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Autore: Autumn Wind    01/06/2022    5 recensioni
(Missing moment della storia Wish you were here)
Tanto è stato detto, pianto e riso sul vestito rosso con lo scollo a V che ha cambiato per sempre le vite di Hermione e Severus dopo aver sconfitto le ombre di Bellatrix alla battaglia al Ministero ... ma qual è davvero la storia dietro quel misterioso abito?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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2.
The Heart asks for Pleasure first

Che la serata non stesse andando affatto bene era palese, nonché facilmente evincibile dal costante picchiettare delle dita di Severus sul tavolo.
Hermione sospirò pesantemente, guardandosi attorno: la Sala Grande era davvero splendida, quel San Valentino. Lanterne cinesi a forma di cuore pendevano dal soffitto assieme a festoni rossi e rosa, i lunghi tavoli erano stati sostituiti da tavolini rotondi con abat-jour dalle luci soffuse e vasi di fiori tutti diversi. L’orchestra suonava da sola incantevoli melodie, una più romantica dell’altra.
Al ballo presenziavano tutti gli studenti di tutte le case, nonché l’intero corpo docenti, con correlati accompagnatori. La novità dell’anno, però, era la cena completa riservata a tutti gli invitati che precedeva il ballo vero e proprio e che era oramai quasi giunta al termine.
Con l’ennesimo sospiro, Hermione fissò i tavoli degli studenti, strabordanti di ragazzini ridenti e spensierati che si guardavano con ammirazione gli uni con gli altri, tutti eleganti e quasi pomposi: quando avevano iniziato a precipitare le cose? Probabilmente, appena entrati, quando gli occhi dell’intera sala si erano volti verso Hermione e Severus, i quali, ignorandoli, erano marciati dritti verso gli altri insegnanti. Alle loro orecchie, però, non erano sfuggiti i numerosi commenti sibilati dagli studenti sottovoce al loro passaggio, nonostante la musica …
“Allora è vero quello che si dice in giro: Piton è un pervertito!”
“Ma non è la Granger, quella? Una sua ex studentessa? Ma la conosce da quando aveva undici anni, che schifo!”
“Attenta, Liz, potresti essere la sua prossima preda!”
“Ma lei come fa a stare con lui? Puzzerà di viscere di rana! Per non parlare dei capelli …”
“Ho sentito dire che vivono assieme … in una caverna, poco ma sicuro!”
“Secondo me lui dev’essere ricco sotto sotto, altrimenti lei perché ci starebbe assieme?”
L’unica reazione di Severus era stata fermarsi e volgersi a guardare i suoi studenti con lo sguardo imperturbabile e calmo che preannunciava serie punizioni e provvedimenti piuttosto pesanti, zittendoli all’istante. La tensione nell’aria, però, era rimasta, palpabile ed evidente, per tutta la cena ed era decisamente peggiorata quando Lumacorno li aveva salutati esclamando: “Severus! Che piacere vederti … e con l’incantevole Hermione! È bello vedere un professore recarsi al ballo con una studentessa … vanno coltivati questi rapporti un po’ padre-figlia!”
Da allora, Severus era stato di pessimo umore per tutta la cena ed a nulla erano valsi i pallidi tentativi di Lupin di farlo conversare: il professore di pozioni, infatti, rispondeva a monosillabi, fissando un punto indistinto nel bicchiere di vino elfico ancora pieno che non aveva nemmeno sfiorato.
“Come mai Mina non è voluta venire? Adora questo genere di eventi!” azzardò, ad un certo punto, Hermione, decisa a dare quantomeno una parvenza di conversazione normale ad una serata decisamente frustrante. “Doveva badare alla bambina: Andromeda si è offerta, ma non ha voluto sentire storie. Io sarei voluto restare a casa con lei, ma mi ha praticamente spedito … ‘Non esci come si deve da ben prima che Meda nascesse, Remus, perciò stasera andrai a quel ballo!’ ha detto …” sorrise Lupin, sistemandosi la giacca rossa del completo decisamente Grifondoro che sfoggiava. “E mi ha anche scelto il completo.”
“E la piccola? Come sta?”
“Oh, benissimo: ha le guance piene, occhioni color nocciola ed un sorriso che illumina tutto ciò che incontra … sarebbe capace di conquistare chiunque solo guardandolo! Credo sia la cosa più bella che vedo da quando è nato Teddy …”
“E lui come l’ha presa?”
