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Autore: LorasWeasley    31/05/2022    1 recensioni
Song|fic [multiship]
"...
A te che mi hai trovato all'angolo coi pugni chiusi [shoumika]
Con le mie spalle contro il muro pronto a difendermi [ushiten]
Con gli occhi bassi stavo in fila con i disillusi [sakuatsu]
Tu mi hai raccolto come un gatto e mi hai portato con te [yakulev]
A te io canto una canzone perché non ho altro [semishira]
Niente di meglio da offrirti di tutto quello che ho [osasuna]
...
A te che non ti piaci mai e sei una meraviglia [tsukkiyama]
Le forze della natura si concentrano in te [daisuga]
Che sei una roccia, sei una pianta, sei un uragano [kagehina]
Sei l'orizzonte che mi accoglie quando mi allontano [iwaoi]
..."
Genere: Fluff, Poesia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma, Shiratorizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno! Oggi pubblicherò una storia particolare. Non ho mai scritto nulla del genere, ma l'altra sera stavo ascoltado la canzone "A te" di Jovanotti e a ogni frase mi veniva in mente una coppia di Haikyuu, quindi ho deciso di scrivere una piccola parte per ognuno di loro ispirandomi appunto alle frasi della canzone. Alcune coppie sono ripetute più volte in base alle mie preferenze. Spero che vi possa piacere come idea, fatemi sapere che ne pensate!
Approfitto di questo spazio anche per dirvi che per poco più di una settimana non pubblicherò nulla perché ho diversi impegni, ma che dovrei tornare senza problemi alla fine della prossima settimana con nuove storie della serie dei bambini e tante altre novità!
Alla prossima,
Deh <3




 
A te - Jovanotti
 
A te che sei l'unica al mondo
 
L'unica ragione per arrivare fino in fondo ad ogni mio respiro
Quando Kuro era piccolo, non era mai stato bravo a fare amicizia con gli altri bambini, si vergognava e non era mai sicuro di riuscire a dire la cosa giusta. Spesso questo lo portava ad avere attacchi di panico, a non riuscire a respirare correttamente. Poi era arrivato Kenma, Kenma che gli insegnò a fregarsene di quello che le persone pensassero di loro, Kenma che lo aiutò ad uscire dalle sue crisi con dei respiri profondi e senza mai lasciare la sua mano.
 
Quando ti guardo dopo un giorno pieno di parole
Lavorare in banca significava, per Kunimi, dover sentire parlare le persone tutto il giorno e che non poteva ignorarle come spesso si era trovato a fare nella sua vita. Era sfiancante, ma era un posto fisso e doveva pur sopravvivere in qualche modo. Era un adulto e non poteva più fare i capricci. Ma anche quando tutto sembrava troppo, gli bastava tornare a casa e guardare Kindaichi, questo gli sorrideva e Kunimi ricordava perché anche il giorno dopo poteva affrontare un’intera giornata di lavoro.
 
Senza che tu mi dica niente tutto si fa chiaro
Futakuchi aveva perso il conto di quante volte gli avessero chiesto perché avesse scelto Aone. Kenji non aveva bisogno di giustificare la sua scelta a nessuno, lo sapeva bene, ma amava troppo Aone per non rispondere a tono a quelle persone, persone che gli rovinavano l’umore e la giornata. Il suo compagno, tuttavia, poteva anche essere sempre silenzioso, ma capiva perfettamente quando c’era qualcosa che non andava, sapeva bene cosa fare per illuminare la sua giornata anche senza una parola. Perché erano proprio quei momenti che erano la risposta a quelle domande insistente.
 
A te che mi hai trovato all'angolo coi pugni chiusi
Non era stato facile per Suguru cambiare, non lo era per nessuno. Molto spesso c’era ricaduto, aveva fatto lo stronzo, si era comportato male con chi non aveva fatto nulla. Suguru sapeva di non meritarla, ma Mika era tornata, era tornata più volte di quanto l’altro avrebbe mai potuto immaginare e sperare. Aveva deciso di non abbandonarlo ma aiutarlo, perché è questo che si fa quando si ama una persona.
 
Con le mie spalle contro il muro pronto a difendermi
La difesa è il miglior attacco. Era questo che Tendo aveva imparato ancor prima di perdere tutti i denti da latte. Perché i bambini sanno essere crudeli quanto gli adulti. Tendo aveva imparato a difendersi, attaccandoli prima che fossero loro a insultarlo, affermando di non voler giocare con loro per non dargli la soddisfazione di ridere del fatto che nessuno lo volesse in squadra. Passò sedici anni della sua vita a difendersi dalle parole degli altri, poi arrivò Ushijima Wakatoshi e capì che, magari, poteva anche lasciare le sue spalle libere di tanto in tanto.
 
