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Autore: EleAB98    04/06/2022    2 recensioni
Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni interiori, e non solo quelli... Riuscirà mai a guardare oltre l'orizzonte? Ma soprattutto, chi lo aiuterà nell'ardua impresa?
[...]
Gilberto Monti è un giornalista affermato. Oltre a ricoprire una posizione lavorativa più che soddisfacente, ha appena esaudito uno dei suoi più grandi sogni: sposare la donna che più ama. Ma è davvero tutto oro quello che luccica?
[...]
Alex Valenza, un reporter piuttosto famoso, è alle prese con una drammatica scoperta che lo porterà a chiudersi, a poco a poco, in se stesso. A nulla sembra valere il supporto della moglie. Riuscirà a ritrovare la serenità perduta?
*Opera Registrata su Patamù*
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo XV – La Scoperta



«Avanti, Gil, vieni con me! Staccare la spina non può che farti bene. Che cosa ti frena, si può sapere?»

Gilberto alzò gli occhi al cielo, il pugno destro sul tavolinetto, cui sostavano un paio di birre, uno sherry alla fragola e un bicchierino di vodka, assieme a un barattolo di patatine speziate. «Megan Rossi e Malcom Stone, ecco chi mi frena!»

Alex sbuffò, contrariato. «Andiamo, dovrai pur ricominciare a divertirti un po'! Per te sono stati dei mesi a dir poco infernali, datti almeno l'opportunità di riprendere a far bisboccia, adesso che sei tornato libero. Nonché a frequentare quei salotti mondani che—»

«Detesto profondamente», completò Gilberto, con una punta di stizza nella voce. Si scolò con un sorso la vodka che aveva ordinato. «E poi non sono ancora libero, lo sai anche tu. Sulla carta, sono ancora sposato con Megan.»

«Oddio, ci risiamo! Lo vuoi capire o no che avete firmato le carte del divorzio e che niente può impedirti di tornare alla riscossa? E poi, se proprio non sarai in vena di andare a caccia di tu sai cosa, potrai sempre contare sulla nostra compagnia.»

«Nostra

Alex fece un sorriso tirato. «Ho invitato Valerio Rimondi – te lo ricordi, no? Sai, per farmi da spalla nel caso in cui tu—»

«Non ho intenzione di venire. Tantomeno rivedere quell'ingegnere da strapazzo. Tu, piuttosto... non dovresti stare con tua moglie?»

Alex fece spallucce. «Era l'unico disponibile, tutti gli altri preferiscono sorbirsi un noioso sabato sera casalingo. Quanto a Marta, presenzierà a una cena con i suoi vecchi compagni d'università, e io non ci penso proprio ad andare con lei...» Fece una smorfia. «Ma te lo immagini? Io, in mezzo a quei patiti di architettura con occhiali stile anni cinquanta? E madri di famiglia e fidanzate che sembrano uscite fuori da un film horror. Il fatto che siano sue coetanee mi sconvolge. Credo che, oggi come allora, Marta sarebbe l'unica donna degna di attenzioni! Capisci, quindi, che non ci penso proprio ad assistere a un simile spettacolo, tantomeno annoiarmi a morte... piuttosto ho preferito l'illustrissimo ingegner Rimondi», rimarcò Alex con fare derisorio.

Gilberto rise di gusto. «Illustrissimo è dire poco! Penso che soltanto lui sia riuscito a far crollare due case di montagna nel giro di due mesi! E menomale che il collaudo è stato fatto senza che entrasse anima viva lì dentro, o avrebbe perso l'abilitazione da diverso tempo.»

«Un ingegnere che non conosce le leggi della Fisica è come un giornalista che non conosce il codice deontologico della sua professione. Un completo stillicidio! Misa tanto che, di questo passo, nessuno gli chiederà più una consulenza.»

«Sicuro!» Gilberto si alzò dal tavolino. «Avanti, si torna al lavoro!» Si fregò le mani, rassegnato, e cominciò ad avviarsi fuori dal bar.

Alex terminò di bere lo sherry e si avviò insieme a lui. Dopo aver accennato un saluto al barista e aver dato un'occhiata alla corposa e variopinta serie di dipinti di arte moderna appesa alla parete di destra, uscirono entrambi dal Piper – il bar che frequentavano sin dai tempi dell'università. Alex si rivolse ancora a Gilberto. «Non mi hai dato una risposta, però. Verrai o no?»

L'altro avanzò a passo spedito, svicolando tra i passanti, tant'è che Alex faticava a stargli dietro. «Ancora con questa storia?!»

