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Autore: imagjneflowers    15/06/2022    0 recensioni
«Se ci tradisci, ti farò fare la stessa fine di Loki.» poi gli occhi gli caddero sulla mano che Steve aveva alzato a mezz'aria, invitandola a stringerla.
Zoe sorrise «Al massimo potrei lasciarti morire soffocato.» lui non rise, ma alzò le sopracciglia. Anche in un momento di pace, lei riusciva ad essere irritante. Tuttavia, lei afferrò la sua mano e la strinse.
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Zoe Knox è la persona più difficile che si potesse mai incontrare. È testarda, spavalda e a volte arrogante. Ma tra i suoi difetti, spicca un pregio: ha paura di far del male alle persone che ama.
Per anni Zoe ha rifiutato di incontrare Nick Fury e di scendere in battaglia, ma cosa succederebbe se decidesse di accettare quell'invito che rimandava da fin troppo tempo? Sarà in grado di integrarsi nel gruppo di supereroi più famosi al mondo?
***
L'UNICO PERSONAGGIO CHE MI APPARTIENE È QUELLO DI ZOE KNOX, TUTTO IL RESTO APPARTIENE AL MONDO MARVEL.
LA STORIA È MIA MA SEGUIRÀ LE VICENDE DEI FILM, OVVIAMENTE AGGIUNGENDO LA MIA FANTASIA.
LA STORIA PUÒ CONTENERE CONTENUTI ESPLICITI. OGNI VOLTA, SE PRESENTI, TROVERETE UN BOLLINO ROSSO 🔴 ALL'INIZIO DEL CAPITOLO.
•NUOVO CAPITOLO OGNI DOMENICA E MERCOLEDÌ!❤️
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Steve Rogers
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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Da quando Zoe aveva trovato la sua stanza, vi si era catapultata dentro e non era uscita da li per qualche ora del pomeriggio. La Stark Tower era stata ristruttrata tante volte negli anni, quindi la sua stanza era diversa se pur sempre al secondo piano. Le pareti erano bianche e così anche i mobili. Una grande finestra illuminava tutta la stanza, il che la rendeva ancora più bella. Il pavimento era ricoperto da una moquette grigia. C'erano anche i soliti mobili: armadio, due comodini e una scrivania. Le sembrava quasi di trovarsi in una camera di uno degli hotel più lussuosi della città. In più, per abbellirla ancora di più, c'erano delle piante nell'angolo accanto alla finestra. Al centro della stanza c'era un grande letto matrimoniale. Zoe rise guardandolo e ringraziò Tony mentalmente per aver ricordato ancora una volta il piccolo dettaglio della sua infanzia, quando agli inizi stava nel suo piccolo lettino e puntualmente ogni notte nel sonno cadeva dal letto. Quella storia durò per circa un anno, fin quando Tony non si decise a farle portare in camera un letto molto più grande. Lui ogni tanto la derideva ancora per questo piccolo dettaglio. Infine sulle mensole c'erano delle piccole fotografie, ma quelle Zoe le conosceva bene. C'erano anche nella sua vecchia camera e Tony le aveva conservate.

Nella prima foto c'era lei da bambina, il suo primo compleanno con la sua nuova famiglia. Aveva fatto sette anni quel giorno, ed era insieme alla famiglia Stark da poco più di due mesi. In quella fotografia, aveva un ridicolo cappellino di compleanno in testa. Era stata un'idea di Tony, che all'epoca aveva quasi vent'anni. La piccola Zoe sorrideva felice, era la prima volta che festeggiava il suo compleanno. O almeno, il primo che ricordava.
Nonostante stesse con la famiglia Stark da due mesi, Zoe si era sentita fin da subito nel posto giusto. Non ci aveva messo molto ad ambientarsi, anche se per i primi mesi cercava ancora di lottare per sentirsi una normale bambina. Howard l'aveva presa immediatamente sotto la sua ala, ma prima di fare ciò aveva cercato di capire chi fosse quella bambina. Fece qualche ricerca veloce e scoprì che quella bambina era Zoe Knox, di cui due anni prima si erano perse le tracce insieme ai suoi genitori. Ovviamente, l'Hydra aveva trovato il modo per insabbiare la questione. Ma Howard, piano piano, era arrivato alla verità su di lei. Per i genitori, purtroppo, non era mai riuscito a trovarli. Alla luce di ciò, tenne con se Zoe fin quando non avrebbe avuto risposte. Più passarono i mesi più tutta la famiglia si era affezionata a quella bambina, Tony in particolar modo.