“Inaspettatamente bene: temevo la detestasse, sai … invece adora Mina e la bambina allo stesso modo. Ogni tanto è lui stesso ad offrirsi di leggerle qualche favola o di giocare con lei …”
“Sono davvero contenta per te, Remus: te lo meriti! Vero, Severus?” sorrise Hermione, annuendo. Il Serpeverde borbottò un mezzo assenso, continuando a piluccare un ridicolo dolce alle rose (come diamine era possibile cucinare con dei fiori?) ed a fissare con occhiate truci i suoi alunni ridacchiare e guardare fisso al loro tavolo.
“Come procede, signori? Tutto di vostro gradimento?” esclamò Minerva, interrompendo le loro chiacchiere. “Era tutto squisito, grazie!” annuì Hermione, ammirando l’eleganza della preside nel suo abito color malva. “Menomale! Inizialmente avevo pensato di non restaurare più San Valentino ad Hogwarts, visti i precedenti, ma mi è sembrato un peccato vietare un’occasione di divertimento ai nostri studenti per dei ridicoli trascorsi … tutto dipende dal modo di fare le cose, dopotutto, no?”
“Senz’altro il tuo modo è più morigerato di quello di Silente!” rise Remus. “Il vecchio era dannatamente sentimentale.” confermò Piton con lo sguardo perso. “Ed a te che pare della festa? Sentiamo, su: voglio il giudizio del peggior romantico della storia.” sospirò la preside, decisa a togliergli dalla testa qualunque pensiero su Silente almeno per quella sera. “Vuoi il mio parere? Vietando questa pantomima avresti fatto un favore all’umanità.” sentenziò lui, lapidario. “Non gli dia retta, professoressa: è tutto splendido.” sospirò Hermione, sorridendole. “Oh, so che abbia ma non morde, lo conosco fin troppo bene. E ti ho detto mille volte di chiamarmi per nome, cara … oramai non sono più una tua professoressa!” sorrise, lanciando un’occhiata eloquente a Severus, il quale, tuttavia, non sembrò nemmeno notarlo. “Nessuno di noi lo è: oramai siamo amici di vecchia data.” confermò Remus, fissando a sua volta un imbronciato Piton. “O qualcosa di più.” completò, così. “Non è del tutto esatto.” sibilò il pozionista, raggelando l’atmosfera festosa del tavolo in un istante. “E perché non dovrebbe esserlo? Illuminaci, Severus!” stridette Hermione, stizzita, sbattendo il tovagliolo sul bordo in un gesto esasperato. “Perché, a prescindere da ciò che sei ora, sei sempre stata una nostra alunna ed è così che il resto del mondo ti vedrà sempre … indipendentemente dal resto.”
Minerva deglutì al gelido silenzio calato a quelle parole. “Bene … suppongo sia ora di dar inizio alle danze, non trovate? Filius!” esclamò dopo un po’, battendo le mani. Il professore di incantesimi annuì, dirigendosi alla sua postazione dinanzi all’orchestra. Schiarendosi la voce, picchiettò la bacchetta e gli strumenti s’incantarono da soli, esibendosi sulle prime note di ‘Marriage d’Amour’. Immediatamente, studenti e docenti si alzarono ed iniziarono ad invitare a ballare questa o quella dama in mezzo alla Sala Grande, circondati da candele aromatizzate volteggianti e con una volta celeste occasionalmente attraversata da una stella cadente per l’occasione. Hermione si portò una mano alla bocca, fissando le coppie iniziare a volteggiare per la stanza: le sarebbe innegabilmente piaciuto danzare a sua volta, ma sapeva fin troppo bene che Severus in ogni caso non avrebbe voluto. Era di pessimo umore da tutta la sera, tanto che si era seriamente pentita di essere venuta …
“Potreste ballare …” propose Remus innocentemente, rivolto ai due compagni di tavolo. “Potresti anche farti i fatti tuoi, Lupin …”
“E tu potresti smetterla di essere acido anche l’unica volta che usciamo in cinque anni!” sibilò, gelida, Hermione, zittendolo all’istante. L’occhiata infuocata che si scambiarono non sfuggì a Remus, il quale, tossicchiando, si affrettò a concentrarsi sul vino rimasto nel bicchiere.
Un lieve picchiettare sulla spalla distrasse Hermione. Voltandosi, incontrò lo sguardo del professor William Eton, giovane ed aitante docente di Trasfigurazione, una perfetta imitazione del principe azzurro nelle sue vesti celesti e nei capelli color grano. “Posso sperare che mi voglia concedere l’onore di ballare, signorina Granger?” sorrise, tendendole la mano. Hermione deglutì prima di lanciare un’occhiata di sottecchi ad un Piton sempre più furioso. “Ma certo: un bel ballo è proprio quel che ci vuole per spazzare mia la monotonia!” esclamò, ridendo ed accettando la sua mano.
