Capitolo settimo
E in tanti proveranno forse
alcuni riusciranno
A convincerti che non c'è rimedio al nostro danno
E se ti crederanno non c'è tempo è un loro sbaglio
Si può cambiare tutto la catastrofe è un inganno
È solo l'inizio
Possa ogni mio graffio
preservarti dal male
Tutto ciò che conosco darti da imparare
Possa ogni mia sfida farti sempre vincente
Perché il solo egoismo sai non serve a niente
Di errori fanne e fanne pure
E sorridi a chi ti vuole male
Possa darti bellezza ogni tuo nuovo giorno
La tristezza adesso è in viaggio senza più ritorno.
(“Tutto l’oro del mondo” – Noemi)
Le cose stavano così, dunque. Da una parte
Theon trafiggeva gli Estranei che cercavano di avvicinarsi a Bran e si poneva a
sua difesa, mentre dall’altra Ramsay cercava di attirare l’attenzione del Re
della Notte per distoglierlo da Theon (a lui di Bran non fregava un accidenti)
e, tanto per spassarsela un po’, bersagliava di frecce infuocate i non-morti.
La faccenda però non poteva andare avanti così in eterno… e infatti non durò,
si interruppe bruscamente quando Ramsay esaurì le frecce. Per fortuna nel
frattempo erano esauriti anche i non-morti, ma il Re della Notte era vivo e
veg… cioè, insomma, era illeso e aveva capito che quel ragazzotto che gli urlava
contro non rappresentava un pericolo per lui. Senza dunque cagarlo più di
tanto, si voltò per dirigersi nuovamente verso Bran, che era quello davvero
pericoloso per lui.
“Che fai, scappi? Ti ho fatto paura? Sei un
vigliacco, perché non mi affronti? Cagasotto!” continuò a gridare Ramsay, che
non aveva certo intenzione di combattere veramente contro il Re della Notte,
col cavolo ora che non aveva più le frecce, ma cercava comunque di distrarlo
perché si era accorto che quell’affare voleva Bran e, nonostante il neurone
solitario, aveva fatto anche due più due e aveva capito che sarebbe riuscito a
prendere Bran solo dopo aver ucciso
Theon.
“Insomma, ora mi volti le spalle? Combattimi,
se hai coraggio! Vuoi sapere cosa ti farò, eh? Ti spezzerò e ti taglierò tutte
le dita delle mani e dei piedi e poi vedremo se sarai ancora tanto agghiacciante!”
le minacce di Ramsay erano più che altro comiche, ma dovevano servire allo
scopo, non essere credibili. Tuttavia il Re della Notte continuava ad avanzare
verso Theon e Bran e a ignorare disinvoltamente Ramsay e le sue goffe
intimidazioni.
E questo non andava bene. Non andava bene per
niente.
Non c’era niente che potesse fare, anche
Ramsay alla fine lo capì. Lui non sarebbe riuscito ad eliminare il Re della
Notte, non sarebbe riuscito a salvare Theon.
Poteva fare una cosa sola, e quella fece. Si
gettò con tutte le forze che gli erano rimaste verso Theon e l’impeto li gettò
entrambi per terra, poco distanti dalla sedia a rotelle su cui stava Bran.
Ramsay abbracciò stretto Theon, tenendolo fermo a terra con il suo peso e
facendogli scudo con il suo corpo.
“Non ti lascio morire da solo” gli mormorò
all’orecchio. “Staremo sempre insieme, ce lo eravamo promesso, no? E… scusa se
ti ho detto quelle cose, prima.”
Theon non sapeva cosa fosse più incredibile
tra tutto ciò che era successo negli ultimi, concitati minuti: il Re della
Notte che non lo aveva ancora ucciso, Ramsay che era tornato indietro per
salvarlo, il fatto che lo stesso Ramsay adesso lo stesse proteggendo in uno
slancio altruistico che di certo non gli era abituale o il fatto che gli chiedesse
scusa per qualcosa. Che diamine,
Theon non sapeva nemmeno che Ramsay avesse nel suo vocabolario personale quella
parola!
“Non servirà a niente” provò a dire, ma il
giovane Bolton lo interruppe.
