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Autore: AlysSilver    25/06/2022    0 recensioni
[Già più di 11.2k letture su Wattpad e un sequel, Inazuma Eleven Beyond The Horizon, già pubblicato su entrambe le piattaforme]
Sono passati molti anni dopo la vittoria della leggendaria Inazuma Japan guidata da Mark Evans. I suoi membri sono diventati adulti, genitori e alcuni di loro hanno persino abbandonato il mondo del calcio. Ora tocca ad un'altra generazione difendere l'amato sport dopo quella di Arion.
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Axel/Shuuya, Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Shawn/Shirou, Shuu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi guardai un po’ intorno curiosa di osservare la zona finalmente da vicino. Come quello riservato a Poseidone anche quello riprendeva l’architettura classica, le differenze principali erano le statue riservate ad Ermes e che il campo, questa volta alla stessa altezza delle panchine, era fatto di uno strano materiale. Mi domandai quale trabocchetto avessero in servo quella volta. Presi uno dei palloni e lo lanciai a terra a poca distanza dai miei piedi, per fortuna eseguendo alcuni semplici spostamenti notai che il pavimento non ostacolava la rotazione della palla e non creava danni nemmeno a noi dando troppo attrito sotto gli scarpini. Per lo meno avevamo un problema in meno di cui preoccuparci, considerando che avevamo una moltitudine di flash abbaglianti intorno. Non era mai successa una cosa del genere a nessuno dei nostri incontri. Sirius ed io cercavamo di mantenere le distanze il più possibile per non dare adito ad ulteriori voci, o forse era solo una mia impressione e lui era solamente immerso nei suoi soliti pensieri da stratega prima di una partita. Lo osservai con la coda dell’occhio, cercando di non farmi notare. Era seduto in panchina a parlottare con Genesis di non sapevo quale strategia, mentre gli altri tutt’intorno si stavano riscaldando. Sistemai la fascia rossa sul bicipite e subito dopo incominciai a frugare nella borsa alla ricerca dei guantoni. Mi capitarono tra le mani quelli bianchi, oramai abbastanza logori. Quanti incontri avevo disputato con quelli addosso. Erano stati il regalo di papà per la nomina a capitano, che era avvenuta più di un anno prima. Sfortunatamente a causa delle partite e dei continui allenamenti si erano rovinati molto e per quella stagione avevo deciso di ricomprarne un nuovo paio. Lì trovai sotto ad essi. Rimisi perciò a posto gli altri e feci per indossarli, quando venimmo richiamati per la formazione.

-Ecco la lista dei ragazzi che scenderanno in campo sin dall’inizio. Attaccanti: Ethan Blaze, Naomi Beacons e Derek Samford. Centrocampisti: Sirius Sharp, Alexander Love, Emma Bianchi e Genesis Stonewall. Difensori: Aiden Froste, Morgan Swift e Sierra Eagle. Portiere: Gabriella Evans. È tutto, finite di prepararvi che manca poco.- Era stato il viceallenatore Dark a parlare. Mi domandai perché nuovamente quel cambio nell’attacco. Al contrario della settimana precedente Melany era tornata in forma, o almeno era quello che credevo.

-Lei e Henry sono in crisi e oggi non ce la fa a scendere in campo, è distrutta. Temo siano vicino alla rottura definitiva.- Guardai Lea con aria confusa, per quale motivo non sapevo nulla di quella storia? -L’ho sentito ieri per caso, stavano discutendo pesantemente fuori dal cancello della scuola prima di tornare a casa. Non è stato un bello spettacolo. Se non fosse intervenuto Derek che era nei paraggi credo sarebbe andata persino peggio.- Possibile che non mi fossi accorta di nulla? L’osservai finalmente più attentamente e per la prima volta mi accorsi dei suoi occhi rossi e gonfi. Ero così concentrata sulla mia situazione che non avevo prestato la minima attenzione alle condizioni dei miei giocatori, ma che razza di capitano ero? Mi avvicinai a Derek che nel frattempo era intento ad allacciarsi la fascia inazuma.