«Ma non sarai da solo, te l'ho detto! E poi lo sai che stavo solo scherzando, non dobbiamo andare alla Casa Bianca. Si tratta soltanto della cerimonia di premiazione di quel Concorso di Giornalismo Annuale a cui ti avevo pregato ogni santo giorno di partecipare.»

Gilberto schivò con disinvoltura un bambino in bicicletta che era passato in mezzo ai due senza preavviso, mentre Alex non mancò di sussultare per lo spavento. «Sarei forse dovuto entrare in competizione con mia moglie? Neanche morto!»

Alex scoppiò di nuovo a ridere. «Sai che sarebbe stato molto interessante, invece? Una sfida all'ultimo sangue tra due professionisti del settore, per giunta legati da un rapporto sentimentale praticamente inesistente. Ma dai, non farmi rigettare d'un colpo lo sherry che ho appena bevuto alla tua – anzi, alla nostra – salute!»

L'altro scosse la testa. «Ti hanno mai detto che sei il re della delicatezza?» replicò, fingendosi infastidito. In verità, l'atteggiamento di Alex non lo sorprese affatto. Lo conosceva o no come le tasche dei suoi jeans?

«Be', mia moglie non è solita dirmi questo, in effetti. Ci sono spesso andato giù pesante anche con lei... in altri contesti ben più interessanti, ovvio», commentò, un sorriso malizioso quanto sarcastico increspò le sue labbra sottili. «Dai, non farti pregare. Sono sicuro che ti divertirai come non mai.» Lo guardò per un momento, quindi gli diede una pacca sulla spalla. «Il dolore non svanisce da un momento all'altro, io posso capirti. Ma devi cercare di andare avanti. Allora, ci stai?»

Gilberto gli regalò un'occhiata in tralice, e Alex comprese all'istante che si trattasse di un . Sorrise sotto i baffi. Il suo amico aveva proprio uno strano modo di concedersi alle proposte che lui gli faceva di tanto in tanto, ma l'importante non era forse vincere le sue resistenze? «Avanti, torniamo dalle nostre amatissime scartoffie», gli disse, con falsa noncuranza. Una parte di lui sperava ancora di vedere il vecchio Gilberto in azione.

 

*

 

«Caspita, conciato così cadranno tutte ai tuoi piedi, Gil!» esclamò Alex, guardandolo dall'alto in basso. Non sapeva perché l'amico non avesse optato per dei semplici jeans e una di quelle magliettine a tinta unita che tanto adorava, dato che, da quando si era separato dalla moglie, aveva ripreso a vestirsi secondo i suoi standard.

«Non volevo sfigurare, sapendoti vestito...» Gilberto spalancò di colpo la bocca. «Aspetta un momento... Che razza di fine ha fatto la tua cravatta?»

Alex sorrise. «Poco prima di venirti a prendere, io e Marta ci siamo divertiti un po', non so se mi spiego... be', ecco... a un certo punto non ci ho capito più niente e mi ha confiscato la cravatta.»

Gilberto sputò quasi il gin tonic che aveva appena bevuto. «Ma come?! Non hai idea di dove l'abbia messa?»

«L'idea sarebbe stata quella di una caccia al tesoro, perlomeno all'inizio. Ma poi, tra una provocazione e l'altra, l'unica cosa che sono riuscito a scovare è stato il mio amichetto bello pronto e una moglie completamente senza vestiti, con un sorrisetto inequivocabile, e che mi pregava tacitamente di saltare addosso.»

Gilberto pregò di non strozzarsi con la sua stessa saliva, stava ridendo a crepapelle. Da quanto tempo non se la spassava con i rocamboleschi racconti di Alex?

«Io però le ho confiscato la sua adorata sciarpa», riprese l'altro, unendosi alle grasse risate dell'amico mentre un calore familiare gli invadeva il basso ventre – solo al ricordo di quel momento, il suo corpo tornava a riaccendersi seduta stante.

«Be', in questo caso...» Gilberto si avventò sulla sua cravatta nera e se la tolse con agilità e altrettanta soddisfazione. «Questa non serve più nemmeno a me. Ti dispiace se vado a riporla in macchina? Torno subito!» Alex gli fece l'occhiolino e, complici le luci stroboscopiche e la musica a tutto volume che infestava il locale, tornò a muoversi sicuro sulla pista da ballo, non mancando di guadagnarsi occhiate furtive – ma tutt'altro che innocenti – da parte di alcune ragazze.

Gilberto, nel frattempo, cercò di farsi strada tra la folla – intrisa di ragazzi e adulti di ogni età –, quindi si affrettò a raggiungere la sua BMW. Il silenzio della notte lo riportò immediatamente alla realtà. Anche stavolta, si sentiva tanto solo. Quella sensazione di straniamento sarebbe mai finita?