Con gli occhi bassi stavo in fila con i disillusi
Atsumu aveva smesso di aspettare o sperare qualcosa per quanto riguardava la sua vita amorosa, non voleva più soffrire, non voleva più illudersi di trovare quello che avevano suo fratello e il suo migliore amico, era troppo doloroso quando poi non accadeva. E forse per questo non si accorse subito di Sakusa, forse per questo dovette aspettare che diventassero entrambi abbastanza adulti e maturi. Ma in una relazione si è in due, non doveva solo Atsumu riprendere a sperare, anche Kiyoomi doveva fare qualcosa: fu infatti il primo che lo costrinse a tornare a guardare davanti a sè.
 
Tu mi hai raccolto come un gatto e mi hai portato con te
Yaku si era comportato con Lev come quei genitori che dicono ai figli che non vogliono animali domestici in casa, ma che poi ci si affezionano più dei loro bambini. Yaku non sopportava Lev, ma tutto quello che faceva andava in completa contraddizione con le sue parole. Esistono diversi tipi di amore, Yaku doveva ancora capire il suo modo di amare, Lev doveva capire il suo modo di ricambiare, ma l’avrebbero fatto funzionare.
 
A te io canto una canzone perché non ho altro
La musica è sempre stata presente fin dall’antichità. Le persone cantano per diversi motivi: una madre canta al figlio per farlo addormentare, un cantante canta per arrivare al cuore dei suoi fan. La musica è emozione e sentimento, questa è una certezza per chiunque, cambieranno gli strumenti, il genere o l’intonazione, ma ogni persona ha una canzone nel cuore. Quella di Shirabu era la canzone che Semi aveva scritto per lui, la canzone che gli aveva fatto capire che sì, non avrebbe potuto amare nessun altro.
 
Niente di meglio da offrirti di tutto quello che ho
Osamu aveva mangiato l’intero bento che sua madre gli aveva preparato con amore e devozione. Conteneva di tutto e avrebbe saziato chiunque, ma Osamu ebbe comunque il coraggio di sospirare e dire che era ancora affamato. Suna, al contrario, stava mangiando un semplice panino. Non era molto, era un sandwich con prosciutto e lattuga, ma non appena sentì quelle parole glielo porse comunque per prenderne un morso, senza commentare il fatto che avesse già mangiato più che abbastanza. Fu proprio quello il giorno in cui Osamu gli disse che lo amava.
 
Prendi il mio tempo e la magia che con un solo salto ci fa volare dentro all'aria come bollicine
Spesso Ushijima non riusciva a stare dietro i discorsi di Tendo, dietro ai suoi pensieri veloci e strani, lui che riusciva a rendere tutto magico con delle semplici parole. Tendo lo sapeva, sapeva che Wakatoshi spesso non riusciva a capire davvero, ma non se n’era mai andato e non si era mai annoiato, soprattutto però, non l’aveva mai giudicato. Spesso il rosso si trovava a pensare che quello che rendeva tutto magico altro non era che la presenza stessa di Wakatoshi.
 
A te che sei, semplicemente sei sostanza dei giorni miei, sostanza dei giorni miei
Era un semplice peluche, neanche troppo grande, gli entrava in una mano e aveva la forma di un gufo grigio. Ma era un regalo di Bokuto, un regalo che gli aveva fatto spontaneamente perché gli aveva ricordato loro. Era la semplice unione di tessuto e imbottitura, ma era speciale per Akaashi. Era un regalo che gli aveva riscaldato le guance e che gli aveva fatto battere il cuore più veloce, che gli aveva ricordato perché si fosse innamorato di una persona così spontanea come Bokuto Koutaro.
 
A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande
Gli occhi di Tanaka erano lucidi mentre guardava Kiyoko attraversare l’altare. Era stupenda nel suo vestito bianco, il velo tirato indietro, i capelli intrecciati, il mazzo di fiori che teneva tra le mani. Aveva un bel sorriso in volto, uno di quelli sinceri, uno di quelli che sempre più spesso aveva iniziato a rivolgergli. Lei era la donna che aveva sempre amato, la donna per la quale non aveva mai smesso di combattere, la donna che, finalmente, stava per sposare.
 
A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più
Yamaguchi aveva migliorato la qualità della vita di Tsukishima semplicemente standogli accanto. L’aveva migliorata perché era lui quello che proponeva di fare una passeggiata, di andare al luna park, di andare a vedere il nuovo film che stavano trasmettendo al cinema o di fare un’uscita insieme ai loro amici. Kei non l’avrebbe fatto, non da solo almeno, ma aveva capito ben presto che non riusciva a dire di no a quel ragazzino con le lentiggini.
 