“Lo so. Non m’importa, non ti lascio morire
da solo” ripeté. Si strinse forte a Theon e chiuse gli occhi, aspettandosi di
sentire un dolore lancinante e terribile quando il Re della Notte lo avesse
trapassato con quel pezzo di lancia. Aveva anche la vaga consapevolezza che non
sarebbe davvero servito a niente, che l’arma avrebbe trafitto lui per poi
colpire e uccidere anche Theon… ma non c’era altro che potesse fare e non gli
interessava sopravvivere se doveva perdere il giovane che, senza rendersene
conto, aveva imparato ad amare. Sperava soltanto che il colpo lo uccidesse in
fretta: Ramsay non era diventato coraggioso tutto d’un tratto e continuava a
pensare che il dolore fosse una cosa simpatica soltanto quando era lui a
infliggerlo agli altri.
Aspettò, aspettò, aspettò… e non successe
niente.
Sentì un grido, un breve rumore di lotta, poi
un altro grido e infine si sentì piovere addosso tanti piccoli cristalli di
ghiaccio. Dopo un’altra breve pausa udì una voce impertinente che lo
apostrofava.
Chi diamine era? E che cos’erano tutti quei
cristalli di ghiaccio che gli si scioglievano addosso?
“Ehi, voi due, pensate di stare ancora
parecchio lì per terra? Magari aspettate di essere in camera vostra, ve ne
abbiamo riservata una tutta per voi proprio per questo!”
Rialzandosi lentamente e chiedendosi se
davvero fosse ancora vivo, Ramsay si guardò intorno e si accorse che il Re
della Notte non c’era più, erano spariti anche gli Estranei e i non-morti.
C’erano soltanto Bran sulla sua carrozzella accanto all’Albero Diga e, davanti
a lui, Arya Stark con in mano la daga in acciaio di Valyria che lo guardava e
ridacchiava.
Anche Theon si stava rialzando e anche lui si
guardava intorno con un’espressione non molto più sveglia di quella di Ramsay.
Però lui, almeno, quando vide Arya e la sua arma, sembrò capire cos’era
successo (mentre Ramsay continuava a ignorarlo…).
“Hai ucciso tu il Re della Notte?” domandò
alla ragazza.
“Sì, sono stata io” rispose Arya, molto
compiaciuta, “e per fortuna è andata proprio come speravamo: una volta
distrutto lui, anche gli altri Estranei sono svaniti e i non-morti sono caduti
a terra in pezzi.”
“Quindi la battaglia è finita?” domandò di
nuovo Theon. Sì, capisco che questo insistere lo faceva sembrare un deficiente,
ma bisogna rendersi conto che aveva passato un brutto quarto d’ora, era quasi
stato ammazzato e comunque sembrava impossibile che quell’immenso esercito di
creature mostruose fosse scomparso insieme al suo Re.
“Abbiamo vinto noi” sorrise Arya.
Ramsay sembrò capire solo in quel momento
cosa fosse accaduto e scoppiò in una risata.
“Ah, ma guarda, dunque alla fine sei stata tu
a salvarci tutti quanti!” commentò, rivolto ad Arya. “Sei stata in gamba, mi
eri già sembrata una tipa tosta e suppongo che adesso ti dovrò ringraziare per
aver salvato me e Theon da una morte certa… anche se immagino che tu l’abbia
fatto per tuo fratello e non certo per me e per Theon di cui non potrebbe
fregarti di meno. Comunque sono contento e soprattutto chissà come rimarrà male
quel cazzone di Jon Snow che di
sicuro immaginava già di arrivare qui a fare l’eroe e invece tu l’hai battuto
sul tempo. Anche per questo ti ringrazio!”
Di fronte a quello strampalato discorso di
ringraziamento Arya rimase perplessa, ma nella sua pur breve vita aveva
viaggiato moltissimo e conosciuto gente alquanto strana, perciò per lei Ramsay
non era poi tanto più strano di altri. Theon, invece, parve rientrare in sé in
quel momento e comprendere che cosa, effettivamente, il giovane Bolton aveva
fatto per lui: era tornato indietro, aveva sfidato il Re della Notte e infine,
vista l’impossibilità di eliminarlo, si era gettato sopra di lui per
proteggerlo, alla disperata, pur sapendo che probabilmente in quel modo
sarebbero morti tutti e due. Intenerito e commosso, passò un braccio attorno
alla vita di Ramsay e lo strinse a sé.
