Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Dalybook04    06/06/2022    0 recensioni
Hetalian fanfic, Spiderman!Au
Di uno Spiderman nerd e ligio al dovere che si ritrova a doversi occupare di una sorpresina arrivata da un altro universo
Detto anche: quando ci rimani troppo male per No way home e ci devi assolutamente scrivere una ff sopra, ma cambiando i personaggi perché sì
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Ripeti, non credo di aver capito"
Antonio alzò gli occhi al cielo, ma si mostrò paziente "alcuni anni fa sono stato morso da un ragno geneticamente modificato mentre ero in gita scolastica"
"Anche io"
"Ho frequentato l'International High School"
"Anch'io"
"E sono fidanzato con Lovino Vargas"
"Anch- no, io decisamente no" Ludwig, al di sotto della maschera, mise su un'espressione di disgusto "mi dispiace"
"Perché? Sono innamorato del mio Lovi"
"Nel tuo mondo deve essere diverso dal Lovino di questo, se tutto quello che mi stai raccontando è vero"
Antonio, seduto su una cassa di legno, esibì un sorriso ironico "rude, maleducato e testardo?"
"Già"
"Il mio è uguale"
"E com'è che fai a... sai cosa? Non voglio saperlo"
I due Spiderman si erano nascosti in un vecchio magazzino abbandonato, umido e buio, per parlare. Ludwig non si era tolto la maschera, per sicurezza.
"Perché dovrei crederti? Chiamami cinico, ma fatico a credere a uno che viene qui e sostiene di venire da un universo parallelo ed essere fidanzato con il ragazzo più insopportabile della scuola"
Antonio si imbronciò "Lovi non è insopportabile"
"Non è quello il punto. Perché dovrei crederti?"
"Hai visto che ho i tuoi stessi poteri, se vuoi posso dartene una dimostrazione pratica anche adesso"
"Com'è che sei finito qui?"
"Stavo facendo il mio solito turno di ronda quando qualcosa mi ha colpito e sono svenuto. Mi sono risvegliato da solo nel punto esatto in cui ero e sono andato a controllare che Lovi stesse bene"
"Perché?"
"Se ce l'hanno con me, lui è il primo a essere in pericolo, dovresti sapere come funziona. Mi sono accorto che qualcosa non andava quando lui non mi ha riconosciuto. In giro ho visto video di uno Spiderman che ha fatto cose che non ho mai fatto e lì ho capito cosa fosse successo"
"Hai parlato di multiverso"
Antonio annuì "nel mio mondo alcuni supereroi ci hanno avuto a che fare. Qualcuno deve avermi spedito qui"
"Sai come tornare indietro?"
"Non sono mai stato una cima con queste cose, ma ci deve essere una breccia nel punto in cui sono arrivato"
"E dove sarebbe?"
"Non ti so dire il nome della via, qui sono diversi, ma ci so arrivare"
"Allora torna indietro"
"C'è un problema"
"Ti pareva"
"Temo che chi mi ha spinto di qua mi abbia seguito. Se è chi penso che sia, non è un bel tipo con cui avere a che fare"
"Okay, mettiamo che ti creda. Cosa vorresti che io faccia?"
"Se potessi aiutarmi a mandarlo indietro..."
"Come?"
"So qualcosa di magia, posso costruire un meccanismo che lo blocchi così che lo possiamo rimandare indietro, ma mi servirà un luogo in cui lavorare e, be', devo prima capire dove si trova. Il tuo aiuto mi farebbe comodo"
"Okay, chiaro. Adesso spiegami perché dovrei fidarmi di te"
"Ehm... ti posso dire qualcosa che solo uno con i nostri poteri sa"
Ludwig incrociò le braccia al petto "avanti".
"Sono stato morso durante una gita al laboratorio dell'università, il ragno è morto e tornato a casa ho dormito per dodici ore filate. Quando mi sono svegliato ero cresciuto in altezza, in muscoli e in abilità fisiche. Ho ancora la cicatrice del morso del ragno sulla spalla e ho una specie di sesto senso che mi avverte quando sono in pericolo, lo chiamo "senso di ragno""
"Fa' vedere la cicatrice" Ludwig si avvicinò e Antonio spostò di alcuni centimetri il bordo del costume, scoprendo un punto tra collo e spalla dove erano visibili delle piccole incalanature: il segno dei denti del ragno, identico a quello che aveva Ludwig, nello stesso identico punto.
