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Autore: crazyfred    17/06/2022    3 recensioni
Ritroviamo Alex e Maya dove li avevamo lasciati, all'inizio della loro avventura come coppia, impegnati a rispettare il loro piano di scoprirsi e lavorare giorno dopo giorno a far funzionare la loro storia. Ma una storia d'amore deve fare spesso i conti con la realtà e con le persone che ci ruotano attorno.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sotto il cielo di Roma'
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Capitolo 11




“Allora, come è andata?”
Claudia, alla porta, accolse Edoardo ed Alessandro.
Per praticità, a seguito dell’incidente, aveva sospeso i week end a casa del padre ma, di fatto, si vedevano tutti i giorni. L’uomo aiutava il figlio con la doccia e altre operazioni che, per ragioni d’età, il ragazzo aveva pudore a fare con la madre e, a giorni alterni, approfittando degli appuntamenti nel tardo pomeriggio, dopo il lavoro, lo portava a fare fisioterapia. Ogni giorno che passava, nonostante il dolore fosse ancora forte, e il bustino limitasse molto i suoi movimenti, i miglioramenti erano evidenti. Alex si godeva più che poteva quei momenti che gli stavano donando una nuova complicità con suo figlio, consapevole che presto, complice la guarigione totale, sarebbe tornato ad essere l’adolescente burbero e sfuggevole di sempre.
“Molto bene” decretò Alex soddisfatto “la fisioterapista dice che ormai gli esercizi respiratori può farli a casa da solo, con lei continuerà solo magnetoterapia e posturale”
“Non la voglio fare più la magnetoterapia” lamentò il ragazzo, mentre la madre lo aiutava a levare la giacca “mi sempre fa male quando finisco”
“Ma hai visto anche che il giorno dopo sei fresco come una rosa” gli ricordò il padre mentre Giulia, braccandolo alle gambe, lo obbligava a prenderla in braccio “e non hai più bisogno degli antidolorifici al bisogno. Dagli tempo … ti ricordo che ti sei sfracellato con quel motorino!!!”
“Papà ha ragione, le costole impiegano tempo a risaldarsi … pensa come stavi e guardati ora, anche i lividi stanno sparendo”
I due ex coniugi si scambiarono un cenno d’intesa. Alex era contento di aver raggiunto quella tregua con Claudia; anche se il prezzo lo aveva dovuto pagare, carissimo, il povero Edoardo, quello era, nel suo immaginario, il modo in cui vedeva i rapporti con la donna dopo la separazione: rispettosi e leali, riuscendo a mettere al primo posto le esigenze dei ragazzi prima delle proprie. Aveva sempre creduto che, anche se qualcosa si era rotto, comunque si poteva trovare un nuovo modo di essere famiglia, perché comunque ci si era voluti bene in passato e si era condiviso tanto. Ci riuscivano gli altri, perché non potevano farlo anche loro?!
“Giulietta, adesso scendi che devo aiutare Dedo a fare la doccia”
“Ma lui è grande!”
Nonostante le avessero spiegato la situazione, Giulia faticava a capire il senso di quella novità.
“Poi aiuti anche me allora?” gli domandò con gli stessi occhioni del gatto con gli stivali di Shrek.
“Ma certo piccolina!”
Sistemati i ragazzi al piano di sopra, Alessandro scese nella zona giorno.
“Mmmm che profumino!” esclamò entrando nella cucina, sciogliendo le maniche della camicia che aveva arrotolato per fare il bagnetto a Giulia. Claudia era ai fornelli; da tanto non gli capitava di vederla all’opera, forse addirittura da prima dell’estate.
“Polpette al sugo”
“Serio?” domandò, stupito.
Alex non metteva in dubbio che fosse una buona cuoca, ma si contavano sulle dita di una mano le occasioni in cui aveva fatto le polpette di carne durante gli anni del loro matrimonio: non era mai stata una cosa ufficiale, ma aveva sempre sospettato fosse vegana o qualcosa di simile.
“Piacciono a Edo … bisogna farlo stare su di morale”
“Aaaah … mi pareva strano…”
“E con questo che vuoi dire?” domandò, piccata ma sorridente.
“Niente, niente” scherzò lui, ma lo sapevano benissimo tutti e due che Edoardo era il reuccio di Claudia, tanto quanto per Alessandro Giulia era la sua principessina “va beh, si è fatta una certa, è meglio che vada…”
“Vai da lei?” domandò Claudia.
“Claudia…”
“Tranquillo, ho capito e … come si dice … sono andata avanti, come hai fatto tu” spiegò, gentile “è giusto che passi del tempo anche con lei se ti rende felice”
“Sì” confessò lui “mi rende molto felice. E spero che possa succedere anche a te Claudia, veramente”
Lei gli sorrise, stringendo la mano che Alex aveva poggiato sul piano della cucina.
“Perché non rimani a cena? Sono sicura che … ehm …”
“Maya”
“ecco…Maya non avrà nulla in contrario se ceni con i ragazzi. Specialmente adesso che abbiamo sospeso i weekend alternati”
No, di sicuro Maya non avrebbe avuto nulla in contrario. E questa era la cosa che amava di lei: aveva compreso perfettamente la sua situazione e lo appoggiava sempre, non facendo mai storie. E ora che anche Claudia sembrava aver deposto l’ascia di guerra poteva sperare di convincere anche Edoardo ad accettare quella storia che, ogni giorno, per lui stava diventando sempre più importante.
 