A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo
Quando Matsukawa si accorse di essere affamato, lanciò un breve sguardo all’orologio rimanendo sorpreso nello scoprire che erano le tre di notte. Avevano cenato per le nove, quindi era ovvio che avesse di nuovo fame. Non si era accorto del tempo che passava perché con Makki era sempre così: guardavano film trash o progettavano idee stupide, si divertivano così tanto insieme che perdeva la cognizione del tempo.
 
A te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore
Gli abbracci di Lev lo circondavano completamente, i suoi lunghi arti che sembravano quasi dei tentacoli pronti a catturarti per sempre. Ma Yaku li adorava, lo facevano sentire al sicuro, amato. Quando erano soli gli chiedeva più abbracci di quanti avrebbe mai immaginato prima di conoscerlo, amava come si sentiva con lui o, meglio dire, amava tutto quello che riguardava Haiba Lev.
 
A te che io ti ho visto piangere nella mia mano
Kyoutani odiava quando la gente piangeva: non sapeva mai che fare, come comportarsi e, soprattutto, cosa dire. Non era bravo con le relazioni sociali, men che meno con quelle che riguardavano il dover consolare qualcuno. Ma Yahaba era un caso a parte, per lui ci provò, per lui non scappò. Gli offrì la sua mano mentre, con ansia, gli accarezzava una guancia piena di lacrime. Yahaba sembrò apprezzare, poiché si strinse a lui tornando a sfogarsi. Kyoutani non aveva idea se stesse facendo la cosa giusta ma, finché non gli avrebbe chiesto di andarsene, sarebbe rimasto.
 
Fragile che potevo ucciderti stringendoti un po'
Oikawa si era mostrato al mondo in tanti modi, ma mai fragile. Lo era, lo era più di chiunque altro dopo tutte le delusioni che aveva dovuto sopportare nella sua vita, ma non avrebbe dato la soddisfazione a nessuno di vederlo in quel modo. Solo Iwaizumi poteva, lui era l’unico che conosceva quel lato, l’unico che c’era sempre stato per riportarlo a galla, l’unico del quale si fidasse così tanto da dargli la sua intera vita. Iwaizumi lo amava e, quando ami una persona, ami anche le sue debolezze.
 
E poi ti ho visto con la forza di un aeroplano
Kita era una persona normale, una di quelle che non spiccava particolarmente, che riusciva a fare tutto bene ma senza eccellere. Tuttavia, bastava guardarlo un po’ di più per capire che aveva una forza enorme, che riusciva a fare qualsiasi cosa semplicemente grazie alla voglia e alla volontà, che non si arrendeva mai anche quando qualcosa era al di sopra delle sue capacità. Aran era riuscito a vedere tutto quello e aveva imparato ad amarlo.
 
Prendere in mano la tua vita e trascinarla in salvo
Tutti si erano sempre chiesti come avrebbe fatto Bokuto senza Akaashi, chi lo avrebbe aiutato a superare le sue crisi e chi avrebbe trovato una soluzione a tutti i piccoli problemi che aveva. Ma Akaashi non aveva mai avuto dubbi che il suo ragazzo ce l’avrebbe fatta anche da solo, ed era proprio quello che era successo. Finito il liceo, Bokuto aveva preso in mano la sua vita e inseguito i suoi sogni. Keiji poteva solo essere fiero di lui.
 
A te che mi hai insegnato i sogni e l'arte dell'avventura
Tutti hanno dei sogni, ma solo pochi di questi hanno la forza e la voglia di inseguirli davvero. Makki e Mattsun si erano trovati e, insieme, avevano capito di poter spronare l’altro, di poter far venire fuori la parte migliore di loro. Crearono nuovi sogni, nuovi desideri, inseguendoli insieme attraverso delle avventure, vicende che hanno creato la loro storia e che li hanno resi inseparabili.
 
A te che credi nel coraggio e anche nella paura
Hirugami e Hoshiumi si conoscevano da tantissimo tempo, avevano due modi di comportarsi completamente differenti e, se da un lato Korai voleva mostrarsi sempre forte e coraggioso, il migliore in campo e in tutto quello che faceva, dall’altro Sachiro gli insegnò che anche avere paura non era sbagliato, che bisognava credere in entrambe le cose per avere il giusto equilibrio. Proprio come bisognava fare in una relazione.
 