"Adesso mi credi?"
"Facciamo così. Nel giardino di casa mia c'è una piccolo magazzino che uso come laboratorio, c'è un po' di tutto. Potrai stare lì"
"Gracias!"
"Ma ad alcune condizioni. Intanto non ti devi far vedere da nessuno con quel costume, poi nelle ore in cui non sarò con te ti chiuderò a chiave nella cantina e non avrai contatti con il resto del mondo. Quando ci sarà da catturare il cattivo, uscirai e lo cattureremo, poi te ne tornerai a casa tua"
"Va bene"
Ludwig sbuffò "ora togliti il costume, così andiamo"
"Ehm... non ho vestiti dietro"
Un altro sbuffo "passiamo per le fogne. Entro in casa dalla finestra e ti prendo un cambio, forse ti staranno un po' grandi ma pazienza"

"Wow, che bel posticino" il magazzino di Ludwig se all'esterno era una semplice struttura di legno, all'interno si rivelò come un piccolo laboratorio dotato addirittura di cucina e divano-letto. Antonio iniziò a guardarsi intorno "mi servono un paio di ingredienti, ma sono facilmente reperibili"
"Mh"
"Grazie per, ehm, tutto. Cercherò un modo di ripagarti"
Ludwig alzò le spalle "non importa. Se mi aiuti a togliere di mezzo un cattivo sono solo che contento"
"Già... puoi toglierti la maschera eh, tanto non conosco nessuno qui"
"Non penso sia saggio"
Antonio alzò le spalle "va bene, ma tanto ormai so dove abiti. Se fossi interessato a farti del male, avrei già delle informazioni"
"Siamo passati dalle fogne. Al buio"
"Magari mi sono memorizzato il percorso"
Ludwig alzò gli occhi al cielo e si tolse la maschera. Antonio, vedendo il suo viso, si illuminò.
"Oh! Ma sei il piccolo Ludwig"
"Ci conosciamo?"
"Sì! Nel mio mondo io e tuo fratello Gilbert siamo..." Antonio esitò e il suo sorriso si spense "eravamo migliori amici"
"Eravate? Perché?"
"Abbiamo, ehm, litigato di brutto per una serie di motivi" Antonio aggrottò la fronte "non ha preso bene il mio essere Spiderman e... e un insieme di altre cose"
"Oh"
"Il cattivo che è venuto qui" aggiunse "temo sia lui. Mi odia"
"Ah"
"Non ti chiederò di combattere contro tuo fratello, stai facendo già tanto"
"Quello non è mio fratello. Mio fratello è a casa e crede che io sia in biblioteca a studiare"
Antonio mise su un sorriso triste "sì. Sì, giusto"
Dopo alcuni secondi di silenzio, in cui Antonio aveva dato un'occhiata agli strumenti di Ludwig, fu proprio lo spagnolo a riaprire la conversazione.
"Con Feli come va?"
Ludwig arrossì fino alla punta delle orecchie. Non fu tanto la domanda in sé a farlo arrossire, quanto il sorrisetto malizioso e il tono di voce che la accompagnarono.
"Uhm... bene?"
"State insieme?"
"No..."
"No? Strano. Nel mio mondo siete una coppia solida"
"Oh" Ludwig cercò di mantenere un'espressione neutra, ma non funzionò.
"Ti piace, eh? Secondo me dovresti dirglielo"
"Non voglio metterlo in pericolo. Sai... la questione di Spiderman"
Antonio diede le spalle a Ludwig per aprire un armadio e guardare cosa ci fosse dentro "se tanto siete amici la cosa cambia poco"
"Ho altri amici, non avrei altri fidanzati"
"Sai... la vita è difficile per quelli come noi" si sedette su una sedia, a spalle chinate e con un sorriso triste sul viso "Lovi direbbe "carpe diem", cogli l'attimo. Quando fai questo lavoro, se vuoi chiamarlo così, potrebbe succederti qualsiasi cosa da un giorno all'altro e... e quindi è importante goderti la felicità quando arriva, capisci cosa voglio dire?"