Nella seconda foto c'era sempre Zoe mentre dormiva, con qualche anno in più. Forse ne aveva dieci. Teneva un piccolo dinosauro tra le braccia. Tony aveva sempre avuto due motivi per sfotterla in quell'occasione: il primo, che mentre dormiva teneva le labbra spalancate mentre, il secondo, che dormiva ancora dieci anni con un peluche. Zoe aveva sempre detto che la confortava, ma crescendo capì che in realtà aveva proprio il vizio di abbracciare qualcosa mentre dormiva. Se non era un peluche era un cuscino, se non era un cuscino raggomitolava le coperte. Se non erano le coperte, era Tony.
Howard e Maria non c'erano più già da un po'. Zoe aveva passato solo un anno insieme a loro, ma gli mancavano talmente tanto che a volte fingeva di abbracciare loro mentre dormiva. Non era stato per facile saperli morti, ne per lei ne per Tony. Nel suo dolore, però, Tony si era preso la responsabilità di prendersi cura di Zoe in tutto e per tutto. Non lo faceva in veste di padre, ma in veste di fratello maggiore. Lui non aveva mai mancato nel farla sentire come la principessa di casa ed il loro rapporto era speciale. Poi, come un qualunque rapporto fraterno, litigavano anche.

Nella terza foto c'erano proprio lei e Tony, c'era anche una data scritta: 29 maggio 2002. Il trentaduesimo compleanno di Tony. Lui, che era un inguaribile egocentrico, aveva organizzato una festa in grande. Zoe aveva insisitito per preparare lei stessa la torta. Il problema era solo uno: non sapeva da dove iniziare. L'unica persona a cui riuscì a chiedere aiuto fu Happy, ma lui era negato tanto quanto lei. Zoe ed Happy passarono il pomeriggio e seguire ricette in uno di quei vecchi libri da cucina, ma con scarsi risultati. Finale della favola? La neodiciottenne Zoe si era innervosita talmente tanto che aveva fatto esplodere l'impasto, combinando un disastro. L'impasto era schizzato in ogni angolo della cuina ed era arrivato addosso ai due. La cosa più terrificante per Zoe, fu avere i capelli ricoperti di crema pasticcera. Tony aveva sentito l'esplosione ed era corso lì temendo al peggio, ma quando si ritrovò davanti Zoe ed Happy sporchi in quel modo non riuscì a non scoppiare a ridere. Non perse neanche tempo a prendere una macchina fotografica e chiedere ad Happy di immortare quel momento. Alla fine, anche Zoe era scoppiata a ridere. Quando Tony le fece rivedere la foto che avevano appena scattato, le disse che quello era il regalo più bello che lei avesse mai potuto fargli.
In tutto ciò, quel giorno, Happy prese seriamente l'idea licenziarsi.

Zoe aveva guardato quelle tre foto per un momento che le sembrava non finire più. Sorrise teneramente, ripensando a quelli che erano i ricordi della sua infanzia e si sentii fortunata di essere capitata in quella famiglia. Anche se non ricordava nulla della sua vita precedente, per qualche ragione sentiva che con i Stark aveva avuto la sua seconda occasione. Se solo Howard e Maria non fossero morti...
Scosse la testa, scacciando via i pensieri. Non era il momento di ripensare ai momenti più tristi del suo passato. Sapeva che, in un modo o nell'altro, loro sarebbero stati sempre accanto a lei.
Si lasciò cadere sul suo letto e guardò il soffitto per un po', pensando a quello che le era successo nelle ultime ore: in ventiquattro ore era passata dal divertirsi in un casinò di Las Vegas al diventare un Avenger. Non è proprio una cosa da tutti i giorni, insomma.
Pensandoci, sarebbe potuto accadere molto tempo prima. Cosa sarebbe successo se, due anni prima, fosse entrata in squadra e avrebbe combattuto Loki insieme a loro? Questa domanda l'aveva tormentata per un po' e ogni volta che Tony le raccontava di quei giorni immaginava quale sarebbe potuto essere il suo ruolo. Forse avrebbe addirittura potuto fermarlo, il Dio degll'Inganno. Dopo tutto, era magia contro magia. Sarebbe stato un bell'incontro.
E il rapporto con la squadra? Sarebbe stato diverso? Forse l'avrebbero conosciuta e accolta in una maniera completamente diversa. Invece Zoe aveva trovato una squadra già formata e compatta. E, sopratutto, con piena fiducia tra di loro. Dalla mattina lei aveva constatato già che Steve Rogers, che a detta di Tony era quello che solitamente dava le regole, non si fidava di lei. Gli altri, invece, non si erano esposti gran che. Non sapeva se avrebbe trovato più difficoltà nelle missioni o nel guadagnarsi la fiducia.

