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Autore: TsukikageShawn    24/06/2022    2 recensioni
Fase 1 - Ambientato dopo la sconfitta di Faker, non tiene contro degli avvenimenti successivi.
Cosa sarebbe successo se Rio si fosse svegliata dal coma come Merag, dimenticandosi la sua vita umana?
Tre anni fa mi sono posta questa domanda, da cui è nata questa fanfiction.
Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli, per Yuma e Astral sembra ci sia il via libera per recuperare le carte numero restanti. Ma i bariani tramano nell'ombra per ottenere il loro potere, e il destino ha giocato loro un brutto scherzo facendo ritornare Merag dalla parte opposta. Cosa farà l'ex bariana, tornerà alle sue origini o troverà negli umani la sua nuova famiglia? E soprattutto, come affronteranno questa nuova minaccia Yuma e Astral?
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Il segreto della Luna Rossa'
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Capitolo 15

 

Merag uscì dall'ospedale accompagnata da Thomas. La ragazza si chiuse nuovamente nei suoi pensieri, mentre l'altro cercava di tirarle su il morale. Quella notizia sconvolse entrambi, ma Four non voleva che Rio vivesse gli ultimi mesi nella tristezza. Nel parcheggio incontrarono zia Mariko e Ryoga che stavano parlando con Jessica. L'avevano informata della notizia e neanche lei la prese bene.

«Tesoro vieni qui» disse Mariko, stringendo la nipote in un abbraccio.

La bariana non si mosse, ormai tutto quello che la circondava non le importava più. Non faceva altro che pensare a Barian e agli imperatori, li avrebbe abbandonati per l'ennesima volta, senza neanche avere la possibilità di spiegare.

Una parte di lei, però, non si fidava dell'esito dato dai medici. C'erano molte variabili che non potevano prendere in considerazione. Cercando di non risultare fredda e distaccata, chiese alla zia se Jessica potesse restare a cena quella sera. L'astrale capì subito il motivo dietro quella richiesta inaspettata e lanciò uno sguardo d'intesa alla bariana. Mariko acconsentì volentieri ed invitò anche Thomas, che rifiutò gentilmente.

Le loro strade si divisero. Shark, ancora sconvolto dalla notizia, disse che sarebbe tornato all'ora di cena e andò via in moto per schiarirsi le idee. Jessica accompagnò Thomas alla sua villa, mentre Merag salì in auto con la zia per tornare al complesso. Durante il tragitto Mariko accese la radio e si fermò su una stazione che trasmetteva musica disco.

«Quando eri bambina accendevi sempre la radio su questa stazione e cantavi tutte le canzoni, sei molto intonata.»

«Mi puoi parlare di Spada Rosa? Ryoga dice che i nostri genitori la conoscevano.»

«Durante gli anni della peste, circa il 1300 in Inghilterra, apparve una figura misteriosa. Nessuno sapeva chi fosse, era coperta da un mantello pesante di un tessuto sconosciuto, ed una spilla dorata raffigurante una spada conficcata in una rosa. Per questo il popolo iniziò a chiamarla così. Questa figura si dice fosse un oracolo, apparve una singola volta in un villaggio sperduto tra le montagne, poi scomparve nel nulla. Tua madre era convinta che fosse esistita veramente, e ho iniziato a crederci anche io il giorno dell'incidente dei tuoi genitori. Mi arrivò una lettera da parte sua. Diceva che nel momento in cui la stavo leggendo, ci sarebbe stato un incidente che avrebbe portato alla morte di Eichi e Reiko, e che mi sarei dovuta prendere cura di te e Ryoga. Lui o lei sapeva tutto, passato presente e futuro. Ora finalmente capisco cosa intendeva dire… Aveva predetto l'esito terminale della tua diagnosi e che tu mi avresti chiesto di lei. Diceva di non preoccuparmi e di fidarmi del tuo istinto, perché nessuno a parte te può cambiare il tuo futuro.»

Mariko parcheggiò l'auto e si tamponò il viso con un fazzoletto per asciugarsi le lacrime e non rovinare il make-up. Si guardò nello specchietto e riprese il suo atteggiamento allegro ed ottimista, sistemandosi la coroncina tra i capelli.

«Tesoro comunque ho ottenuto la parte, la settimana prossima iniziano le riprese. Non provare a sbirciare il copione, è materiale riservato» concluse scendendo dall'auto.

Merag annuì distrattamente, la sua mente era rivolta verso Nissa. Doveva immaginare che gli umani ne avrebbero creato una leggenda, quella volta era apparsa sulla Terra proprio per lei. Aveva provato a dimenticare il giorno peggiore della sua vita, ma esso non faceva altro che valorizzare i momenti felici trascorsi insieme al suo amato e la breve serenità trovata su Hünya accanto alla sua mentore. Si fidava ciecamente di Spada Rosa e del suo enorme fardello, ma non sopportava proprio il suo modo di fare enigmatico. Non aveva bisogno di altri grattacapi e misteri, una volta tanto non le costava niente essere chiara nelle sue parole.

«Rio vuoi accamparti nell'auto?» domandò la zia bussando al finestrino.

«No, scusami» rispose uscendo.