"Credo di sì" un dubbio a questo punto legittimo si fece strada nella mente del giovane supereroe "ma... Lovino sta bene? Il tuo intendo"
"Mi ha lasciato" mormorò Antonio in risposta, chinando ancora di più le spalle e facendosi piccolo in sé stesso "per... per la storia di Spiderman"
"Ah"
"Lo capisco in realtà, non lo biasimo di certo. Rimane il fatto che per anni mi ha reso l'uomo più felice del mondo e questa cosa rimarrà per sempre" Antonio sospirò "per questo ti dico che devi cogliere la felicità quando ti arriva, o rischi di pentirtene e... e diventare più crudele del necessario per il risentimento" dopo qualche secondo di silenzio si alzò e batté le mani, un sorriso aperto sul suo viso "bene! Adesso faccio un attimo una lista di quel che mi serve"

Lovino stava andando a casa di colui che affettuosamente chiamava "crucco mangiapatate di merda", ovvero Ludwig.
Se le condizioni non lo avessero richiesto, se ne sarebbe stato il più lontano possibile da quella casa che riteneva infetta e infestata, ma le condizioni richiedevano che non solo ci si avvicinasse, ma addirittura che parlasse con uno degli inquilini.
Le suddette condizioni erano suo fratello Feliciano, che sembrava starsene un po' troppo vicino a quel tedesco e ne parlava un po' troppo bene, quasi che, orrore!, ne fosse innamorato. Lovino quindi, da bravo fratello maggiore, sentiva il bisogno di fare un discorsetto a quel tizio, da uomo a uomo, per capire che intenzioni avesse con il piccolo Feliciano e se ci fosse da preoccuparsi.
Brontolando raggiunse la casa dei Beilschmidt e bussò alla porta, ma nessuno rispose. Sbuffò e dopo alcuni secondi suonò di nuovo, se pensavano che ignorarlo lo avrebbe mandato via non avrebbe funzionato.
Diede un'occhiata all'abitazione che, per quanto non fosse un castello, era comunque una casa indipendente di due piani, a quanto aveva capito dalle farneticazioni di Feliciano i due fratelli tedeschi l'avevano ereditata dai genitori quando questi erano morti anni prima.
Alla fine rinunciò, evidentemente non c'era nessuno in casa. Aveva perso tempo per quel mangiapatate, che scandalo. Si voltò e si diresse verso la strada, avrebbe cercato di prendere da parte il crucco a scuola senza che quel rompipalle di Feliciano se ne accorgesse, il che si prospettava complesso visto che quei due sembravano appiccicati con la colla.
Lovino si girò un'ultima volta verso la casa e vide qualcuno, in penombra, correre verso il retro. Sogghignò, allora qualcuno c'era!, e seguì quella figura sul retro della casa.
Il giardino non era propriamente definibile "giardino", visto che, oltre a essere davvero piccolo, era ricoperto di erba secca e buona parte dello spazio era occupato da un vecchio capannone, una specie di magazzino con qualche piccola finestrella, dove la figura sospetta stava smanettando con una chiave per entrarci. Lovino si nascose dietro all'angolo, che magari quello era un ladro e ci andava di mezzo lui.
Quando però quello aprì la porta, la luce proveniente dall'interno lo colpì e illuminò il costume rosso e blu di Spiderman. Lovino sgranò gli occhi e, scioccato, si avvicinò al magazzino, si inginocchiò nell'erba e si sporse a guardare attraverso una delle finestrelle.
Vide Ludwig, perché era proprio lui!, indossare il costume di Spiderman senza la maschera e parlare ad un ragazzo ispanico dai capelli ricci. Lovino assottigliò lo sguardo. Quel ragazzo indossava una felpa che era piuttosto sicuro di aver già visto addosso al crucco e dei pantaloni della tuta che, di nuovo, era piuttosto sicuro di aver visto già addosso al crucco. Non riusciva a sentire quello che si stavano dicendo, ma la cosa non gli piaceva per niente.
C'è una cosa da sapere su Lovino: quando si arrabbiava, neanche legarlo sarebbe stato sufficiente a fermarlo. Nella sua testa in quei pochi minuti in cui rimase a guardare si fece largo un'ipotesi che, no, non gli piaceva per niente.