-Ho saputo di cosa è successo ieri. Grazie per aver difeso Meny.

-Non c’è bisogno di ringraziarmi. Non mi sarei mai perdonato se le fosse successo qualcosa. Ovviamente dubito che quello lì le avrebbe fatto del male, ma ho preferito non rischiare. Tengo molto a lei.- La fissava imbambolato con uno sguardo che era un misto tra il triste e il dolce. Era strano come una persona così sconnessa come la rossa in questione fosse tra i pochi ad essere riusciti a superare la barriera che Derek si era creato intorno. Erano davvero molto diversi. Lui era il perfetto allievo tipo della Royal come personalità, a volte ricordava proprio un piccolo soldato con quella freddezza glaciale e il tono di voce sempre freddo, al contrario lei era l’esuberanza fatta persona che dava l’impressione di esserci solo raramente con la testa, sempre com’era immersa nel suo mondo fantastico. Se avessi dovuto paragonarli a qualcuno dei vecchi cartoni animati, sarebbe stato come mettere insieme una versione femminile del Cappellaio matto e Shang di Mulan.

-Dobbiamo entrare.- Sirius ci richiamò tutti all’ordine, facendoci notare che il conto alla rovescia del tempo di gioco sarebbe partito a breve. Gli passai a fianco per mettermi in fila per i saluti iniziali. Le nostre spalle si toccarono solo per un’istante o poco più, quel gesto per noi così insignificante e breve, però scatenò un putiferio senza il minimo preavviso. Dagli spalti si levò un vociare immenso, sommato alle centinaia di flash prodotti a raffica, da tifosi e giornalisti. Improvvisamente l’attenzione di ogni singola persona accorsa a vedere l’incontro era puntata su di noi, proprio come se fossimo dei fenomeni da circo. Rivolsi alla squadra un tranquillo sorriso e senza aggiungere nulla andai a posizionarmi come capo riga. Cercai di mantenere un’espressione serena sul viso, ma dentro di me sentii un’altra crepa formarsi. Dovevo solo mantenere la calma e superare quella giornata, non potevo permettermi di crollare.

-Wow, tutti in estasi per la coppietta felice. Ma quanto siete carini, vero amore. Spero riuscirai a rimanere concentrata almeno il tempo dell’incontro, riuscirai a non pensare a lui? Già non sei un granché come giocatrice, se ti deconcentri sarà facilissimo umiliarvi.- Stavo per mandarlo a quel paese quando l’arbitro arrivò per sorteggiare il calcio d’inizio. Mi morsi la lingua. Palla a loro. Ci stringemmo la mano con forza entrambi, quasi fosse una gara a chi mollasse per ultimo, poi senza voltarmi indietro andai a posizionarmi tra i pali.

La partita entrò immediatamente nel vivo appena la palla venne calciata la prima volta. Com’era da prevedersi, grazie anche alle informazioni che c’erano state fornite da Fabian, uno dei punti forti dei nostri avversari era la velocità, mixata a sua volta da un’incredibile agilità. Si diceva infatti che i ragazzi venissero addestrati con tecniche ninja all’interno della loro scuola. Superarono con facilità gli attaccanti, inoltrandosi subito nella nostra metà campo. I loro scatti così repentini rendevano molto difficile raggiungerli, solo Morgan ed Aiden sembravano alla loro altezza in questo senso. Gli corsero incontro nel tentativo di bloccare l’azione sul nascere, solo che appena lo raggiunsero accadde qualcosa di strano. Proprio come se fosse un tapis roulant il terreno sotto l’attaccante lo trasportò in avanti con una rapidità immensa e scartando di conseguenza i due difensori.