Le scarpe stringate battevano sull'asfalto, l'allegro canto delle cicale contrastava con il suo cipiglio, di nuovo triste e non meno serioso. Si lasciò investire dalla tiepida brezza notturna. Chissà come sarebbe stato se lui e Megan si fossero divertiti a ballare insieme su quella pista. Scacciò quel pensiero ed estrasse la chiave della macchina dalla tasca della sua giacca, la cravatta tra le mani. Qualche metro più avanti, si bloccò di colpo. Quella massa di capelli biondicci e non meno ribelli gli sembrava familiare, per non parlare del profilo delicato del suo viso. Strabuzzò gli occhi. Si trattava davvero di lei? Fece scattare il telecomando e i fari della macchina baluginarono nel buio. La donna si scostò prontamente dal cofano dell'auto.

«Mi scusi tanto, signore, io non...» Non appena lo guardò negli occhi, si bloccò di colpo. «Gilberto...?» sussurrò a malapena, gli occhi sbarrati.

«Benedetta... non mi aspettavo di rincontrarla qui!» Le tese la mano e lei ricambiò. «Non mi aveva detto che fosse di Firenze!»

Lei gli regalò un sorriso triste. «No. Io sono di Los Angeles. E...» Si scostò un ciuffo ribelle dalla fronte con aria nervosa. «Ero venuta sino a qui perché volevo fare pace con un mio amico, però... non credo di averne il coraggio. Forse mi conviene cercare un albergo e ripartire domattina.» Si strinse nelle spalle.

Gilberto aprì lo sportello della macchina e vi gettò la cravatta, quindi lo richiuse. «Deduco che l'amicizia tra lei e questo ragazzo sia molto importante.»

Lei sorrise, amara. «Si tratta sempre dello stesso uomo che mi ha fatto perdere la testa. Da quando mi sono dichiarata a lui, il nostro rapporto non è più lo stesso. Ormai da un mese non ci parliamo e sono distrutta. Mi sembra che niente abbia più senso.» Una lacrima sottile le solcò la guancia destra e si affrettò a scacciarla. «Non c'è niente da fare, lo amo tantissimo. Il mio sentimento per lui è immenso, non si è affievolito... a dispetto di quello che credeva lui.»

«Mi dispiace davvero tanto per lei. Io provo lo stesso per la mia donn... per la mia ex moglie», si corresse. Doveva ancora abituarsi a non considerarla più sua.

«A volte mi chiedo come sarebbe stato se non avessi accettato la sua proposta di lavorare con lui. Se non avessi accettato di essere una sua discepola

Nell'altro cominciò a sorgergli uno strano sospetto. «L'uomo in questione è di Firenze? Oppure—»

«No, l'uomo in questione è di Los Angeles. Si tratta di Malcom Stone... magari lo conosce», dichiarò lei, tutto d'un fiato.

Il cuore di Gilberto perse un battito. «Malcom Stone?! Il vincitore del Festival del Giornalismo che si è tenuto un mese fa a Montreux?»

«Esattamente. Proprio lui. Perché è così sorpreso?»

Gilberto digrignò i denti. Fece un respiro profondo e, voltando le spalle alla ragazza, si aggrappò al portabagagli della macchina. «Ancora lui!» sbottò, inferocito. «Ancora lui!» Batté un pugno sul vetro e Benedetta indietreggiò, spaventata. L'uomo, accorgendosi che lei si era scostata rumoreggiando sulle sue scarpe, sospirò profondamente. «Mi scusi... mi scusi tanto, veramente, io...» Si toccò la fronte, cercando di contenersi. «Non volevo reagire in quel modo. Il problema è che... mi domando cos'abbia quell'uomo. Sono tutte innamorate di lui, e mi sembra davvero assurdo!»

Benedetta inarcò le sopracciglia. «Tutte

Gilberto sorrise, sprezzante. «La mia ex moglie... Megan Rossi. Le dice niente? L'altra vincitrice del Festival di Montreux... ha avuto a che fare con lui in passato. Circa tre anni fa. Megan mi ha sposato soltanto per dimenticare quell'uomo. Ma è ancora innamorata di lui... proprio come lei, signorina Carisi

«C-che cos'ha d-detto?!» Benedetta scosse più volte la testa. «Io n-non ci credo», tartagliò. Fece un bel respiro. «Non sta dicendo sul serio, Malcom me l'avrebbe detto! Non può essere vero!», esclamò, con tutto il fiato che aveva in gola. «Lui mi avrebbe detto che nel suo cuore c'era un'altra donna, non è capace di mentire!»