Senza pensarci un secondo si alzò e spalancò la porta dello sgabuzzino, sbattendola così forte contro il muro che l'intera strutturà, fragile, tremò. Entrambi i supereroi, in un certo senso, se lo aspettavano: il loro senso da ragno fremeva da diversi minuti, ma non erano riusciti ad identificare il motivo, ne stavano appunto discutendo.
Vedendo Lovino e la sua espressione infuriata, rendendosi conto di essere con il costume da eroe in bella vista e senza maschera, Ludwig saltò sul soffitto e ci rimase appiccicato, letteralmente, e cercò di coprirsi il viso come poteva. Lovino gli puntò il dito contro.
"Fottutissima testa di cazzo" ringhiò "adesso mi spieghi che minchia hai in quel cervello bacato. Una patata marcia? Un würstel ammuffito? No, davvero, dimmelo, perché non capisco"
Ludwig cercò disperatamente di cammuffare la voce, che per fortuna gli uscì più acuta del solito per lo spavento "n-non ti conosco, civile, io sono-"
"Sei un coglione di nome Ludwig, l'ho visto benissimo, è inutile che fai la voce da Topolino. Adesso scendi, così ti posso tirare una testata che manco la finale Italia-Francia nel 2006. Avanti!"
"Lovi, mi querido, amor de mi vida..." ad Antonio venne automatico, istintivo, chiamare Lovino così, con dei nomignoli dolci, ignorando il fatto che primo, quel Lovino fosse decisamente furioso e di conseguenza poco in vena di sdolcinatezze, e secondo, che Lovino capisse lo spagnolo "parliamone"
Lovino gli puntò il dito contro con più intensità e passione di quanta ce ne metta un pazzo che agita la pistola in aria "non chiamarmi così e fatti i cazzi tuoi, non so chi cazzo tu sia ma non c'entri" tornò a rivolgersi all'arrampicatore di soffitti "ti ho detto di scendere! Pensi di essere furbo a prendere così per il culo quel minchione di mio fratello? No perché non lo sei, potrai anche ingannare Feliciano, che ha solo due neuroni che corrono in cerchio alla ricerca di cazzo, ma non me, no signore!"
Antonio si sbatté una mano in faccia "Ludwig, dovevi proprio scatenare la mamma iperprotettiva? Chi lo ferma ora..."
"Tu! Devi tacere! Zitto! Fermo! Vattene!"
L'ispanico aveva l'aria di starsi divertendo "come faccio ad andarmene se sto fermo?"
Lovino assottigliò gli occhi verdi "non fare il furbo, ci metto poco a toglierti quel sorrisetto a suon di schiaffi"
"Fallo"
"Cosa?!"
"Ti ho detto: fallo"
Ludwig iniziava a pensare sempre di più che Antonio avesse manie suicide, o quanto meno masochistiche. Poi si ricordò che era stato fidanzato con quell'italiano isterico per anni e la sua teoria divenne sempre più probabile.
Lovino iniziò a tremare per la rabbia, sembrava fumare dalle orecchie.
"C-cosa?! Brutto pezzo di..." fece per caricare il suo nemico, ma Antonio se lo aspettava: lo schivò facendolo sbilanciare in avanti, lo bloccò con delle ragnatele, lo fece girare e gli tappò la bocca con altre ragnatele. Ludwig non sapeva se ridere, visto che Lovino sembrava un involtino molto arrabbiato, o essere colpito dal coraggio di Antonio. Si decise a scendere dal soffitto.
"Ma come hai fatto?"
"Ho vissuto con Lovi per anni. Questo è niente"
Lovino urlò contro le ragnatele, ma le sue parole arrivarono soffocate. Ludwig intuì che si dovesse trattare di qualcosa simile a "io non conosco questo qui! Di che sta parlando?"
O forse erano solo bestemmie.
"Allora, Lovi" Antonio si inginocchiò accanto a lui "io ti libero, però tu mi prometti di non urlare. Gilbert è andato a portare i cani a fare pipì, ma potrebbe essere già tornato e non ci va che ci senta, capisci?"
Lovino lo guardò con un odio così intenso negli occhi che Ludwig temette che riuscisse a sciogliere le ragnatele solo per mettere le mani al collo dello spagnolo, che però non si mostrò intimorito, anzi, ridacchiò.