Qualche ore più tardi Zoe non si rese nemmeno conto che si era addormentata. Quando riaprii gli occhi, dalla finestra non entrava più la luce, era buio. Si alzò a sedere sul letto e cominciò a stiracchiarsi il più possibile. La sua stanza aveva un che di diverso al buio, ma il bianco risaltava ancora di più. Sospirando, raccolse gli indumenti che Tony le aveva fatto trovare e si chiuse in bagno. Incontrò immediatamente la sua immagine nello specchio e vide il trucco completamente sbavato e il viso ancora impastato dal sonno. Il bagno era semplice, le mattonelle erano bianche e la stanza si componeva dei mobili necessari. Rivolse uno sguardo intenso alla vasca da bagno, poi alzò la leva del rubinetto e la vasca cominciò a riempirsi. Nel frattempo cominciò a spogliarsi, senza staccare gli occhi dalla sua immagine.
Zoe non era cambiata solo caratterialmente negli anni, era cambiata anche esteticamente. Eppure, alcuni dettagli riusciva a vederli solo lei. Il corpo era sempre stato magro, il seno le era cresciuto di una taglia ma continuava a sembrare piccolo ed inesistente. In compenso, però, poteva vantarsi di avere un bel sedere. La pelle le era diventata ancora più chiara, quasi bianca. I capelli erano sempre stati biondissimi, anche se quando era più piccola avevano un colore più giallastro. Guardandosi, però, Zoe li vedeva sempre più sul platino. Ed erano lunghi. Ci aveva provato a tenerli corti, ma dopo due o tre mesi erano già di nuovo lunghissimi. Era colpa dei suoi poteri, probabilmente il fatto che lei potesse curarsi valeva anche per i suoi capelli. Più li tagli, più ricrescono velocemente gli disse una volta una persona.
Si immerse nella vasca bollente e ci rimase per una ventina di minuti. Tolse ogni residuo nero sugli occhi, struccandosi definitivamente. Poi lavò i capelli, passando accuratamente i prodotti che trovò sul mobiletto.

Era stano trovarsi lì e non avere la minima idea di cosa sarebbe successo nei prossimi giorni. Di solito era abituata a porsi ogni giorno dei nuovi obbiettivi, delle nuove mete. Ma adesso? pensò. Cos'avrebbe fatto? Sarebbe partita in missione con gli Avengers, avrebbe trovato Strucker e, dopo averlo disprezzato nel peggiore dei modi, lo avrebbe fermato. Era questo il piano? Si. Ma poi? Cosa sarebbe successo? Sarebbe rimasta con gli Avengers o sarebbe ritornata alla sua solita vita in giro per il mondo?

Per la prima volta, non sapeva cosa fare.

Uscì dalla vasca e si avvolse in una tovaglia, facendo lo stesso con i capelli. Piccole gocce d'acqua caddero sul pavimento e Zoe, agitando le dita, le asciugò velocemente. Stando attenta a tenere su la tovaglia bianca che le avvolgeva i capelli, indossò l'intimo nero. Sbuffò rumorosamente quando notò che aveva lasciato i vestiti in camera. Aprii la porta e una vampata gelida la prese in pieno, facendola rabbrividire. Velocemente rientrò in camera per recuperarli, ma una figura seduta sul suo letto la face sobbalzare.

«Oh mio Dio!» urlò, portandosi le mani al petto.

Natasha Romanoff si alzò di scatto avvicinandosi a Zoe «Scusa, scusa! Non volevo spaventarti.» le disse sorridente. La rossa teneva tra le mani dei vestiti, precisamente una maglietta nera e un pantalone dello stesso colore.

