava stretto ed era ben presto tornata a fare la studiosa, diventando il rettore della facoltà di Archeobiologia della principale università di Mazone.

-Qual vento ti porta qui, lontana dai tuoi adorati studi? Le chiese il capitano mentre ricambiava calorosamente l’abbraccio.

-È stata Raflesia ad interpellarmi. Quando mi aveva parlato di suo padre ero rimasta esterrefatta, ma in effetti, così molte cose si spiegavano, a partire dalla sua natura a sangue rosso… disse guardando l’amica quasi con aria colpevole.

-Galia, di cosa ti preoccupi? La riprese la regina con tono bonario.

-Ormai non sei la sola a conoscere alcuni dei miei segreti. Segreti che del resto non ho più alcuna intenzione di mantenere nascosti. La mia origine per metà umana e terrestre non sarà più un mistero una volta che mi sarò ricongiunta con il mio unico genitore…

-Ma a quale titolo l’avresti interpellata? Chiese Harlock un po’ stupito.

-Tesoro, non essere irrispettoso e ascoltami attentamente! Lo rimproverò la moglie.

-Devi sapere che in questi due mesi non sono rimasta con le mani in mano per quanto riguarda la nostra nuova avventura. Ho condotto un po’ di ricerche a proposito della setta di Amnus sui libri della biblioteca segreta reale…

-Quella mitica biblioteca…! Sospirò Galia.

-Lo so, amica mia, che vorresti tanto poter accedere anche tu a quella inesauribile fonte di informazioni sulla storia del nostro popolo e di tutte le civiltà con cui ha avuto a che fare, ma purtroppo l’accesso è da sempre consentito solo alle regine legittime di Mazone…

Però ti ho portato copia di tutto quello che ho trovato… questo perché, come già ci aveva accennato Parmenia, la storia degli adoratori del dio del caos Amnus è stata intrecciata sin dalle origini a quella della dea della pace e della conoscenza, Seshat, e di conseguenza con quella degli Eterni!

-Gli Eterni! C’entrano di nuovo loro anche in questa storia! Esclamò Harlock.

Gli Eterni erano il misterioso popolo vissuto circa un milione di anni prima e che aveva dato l’imprinting a tutta l’evoluzione delle principali civiltà esistenti su molte galassie limitrofe alla via lattea, a partire da quella mazoniana, quella terrestre e financo quella metanoide…

Erano, per così dire i “padri” di tutte quelle civiltà, avendole poi seguite e sorvegliate nel corso dei millenni durante la loro evoluzione, instillando a poco a poco le gocce del loro infinito sapere scientifico e tecnologico.

-Eh già, riprese Galia, -Pare che le principali divinità mazoniane ed in parte anche terrestri fossero esponenti degli Eterni. Così anche la dea Seshat, ma anche il dio Amnus…

-Ma… è una divinità malvagia…ribatté il capitano.

-In effetti Amnus era anche lui un eterno ma che fu bandito dalla sua comunità perché voleva impadronirsi del potere usando le straordinarie conoscenze del suo popolo invece di continuare a preservarle per il bene di tutte quelle nascenti civiltà. Una volta bandito ed esiliato, fu anche privato della maggior parte dei poteri e delle conoscenze dei suoi simili, fu così che per riguadagnare potere ed influenza, con quelle arti che gli erano rimaste, riuscì a fondare una setta di adepti che lo venerassero e che lo aiutassero a portare avanti i suoi piani di vendetta e di dominio sull’intero universo…

-Questo ricorda un po’ qualcosa di familiare persino a me…commentò Harlock… la storia di un certo angelo ribelle che fu cacciato dal Paradiso e divenne un dio del male…

-Così come in molte altre tradizioni religiose terrestri…e di altri pianeti! Disse Galia mostrando un foglio con degli strani diagrammi.

–Questo è un piccolo schema delle origini ed evoluzioni di decine di miti simili nati nelle principali civiltà galattiche sviluppatesi nelle galassie a noi più vicine…sono tutte seguenti all’originario mito di Amnus…

-Ad ulteriore riprova di come tutte quelle civiltà siano state tra loro interconnesse grazie agli Eterni…aggiunse Raflesia.

-Ma brave! Vedo che avete fatto i compiti! Disse una voce argentina proveniente da una figura femminile dai lunghi candidi capelli che si era appena affacciata all’ingresso dello studio.

-Sacerdotessa Parmenia! Esclamò Raflesia. Avevo cercato di contattarla ma non era nei suoi alloggi stamane…

-Mi perdoni, mia regina, ero uscita molto presto per una passeggiata a contatto con la natura. Ma Yattaran mi ha raggiunto in tempo per comunicarmi di questa vostra piccola riunione alla quale non potevo certo mancare…

-Sacerdotessa, è per me un onore conoscerla, disse Galia accennando un inchino…

-Ma per carità, l’onore è mio, accademica Galia, la sua fama la precede e le sue opere per la pace la rendono una vera ancella di Seshat! Replicò la donna stringendole la mano.

-Bene, ora che ci siamo tutti, possiamo passare alle notizie importanti che ha da raccontarci Galia, dopo aver approfondito lo studio delle carte che le ho fornito! Riprese Raflesia un po’ eccitata.

-Tanto importanti da essere venuta di persona da Mazone per parlarcene, notò Harlock.

-In effetti ho scoperto delle cose interessanti incrociando quelle informazioni con i miei testi e consultando svariati database di storia terrestre. Su questo in particolare devo ringraziare Tochiro…Sono così riuscita a ricostruire i movimenti della setta sulla Terra e su Mazone negli anni successivi alla scomparsa di Green fino all’anno della guerra tra L’Impero ed Harlock…

In particolare sulla Terra ho verificato una corrispondenza con il verificarsi di attentati operati da agenti mazoniani in incognito appartenenti con tutta probabilità alla setta e il comparire in quei luoghi di una persona che corrisponde alla descrizione del professor Green…

-Mio padre era inseguito senza tregua da quegli esaltati, volevano impadronirsi dei progetti del motore spazio-temporale per stravolgere la storia e favorire gli oscuri piani di Amnus!

Disse Raflesia con tono drammatico.

-Il percorso ci conduce al giorno in cui vi fu quella decisiva battaglia tra l’Arcadia e la flotta di Mazone nei pressi di Giove, riprese la studiosa.

-Quella mostrata nella visione e che presumibilmente era vista in prima persona dalla nave di Green! Disse il capitano pensieroso.

-Esatto, riprese Galia, -Ma la cosa fondamentale e che in quel momento su di una delle lune di Giove vi era la principale base della setta nel sistema solare, la cui esistenza in quel momento era ignota persino a Raflesia e a molti alti ufficiali dell’esercito, ovviamente quelli che non facevano parte della setta stessa.

-Ma perché mio padre si trovava proprio lì vicino, se era inseguito da quei folli, perché rischiare tutto avvicinandosi al loro covo? Si chiese la regina con un moto di angoscia.

-E’ quello che scopriremo presto raggiungendolo in quello stesso preciso punto dello spazio-tempo! Concluse Harlock con tono deciso.

1) Vedi “L’Inverno della Regina”.

   
 
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