"Non ho paura di te, pequeño. Puoi anche restare legato qui tutta la notte, a me non cambia niente, anzi, stare in tua compagnia non mi dispiace" Antonio si sedette a gambe incrociate, con un sorriso calmo dipinto sul viso "quindi? Posso toglierti le ragnatele dalla bocca? Se urli" aggiunse "ci metto un secondo a rimetterle. Vogliamo solo spiegarti quello che hai visto"
"Vogliamo spiegarglielo?" intervenne Ludwig, che avrebbe volentieri lasciato Lovino legato per terra tutta la notte.
"A questo punto che altro vuoi fare?" Antonio tornò a rivolgersi al suo prigioniero, con tono dolce ma costringendolo a guardarlo negli occhi "allora? Posso fidarmi di te?"
Lovino chinò la testa per annuire e Antonio andò a prendere le forbici per tagliare le ragnatele. Una volta libero, Lovino non esitò un secondo a insultare i due ragazzi.
"Siete due porci, maniaci, pervertiti e se tenermi legato così è un modo per soddisfare le vostre fantasie del cazzo, sappiate che ci metto un attimo a castrarvi tutti e due"
Ludwig assunse un'aria disgustata al solo pensiero "fidati, non ho fantasie che ti riguardino"
Antonio allargò il suo sorriso e non disse altro, ma il suo sguardo esitò un secondo sul modo in cui le ragnatele stringevano il corpo longilineo del loro inaspettato ospite.
"Allora" iniziò lo spagnolo "mettiamoci tutti a sedere"
"Tsk, come se avessi scelta"
"Ludwig, per favore, siediti con noi" Ludwig obbedì "adesso, Lovi, per favore spiegaci cosa credi di aver visto"
"Cosa credo di aver visto?! Ci vedo, cretino"
"E ne siamo felici, ma penso che tu abbia mal interpretato"
"Mi pensi scemo?"
"No, sono il primo a dire che sei tra le persone più intelligenti che conosca, ma la verità è così contorta che penso che neanche Sherlock Holmes ci sarebbe arrivato"
Lovino arrossì leggermente per il complimento e si mise seduto, per quanto poteva, più dritto, con aria compiaciuta "uhm... il ciucciawürstel è entrato qui con il costume da ragno e l'aria più sospetta del mondo e tu hai addosso i suoi vestiti"
"Okay"
"Però anche tu spari ragnatele, il che mi confonde"
"La cosa dei vestiti come l'hai interpretata?"
Lovino alzò gli occhi al cielo come se fosse stato ovvio "che il deficiente sta con te e nel mentre si prende gioco di mio fratello!"
"Io non mi prendo gioco di Feli!" si difese Ludwig.
"Ah no?! Perché s'è preso una cotta per te, ma a quanto pare hai Mr. Corrida qui da scoparti. Se questo non è "prendere per il culo" qualcuno, non so cosa sia!"
"Hai decisamente frainteso" intervenne Antonio "senza offesa, ma non mi metterei mai con un ragazzino. Be'... con delle eccezioni" e fece l'occhiolino a Lovino, che alzò i suoi al cielo.
"Pedofilo"
"Ho ventisei anni!"
"Undici più di me. Pervertito"
"Comunque io e Ludwig non stiamo insieme" aggiunse Antonio "è come un cuginetto per me"
"Non c'è atto più divino..." mormorò Lovino.
"Non finire la frase, amore, ti prego"
"Smettila di darmi tutti 'sti nomignoli, manco fossimo sposati!"
Antonio si morse il labbro pieno "be'... in un certo senso lo saremmo potuti essere"
"Non dirmi che sei il mio futuro marito tornato nel passato per qualche strano motivo. In caso dimmelo che m'ammazzo ora" ribatté Lovino, trasudando sarcasmo.
"Adoro il tuo acume, non ci sei andato così lontano"
"Aspetta che?"
"Non vengo dal futuro, ma da un'altra dimensione, un universo alternativo dove io sono Spiderman, io e te stiamo insieme e Ludwig sta con tuo fratello"
"Non so quale delle tre cose mi faccia più paura" brontolò Lovino "mi sa l'ultima"
"Non mi credi, eh?"
"Ma sì, certo che ti credo. Faccio avanti e indietro tutte le mattine da questo universo a uno fatto di pizza dove abita il mio proproprozio Marcello"
"Be', conosco cose su di te che nessun altro sa. Almeno, sull'altro te, ma a quanto vedo vi somigliate parecchio"
Lovino sgranò gli occhi "sei il pazzo che mi ha parlato sul tetto!"