«Nat.» riprese a respirare «Che ci fai qui?»

Lei alzò i vestiti, mostrandoglieli «Ti ho portato questi, Tony ha detto che non hai rifatto il guardaroba.»

Zoe afferrò i vestiti subito dopo che Natasha glieli lanciò. Se li rigirò tra le mani, poi annuì vestendosi velocemente. Era rimasta in intimo davanti alla rossa per diversi minuti. Nat la guardò vestirsi in silenzio, non sembrando affatto in imbarazzo. A dir la verità, neanche Zoe si sentii scomoda.

«In realtà sono venuta anche a recuperarti, tra poco ceniamo.»

Zoe afferrò il suo cellulare e notò che erano quasi le otto. Quando era passato così velocemente il tempo? Doveva aver dormito parecchio. Guardò di nuovo Natasha e annuì «Oh, ok. Allora vi raggiungo.»

Nat alzò le spalle «Ti aspetto. Stava per venire Tony a chiamarti, ma l'ho fermato.»

La bionda si avvicinò allo specchio in camera e si sistemò i vestiti. Solo allora si ricordò della tovaglia che avvolgeva ancora in testa e, lentamente, li liberò. I suoi lunghi capelli biondi le ricaddero sulla schiena, poi attraverso lo specchio guardò Natasha «Come mai?»

La Vedova Nera si sedette sul suo letto, aspettandola, e fece spallucce «Ho pensato avessi bisgogno di un'amica. Ne ho approfittato.»
Zoe si bloccò boccheggiando. Mentre si voltò per guardare Natasha, pensò che non aveva mai avuto un'amica, a parte il rapporto stretto che aveva con Pepper. Sentirle dire quelle parole la fece sorridere, Natasha ricambiò, e riprese a sistemarsi. In realtà le mancavano solo le scarpe. Recuperò velocemente i suoi stivaletti marroni e li indossò.

«Comunque, forte la soffiata su Steve.» le disse all'improvviso. Zoe inclinò la testa, confusa. «La battuta sui genitali. Nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere.»

«Gli avrei detto di peggio, credimi.»

«Oh, lo so. Tony ha detto che ti sei contenuta.»

Le due risero per un po', fin quando non arrivò il momento di andare

Le due risero per un po', fin quando non arrivò il momento di andare. Natasha disse che solitamente mangiavano cose molto comuni ma altre volte a lei piaceva far provare alla squadra delle pietanze russe, proprio perché lei è nata in Russia. Zoe non sapeva molto su Natasha, in realtà, e avrebbe voluto chiederle di più su di lei. Ma non lo fece, sapeva che per conoscerci ci sarebbe stato tempo.

Mentre camminavano per raggiungere la mensa, le due finirono per parlare dell'Hydra.
«Mi dispiace per quello che ti hanno fatto. Anche se non so bene cosa...»

Zoe fece spallucce «Neanche io, se può consolarti.»

«Non ricordi proprio nulla?» chiese confusa.

La bionda scosse la testa «Poco e nulla. Ma forse è meglio così.»

Natasha sospirò e la guardò comprensiva «Zoe, se hai bisogno di qualcuno con cui parlare, puoi contare su di me. Sappilo.»

In risposta, Zoe annuì e sorrise alla sua nuova amica «Grazie, Nat. Io sto bene.»

Nella mensa le due ragazze trovarono tutti gli Avengers e la tavola apparecchiata. Tony la raggiunse, scombinandole i capelli bagnati con la mano. Zoe fece un saluto generale, ricambiato da tutti tranne che da Steve. Non vi badò molto e si andò a sedere, accomodandosi tra Tony e l'Asgardiano. Per quanto riguarda gli altri, invece, Steve era accanto a Tony a capo tavola mentre Natasha era di fronte a Zoe tra Barton e Bruce.
Per un po' lei rimase in silenzio. Gli Avengers parlavano tanto e cambiavano argomento di minuto in minuto. Le capitvava ogni tanto di ridere a qualche battuta ma non entrava mai nel pieno della conversazione. In pochi minuti a tavola stava cercando di capire almeno un pizzico delle loro personalità. Tony e Thor erano quelli che più di tutti si divertivano a dire battute o comunque cose che non avessero molto senso. Bruce sembrava quello più imbranato, ma anche quello più intelligente. Natasha la più sveglia, ma anche quella che si divertiva di più a stuzzicare i suoi compagni. Zoe giurò di aver notato degli sguardi e alcuni scambi di parole particolari tra lei e Bruce, ma lo tenne per se. Clint era il più silenzioso, ma quando parlava sembrava risultare il più simpatico.
E poi, infine, c'era Steve Rogers. Zoe non aveva bisogno di sentirlo parlare a cena per definirlo il più odioso e stronzo. Eppure ogni tanto vedeva un sorriso sulle sue labbra che lo faceva sembrare tutt'altro che odioso.

