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Autore: Strypgia    08/06/2022    3 recensioni
Shinji fa qualcosa di leggermente diverso quando Asuka gli propone di baciarsi... e tutto cambia. Improvvisamente non sono più soli e iniziano a diventare più forti di quanto non fossero mai stati. E dal loro nuovo legame iniziano a scaturire dei cambiamenti. La guerra agli angeli, e i piani della Seele e della Nerv non saranno più gli stessi.
Una nuova puntata ogni venerdì.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Kaworu Nagisa, Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo: A che punto siamo



Una luna piena si specchiava sul lago Ashi, illuminando Neo Tokio-3 nella calda notte d’autunno. Nella più piccola camera da letto di un appartamento, in un edificio quasi vuoto, un vecchio lettore SDAT poggiava su una scrivania al chiarore della luna piena, raccogliendo polvere in silenzio. Nel soggiorno, la cena era finita e il tavolo sparecchiato, ma la stanza era ancora piena di vita, grazie allo sforzo di una donna in particolare.



“Tu sei un bravo ragazzo, Shinji-kun! Mi porti la birra e prepari dei piatti buonissimi.” Il Maggiore Katsu… no, dopo le ore 21, e ben sette birre, era decisamente Misato - e non il Maggiore Katsuragi - che farfugliava allegramente al suo giovane coinquilino. Si batté la mano sulla pancia piena e sospirò. Bevve l’ultima goccia della sua ottava birra e lanciò un’occhiata sospetta al contenitore. “Hmm, è finita di nuovo. Me porti un’altra, per favore?” Agitò la lattina vuota verso Shinji per un secondo, prima di lanciarla dietro la sua spalla verso il cestino senza nemmeno guardare.



Shinji sospirò. In fin dei conti era stato lui a viziarla a quel modo. Quando si trasferì il primo giorno, passò ore ed ore a pulire e raccogliere tutte le lattine che erano state ammucchiate disordinatamente e sparse per tutto l’appartamento, compreso in posti che gli fecero scuotere confusamente la testa. Nella doccia, sopra la TV, per tutto il balcone… tra la biancheria? Si fermò dal lavare i piatti e recuperò una lattina di Yebisu dal frigorifero ben rifornito. “Ecco, Misato-san.”

Misato gli afferrò il polso e colse l’occasione per trascinarlo in un abbracciarlo sdolcinato, con il viso immerso brevemente nel fianco di Shinji, rimanendo seduta al tavolo. “Bravo ragazzo. Ti prendi sempre cura di noi, di me e di Asuka. Giusto, dov’è ora? Non l’ho vista da quando sono arrivata.”

“Ha mangiato prima che arrivassi, poi è andata a farsi una doccia. Adesso è ancora nella sua stanza.” Guardò verso la porta della stanza della loro coinquilina per un momento.

Gli occhi di Misato scintillarono di malizia, notando qualcosa nell’espressione di Shinji. “Oh? Stai pensando a lei avvolta nel suo asciugamano, Shin-chan?”

Shinji arrossì. “No!” Si liberò dalla presa di Misato.



“E invece sì! Decisamente! Ha ha ha! Shin-chan è innamoraaato!” sogghignò Misato.



Mugugnando qualcosa al pavimento e nascondendo il rossore del suo volto, Shinji finì di lavare gli ultimi piatti nel lavandino. Quando si voltò dopo aver asciugato le mani, trovò Misato che lo fissava intensamente. “C-che c’è?”

“Sei davvero un bravo ragazzo, Shinji. E credo che tu tenga veramente a lei. Quindi ti aiuterò!” Misato batté il pugno sul palmo dell’altra mano. Indicò l’altro lato del tavolo. “Siediti! Ora ti darò alcuni condi… congi… consigli sui rapporti di coppia, su come avere a che fare con le donne. E ti dirò anche alcuni segreti!” Bevve un buon sorso di birra mentre Shinji si sedette. “Ok! Dunque!” Prese un bel respiro. “Regola numero uno! Le donne sono pazze!”

Shinji sbatté le palpebre. “‘Le donne sono pazze’?” le fece eco confuso.

“Giàh! Totalmente pazze. Matte. Andate. E lo so per certo, sssono una donna anch’io!” disse annuendo saggiamente. “Regola numero due! Asuka è una donna.”

“…e quindi è pazza?”