Mentre la guardava allontanarsi in pista al braccio di Eton ed iniziare a volteggiare ed a ridere con lui, Severus si ritrovò a sentire una familiare fitta al petto che lo stava letteralmente lacerando dall’interno. La conosceva bene, naturalmente: aveva provato la gelosia per anni ed anni, al solo guardare Lily con James. Ma stavolta era diverso, perché non era un’invidia dettata dal rimpianto di qualcosa che non aveva mai avuto …
“Perché?” domandò Remus dopo un po’, facendolo voltare. “Perché cosa, Lupin?” sibilò, gettandosi, finalmente, sul vino. “Perché ti comporti ancora così?”
“Così come?”
“Come se non potessi essere felice in nessun modo o tempo possibile: la guerra è finita, Severus. Sei stato perdonato. Hai lei adesso …”
“E la sto rovinando.” sussurrò Piton senza neanche accorgersene. “Non mi sembra infelice …”
“No?” sogghignò, beffardo. “Forse hai prestato poca attenzione dopotutto … non hai sentito cos’hanno detto tutte quelle teste di legno al nostro passaggio? E Lumacorno?”
“Certo che l’ho sentito, ma non vedo dove sia il problema.”
“Evidentemente sei meno intelligente di quanto si dica, allora …”
“Ancora con questa storia che non sei degno di lei? Sul serio? Severus, perdona la franchezza, ma credevo che tu fossi più intelligente!”
Piton sobbalzò, volgendosi a fissarlo con gli occhi fiammeggianti ridotti a due fessure. “Ma come …”
“Come mi permetto? Mi permetto eccome!” esclamò Remus, congiungendo le mani e protendendosi verso di lui, mortalmente serio. “Anch’io pensavo di non meritare nulla dopo Dora. Sono un mostro, mi dicevo, tutto ciò che tocco muore … non volevo condannare nessuno alla mia presenza e già Teddy ed Andromeda erano troppi, per me. Ma poi ho conosciuto Mina … e, credimi, è stata un’impresa titanica andare avanti dopo Dora e dopo tutto quello che mi è successo, capire che anch’io meritavo di essere felice … ma ce l’ho fatta. E l’ho fatto sia per il mio bene che per il suo, perché anche lei non sarebbe stata felice senza di me. A che scopo dunque causare la sofferenza di tutti? Per autocommiserazione? Per il suo bene? Perché mai dovrei giudicare io cosa vuole lei?”
“Un ragionamento alquanto contorto …” sogghignò Piton. “Ma giusto: quando incontri una persona non ti chiedi perché le piaccia il gelato al pistacchio e non al cioccolato, no? Ne prendi atto e basta. Ma sei hai voglia di prendere un gelato con questa persona, semplicemente glielo compri al pistacchio. Lo stesso vale per Mina ed Hermione: non dovremmo chiederci perché si siano innamorate di noi, ma solo … prenderne atto. Ed essere felici come meritiamo entrambi.”
Severus lo fissò, perplesso, per un po’ prima di mormorare: “Quando sei diventato così sentimentale, Lupin?”
Remus fece spallucce. “Lo sono sempre stato, forse. Ora, se vuoi scusarmi, voglio invitare Minerva a ballare: sta per iniziare ‘The heart asks for Pleasure first’ e so che è il suo brano preferito.” sorrise, battendogli una mano sulla spalla ed alzandosi. Severus, rimasto solo, sospirò, guardandosi attorno con aria nauseata: in tutta la sala, l’amore volava nell’aria … letteralmente. I ragazzini si baciavano, si abbracciavano, ballavano e ridevano. Persino Lumacorno danzava e rideva, felice e Filius sembrava aver ripreso il vecchio flirt con la Sprite. L’unica in tutta la sala a non sorridere terminato il ballo era Hermione e si vedeva piuttosto chiaramente dall’espressione mortificata e triste con cui rifiutava l’ennesimo pretendente mentre si sistemava a bordopista. Era la più bella della serata, così bella da oscurare persino le stelle … ed era sua. Nonostante tutto e tutti, aveva scelto lui, anche se lui aveva provato a rifiutarla, a fare il suo bene. Valeva davvero la pena rifugiarsi nel vecchio Severus ad ogni commento negativo che avrebbero ricevuto, a corso di perderla, prima o poi? In fondo, agli altri che importava se preferiva il pistacchio al cioccolato?