"Ribadisco che adoro il tuo acume. È usando quello che hai capito che sono Spiderman, per lo meno nel mio mondo"
"Allora non mi avevi scambiato per Feliciano..."
Antonio sembrò per la prima volta quella sera irritato "perché pensano tutti che ti abbia scambiato per lui? Non posso voler stare con te?"
Il diretto interessato arrossì e chinò la testa "di solito è lui che interessa"
"È una stronzata. Anche nel mio mondo è così: tutti si stupiscono quando dico di amare Lovino Romano Vargas. Perché non capiscono quanto tu abbia da dare? Molto più che tuo fratello"
Lovino era diventato rosso come un pomodoro "ma smettila..."
"Sono serissimo!"
"Scusate se vi interrompo, potete flirtare più tardi?" brontolò Ludwig "staremmo parlando di cose serie"
"Non stavamo flirtando!" strillò Lovino, sempre più rosso.
"E questa è una cosa seria! Lovi deve credere di più in sé stesso, sono anni che glielo ripeto"
"No, non sono anni, non ti ho mai visto" ribatté il diretto interessato.
"Non è quello il punto! Torna alla questione dei mondi"
"Va bene, ma poi io e te riprendiamo il discorso" Antonio si schiarì la voce "allora... la prendo alla lontana?"
"No" sancì Lovino "raccontami 'sta stronzata e poi deciderò se crederci, anche se tendo verso il no"
"Come desideri. Dunque... me ne stavo per gli affari miei nel mio mondo, quando un cattivo che mi odia mi ha dato una botta in testa"
"Questo spiega tante cose"
"E mi sono risvegliato in un altro universo, ovvero il vostro, tuo e di Ludwig. Come prima cosa ho pensato a te, perché in quanto mio fidanzato sei il primo che prendono di mira, e sono andato a casa tua"
"Fidanzato? Ma nel senso che mi avevi chiesto di sposarti?"
"Ma non ti aveva lasciato?"
Antonio alzò gli occhi al cielo "prima gli ho chiesto di sposarmi, mi ha detto di sì e poi dopo un po' mi ha lasciato perché essendo Spiderman ero perennemente assente e la cosa lo aveva stufato"
"Avevo detto di sì?! Ma che problemi..."
"Comunque! Per quello quando sono arrivato sul tetto ti ho detto quelle cose strane ed ero un po' strano, per la preoccupazione e la botta in testa"
"Seh, certo, la botta in testa e la preoccupazione. Ma com'è che non hai notato che sono più giovane?" Lovino fece una faccia schifata "non avrai chiesto di sposarti a un quindicenne?"
"No! Nel mio mondo hai un anno meno di me. Non l'ho notato perché primo, era buio, secondo, avevo altro per la testa, e terzo, ti mantieni molto giovane, sai? Non sei cambiato granché negli anni. Ti sei fatto un orecchino qua" Antonio si sfiorò il lobo dell'orecchio destro "e hai i capelli un po' più corti. Ah, e hai un neo qui" sfiorò lo zigomo di Lovino, appena sotto all'occhio sinistro "è adorabile"
"Mi stai dicendo che manterrò sempre la stessa faccia da culo?"
"Faccia da culo? Ma se sei così carino!"
"Carino un cazzo"
"Torniamo ai mondi" ricordò Ludwig.
"Sì, certo. Dunque... quando non mi hai riconosciuto mi sono reso conto che qualcosa non andava"
"Aspetta... io sapevo chi sei?"
"Già"
"E ho accettato di sposarti?"