“Bingo! Devi sssolo ricordatelo sempre e sssfruttarlo. Pensaci bene, credi davvero che ti urli sempre contro sssolo perché è arrabbiata? No! Vuole solo la tua attenzzzione! È il suo modo per dirlo. Ah già, questa è la regola nnnumero tre! Le donne non dicono mai tuuutto quello che pensano, ma tu devi capirlo comunque! E non stare a sentire tuuutto quello che dicono, perché non lo pensssano davvero.”

“Io… cosa? Questo… dovrebbe includere anche quello che mi stai dicendo ora?” La confusione di Shinji non fece altro che aumentare.

“Certo che no! Questa sono io che ti rivelo sssegreti, non io che ti parlo come donna. E comunque, è davvero carino che tu mi guardi in quel modo, ma tu hai bisogno di una ragasza della tua età, come lei” Shinji arrossì nuovamente. “He he! So che è così!” Bevve un altro sorso di birra. “A volte mi ssstupisci, Shin-chan. Io e Asuka in giro in asssciugamani e pantaloncini exsstra-corti e tu sempre così timido. Se Kaji passasse tutto il tempo a girare in casa con solo un asssciugamano addosso io… io… mmm… interessante…” La mente di Misato iniziò a viaggiare, fissando felicemente il vuoto.

Il silenzio si protrasse per un po’. “Ehm… Misato-san?”

Misato scosse la testa. “Ehm, giusto! Donne! Devi fare attenzione a tutti i dettagli. Sei già abbastanza addomesticato, il che piace molto alle ragazze una volta che ci pensano e si tranquillizzano. Io lo farei!” Gli sorrise e bevve un altro sorso. “Regola nuumero quattro! Mai avere paura.” Si chinò in avanti appoggiando le mani sul tavolo e lo fissò con attenzione. “Questa è una regola molto importante, Shin-chan. Stacci davvero attento.”



Shinji ci provò, ci provò davvero con tutte le sue forze a non guardare la perfetta inquadratura della scollatura che la posizione di Misato e la larga canottiera gli offrivano. Ma perse la sfida. Dopo una lunga pausa, Misato ridacchiò e sbuffò vedendo Shinji arrossire. “Il gatto ti ha mangiato la lingua, Shin-chan? He he! Ma hai sentito quello che ho detto? È una cosa grosza questa.”



Shinji deglutì e scosse la testa per chiarirsi le idee. “Grossa, grosse…” mormorò. “Ehm! Si! ‘Niente paura’, giusto! O… qualcosa del genere.”

Misato annuì, un po’ barcollante. “Giussto. Avere paura può bloccarti e farti perdere una buona occasione. Io avevo paura e sono scappata da Kaji una volta. Mi ci ssono voluti ottto anni prima di avere un’altra chas… chanz… insomma un’altra occasione. Otto anni di sssolitudine… e mi mancava! E se fossi sstata ancora impaurita, avrei combinato un altro passticcio. Quindi, non farlo!” Si scolò la birra. “Tu e Azuka siete gggiovani, ma lo vedo come ti guarda a volte. E…” Abbassò la voce fino a farla diventare un sibilo cospirazionista e si avvicinò di più a Shinji. “Ho vvvisto come ti guarda a volte, quando pensa che nesssssuno la veda. Una volta ha anche sorrrriso, dopo che le ho detto del tuo salto nel vulcano andando contro agli ordini!”

Shinji fissò il tavolo cercando di non arrossire nuovamente. Di nuovo, perse. Mormorò qualcosa troppo flebilmente perché Misato potesse sentire.

Misato gli sorrise, dandogli una piccola pacca sulla testa prima di tornare a sedersi sulla sedia. La sua testa affondò tra le braccia sul tavolo. “Quindi niente paura, Shin-chan. Azuka fa un sssacco di rumore, ma è una brava ragasza anche lei. Voi due siete molto simili, sai? Non avete nessuno, ma cercate di essere dei piloti… Lei fa tutto il posssibile per essere la migliore, perché non vuole che nessuno pensi che sia inutile, o debole…” Misato sollevò la testa per lanciargli uno sguardo intenso. “Devi essere davvero bravo con lei, capito? Le donne sono pazze, ma anche noi abbiamo bisogno di abbracci e cose del genere. Di fare cose carine. Ne so qualcosa!” Misato tornò a sedersi dritta. “Dovresti prepararle la cena!”

“Preparo la cena per tutti ogni sera, Misato-san.”