«Ma parliamo di te, Zoe. Dove ti ha nascosta Tony in tutto questo tempo?» chiese Thor improvvisamente con un gran sorriso sul viso, poggiandole la mano sulla sua piccola spalla.

«Segregata in una torre come Raperonzolo.» rispose lei, ironica. Tony corrugò la fronte.

«Ma non è vero!» scattò lui offeso, facendo ridere tutti. Anche Steve abbozzò un sorriso.

«Scherzi a parte...» riprese Zoe richiamando di nuovo l'attenzione su di se «Sono cresciuta e rimasta qui fino alla fine del 2008.»

Tutti sembravano interessati a sentire la sua storia, Bruce e Clint la guardavano attenti mentre Natasha e Thor sorridevano. Tony, ovviamente, conosceva già tutta la storia.

«Fin quando non hai mandato a quel paese la ragione della tua vita, vorrai dire.» non la guardò, ma Zoe sentii comunque la sua ironia.

«La mia ragione di vita?»

Tony alzò le spalle e fece una smorfia guardandola «Io, ovviamente.»

Ci fu una risata di gruppo. Tony si era sempre distinto per la sua ironia, ma sopratutto per il suo ego smisurato. Zoe ci aveva fatto l'abitudine e, come lei, anche il resto della squadra. Molti aspetti del suo carattere lei li aveva presi da Tony. Pepper spesso l'aveva definita la versione maschile di Tony Stark, e Zoe non poteva che andarne fiera.
Tony è stato il suo mentore e la sua guida per anni, ma anche il suo migliore amico e l'unica persona che non l'aveva mai abbandonata. Era sollevata di dover condividere l'esperienza degli Avenger insieme a lui. Ma era anche curiosa di conoscere uno ad uno i suoi compagni.

«Posso farti una domanda, Zoe?» intervenne Bruce, addentando con gusto un pezzo di carne «Quanti anni hai?»

Steve Rogers gettò la testa all'indietro «Bruce, non si chiede l'età ad una donna.» lo rimproverò.

E tu che ne sai delle donne, Capitano?

La bionda scosse la testa guardando Steve «No no, non fa nulla.» poi rivolse di nuovo lo sguardo sul dottor Banner «Trentuno, tra qualche giorno.»

Barton spalancò gli occhi «Trentuno? Ma sembri la figlia di Natasha! E avete la stessa età.» esclamò scioccato, poi guardò Natasha «Senza offesa, Nat.»
La rossa alzò gli occhi al cielo e come lei anche Steve.
«Non te ne davo più di ventitre, ad essere onesti.» concluse Banner.

Zoe annuì consapevole «La magia indebolisce la crescita.»

«Beh, che figo!»

Rise guardando Bruce, poi scosse la testa «No, ti assicuro che non è per niente una cosa bella. A scuola credevano sempre che fossi malata.»

«Andavi a scuola?» fu Rogers a chiedere, con grande sorpresa di Zoe.

Lei lo guardò «Sono pur sempre una persona normale!» esclamò ovvia «Ma comunque, ho fatto solo un anno di liceo. Poi ho cominciato a studiare a casa, ho avuto tre insegnanti diversi in tre anni.»
Zoe si portò alle labbra il bicchiere d'acqua per non ridere quando notò lo sguardo seccato di Tony.

«Perché tre?» chiese Natasha.

Tony alzò la voce allarmato «Non raccontare quella storia, ti prego!»