-ECCO LA PARTICOLARITÀ DELLO STADIO DI ERMES! IL TERRENO È COMPOSTO DA BLOCCHI CHE SECONDO UNO SCHEMA PRECISO POSSONO O TRASPORTARE IN AVANTI IL GIOCATORE, AIUTANDONE QUINDI IL TRANSITO, OPPURE ANDANDO AL CONTRARIO RISPETTO ALLA DIREZIONE DESIDERATA OSTACOLANDOLO!- Possibile che non potessimo mai giocare in uno stadio normale? Mi diedi uno schiaffo in pieno volto, dovevo rimanere assolutamente concentrata. Con un passaggio millimetrico Nobushige arrivò in possesso palla, trovandosi la strada spianata a poca distanza dalla porta. Alzò leggermente il pallone da terra e intorno a lui comparve un’ambientazione scura e dalla cima di un antico palazzo il colpo partì nella mia direzione.

-OMBRA NOTTURNA!- A quella potenza per fortuna non avrei avuto grandi problemi a bloccarlo.

-SCUDO LUNARE!

-PARATA! UTILIZZANDO UNA NUOVA SUPERTECNICA MAI MOSTRATA IN PARTITA GABRIELLA EVANS PARA IL TIRO CON UNA FACILITÀ SPIAZZANTE!- Non prestai molta attenzione all’occhiataccia tiratami dal cannoniere, infondo cosa si aspettava che la lasciassi passare forse? Rinviai subito ad Alexander facendo ripartire il gioco, quella volta con noi nella fase offensiva. Speravo però che il campo non li avrebbe messi troppo in difficoltà. Spostata l’azione nell’altra metà e con i tre difensori che erano avanzati notevolmente, nei miei pressi si era creato una specie di vuoto, che lasciava spazio alle voci degli spettatori posizionati dietro la mia porta. Per quanto tentassi di evitarlo la mia testa si focalizzò su di esse, quasi volesse ostacolarmi anche lei.

-Chissà magari questa nuova tecnica gliel’ha ispirata lui.

-Certo che lei ha un bel caratterino, Sharp non avrà vita facile. Mi domando chi porti veramente i pantaloni nella coppia, quel ragazzino deve farsi rispettare sin da subito altrimenti dopo sarà troppo tardi.

-Sono entrambi bellissimi, è naturale che si siano messi insieme. Però diciamolo lei è stata fortunata, non tutti i ragazzi vorrebbero stare con un maschiaccio del genere, nonostante abbia quel fisico assurdo. Un giretto ok, ma sopportarla tutti i giorni non so.- Strinsi i pugni, mentre cercavo di trattenere il fiato per evitare di scoppiare a piangere. Iniziavo veramente a non farcela più a sentire tutti quei commenti. Eravamo ad un incontro del torneo nazionale, la gente non poteva concentrarsi su quello! Passarono interminabili minuti in cui quelle voci continuavano a ronzarmi nelle orecchie. Riuscii a riattivarmi solo quando mi giunse il mio nome urlato da Ethan. Alzai di corsa lo sguardo e mi accorsi che Naomi era stata spazzata all’indietro sbattendo la spalla a terra a causa del sistema del campo. Nel frattempo, però i nostri avversari erano riusciti finalmente a ritornare nei miei pressi e prima ancora che potessi avere il tempo di rendermene conto il pallone era già stato indirizzato verso di me. Feci del mio meglio per raggiungerlo, ma oramai era troppo tardi e si era insaccata in rete.

-GOAL! LA NINJAZ TRAINING ACADEMY CONDUCE ORA PER 1 A 0.- I miei compagni si raccolsero intorno a me.

-Ella che succede? Non era un tiro difficile da parare per i tuoi standard.- Domandò Alex giocherellando con i suoi anelli. Aveva ragione, dannatamente ragione.

-Scusatemi veramente tanto. Mi sono distratta un attimo, non ricapiterà.

-Tranquilla siamo umani, capita a tutti di commettere degli errori.- Nonostante il tentativo di Eth di sdrammatizzare però mi sentivo come se avessi deluso i miei amici. Non era quello il comportamento che si aspettavano dal loro capitano. Quando riuscii finalmente a guardarli mi prese quasi una fitta al petto, per un’istante mi parve di essere circondata da ombre scure che crescevano sempre di più fino a non lasciarmi più scampo. 
   
 
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