Una volta nell'appartamento, prepararono insieme la cena nel mentre Ryoga e Jessica sarebbero arrivati. Merag apparecchiò la tavola sistemando quasi tutto alla perfezione. Non si era ancora abituata alle bacchette, cercava sempre le posate nei cassetti prima che la zia le ricordasse dei bastoncini di legno.

«Tesoro assaggia» disse Mariko infilandole il cucchiaio di legno in bocca senza avvertirla.

«È buonissimo, cos'è?»

«Brodo di granchio al miso, la tua amica straniera gradirà di sicuro.»

Proprio in quel momento bussarono alla porta. Merag fece accomodare Jessica nel salotto, che appena si sedette sul divano le infilò un bracciale di pietra levigata blu con venature viola e verdi sul polso sinistro.

«È astralite, annullerà il tuo potere bariano. Tienilo per la cena, se ti crea problemi dammi un colpetto sotto il tavolo» le sussurrò all'orecchio.

«Va bene.»

Poco dopo arrivò anche Ryoga e Mariko servì la cena. Per evitare di parlare della situazione di Rio, Shark raccontò dell'ingaggio della sua band e la zia dell'incontro con il produttore cinematografico. In seguito fecero un sacco di domande alla ospite, che rispose con precisione e sicurezza. Jessica aveva preparato nei minimi dettagli la sua copertura, Merag rimase colpita da ciò. L'astrale non aveva usato alcun potere magico per aiutare la sua identità umana, si capiva chiaramente che era tutto frutto del suo studio ed esperienza sul campo.

Terminato il pasto, Ryoga scappò subito in camera sua per evitare di sparecchiare e lavare le stoviglie per l'ennesima volta.

«Non preoccupatevi, ci penso io» disse Mariko vedendo le due ragazze mettersi all'opera.

«Va bene… Ti faccio vedere la mia stanza.»

Merag portò Jessica in camera sua e chiuse a chiave la porta. Si lanciò sul letto e affondò il viso nel cuscino.

«La mappa stellare sul soffitto è piuttosto accurata» disse l'astrale sedendosi sulle lenzuola.

«Ryoga mi ha detto che l'ho disegnata da bambina.»

«Interessante. Tra gli astrali si dice che i ricordi di vite precedenti condizionano la vita presente tramite comportamenti involontari ed istintivi.»

«Ha stranamente senso.»

Jessica tolse il bracciale dal polso della ragazza e lo guardò annuendo. Ogni tanto diceva 'interessante' e 'che strano', mentre prendeva appunti su un computer apparso nel nulla.

«Merag i tuoi poteri ci sono ancora, non li hai persi. Questa astralite ha fatto il suo dovere, vi siete annullati i poteri a vicenda e ora che non siete in contatto li avete ripristinati.»

«Allora come mai non riesco ad usarli? E la mia morte è imminente?»

«Non ne sono sicura, per i tuoi poteri c'entra di sicuro la situazione che stai vivendo. La magia viene condizionata dalle emozioni quando non è utilizzata attraverso un canalizzatore, come bacchette o amuleti, quindi finché provi emozioni negative non riuscirai ad usarli oppure faranno di testa loro. E per la tua morte, il tuo corpo umano credo stia collassando perché non riesce a sopportare il tuo potere bariani, per esserne sicura devo fare dei test.»

«Capitano tutte a me. Potrei indossare l'astralite per guadagnare tempo, nel frattempo che scopriamo cosa sia successo.»

Jessica annuì e rimise il bracciale al polso di Merag, poi si stese al suo fianco. Rio si sistemò di lato per osservare più da vicino i lineamenti dell'ospite, erano così familiari ed attraenti. I loro sguardi si incrociarono e l'astrale si voltò arrossendo.

«Quale motivo ti ha spinto sulla Terra, si tratta di Astral?»

«Si e no… Amnesia da teletrasporto, non ricordo il mio incarico e tutti i collegamenti con il mondo Astrale sono stati schermati. Non posso comunicare o teletrasportarmi sul pianeta.»

«Allora potremmo aiutarci a vicenda. C'è un laboratorio hünyano sulla Terra, una mia amica lo costruì molto tempo fa. Solo che non so dov'è, lo protegge un campo magnetico che ne evita il tracciamento ed è in grado di cambiare posizione.»

«Può funzionare. Allora abbiamo un accordo?»

Jessica porse la mano a Merag, che la strinse con poca forza. Al loro contatto un filo bianco le avvolse, esplodendo subito dopo in una nebbiolina.

«Cos'è questa puzza?» esclamò la bariana agitando la mano libera davanti al naso.

«Puzza? Farò finta di non averti sentito… Devi inalarla, solo così va via. Abbiamo stretto un patto al modo degli astrali, se non lo rispetti ci saranno conseguenze non molto belle.»

Rio inalò la nebbia controvoglia, con un'espressione di disgusto dipinta sul volto.

«Ottimo, ora mi servono una provetta di sangue, campione di saliva, una ciocca di capelli, un barattolo di urina, una tua unghia e le impronte digitali.»

«Qualcos'altro?»

 

 

 

Capitolo 15 - Merag non ci sta più capendo niente

   
 
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