Ma Zoe lo ignorò totalmente ed iniziò «La prima era una ragazza di trentasei anni. Carina, nulla di che, ma era pessima.» Tony si portò una mano sulla fronte e sospirò, sotto lo sguardo divertito da tutti «Oltre ad essere una frana nel suo lavoro, era pure una lagna. Si lamentava ogni minuto di suo marito anziché fare lezione.»

«E quindi per questo l'avete licenziata?» rise Bruce.

«L'abbiamo licenziata, ma non per questo.»

Thor chiese di continuare, ma Tony richiamò di nuovo la bionda accanto a se «Zoe, maledizione, zitta!»

«Tony ci è finito a letto.» sputò secca Zoe.

Tutti i presenti, ad eccezione di Tony, scoppiarono di nuovo a ridere. Clint rideva con le lacrime agli occhi e si piegò in due tenendosi la pancia. La bionda si voltò verso Tony, sussurrandogli delle scuse, ma lui alzò gli occhi al cielo e intimò ai suoi compagni di smettere di ridere. Zoe rivolse lo sguardo a Steve, che cercava di nascondere la risata con la mano.

 Zoe rivolse lo sguardo a Steve, che cercava di nascondere la risata con la mano

«Grazie a Dio Pepper non c'è.» mormorò.

«Non lo sa?» gli chiese Steve, ma fu Zoe a rispondere.

«Certo che lo sa, gli ho raccontato tutto il giorno dopo.»

«A mia discolpa, posso dire che non stavamo ancora insieme ed è stato tanti anni fa!»

Zoe si ricorda ancora quel giorno in cui ha scoperto che Tony si scopava la sua insegnante. Lei aveva appena quattordici anni e sembrava una bambina di dieci, ma era molto sveglia e Tony si era fatto beccare. Si accorgeva spesso delle battute un po' troppo esplicite che si scambiavano e, una sera, quando Tony aveva invitato l'insegnante a cena, era stata attenta ad ogni minimo movimento. Fin quando non si rese conto che, ad un certo punto, li aveva persi entrambi di vista. Grazie a J.A.R.V.I.S. e alla sua lingua lunga robotica, aveva fatto due più due.
Zoe aveva intimato alla signorina Steece, così si chiamava, di non provare mai più a mettere piede in casa sua. E lo fece, Zoe e Tony non l'avevano mai più vista. Come dice sempre Tony, Zoe sapeva essere tanto bella quanto terrificante. Erano due le ragioni che la vollero allontanare a tutti i costi: la prima era che fosse una totale incompetente, la seconda era la gelosia che Zoe provava nel vedere Tony con una tizia a caso. Specialmente una che non le andava a genio.

«E poi? Gli altri due?» chiese Bruce.

Zoe alzò le sopracciglia «Il secondo era un uomo. Un ragazzo, in realtà, aveva venticinque anni ed era un'amico di Tony.»

Quest'ultimo sorrise irritato «Era, appunto.»

«Che ha combinato?» chiese Natasha, appoggiando la schiena sullo schienale ed incrociando le braccia con un'espressione curiosa. Zoe stava per parlare, ma Tony la fulminò e parlò per lei «Non metteva le mani a posto!»

Lei sospirò esasperata «Esagerato, c'è stato solo un bacio.»

Bruce sgarrò gli occhi e si bloccò guardandola «Un momento, hai baciato il tuo insegnante? Non è reato?»

Tony, vedendo che Bruce concordava con lui, guardò Zoe con aria di sfida «Spiegalo a lei, che credeva di aver trovato il suo primo amore!»

Zoe si sostenne la testa con le mani e si poggiò con i gomiti sul tavolo «Cazzo, ancora con questa storia.»

Non credeva di aver trovato il suo primo amore, ma solo qualcuno che era in grado di ascoltarla. Si chiamava Pete ed era tremendamente bello, ma anche simpatico. Zoe studiava con più voglia insieme a lui e si divertiva quando, dopo le lezioni, rimanevano un po' a parlare e scherzare insieme. Aveva quindici anni, che non dimostrava, ma gli aveva spiegato che era dovuto al suo lentissimo metabolismo e lui l'aveva ascoltata. Era stata lei a fare dei passi verso di lui ed era stato anche il suo primo bacio.
Poi Tony lo scoprì e successe il finimondo. Qualche anno dopo, Zoe si rese conto di quanto fosse stata stupida.