“Dannato Lupin …” mormorò, alzandosi e dirigendosi a grandi passi verso la Grifondoro mentre le prime note echeggiavano nell’aria. Non appena le fu dinanzi, Hermione si volse a fissarlo, ancora stizzita, ma vagamente sorpresa: non sapeva nascondere le sue emozioni …
“So che hai rifiutato molti principi azzurri per questo ballo, ma, forse il Principe Mezzosangue può avere una speranza?” azzardò, tendendole la mano pallida. Hermione lo fissò: ogniqualvolta lo fissava in quel modo si sentiva nudo e totalmente indifeso. Quando, infine, accettò, gli parve di tornare a respirare.
Mentre la musica riecheggiava nell’aria e loro iniziavano a danzare lentamente, Severus si azzardò ad abbassarsi al suo orecchio. “Mi dispiace.” ammise, seppur con un enorme sforzo. “Di cosa? Di esserti comportato da bastardo egoista o di aver detto che sarò sempre una tua alunna?” rispose Hermione senza guardarlo. “Per tutto, a dire il vero.”
“Le scuse di Severus Piton … dovrei imparare a registrare questi momenti, vanno segnati nel calendario!”
“Io ho paura di perderti.” si ritrovò ad ammettere, seppur controvoglia. Hermione smise immediatamente di essere scostante, fissandolo dritto negli occhi d’onice. “Avevo paura con i Potter ed i tuoi ed ho paura anche ora: temo che questi ragazzini e questi giovani insegnanti possano farti capire che sarò sempre un vecchio e cinico bastardo che legge più che respirare. E che meriti di meglio.” concluse, deglutendo mentre la musica aumentava velocità. Hermione continuò a fissarlo, allibita. “E tu pensi davvero che mi importi di queste cose?”
“So che non t’importa … ma a volte mi sento comunque a disagio.”
“Perché?”
“Non so cosa vuoi dalla vita, Hermione.”
“Sì che lo sai ...” sorrise, beffarda, stringendosi a lui ed avvicinando le labbra al suo orecchio. Il suo profumo lo stordì. “Voglio te e te soltanto.” sussurrò prima di allontanarsi, sorridendo. “Ah, beh, se ti accontenti di così poco, non c’è problema …” ghignò, facendo scendere le mani sulla schiena dalla giovane e stringendola a sé. Hermione gli allacciò le braccia al collo, arrossendo. “Severus, smettila …” intimò. “Di fare cosa?”
“Di starmi così vicino e di guardarmi in quel modo …”
“Siamo stati molto più vicini di così … e, poi, è colpa tua: se non fossi così bella, non ti guarderei.” sorrise sul suo collo longilineo. “Io credo che lo farei comunque, invece …”
“Ah sì? E perché?”
“Beh, sei unico, qui dentro. Nessuno è come te … nessuno è il Principe Mezzosangue.”
Severus, stupito dal tono quasi sognante con cui aveva pronunciato quelle parole, si accorse di stare tremando leggermente: davvero aveva dovuto aspettare quarant’anni per incontrare quella ragazzina? Come aveva sopravvissuto senza di lei tutto quel tempo?
Inaspettatamente persino per se stesso, le depositò un piccolo bacio sul collo, facendola arrossire istantaneamente. “Severus!” esclamò, imbarazzata. “Ci stanno fissando tutti …”
“Ma davvero?” ghignò lui. “E t’importa qualcosa?”
“No, ovviamente, ma … sei un insegnante: il decoro …”
“Non m’interessa del decoro: mi importa solamente di te.”
Hermione, involontariamente, sorrise, appoggiando la guancia alla sua giacca e lasciandosi cullare dalla musica. “Ci stanno ancora guardando tutti?” le chiese Severus dopo un po’. La Grifondoro sollevò lo sguardo: tutti, chi più chi meno, ogni tanto, li fissavano. Gli studenti erano perlopiù disgustati, fatta eccezione per qualche ragazza sognante, mentre i colleghi andavano dal sorpreso al divertito, soprattutto Remus e Minerva. “Sì.” confermò. “Ottimo.”
“Perché?”
“Perché è tempo di dar loro qualcosa di indimenticabile da guardare …” sorrise. Senza preavviso, si separò da lei, facendole fare una giravolta e, sul finale del brano, si esibì in un inaspettato casquè, chinandosi a baciarla.

A Spinner’s End era notte fonda quando delle risate riecheggiarono per la strada buia e deserta. “Severus! Ci sentiranno tutti!” sussurrò Hermione mentre rientravano a casa. “Ti preoccupa davvero? Basterà un oblivion e nessuno ricorderà niente!”
“Sei diventato più sprovveduto di un Grifondoro, dopo stasera!” rise lei, levandosi il cappotto. “La cosa ti dispiace?”