A te che sei la miglior cosa che mi sia successa
Scherzando, la madre di Kenma gli aveva sempre detto che Kuro era la miglior cosa che gli fosse successa nella vita, ma questo lo sapeva bene. Sapeva che non era una battuta, che era la pura e semplice verità. Sapeva anche che non era bravo a dimostrarglielo, che non era aperto e spigliato come lui era diventato, che faticava anche solo a prendere l’iniziativa per un bacio. Ma ci provava ogni giorno, avrebbe migliorato, gli avrebbe fatto capire quanto lo amava anche se, forse, non lo meritava.
 
A te che cambi tutti i giorni e resti sempre la stessa
Sfogliando la pagina di Instagram di Suna, Osamu si era accorto di tutti i cambiamenti che il ragazzo aveva fatto, delle volte in cui aveva provato a truccarsi, delle diverse mode di ciò che indossava, dei tagli di capelli… cambiava ogni giorno, così come tutti. Ma per Osamu rimaneva sempre e solo il suo Rin, non importavano tutti i cambiamenti esterni che poteva fare, a lui bastava che non perdesse il suo modo di fare, la sua ironia, la sua gentilezza nascosta… tutte quelle cose che l’avevano fatto innamorare.
 
A te che sei, semplicemente sei sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei
Baciarlo per la prima volta era stata una sensazione strana: Sakusa poteva sentire la saliva di Atsumu, il suo fiato contro la pelle, le sue mani che gli stringevano i fianchi. Erano tutte cose che, normalmente, l’avrebbero fatto entrare nel panico, che avrebbe ripudiato fare con chiunque. Non sapeva neanche lui perché con Atsumu andasse bene, era come in un sogno, sapeva solo che era giusto, che poteva farlo, che lo amava e che aveva bisogno di lui nella sua vita.

A te che sei, essenzialmente sei sostanza dei sogni miei, sostanza dei giorni miei
Ushijima non aveva mai letto i jump prima dell’arrivo di Tendo, ma aveva trovato carino il fatto che il rosso volesse condividere quella passione con qualcuno e Wakatoshi si era appassionato abbastanza a quelle storie, ma non erano i manga che lo attraevano più di tutto, bensì il momento in cui avrebbe commentato il volume con Satori, lamentandosi o lodando certe scene e personaggi. Ecco, se qualcuno gliel’avesse chiesto, avrebbe risposto senza problemi che era quella la sua cosa preferita al di fuori della pallavolo.
 
A te che non ti piaci mai e sei una meraviglia
Yamaguchi non si era mai piaciuto, questo Tsukishima l’aveva sempre saputo bene, più volte l’aveva visto scrutarsi con una smorfia sulle superfici trasparenti o evitare di cambiarsi negli spogliatoi quando c’erano gli altri. Ma per Kei era bellissimo, lo era sempre stato. Non era mai stato bravo a dirgli che non doveva preoccuparsi, che era perfetto così. Ma era bravo nelle azioni, era bravo ad adorare il suo corpo nella privacy della loro camera da letto. Ed era grazie a quei momenti che quei pensieri sparivano finalmente dalla mente di Tadashi.
 
Le forze della natura si concentrano in te
Guardare Suga era uno spettacolo, in lui c’erano tutte quelle caratteristiche fisiche che gli autori di poesie decantavano, tutte quelle caratteristiche che erano sempre state definite belle, era più di quanto chiunque avrebbe mai potuto immaginare. Ma non era solo l’aspetto fisico, aveva anche tantissime qualità positive, tutte cose che avrebbe fatto innamorare chiunque. Tutte cose che portavano Daichi a non riuscire a distogliere lo sguardo.
 
Che sei una roccia, sei una pianta, sei un uragano
Innamorarsi di Hinata non era stato amore a prima vista, c’era voluto tantissimo tempo per Kageyama capirlo e ancora di più per ammetterlo sia a se stesso che al diretto interessato. Era stato un processo lungo che, momento dopo momento, l’aveva fatto arrivare a quella epifania. Shoyo era tantissime cose, mutava e si adattava al mondo che lo circondava per non restare indietro, per arrivare al suo sogno di vincere una medaglia olimpica. Shoyo era speciale e Kageyama non aveva potuto fare niente per non essere attratto da lui come una falena con la luce.
 
Sei l'orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
Oikawa poteva fare quello che voleva, andare in Argentina o in qualsiasi altra parte del mondo. Poteva allontanarsi quanto voleva, ma Iwaizumi sarebbe sempre stato lì ad aspettarlo, sarebbe stato il suo punto fisso, la sua casa, il suo orizzonte. Qualsiasi cosa sarebbe successa, qualsiasi delusione, qualsiasi gioia, Hajime era lì per lui e le cose non sarebbero mai cambiate.
 