“Ramsay però ha salvato me dal Re della Notte”
disse dolcemente.
“Uh, mica tanto, se non fossi arrivata io
quel mostro vi avrebbe trapassati entrambi con quel pezzo di lancia” obiettò
Arya, con una risatina. “Voi due sembravate intenti a fare altre cose che preferirei riservaste alla vostra stanza! Ad ogni
modo è finito tutto bene ed è questo che conta.”
Così dicendo e continuando a ridacchiare, si
avvicinò a Bran.
“È andata proprio come avevi detto tu:
eliminato il Re della Notte, anche Estranei e non-morti si sono dissolti o sono
finiti in pezzi” disse al fratello, iniziando a spingere la sua carrozzella.
Il giovane Stark, tuttavia, sembrava avere
ancora qualcosa da dire a Ramsay in particolare.
“Ti avevo detto che saresti tornato, che il
tuo posto è accanto a Theon” gli disse in tono grave e con la solita aria da Maestro Yoda.
“Cosa vuoi da me adesso? Non è tutto finito?
Lasciami in pace!” protestò Ramsay, tentando di allontanarsi. Ma Bran gli prese
un polso e lo avvicinò a sé, dimostrando di avere un’energia che non si sarebbe
mai detto, vedendolo prigioniero di una carrozzella.
E, in quel contatto, Ramsay si sentì come se
fosse diventato improvvisamente trasparente. Fu come se, in pochi istanti, Bran
avesse visualizzato tutta la sua vita, fin da quando era il neonato che la
contadina portò a Roose Bolton… il giovane ebbe la sensazione che tutti i suoi
pensieri, sentimenti, emozioni e perfino il suo mononeurone fossero
praticamente scannerizzati da Bran e
non fu esattamente piacevole.
“So cosa hai fatto” riprese Bran in tono
lugubre, anticipando senza saperlo (o forse invece lo sapeva?) il titolo di un famoso
film horror degli anni Novanta. “So cosa hai fatto, ma so anche cosa hanno
fatto a te, cosa tuo padre ha fatto a
te. Hai commesso molti errori e crimini, è vero, ma tutto questo era necessario
perché potessi essere qui, oggi, a compiere il tuo destino accanto a Theon.”
Voleva forse dire che era stato necessario
che Ramsay scuoiasse e cacciasse le persone e che avesse torturato Theon per
mesi, tagliandogli tre dita? Poteva anche essere, magari era destino che Theon avesse diciassette
dita invece di venti, magari era per questo che il Re della Notte era stato
sconfitto, chi poteva saperlo? Tanto di quello che diceva Bran quasi nessuno
capiva mai un accidenti!
“E il tuo destino è accanto a Theon, adesso e
per sempre” concluse Bran. Ecco, ovviamente anche lui sapeva (visto che sapeva
più o meno tutto) che quei due se la intendevano, chissà, magari lui poteva
anche vederli mentre facevano cose…
sempre meglio non sapere cosa esattamente vedeva Bran.
Non appena il giovane Stark ebbe lasciato il
suo polso, Ramsay si affrettò ad allontanarsi da lui e si avvicinò a Theon,
parlandogli sottovoce.
“Non m’importa cosa dicono tutti e se è stato
lui a consentire la sconfitta del Re della Notte e di tutti quei mostri” disse,
impaurito. “Quello là è inquietante,
mi fa paura, non voglio averci a che fare!”
Theon sorrise, ancora una volta intenerito, e
lo abbracciò. Era vero, Ramsay stava riprendendo il suo caratterino e il suo
modo di fare insolente e petulante, ma a lui non importava più, sapeva solo che
lo aveva salvato, che aveva dimostrato di poter sacrificare la sua vita per lui
e non dimenticava le parole che gli aveva sussurrato quando credevano entrambi
che il Re della Notte li avrebbe uccisi: Non
ti lascio morire da solo.