Clint aveva notato una leggera tensione tra Tony e Zoe, che continuavano a discutere sul bacio con l'ex insegnante di cui Zoe si era infatuata, così decise di spezzare quel momento e chiese sorridendo «E il terzo? O la terza. Non ditemi che ve la siete fatta entrambi, per favore.»

Tutti guardarono Clint sconvolti, Bruce simulò un conato di vomito e Steve si chiese in che razza di squadra fosse capitato. Zoe fece una faccia disgustata «Ma no! Era una signora anziana.»

Anche Thor fece una faccia disgustata «Oh no, adesso devo togliermi dalla testa l'immagine di voi due che vi accoppiate con una signora anziana.»

«Comunque.» intervenne Steve alzando la voce «Cosa le è successo?»

Zoe sospirò «Le è preso un infarto improvviso ed è morta.»

---

Dopo la cena, Zoe si era offerta di sparecchiare. Natasha si era subito opposta, ma Zoe insistette talmente tanto che nessuno osò dirle di stare ferma.
Oltre la tremenda storia di come i suoi insegnanti del liceo vennero licenziati, gli Avengers avevano fortunatamente trovato altri argomenti. Involontariamente, era stato toccato l'argomento missione. Fu allora che Steve riprese il suo mutismo e il suo sguardo scocciato verso Zoe, che aveva abbandonato per un po' durante la cena. Lei, che era concentrata a parlare della missione e di quanto odiasse l'Hydra, non fece caso a lui. Fin quando, però, non lo vide alzarsi e salutare i suoi compagni prima di andarsene a dormire. Non l'aveva guardata minimamente e neanche l'aveva salutata. Zoe non ci rimase male ma, al contrario, fece una risata amara.
Steve Rogers, che a detta di Tony aveva un grande spirito di squadra, si comportava come se lei non fosse un membro degli Avengers. Era un bel controsenso, per lui, e la cosa divertiva Zoe. Poteva rinfacciarglielo alla prossima litigata che, ci scommetteva milioni, sarebbe avvenuta nel più breve tempo possibile.

Lesse l'orario sul suo cellulare e vide che erano quasi le undici e mezza. Avevano passato la serata tra una chiacchera e l'altra e lei si era trovata talmente bene che il tempo era volato. Alzò lo sguardo verso la vetrata e guardò la luna. Illuminava gran parte del quartiere. Zoe aveva sempre creduto che la luna e il buio fossero una coppia meravigliosa. Il buio, così oscuro e pieno di segreti e la luna, così bella e luminosa. La luce nell'oscurità.
Fece il confronto tra quella strana coppia e la squadra. Il mondo era un posto orribile, ovunque ci giriamo la gente prova a far del male. E non importa che sia giorno o notte, il mondo è questo. E gli Avengers? Potevano considerarsi la via per la libertà del mondo? Il modo più sicuro per sconfiggere l'oscurità? La luna che illumina il buio?

Ma soprattutto, lei era pronta ad affrontare quel gran fardello?

«A cosa pensi?» Tony interruppe i suoi pensieri, facendola sussultare. Erano rimasti soli, mentre tutti gli altri erano andati a letto «Guarda che pago delle persone per pulire, sta ferma.» le disse, provando a toglierle i piatti dalle mani. Zoe lo allontanò con la spalla, sorridendo.
Tony osservò il suo viso per diversi secondi. Poggiò tutto il suo peso sul bancone di fronte a lei e si abbassò leggermente per raggiungere la sua altezza «Cosa c'è che non va, piccoletta?»

«Perché dovrebbe esserci qualcosa che non va?» gli chiese scuotendo la testa.

«Per cominciare stai pulendo i piatti. E tu odi pulire i piatti. Secondo, è tutta la sera che... no! Non mi interrompere. Dicevo, è tutta la sera che sei silenziosa. Tranne quando hai raccontato l'unico episodio che non dovevi raccontare, li avrei preferito che fossi rimasta in silenzio. A parte tutto, tu non stai mai così tanto in silenzio. Quindi, Zoe, te lo chiedo di nuovo. Cosa c'è che non va?»

Zoe si ritrovò ad essere spiazzata, ma sapeva anche che con Tony non poteva mentire. Lui la conosceva sotto ogni aspetto, quindi era impossibile che lui si bevesse una bugia. Non da parte sua. Respirò profondamente, non sapendo effettivamente cosa dire. Era preoccupata, su questo non c'era alcun dubbio.