Misato ignorò questo scomodo dettaglio. “Voglio dire di preparale una cena speciale! Cibo eurore… eupore… europeo, tedesco! Falle capire che lo fai per lei! Questo è il genere di cose che catturano l’attenzzzione di una ragasza! Io chiederò a Kaji di portarmi fuori così avrete tempo per stare un po’ sssoli!” Aggrottò le sopracciglia in modo suggestivo prima di ricadere sulla sedia con la testa di nuovo appoggiata sulle braccia. “Hmm… fuori in qualche posssto carino e riservato. E magari passarci la notte.”

“Non so se una cena possa bastare per far smettere ad Asuka di chiamarmi ‘baka-Shinji’ tutto il tempo.”

“Te l’ho detto, non stare ad ascoltare quello che ti dice. Ascolta quello che non dice e a tutto il resto…” Misato borbottò tra le sue braccia. “P’rché le donne s’no pazze. Azuka, io, Rits… t’tte… Lei dice ‘baka-Shinji’, io dico ‘Shin-chan’… è la st’ssa cosa. È il nostro m’do per dire che teniamo a te… p’rché siamo spaventate di dirlo ad alta voc… Kaji…”

Shinji si alzò e si avvicinò al lato del tavolo di Misato, aiutandola ad alzarsi. “Lo so, Misato-san. Lo so. Però è ora di andare a letto.”

Misato si appoggiò pesantemente al giovane pilota mentre avanzavano lentamente e traballanti verso la sua camera da letto. “Okay… ma r’corda: pazze.”

Shinji si rialzò dopo aver messo Misato nel suo futon e si diresse verso la porta della stanza. Si fermò allo stipite e si voltò per controllare la sua tutrice ormai svenuta. Russava tranquillamente, borbottando di tanto in tanto il nome di Kaji. Scosse la testa. Chi si stava prendendo cura di chi? “'Le donne sono pazze’, eh?” mormorò.

Il suo volto si bloccò e il suo corpo si irrigidì per lo shock quando un paio di braccia candide e sottili lo avvolsero da dietro in un abbraccio. Un corpo caldo e decisamente femminile si strinse dietro di lui e un paio di labbra morbide gli mordicchiarono la nuca. “Mmm, sì, siamo pazze. Come faremmo altrimenti a sopportare gli uomini?”



Suo malgrado, Shinji non riuscì a reprimere del tutto un gemito di felicità, chiudendo gli occhi e inclinando la testa per agevolare Asuka. “Nnn… Asuka… la porta è ancora aperta… potrebbe vederci…” Le sue mani si alzarono per raggiungere quelle di lei e stringerle a sua volta.

“È completamente andata e lo sai bene, Third Children. Si è per caso accorta di come stanno le cose tra noi in questi ultimi due mesi? Potremmo mettere in pratica il Kāma Sūtra qui in soggiorno e dormirebbe comunque.” Le braccia di Asuka si allentarono abbastanza da permettere a Shinji di voltarsi nel suo abbraccio e di guardare i suoi occhi blu scintillanti. “Quindi, vieni a letto? Fa freddo ed è triste stare senza te, e tu mi hai promesso che non avrei mai più dormito in quel modo.”

Shinji non provò nemmeno a nascondere il caldo sorriso che stava crescendo sul suo viso. “Asuka, c’è mai stata una sola notte, da quando mi hai baciato per la prima volta, in cui ho dormito altrove se non accanto a te? Certo che vengo.” Chiuse la porta della stanza di Misato il più silenziosamente possibile e lasciò che le sue dita si intrecciassero con quelle di Asuka mentre attraversavano il soggiorno verso la camera da letto. La mano di lei era piccola e calda nella mano di lui.

“Beh, sì, c’è qualche rara notte in cui il nostro stimato tutore non viene messo al tappeto dalla birra o dal troppo lavoro.” ribatté Asuka, ma senza fervore. “Non mi piacciono quelle notti. È molto meglio quando è stanca, piena di birra o quando Kaji la porta fuori fino a tardi.”

“Quelle notti riesco ancora a intrufolarmi nella tua stanza dopo che si è addormentata… sempre se non ti intrufoli tu per prima nella mia.” le fece notare.

Asuka sorrise. “Lo sai che non ho pazienza. Io voglio il mio baka-Shinji. E poi è davvero un bene che ti alzi sempre prima degli altri. Non vogliamo che ci scoprano, vero?”