«Venga con me, allora», la provocò l'altro, ormai al limite. «Se davvero non ci crede, non dovrebbe temere di trovarli insieme alla festa, magari appartati in qualche angolino della sala a sbaciucchiarsi come se non ci fosse un domani.» Stava cercando di non esplodere del tutto, ma gli costava davvero fatica. Per quanto tentasse di dimenticare il passato, questo ritornava, prepotente, a bussare alla sua porta. Tra tutte le donne del mondo, doveva proprio trovarsi di fronte a quella che moriva dietro a quel bellimbusto di Malcom Stone? Cos'aveva fatto per meritarsi un simile castigo?

«Lei... lei era sposato con Megan Rossi?» domandò lei, la voce incrinata.

«Sulla carta, lo siamo ancora. Ma la nostra storia non è mai iniziata. Non siamo nemmeno partiti per il viaggio di nozze, e io come uno scemo l'ho assecondata. Come le ho detto, Megan aveva sempre in testa lui. Il vostro adorato Malcom.»

Benedetta scosse la testa con aria indignata. Senza dirgli una parola, cominciò a correre in direzione del locale incriminato.

Gilberto non si premurò di seguirla.

 

*

 

«Di questo passo dovrò trasportarti sin dentro al letto! Vuoi smetterla di bere o no?»

«Quel farabutto! Quel farabutto mi perseguita!» Gilberto ingollò un altro sorso di birra. Avrebbe tanto voluto dimenticare tutto e cadere in un letargo infinito.

«Non è una novità che insieme a Megan ci sia anche lui, devi cercare di metterti l'anima in pace.»

«Ma non sapevo che quella ragazza fosse innamorata persa di lui», replicò, guardandosi intorno.

«Cosa c'è, ti stavi forse innamorando di lei?» Alex sorrise compiaciuto. Forse, Gilberto stava inconsciamente voltando pagina.

L'amico riempì di nuovo il suo bicchiere.

O forse no, constatò Alex, tornando a scrutarlo con aria preoccupata.

«Di tutte le donne che potevano capitarmi, dovevo parlare proprio con una che è sotto un treno per lui. Il destino si diverte proprio a farsi beffa di me!»

«Ma non potevi certo saperlo! Tu sei stato un gentiluomo, tutto qui.»

«Non lo sono stato adesso, però. Quella ragazza era sconvolta.»

Alex sospirò. «Dai, non rovinarti la serata.» Con rinnovata calma, gli strappò di mano il bicchiere. «Potresti terminare in gran bellezza. Dietro di te c'è una bellissima ragazza. Tra l'altro, non ha smesso di puntarti da quando siamo arrivati.»

Gilberto non si voltò nemmeno. «Non mi interessa niente. Tanto nessuna di loro è Megan.»

«Sicuramente no. Con le altre ti divertiresti senz'altro di più.»

L'altro non rise alla battuta. Nessuna donna poteva consolarlo, tantomeno trascinarlo in un punto di non ritorno, per quanto avesse, nell'ultimo mese, pensato di lasciarsi andare con un'altra.

«Ascolta, io sono il tuo migliore amico.» Alex lo sostenne per le spalle e lo guardò intensamente. «Non sopporto vederti soffrire per quella donna, lei non lo merita. Tu devi ritrovare te stesso, a partire dalle piccole cose. Se non vuoi concederti grossi sgarri, posso capirti. Non farlo, se non te la senti. Però cerca di divertirti, per una fottuta volta pensa solo a te. Mi prometti che ci proverai?»

Gilberto sorrise appena. Quello che aveva appena scoperto l'aveva spiazzato troppo, non sarebbe riuscito a dimenticarlo tanto facilmente. «Non so se—»

«Provaci. Dammi retta. Cerca di coltivare le tue passioni e, se ci scappa, prova a conoscere qualcun'altra. So che adesso non sarai in vena, ma puoi anche fare nuove conoscenze senza mettere per forza in ballo un qualcosa di più grande. Puoi essere tutto quello che vuoi, okay?»

Dopo avergli dato un'altra pacca sulla spalla, gli fece l'occhiolino e lo invitò a raggiungere Rimondi sulla pista. Quando si voltò alla sua destra mentre cercava di improvvisare, non senza imbarazzo, qualche passetto di merengue, incrociò lo sguardo ferino di una ragazza dai capelli neri e dal corpo slanciato, evidenziato da un vestito da sera piuttosto elegante. Lei gli sorrise, ammiccante.

Gilberto provò, per un breve momento, l'impulso irrefrenabile di avvicinarsi alla ragazza, ma si trattenne.

Non doveva lasciarsi troppo andare. In fondo, non voleva.

   
 
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