Cesare uscì goffamente dal piccolo spazio tra il mobile del lavandino e il bidet, il viso rosso come un pomodoro per lo sforzo.
“Ecco fatto, adesso vedrai che non perderà più!”
Il bidet aveva avuto la bellissima idea di trasformarsi nelle cascate del Niagara di domenica mattina, inspiegabilmente senza che lei se ne accorgesse, con l’acqua arrivata fino al corridoio … ok che era giorno di pulizie profonde, ma avrebbe preferito che i suoi sanitari non la prendessero tanto alla lettera.
“Grazie mille, mi dispiace averti fatto fare questa sfacchinata”
“Ma che scherzi, cocca?!” le disse, pizzicandole la guancia “che ci sta a fare Cesare tuo se non per queste emergenze”
Quel semplice vezzeggiativo, cocca, la prese completamente alla sprovvista. Avevano fatto le presentazioni da poco, si erano visti una volta sola, ma lui la trattava come si conoscessero da una vita, nondimeno la metteva a suo agio, facendola sentire parte di qualcosa di speciale. E non era un caso: quella parola la riportava indietro ai pomeriggi di tanti anni prima quando, di ritorno dal lavoro, suo padre le riservava il suo ciao piccolè.
“Ma non devi affaticarti troppo…lo so che non sei stato tanto bene”
Cesare scacciò con un gesto plateale quel ricordo, convincendola che erano passati ormai tre anni dall’infarto e lui stava sempre attento.
“Come posso sdebitarmi?” domandò, passandogli un asciugamano pulito.
“In natura…” ammiccò l’uomo.
“Come?” Per un attimo il respiro di Maya si bloccò in gola.
“Di là ho visto dei biscotti fatti in casa o sbaglio?”
Maya scoppiò a ridere, tirando un sospiro di sollievo. Come aveva potuto pensare che facesse sul serio...
“Meno male che stai attento, eh!” lo provocò, lasciandolo solo in bagno a darsi una rinfrescata.
Gli preparò un caffè lungo decaffeinato e un vassoietto di frollini, che Cesare come un bambino pucciò nella tazzina senza troppi complimenti.
“Cocca, ma sono buonissimi!”
“Ecco se potessi dirlo alla Betti la prossima volta che la vedi mi fai un favore”
“Che c’entra la signora Rossi?”
“Divergenze…culinarie” spiegò “lei sostiene che non si possa fare la frolla senza burro … ma per me si sbaglia”
“Va beh … tu magari non la chiamare frolla” ammiccò, addentando l’ennesimo biscottino, che gli ricordava tanto quelli che una volta si compravano nelle scatole di latta.
“Magari se finalmente vi deciderete a venire a casa con Alex ne porti un vassoietto …”
“Cosa?”
“Beh…prima o poi dovrà conoscerti anche il resto della ciurma, no?”
Maya, annuì, educatamente, ma con quello che era successo con Anna, andare in visita a casa Bonelli era proprio l’ultima cosa che voleva fare.
“A proposito, dov’è mio figlio?” Cesare non si aspettava che il figlio lo aiutasse: con i motori era sempre stato più abile che con le tubature, ma trovarlo in casa sarebbe stato il minimo visto che lo aveva chiamato lui.
“Da Edoardo …”
Maya tuttavia non gli avrebbe detto che non lo sapeva con certezza, in realtà. Lo sospettava, più che altro, perché era sempre lì con il pensiero, e perché se per un motivo o per un altro le dava buca, era sempre perché era stato invitato a restare a pranzo o a cena. Perché da un paio giorni, o forse qualcuno in più, i suoi risvegli erano tutti uguali: un letto vuoto, un cuscino schiacciato che profumava di Alex e un post it con scritto ti amo poggiato sul comodino di fianco alla sua rosa.
Cesare non disse nulla, limitandosi ad annuire, la bocca serrata, e a finire la sua tazza di caffè. Era la prima volta che, davanti a lei, Cesare era senza parole. Maya si ricordò dei racconti di Alex su quei grandi silenzi che ti lasciavano sulle spine: anche lei, in quel momento, rimase in silenzio, spiazzata, ad immaginare cosa stesse succedendo in quella testa.


 

Salve a tutti! Lo so vi starete chiedendo che fine avessi fatto...ebbene, virus (ho preso il covid e il mio computer si è infettato), mi hanno hackerato i social e nel frattempo ho dovuto anche preparare un concorso (passato per fortuna) e quindi per un po', oltre quella che era la mia volontà, ho dovuto mettere in standy la mia attività qui su EFP. Ma I'M BACK B*TCHES XD
Le cose tra Maya e Alex vanno a due velocità, lui innamoratissimo e convinto di essere in una relazione sana e stabile, lei piena di dubbi ed incertezze lo vede sempre più assente. Non proprio una situazione idilliaca. In più questa intesa ritrovata con Claudia non promette nulla di buono...speriamo bene.
Alla prossima settimana con un nuovo aggiornamento (spero di ritrovarvi presto nei commenti, anche qualche lettore nuovo che in questo periodo magari ha recuperato la storia, fatevi avanti, non siate timid*!!!)
Un saluto
Fred ^_^
   
 
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