A te che sei l'unica amica che io posso avere
Akiteru non era mai stato bravo a fare amicizia con le ragazze, preferiva gli uomini, con le ragazze era difficile perché uno dei due finiva sempre per innamorarsi. Poi era arrivata Saeko, con lei non aveva dovuto neanche pensare, fin dal primo momento aveva saputo che la voleva al suo fianco come ragazza. Non era stato facile, erano due persone completamente differenti e lui non era proprio il suo tipo, ma con perseveranza era riuscito ad avere il suo primo appuntamento, poi il secondo. Quando divennero una coppia, capì che non aveva trovato in lei solo una ragazza, ma anche un’amica.
 
L'unico amore che vorrei se io non ti avessi con me
A Ryu avevano proposto più volte di provarci con qualcun’altra, di guardarsi intorno perché c’erano tantissime ragazze disposte a dargli una possibilità, al contrario di Shimizu. Aveva ricevuto diverse confessioni e aveva partecipato ad alcune uscite di gruppo. Ma nessuna era lei, nessuna poteva eguagliarla. Tanaka non voleva una sostituta, voleva Kiyoko. Perché al cuore non si comanda.
 
A te che hai reso la mia vita bella da morire
Atsumu l’aveva aiutato così tanto… si era adattato a tutte le esigenze di Sakusa, senza mai farlo sentire inadatto o fuori posto, ma allo stesso tempo aveva sempre fatto in modo di aiutarlo a superare a piccoli passi tutte le sue paure. Non era facile, ma non avevano fretta. Avevano tutta la vita davanti, una vita che migliorava di giorno in giorno grazie solo alla semplice presenza dell’altro.
 
Che riesci a render la fatica un immenso piacere
Quando Bokuto voleva fare degli allenamenti extra, tutti scappavano sempre senza neanche fingere di avere altri impegni. Akaashi era l’unico che era sempre rimasto, non era masochista o altro, semplicemente si divertiva, amava stare con Bokuto e renderlo così felice con le sue alzate. La fatica non era nulla se messa a confronto con quello che riceveva in cambio.
 
A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande
Stavano ballando, scalzi, in pigiama, nel loro soggiorno non troppo grande. Suga rideva e Daichi lo baciava. Erano goffi, avevano sbattuto in diversi spigoli e non stavano andando a ritmo di musica. Ma non smettevano di ridere, non smettevano di baciarsi e avevano gli occhi luminosi. Era iniziato per gioco, poi avevano continuato. Erano semplicemente loro, non dovevano preoccuparsi di nient’altro.
 
A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più
Immaginare una vita senza l’altro ormai era impossibile. Shirabu aveva cambiato la vita di Semi come Semi aveva cambiato la vita di Shirabu, avevano iniziato a condividere passioni, tradizioni, ricordi e modi di fare. Ognuno dei due aveva aggiunto una piccola parte di sé nell’altro, era stato un processo graduale, giorno dopo giorno. Un processo per nulla invasivo, ma che era stato possibile solo grazie ai sentimenti che condividevano.
 
A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo
Suna era sempre stata una di quelle persone che si annoiavano facilmente, una di quelle che stava attaccato al cellulare per avere sempre input nuovi, che raramente riusciva a concentrarsi per un lungo periodo di tempo. Poi era arrivato Osamu, con lui non aveva più avuto bisogno del telefono per distrarsi, con lui non si concentrava più sullo scorrere del tempo, troppo impegnato a goderselo.
 
A te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore
Kenma amava giocare ai videogiochi con Kuro, lo amava perché all’altro non importava che Kenma fosse di un livello superiore o che raramente riuscisse a vincere una partita. A Kuro importava solo giocare insieme, ridere e scherzare mentre esploravano mondi e combattevano mostri. Era una parte della loro quotidianità, era una delle tante cose che non gli faceva dimenticare quello che provavano l’uno per l’altro.
 
A te che sei, semplicemente sei sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei
C’erano tante cose che Iwaizumi non riusciva a dire a Oikawa, cose troppo smielate, cose che l’avrebbero fatto morire di autocombustione prima che riuscissero a lasciare le sue labbra. E poi c’erano momenti come quelli, momenti dove stavano semplicemente a coccolarsi sul letto, magari sotto le coperte, magari con la pioggia fuori. Momenti perfetti che chiunque sognava, momenti che non avrebbero portato Iwaizumi a dire quelle parole ma che, lo sapeva bene, avrebbe portato Oikawa a conoscerle comunque.
 
A te che sei, seplicemente sei, compagna dei giorni miei, sostanza dei sogni miei…
  
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