Un raggio di sole entrò indiscreto, dalle candide tende di batista lasciate incautamente aperte, illuminando piccoli pulviscoli iridescenti che si libravano nella luce dorata.

Oscar sveglia nel letto si guardava intorno stirandosi un poco le membra.

La villa di famiglia era rimasta inalterata negli anni, come del resto anche la sua stanza, ed ora le sembrava quasi di essere tornata indietro nel tempo.

Ricordò con nostalgia le scorribande fatte con André, i giochi e le battaglie con le spade di legno.

Sorrise al ricordo mesta, interrogandosi del perché la vita non poteva fermarsi a quei tempi felici e spensierati.

Scese dal letto poggiando i piedi nudi sul pavimento saggiando la consistenza del marmo fresco.

Aprì l'armadio di mogano vicino alla finestra ,e si tolse la camiciola da notte per indossare una camicia bianca semplice ed un paio di pantaloni marroni.

Oggi era intenzionata a fare un giro per i dintorni e controllare per bene una parte dei loro possedimenti.

La brutta storia del piccolo Gèrard l'aveva scossa e si sentiva in colpa per le condizioni di vita di quella povera gente.

Avrebbe fatto tutto quello che poteva per rimediare a quella che per lei, rimaneva una grave mancanza , e tornata a palazzo Jarjayes avrebbe parlato a suo padre per renderlo partecipe della situazione in cui versavano i loro contadini e capire cosa fare per migliorare la qualità delle loro vite.

Il cavallo di Oscar già strigliato da mani sapienti , mordicchiava una rossa mela, aspettando di essere sellato.

André sapeva che lei era mattiniera e ,dalle stalle, fece il giro della villa per andarla ad avvisare che tutto era pronto come lei voleva.

Guardò su verso la finestra della sua stanza, le tende ondeggiavano ad un refolo di vento.

Ad un tratto la scorse , stava per chiamarla ma ammutolì di colpo quando la vide girarsi di schiena e togliersi lenta la camicia da notte.

La schiena nuda e bianca fu per lui una visione celestiale che lo turbò intensamente.

Poi la vide indossare la camicia e sparire dalla sua vista.

Si sentì quasi un ladro per aver rubato involontariamente quel momento intimo di lei.

La rispettava e la adorava in egual misura che arrossì sentendosi in colpa.

Decise in quell'istante che doveva fargli sapere quello che provava ,perché quel sentimento era cresciuto così tanto da sovrastarlo.

Poi si guardò le mani, forgiate dalla fatica ,così diverse da quelle morbide e nivee di un nobile e si vergognò di aver solo pensato ad ambire al suo cuore.

“Hey André sono pronta possiamo andare”

La voce di lei lo colse perso nei suoi pensieri , la trovò ancora più bella alla luce del mattino.

Di una bellezza selvaggia e nello stesso tempo evanescente come una ninfa dei boschi.

Una morsa gli strinse lo stomaco , un piccolo tonfo al cuore.

Questo amore lo stava facendo impazzire, non pensava che a lei.

Il suo mondo iniziava e finiva con lei e lui si sentiva così tristemente e pateticamente senza speranza che non riuscì a proferire parola.

“Allora? che ti succede dormi ancora André? dai monta in sella e seguimi”

Vide la bella chioma d'oro allontanarsi al galoppo.

André salì in groppa al suo cavallo e la rincorse.

Non l'avrebbe mai lasciata sola a costo della sua vita.

Lei era il suo tutto , lo scopo della sua esistenza nel mondo.

Il suo destino ,a cui lui non poteva e non voleva sottrarsi.