Mentre il piccolo gruppo si allontanava dal
Parco degli Dèi per tornare al castello di Grande Inverno, Jon Snow li
raggiunse trafelato. Era piuttosto scombussolato: si era ritrovato davanti
Viserion, il Drago che il Re della Notte aveva trasformato in non-morto e aveva
creduto che la sua ora fosse giunta, poi improvvisamente il Drago era andato in
pezzi e si era disfatto davanti ai suoi occhi. Jon, che era stato bloccato dal
Drago non-morto proprio mentre cercava di raggiungere Bran e gli altri, aveva
ripreso la sua corsa e…
Ed era rimasto sconcertato nel vedere che era
già tutto finito: il Re della Notte e gli Estranei erano svaniti, i non-morti a
pezzi per terra e davanti a lui c’erano soltanto Arya che spingeva la
carrozzella di Bran, Theon e, cosa ancora più inconcepibile, Ramsay Bolton.
Jon ebbe la vaga sensazione di essersi perso
un pezzo della storia, un po’ come qualcuno che entra in un cinema quando il
film è già quasi a metà.
“Il Re della Notte è stato distrutto?”
domandò. Era una domanda stupida, ma non sapeva che altro dire.
“Sì, l’ho ucciso io con la daga di acciaio di
Valyria!” rispose compiaciuta Arya. “La battaglia è finita e stiamo tornando al
castello sperando di trovare tutti sani e salvi.”
“L’hai ucciso tu?” ripeté Jon, in un tono che
stava a metà tra l’orgoglio per il coraggio di Arya e la delusione per non aver
combinato un cavolo di niente in quella battaglia storica.
“Eh, sì, è stata proprio Arya a distruggerlo,
è stata veramente coraggiosa e abile” replicò questa volta Ramsay, tutto
contento all’idea di mortificare Snow. “Alla fine tutti noi siamo salvi grazie
a una ragazza, è lei la nostra salvatrice e la nostra eroina. Che c’è, ti
dispiace di non essere stato tu l’eroe della storia, il salvatore del mondo, il
grande Jon cazzutissimo Snow?”
Si capiva, vero, che il giovane Bolton non
aveva ancora superato il fatto che fosse stato Jon a riempirlo di botte e a
lussargli la spalla ormai più di un anno prima?
“No, certo, io… io sono molto fiero di Arya e…
e felice che sia tutto finito” disse Jon, a cui comunque le parole di Ramsay
non avevano fatto piacere. Era piuttosto evidente che avrebbe voluto rendersi
utile e che era vagamente deluso… “Voi state tutti bene?”
“Noi sì, speriamo che anche gli altri siano
salvi” rispose Theon. “Il Re della Notte stava per uccidermi, ma Ramsay è
riuscito a distrarlo e a proteggermi finché non è arrivata Arya e lo ha
colpito, distruggendolo.”
Ecco. Perfino Ramsay Bolton era stato più importante di lui in quella battaglia.
Jon cominciava a sentirsi a disagio. Va bene che Ramsay aveva salvato Theon
perché Theon se lo portava a letto (sì, lo sapevano tutti a Grande Inverno e
probabilmente in buona parte dei Sette Regni), però la cosa non lo convinceva
fino in fondo. In quella battaglia, alla fine, lui era stato uno dei pochi a
non servire a niente e non poteva
esserne contento… Probabilmente perfino Samwell Tarly aveva combattuto più di
lui!
Jon preferì non dire altro e si accodò al
gruppetto che andava verso il castello.
“Tu continui ad avercela a morte con Jon, non
è così?” disse piano Theon a Ramsay, divertito suo malgrado.
“Per forza, mi ha fatto quasi a pezzi quando
ha riconquistato Grande Inverno e mi ha lussato la spalla che ancora mi fa male!” ribatté Ramsay in
tono petulante.
Theon sorrise e se lo strinse più forte: sì,
decisamente Ramsay era tornato il solito Ramsay, e chissà se era un bene o un
male, tuttavia lui ormai sapeva che quel ragazzo era disposto a morire per lui
e questa non era una cosa da poco.
Chi altri mai, in tutti i Sette Regni, le
Isole di Ferro e le Città Libere, avrebbe mai fatto una cosa del genere per
Theon Greyjoy?
Fine capitolo settimo