"Sì"
"Però poi ti ho lasciato perché la cosa non mi andava più bene"
"Esatto"
Lovino schioccò la lingua contro il palato, con un sorrisetto strafottente in faccia "devi inventartele meglio le palle, si vede che non mi conosci, non farei mai una cosa così stupida"
"Ah, dici che non ti conosco? Vediamo... ami la letteratura, di ogni tipo, hai letto qualcosa persino di quella tedesca, anche se piuttosto che ammetterlo ti taglieresti un braccio, e anche se dici di odiare tutti i tipi di scienze sei piuttosto bravo in biologia. Sei un portento per il latino ma ti piace anche il greco, sei innamorato della poesia e del teatro, una volta per il nostro anniversario ti ho portato a vedere la Traviata e ti si sono illuminati gli occhi per tutto lo spettacolo, eri bellissimo. Vorresti buttarti sugli studi umanistici ma hai paura di non trovare lavoro, ami l'estate e il cibo piccante, adori cucinare e odi la pioggia perché ti fa pensare e pensare ti mette malinconia. Vuoi un bene dell'anima a tuo fratello, anche se spesso ti fa arrabbiare e ti senti inferiore a lui anche se non lo sei, e per questo odi Ludwig, perché hai paura che lo ferisca o che te lo porti via per sempre. Hai sempre paura di dire quando vuoi qualcosa per non risultare viziato o maleducato, ma ti si illuminano gli occhi in un modo... sembri un bimbo. Ah, e hai una voglia rotonda sul fianco sinistro, ci sei nato e sembra un po' un pomodoro. Devo continuare o pensi che ti conosca abbastanza?"
Lovino era a bocca aperta. Che quel tizio lo avesse stalkerato? Però non le aveva dette a nessuno quelle cose...
"La... la voglia non è sul fianco" balbettò "ma sul braccio"
"Oh. Cambiamenti tra mondi immagino"
L'idea che il crucco sapesse quelle cose su di lui fece arrossire Lovino fino alla punta delle orecchie. Nascose il viso con i capelli lunghi, ma quello strano tizio gli strinse le guance e gli si avvicinò, inchiodandolo con gli occhi.
"E tendi a nasconderti con i capelli, per questo li porti a caschetto" gli sussurrò sulle labbra Antonio, perso. Perso per quegli occhi verdi che lo guardavano così lucidi, per quel petto magro che si alzava e si abbassava ogni volta più in fretta, per quelle labbra così invitantemente rosse e lucide, anche se un po' screpolate...
Fu sul punto di baciarlo ma si allontanò di scatto da lui, come scottato, e si alzò in piedi, battendo le mani con aria fin troppo entusiasta.
"Bene! Ora mi credi?"
Lovino aveva l'aria sconvolta. Ludwig non credeva a quello a cui stava assistendo "i-io... n-non lo so, sono... sono confuso"
"Okay. Be', pensaci, tanto io rimarrò qui per un po' presumo. Il motivo per cui ho i vestiti di Ludwig addosso è che quando sono finito qui avevo solo la tuta addosso e lui si è offerto di prestarmi i suoi. Tutto qui"
"Okay" la voce di Lovino era più acuta di qualche ottava "p-potreste liberarmi? Non dirò niente a nessuno... mi prenderebbero per matto"
"Va bene" la voce di Antonio cercava di essere calma, ma c'era una voce di panico. Erano entrambi arrossiti, anche se Lovino lo era talmente tanto da risultare preoccupante.
"Mi... mi slegate?"
Senza dire una parola, Antonio passò le forbici a Ludwig, che aveva paura che Lovino lo uccidesse se avesse osato sfiorarlo più del necessario, ma si rese conto che, forse, l'idea migliore in quel momento era proprio che fosse lui ad avvicinarsi tanto al corpo di Lovino, visto che non ne era minimamente interessato. Il più in fretta possibile tagliò le ragnatele intorno a Lovino, liberandolo senza toccarlo più di tanto. Lovino si alzò non appena si fu liberato e corse fuori.
"Credi davvero che non dirà niente a nessuno?" domandò Ludwig ad Antonio, che era rimasto a osservare la strada dalla finestrella per qualche minuto. Quello ridacchiò.
"Sì, credo di sì. Aveva ragione: lo prenderebbero per pazzo"
Ludwig aveva un milione di domande, prima tra tutte: come stracazzo hai fatto  calmare così Lovino senza prenderti un calcio nelle parti basse?
Capì però, e lo capì persino lui che con i sentimenti faceva schifo, che lo spagnolo non era nel momento adatto.
"Torno in casa, prima che... che Gilbert si preoccupi. Chiudi le tende, prima che noti la luce" e barcollò fuori, chiudendosi la porta alle spalle.
Antonio sospirò, lo sguardo fisso alla luna.
Mi sei mancato così tanto, amore mio
 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Dalybook04