Il sorriso di Shinji si spense un poco quando raggiunsero la stanza di Asu… no, la loro stanza. Non aveva dormito che una manciata di volte nel ‘proprio’ letto dalla notte in cui Asuka gli chiese se avesse voluto baciarla. Una notte che era andata oltre ogni aspettativa per entrambi e che era diventata l’inizio del sogno più meraviglioso di qualsiasi altra cosa avesse mai sperimentato in tutta la sua vita, tutto perché aveva posato le proprie braccia attorno a lei e aveva ricambiato il suo bacio. “Mi sento ancora un po’ in colpa a nascondere a tutti di noi due, Asuka. Non possiamo nemmeno uscire il sabato o la domanica per un normale appuntamento e vorrei davvero poterlo fare.”

Asuka aprì la porta e lo trascinò dentro con sé. “Lo so. Ma se Misato lo scoprisse ci farebbe smettere subito. ‘Siamo troppo giovani!’ o scuse simili, come se non fossimo soldati che potrebbero morire da un giorno all’altro.” Si tolse la maglietta, tutto quello che indossava, facendola passare da sopra la testa, e la gettò di lato. “E mi rifiuto anche solo di pensarci. Lo sai che non ho avuto un solo incubo da quando abbiamo iniziato a dormire assieme? Prima li avevo quasi ogni notte. Potrei amarti anche solo per questo, Shinji. Non che il resto non mi piaccia.” Si sedette sul letto e si spostò per lasciargli spazio. “E poi, nessuno crederebbe che io e te stiamo insieme.” Sbuffò ironicamente. “Noi? Innamorati? Veramente, follemente, profondamente? Mai.”



“Hikari potrebbe crederci, se glielo dicessi. E sono abbastanza sicuro che Ayanami l’abbia capito fin dall’inizio, visto quanto ci fissa.” Si sedette accanto a lei e ripiegò ordinatamente la camicia dopo essersela tolta altrettanto ordinatamente.



“E non ha detto nulla?”

Shinji scrollò le spalle. “È Ayanami. Non è esattamente una chiacchierona o la ‘pettegola della scuola’. A chi lo potrebbe raccontare?”

“Hmm… comunque dovresti fare qualcosa di carino per lei come ringraziamento, da parte di entrambi. Se lo facessi io sarebbe sospetto.”

“Potresti provare a farlo. Le persone cambiano. Potrebbero accettarlo.” Le prese la mano con un sorriso e le baciò la punta delle dita.

Asuka gli accarezzò la guancia dopo che lui le ebbe lasciato la mano. “È già abbastanza difficile far credere a tutti che sono ancora costantemente arrabbiata con te e che ci ‘prendiamo per il collo’ tutto il giorno. Io preferisco stare al tuo collo in queto modo.” Si chinò a mordicchiare e baciare il suo collo. “Mi diverte solleticarti qui, sei molto più sensibile.”

Shinji sibilò di piacere. “Ih… fai piano! O Misato prima o poi si accorgerò che sto usando il suo correttore!”

Le labbra di Asuka si incurvarono in un sorriso. “Allora meno male che non può vedere la tua schiena. Sarebbe ancora più difficile da spiegare.”

“Non hai i sensi di colpa per aver graffiato il mio povero dorso?” Shinji sorrise a sua volta.

Asuka sbuffò divertita. “Nemmeno un po’. Sto marcando il mio territorio. Sei mio, Third Children. Me l’hai promesso la prima notte.” Le sue braccia lo avvolsero forte mentre si sdraiavano sul letto. “Insieme, per sempre.”

Shinji tirò il lenzuolo per coprire entrambi, annuendo. “Fino alla fine del mondo, io e te, contro gli angeli e qualsiasi altra cosa cerchi di farci del male.” Lei si strinse al suo fianco, facendo le fusa. Lui premette il viso tra i suoi capelli e inspirò il profumo di fragola e balsamo del suo shampoo. “Ti amo, Asuka.”

“Ti conviene, Third. Sei legato a me per sempre.” mormorò felice, stringendolo a sé. “…e anch’io ti amo, baka-Shinji.”

Nella stanza dall’altra parte del corridoio, un vecchio lettore SDAT poggiava sulla scrivania al chiarore di luna, raccogliendo polvere. Non veniva toccato da due mesi: nascondersi e scappare dal mondo non era più necessario.


   
 
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