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Autore: Efffp25    13/06/2022    0 recensioni
Questa è la storia di alcuni momenti molto duri e difficili di tre mie compagne di classe, almeno dal mio punto di vista, i loro nomi NON verranno detto per privacy ma verranno sostituiti con qualcosa o una caratteristica che le rappresenta. I racconti partono dalla prima volta che le ho visti così fino ad adesso, almeno da quello che ho memoria e quello che ho pensato.
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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SPECCHIETTO IN DUE

Specchietto è arrivata nella nostra classe questo settembre, era bocciata e quindi doveva ripetere l’anno. Era una ragazza molto carina: capelli lisci e castani, occhi marroni, aveva sempre il mascara, portava sempre un gilet nero o rosa.
Era molto carina, da dopo che è entrata nella nostra classe si è subito integrata nel gruppo.
 
Quando finivano le lezioni di solito io, Specchietto e Occhiali ci mettevamo a parlare della secchiona della classe, commentavamo il fatto che studiava troppo, che non usciva mai e che non avesse una vita sociale. Ma qui non siamo a parlare della secchiona della classe.
 
Specchietto aveva una buona media e prendeva dei buoni voti.
Spesso durante le lezioni si guardava allo specchietto doppio apribile che si portava dietro.
Spesso mi scriveva perché aveva bisogno dei compiti e solo sua mamma aveva accesso al registro elettronico, così le mandavo gli esercizi che c’erano per casa, oppure ci mancavano gli esercizi a vicenda per confrontarci o perché una non voleva farlo.
 
Presto, anzi, lentamente tutto iniziò a prendere una piega inaspettata.
 
Specchietto iniziò a distaccarsi piano piano, alla fine del trimestre ebbe un non classificato a chimica, al professore infatti serviva un secondo voto ma lei non venne all’interrogazione programmata. Non era servito a niente fare quella videochiamata in cui l’avevo aiutata a chimica, scoprì che aveva fatto il giro della classe chiedendo a metà dei nostri compagni aiuto.
A scuola veniva ma quando c’era un’interrogazione non veniva, infatti se veniva era sempre l’ultima.
Una sera stavo studiando per l’interrogazione programmata di pedagogia quando mi scrisse perché voleva sapere quali pagine bisognava studiare, dopo aver chattato per un po’ scoprì che non stava bene: suo zio era in ospedale e lei la notte non dormiva molto bene.
 
Iniziai a preoccuparmi per lei, per molte mattinate, se non veniva le scrivevo per chiederti come aveva passato la nottata: spesso mi diceva che sua mamma l’aveva lasciata dormire, oppure che aveva avuto attacchi di panico notturni.
Era sempre contenta quando le scrivevo, quando quella famosa sera mi scrisse io le scrivevo messaggi di incoraggiamento, le dicevo che ce l’avrebbe fatta e che era una ragazza molto forte. Lei si sentiva felice e un poco sollevata quando le scrivevo questi messaggi.
 
A marzo iniziò a venire raramente e alla fine purtroppo suo zio morì, mi dispiaceva moltissimo: è brutto avere una persona che sta male e non poter fare niente.
Ora che la scuola è finita non è più venuta da molto tempo, l’ultimo messaggio che ci siamo mandate è stato a marzo.
 
Credo che sia stata la malattia dello zio a sconvolgerla, è brutto da dire ma quando succedono queste cose siamo impotenti
 
Quando ci succede qualcosa di brutto
 
Rimaniamo sconvolti
 
La mente resta sconvolta
 
E tutto si mescola
 
Si finisce in un vortice
 
Togliendo a volte il sonno
 
O la capacità di fare le cose più semplici
 
Le forze si disperdono
 
E si perde il coraggio di affrontare i problemi
 
Ora forse voleva iscriversi alla scuola di parrucchiera ma ancora non ha fatto molto.
 
Cara Specchietto, so che a volte ci scrivevamo solo per i compiti, o quando ci vedevamo a scuola era per ridere e scherzare o anche per allontanare la secchiona della classe dai libri ma sappi che anche se per poco tempo sono stata contenta di essere tua amica.
Non so nemmeno se stai leggendo questo messaggio, ma se lo leggerai sappi che ti ho voluto e ti vorrò per sempre un bene dell’anima, anche in quelle poche volte in cui parlavamo insieme sono certa che il sorriso ce l’avevi perché io o gli altri nostri compagni di classe ti facevano ridere.
Ti ricorderò per sempre come quella che stava in seconda fila, che si abbassava la mascherina per mangiare alla prima ora i tarallini o i crackers, o per quella che durante le spiegazioni si guardava gli occhi allo specchietto per vedere se il mascara era ancora al suo posto. Oppure per quella che sbuffava e dormiva per ogni lezione di latino.

Ti voglio bene.

ANGOLO AUTRICE
Rieccomi qui, sono tornata con l'ultima storia.
So che tutti quanti noi passiamo un brutto periodo ma possiamo sempre rialzarci, dobbiamo soltanto chiedere aiuto e farci aiutare dalle persone più vicine a noi. Le forze di rimetterci in piedi le troveremo sempre, l'importante è non mollare mai.
A presto.
Un bacio e un saluto da Efffp25
 
 
 
 
 
   
 
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