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Autore: devil_may_cry_wrath_92m    02/06/2022    0 recensioni
un vecchio incubo in cerca di vendetta tornato dal passato di testarossa, ricompare per seminare la morte e la paura e sembra ben deciso a cancellare ciò che la mithril ha costruito, ma anche wraith ha vecchi conti in sospeso
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sousuke Sagara
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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“Colonello si sente bene?” la voce del tenente colonello Richard Mardukas tradiva la sua apprensione. Era raro percepire da lui ansietà di solito era calmo e padrone di sé e delle sue emozioni ma non in quel momento, in quel frangente era accanto al letto del colonello e la scrollava, con uno sguardo preoccupato, per svegliarla “Sì, sì sto bene, grazie tenente colonello Mardukas” disse iTestarossa con il suo ritrovato sorriso. Mardukas, vedendo che il colonello stava bene e accorgendosi che lei indossava il pigiama mentre lui l’uniforme e che era entrato nei suoi alloggi senza chiederle il permesso, si mise sull’attenti e disse: “Le chiedo scusa per il mio comportamento, si senta libera di darmi la punizione che lei ritiene necessaria!” a quelle parole Tessa, il suo soprannome con cui molti suoi amici la chiamavano, disse con una leggera risata: “No, Mardukas non è successo niente. Anzi la ringrazio per avermi svegliata” Mardukas sciolse la posizione dell’attenti e disse: “Stavo venendo per consegnarle i rapporti sull’ultimo controllo dei motori del de Daanan, quando l’ho sentita urlare e mi sono preoccupato” “Non era niente, solo un brutto sogno” disse Tessa. Mardukas conosceva il suo colonello da molto tempo, era amico di suo padre dopo che lui gli aveva salvato la vita, e l’aveva vista diventare quella che era adesso: il colonello della Mithril e colei che aveva progettato uno dei grandi e potenti sottomarini della storia: il Tuatha de Danaan. Era suo vice da parecchio tempo e sapeva quando lei gli nascondeva qualcosa e quello era uno di quei momenti, qualsiasi cosa avesse sognato non poteva essere classificato solo come un brutto sogno. “Ero venuto anche per informarla che abbiamo ricevuto una richiesta di soccorso provenire da una nostra caserma nel Pacifico, sull’isola di Berlidaob” A quelle parole, il colonello si mise in piedi e mutò sguardo; quella che prima era una ragazzina sedicenne con un sorriso e uno sguardo dolce si mutò in un’ufficiale dallo sguardo serio e dal tono di voce marziale. “Si sa qualcosa ?” “Non molto il messaggio è confuso. Io, il maggiore Kalinin e il tenente Clouzot, la stiamo aspettando nella sala comunicazioni per farglielo sentire” “Sarò lì tra poco” Dieci minuti più tardi il colonello entrava nella sala comunicazioni indossava la sua uniforme un giacca e tailleur colore marrone chiara con il logo della Mithril sul braccio destro: una spada alata sopra uno scudo bianco. I suoi lunghi capelli color lillà erano raccolti in una treccia e sopra la testa portava un fiocco blu scuro. Nella stanza c’erano Mardukas, il maggiore Kalinin e il tenente Clouzot. Kalinin era un russo sulle soglie della sessantina, capelli lunghi e bianchi raccolti in un codino e una barba anch’essa bianca , Clouzot invece era sulla trentina, carnagione scura, capelli neri tagliati a spazzola e una uniforme militare verde oliva, in alto a sinistra sul suo petto capeggiava una spilla con su scritto SRT (Special response team) era a capo della squadra che di solito veniva usata sul campo per eliminare i vari obbiettivi, gruppi terroristi, distruggere fabbriche di droga eccetera, questo faceva la Mithril mercenari che non patteggiavano né per gli Stati Uniti né per l’Unione Sovietica, andavano dove c’era bisogno venivano da alcuni definiti i difensori della giustizia. Mardukas, si toccò gli occhiali che portava sul naso prima di fare il saluto come gli altri che erano nella stanza, quando il loro comandante entrò nella stanza lei ricambiò il saluto e poi domandò : “Aggiornatemi” Kalinin rispose: “Ebbene alle ore 00:30 è arrivato questo messaggio” premette un pulsante su una console lì vicina e dallo schermo a muro a destra dei presenti apparve l’immagine di una piccola isola e accanto ad essa uno schema vocale da cui partì una registrazione il suono era disturbato ma il messaggio era abbastanza chiaro: “Qui è il tenente Daniele Briash comandante della caserma dell’isola di Berlidaob, non riusciamo a capire che cosa succede ma sembra che qualcosa o qualcuno ci stia attaccando è cominciato tutto a mezzanotte in punto, all’inizio sembrava solamente una strana sensazione ma… ma a un certo punto è accaduto qualcosa … e … non riusciamo a capire cosa… abbiamo subito gravi perdite, i nostri uomini cadono uno dopo l’altro e…” a quel punto si sentì il rumore di una porta che veniva aperta e il messaggio continuò: “Tu?!... ma cosa? Come?…. NO,NO, NO AIUTO, AIUTOOOO AAAAAHHHH….” Qui il messaggio si interruppe . Tutti rimasero impassibili anche se qualcosa nei loro volti era cambiato. Mardukas, aveva stretto gli occhi, Kalinin si toccò la barba con fare pensoso solo Clouzot e Testarossa dimostrarono una leggera preoccupazione nei loro occhi. “Immagino che abbiate controllato con il satellite quello che è successo sull’isola” “Certamente” rispose Clouzot “e purtroppo non sono buone notizie. La scansione termica mostra solo un grande incendio ma nessuna forma di vita” Testarossa rimase sorpresa, c’erano almeno venti uomini nella caserma dell’isola di Berlidaob e qualcosa o qualcuno non bene identificato li aveva uccisi tutti in meno di mezz’ora ed era sparito. Come era possibile? Si domandò Testarossa, anche se il nemico avesse usato un AS (Arm Slave) era impossibile che un robot/esoscheletro di quasi sei metri sparisse in così poco tempo, un attacco a distanza? Possibile ma con che cosa? Troppe domande Testarossa doveva vedere di persona. “Preparate il de Danaan. Andremo a vedere cosa è successo” “Già fatto colonello, mancano le ultime procedure e saremo pronti tra cinque minuti” disse Mardukas Tessa non fu sorpresa, conosceva bene l’efficienza del suo vicecomandante e sapeva di poter sempre contare su di lui come su tutti gli altri membri del suo equipaggio.
   
 
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