 Era preoccupata, su questo non c'era alcun dubbio

«Tony... tu pensi che io stia facendo la cosa giusta?» chiese di getto, fermandosi.

«Wow, sei davvero depressa per venire a chiedere a me quale sia la cosa giusta da fare. E se ti riferisci ai piatti no, non fai la cosa giusta pulendoli.»

La fece ridere, ma Zoe gli schizzò comunque un po' d'acqua addosso «Dai, sono seria.»

Tony chiuse il rubinetto velocemente e, con una tovaglia, le asciugò le mani evitando lo sguardo contrariato di lei «Che intendi per la cosa giusta?»
Entrambi si appoggiarono con la schiena al bancone.

Tony tenne le braccia incrociate al petto, mentre Zoe si tenne allo stesso bancone «Stare qui. Insieme a voi. E se non fossi pronta?»

Questa era una delle sfumature di Zoe: era sempre forte e decisa agli occhi degli altri, ma davanti a Tony cambiava tutto. Con lui mostrava le sue debolezze, le sue paure, le sue insicurezze che non avrebbe mai mostrato alla gente. Neanche sotto tortura lei si sarebbe mostrata debole a qualcuno. Ma con Tony si spogliava completamente, senza vergogna. Non era mai riuscita a capire come fosse possibile.

«Io dico che aver aver tenuto testa al Capitano senza far esplodere nulla è una risposta sufficente.»

Si guardarono e si sorrisero teneramente «Se avessi saputo che me lo avreste rinfacciato tutti continuamente giuro che non l'avrei fatto.»

Tony le circondò le spalle «Non te lo stiamo rinfacciando, ti stiamo elogiando.»

«E se perdessi il controllo? E se rifacessi quello che ho fatto...»

«Smettila.» la interruppe Tony, serio «Quell'episodio devi cancellarlo, ne abbiamo già parlato.»

Lei si allontanò nervosa «Come faccio a cancellarlo? Potevo farti del male!»

Stark sospirò guardandola dritto negli occhi «Lo hai fatto? No. Chiuso il discorso.»

Zoe abbassò lo sguardo mordendo l'interno guancia e fece un altro respiro profondo. Tony le si avvicinò di nuovo, mettendole le mani sulle spalle «Sei una di noi, adesso. Andrà tutto bene, qualunque succeda cosa noi ti proteggeremo. E sopratutto, io ti proteggerò. Stai facendo la cosa giusta? Si, Zoe. A patto che non ti faccia male da sola. Ma devo dirtelo, con queste paranoie ti stai già facendo del male.»

Zoe sapeva bene che Tony aveva ragione. Il suo problema era quello di ferirlo di nuovo, di sbagliare e di fare del male a qualcuno. Ma sapeva anche che ormai era in grado di gestirlo e che doveva solo prestare attenzione. Era in gamba, sapeva di esserlo, e se stava rischiando Nick Fury per lei perché non farlo anche lei?

Tony costrinse Zoe a lasciare quella stanza e decise di accompagnarla, con forza, nella sua stanza. Nel tragitto, il filantropo le chiese quali fossero i suoi piani per il giorno dopo.

«Nick vuole che mi alleni, vuole che migliori il combattimento corpo a corpo. Senza queste.»
rispose scocciata facendo uscire dalle sue mani una piccola energia verde.

«Beh, in bocca al lupo. Chi ti allena?»

«Natasha, credo.»

Tony rise facendo una piccola smorfia «Uh, ti conviene dormire bene allora. Quella non è molto indulgente.»

Zoe alzò gli occhi al cielo «Grazie, Tony, sei di aiuto.»

Una volta arrivati davanti alla porta della sua camera, Tony lasciò un delicato bacio sulla guancia della bionda «Buonanotte piccoletta.»

Zoe, dopo aver ricambiato la buonanotte, entrò in camera e si chiuse la porta alle spalle. Si poggiò su di essa, rimanendo ferma ancora un po'. Non era certa che avrebbe dormito quella notte e, se lo avesse fatto, non era certa che sarebbe stata una notte tranquilla. Sospirò rumorosamente.

Che la mia nuova vita abbia inizio.

   
 
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