“Affatto … solo, avresti potuto svegliarti un po’ prima! Devo sempre essere io a fare il primo passo, tra di noi?” sospirò Hermione, contrariata, levandosi i guanti. Nel farlo, però, lanciò un mezzo gridolino al sentirsi sollevare da terra. Si volse di scatto, ritrovandosi tra le braccia vigorose di Severus. “Non sempre.” le sussurrò, divertito, iniziando a salire le scale. “Che stai facendo?” rise lei mentre la baciava. “Quello che volevo fare dall’inizio della serata!”
“Professor Piton! Dunque è vero quel che si dice … si è decisamente ammorbidito …”
“Ma sicuro, signorina Granger … ora Le mostro quanto mi sono ammorbidito!”
Grattastinchi, sulla soglia del bagno, li fisso entrare in camera talmente stretti da non capire dove iniziava uno e finiva l’altra e sbattere la porta alle loro spalle. Con un sospiro, si leccò la zampa e si recò in soggiorno: non avrebbe potuto entrare per svariate ore, se tutto andava come previsto.

Quando Severus aprì gli occhi, era ancora notte: fuori, le luci dei lampioni compensavano il buio totale del cielo color inchiostro. Si rese immediatamente conto di un peso sul petto, ma si rilassò nel constatare che era solo Hermione: si era addormentato supino, con lei stesa su di lui, le loro gambe intrecciate e le sue mani ruvide ancora sulla morbida schiena della Grifondoro. Con un sorriso, notò la giacca con gli alamari d’argento e lo splendido abito rosso abbandonati malamente sul pavimento: ad un certo punto, si erano rivelati solo un intralcio tra di loro. Quando era con lei, si sentiva a casa, completo, al sicuro e, finalmente, felice. Le accarezzò la schiena, sorridendo al suo lieve mugolio e la fissò: era bellissima anche così, stanca, senza trucco e scarmigliata. Era bella sempre: quando era malata ed indossava una camicia da notte che la faceva sembrare Minerva, quando si vestiva per andare al lavoro, quando metteva abiti principeschi e forse ancor di più quand’era semplicemente lei, senza alcun ruolo e gli sorrideva, innamorata e felice. Non riusciva ancora a capacitarsi di essere lui la sua felicità ...
Le osservò le dita della mano sinistra, su cui svettava l’anello di ametista appartenuto a sua madre: ricordava ancora quando glielo aveva dato. Era un ragazzino, ma Eileen era stata chiara. “Devi darlo solo alla donna ti dui t’innamorerai davvero e che amerai con tutto te stesso. E devi promettermi di fare di tutto per renderla felice …” gli aveva sussurrato. Aveva sempre pensato che l’avrebbe dato a Lily, ma non era mai stato destinato a lei: Lily non capiva le sue ombre ed i suoi silenzi, li fuggiva, voleva riempirli di parole, di luce. Hermione, invece, si accoccolava nella penombra e vi si lasciava cullare teneramente.
Le sfiorò la mano, portandosela alle labbra e baciandola: non sapeva se volesse di più, un matrimonio, magari. Prima o poi, forse, sarebbe arrivato anche quello … ma per ora andava bene così. Avrebbe deciso lei: a lui bastava che fosse felice. Severus aveva la capacità di adattarsi e non sarebbe stato un problema. Aveva anche un certo autocontrollo, solitamente … anche se quella sera l’aveva decisamente perso, inebriato com’era da lei. Sospirò: poco importava. La loro vita, del resto, sarebbe stata sempre uguale, all’indomani. Naturalmente, Severus Piton non poteva immaginare quanto si stesse sbagliando …
Un cigolio alla porta lo fece sbuffare. “Grattastinchi!” sussurrò. Il gatto aranciato strisciò nella stanza, miagolando appena. “Shhh, non svegliarla: vieni qui!” intimò mentre il micio saltava sul letto e si acciambellava contro di lui, ronfando. Severus osservò attentamente Hermione per assicurarsi che dormisse prima di accarezzarlo: anche se non l’avrebbe mai ammesso, in fondo, voleva un gran bene a quel gatto. E, stranamente, anche in quel caso era pienamente ricambiato.

Angolo autrice:
Ed eccoci alla fine di questa minilong! Era un piccolo divertimento senza pretese, ma spero comunque che vi sia piaciuto! Non è escluso che i nostri protagonisti ritornino presto, ho qualche progetto in mente, ma non voglio svelare nulla per il momento!
Grazie comunque a chiunque abbia letto, recensito o inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite: grazie davvero!
A presto!
E.



 
  
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