Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: dragun95    26/06/2022    2 recensioni
Le Terre dimenticate, sono un luogo ostile e molto pericoloso. Tanto che anche la Chiesa se ne serve per esiliare
chi ritiene un eretico o le creature troppo pericoloso.
Ma in questo luogo vive anche una delle razze Ancestrali. Giran è un membro dei Brashak che da tempi antichi vivono
in quelle terre, per lui la vita è un semplice tiro di dadi. Ma quando la sua tranquilla routine viene interrotta, sarà costretto
a scendere a patti con i suoi rimpiatti e affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 9
 
Amleth si guardò intorno notando i mobili finemente lavorati e gli arazzi che ornavano l’ambiente. Ajarys l’aveva accolto nella sua dimora per potergli fare delle domande. Ma non si aspettava un tale livello di raffinatezza.
 
-Impressionato vero?- gli chiese lui notando lo stupore nei suoi occhi. L’elfo arcano annuì, sicuramente stava avendo troppe sorprese in un solo giorno.
 
-Rilassati, voglio solo fare due chiacchiere con te- lo tranquillizzò il Vearii, cercando di far mettere l’ospite a suo agio.
 
-Lo fate con tutti quelli che arrivano qui?- l’altro annuì sorridendogli.
 
-È un modo per imparare a conoscerci. Alla fine siamo tutti qui, chi costretto o come te per sfortuna. Inoltre è anche un modo per capire come inserirti nella Cittadella- si sedette vicino all’Alfveikt, così che possano guardarsi in faccia mentre si parlavano.
 
-Ti andrebbe di raccontarmi un po’ chi sei?-
 
-Beh, che posso dirti…sono il figlio di un mercante itinerante. Mio padre e mia madre viaggiavano in tutto il continente per scambiare e vendere merci. Almeno finché erano vivi- il volto di Amleth si tinse di tristezza mentre abbassava lo sguardo.
 
-Mi dispiace molto. È successo prima di arrivare qui?- l’elfo annuì.
 
-Siamo stati attaccati da dei banditi che hanno ucciso i miei genitori. Mentre scappavo mi hanno inseguito, ma mentre attraversavamo un canyon degli Avvoltoi rocciosi ci hanno attaccati. I miei inseguitori sono stati uccisi, ma io sono riuscito a scappare finendo qui- Ajarys non disse niente. L’unica via d’accesso e di uscita oltre alle montagne che circondavano le Terre dimenticare era tramite il corridoio del canyon che aveva citato Amleth. Ma era sempre sorvegliato dalle creature che lo abitavano presenti in gran numero.
Anche per questo era difficile lasciare quel luogo per la forte presenza di predatori che abitavano sia la via d’ingresso che le montagne vicine.
 
“Se non altro non è stato sparato qui in quelle “Gabbie della penitenza” da quei fanatici della chiesa” abbassò lo sguardo per vedere la rosa tatuata su una delle sue mani destre. Ma scacciò quel pensiero continuando ad ascoltare il nuovo arrivato.
 
-Ho vagato in questo deserto cercando una via d’uscita. Credevo sarei stato mangiato da qualche mostro…e alla fine sono stato catturato da quei pazzi- alludendo ai Figli del deserto. Ajarys incrociò il secondo paio di braccia dietro al collo e l’altro contro il petto.
 
-Mi dispiace molto per la tua perdita- ammise infine abbassando il capo in segno di condoglianze e l’altro ricambio.
 
-Ho fatto della tisana alla menta ne vuoi un po’?-
 
-Si…grazie- il Vearii sorrise andando nella cucina presente nella stanza adiacente dove c’era un piccolo fornello rudimentale alimentato da del carbone vivo, su cui aveva posto il pentolino con l’acqua e le foglie di menta per dare sapore.
 
-Sei venuto a controllare che stessi bene?- chiese rivolto a Giran che era arrivato alle sue spalle senza farsi sentire. Il Brashak lo osservava con la schiena appoggiata al muro e le braccia conserti.
 
-So che puoi cavartela anche da solo!- gli disse con la testa lievemente inclinata. I soffitti troppo bassi erano una vera rottura per lui. Restò ad osservare l’amico che tirava via il pentolino e ne versava il contenuto in delle tazze.
 
-Cosa ti dice il tuo “Terzo occhio della verità”? Sta mentendo?-
 
-Lo sai che io non vedo le menzogne Giran- chiarì lui. I Vearii che possedevano il terzo occhio, avevano una vista molto più acuta del normale. Riuscendo a percepire ogni singolo movimento anche i più impercettibili, inclusi i segnali di stress che un individuo faceva involontariamente quando mentiva.
 
-Comunque SI. Sta mentendo- gli confermò infine lui. Il moro sospirò, faceva bene a non fidarsi di quell’orecchie lunghe. Il suo istinto gli diceva che gli stava mentendo da quando lo aveva salvato.
 
-Come hai intenzione di farlo confessare?- l’altro tirò fuori un barattolo di quelle che sembravano bacche di cacao solo rosso acceso. Ne prese una spezzandola in due e macinandone una parte.
 
-Sai cosa sono vero?- gli chiese mostrandone una al membro del clan della terra. Questi si avvicinò prendendola tra le mani e dopo avergli dato una piccola annusata annuì.
 
-Baca Veritatis…ovvero bacca della verità. Molto astuto!- gli sorrise, mentre Ajarys metteva il macinato di bacche in una tazza ed annuì. Alla fine sarebbe stato proprio lui a dirgli ogni cosa.
 
 
Nel mentre Amleth si guardo intorno notando che nella stanza c’erano dei vasi con delle piante, ben tenute e alcuni fiori. Si stupì di trovarne in un posto desertico, ma poiché erano in una oasi. Il giardinaggio non doveva essere così impossibile.
Il padrone di casa arrivò in quel momento con due tazze.
 
-Ti piacciono le mie piante?- sapeva che gli elfi arcani nonostante il nome erano poco pratici di magia. Erano più portati per le pratiche sciamaniche e conoscevano molto bene la fauna e la flora.
 
-Le stavo guardando…quella è menta?- indicò la pianta nel vaso, riconoscendo le foglie. Il Vearii annuì.
 
-Si, non sai che fatica ho fatto per coltivarla in questo posto- disse porgendogli la tazza, che l’elfo prese.
 
-Posso immaginarlo- rispose soltanto portando la tazza alle labbra, ma si fermò un’istante prima di bere un sorso. Diede una maggiore occhiata al contenuto per poi sentirne l’aroma.
 
-Avete aggiunto qualcosa alla tisana?-
 
-Solo un po’ di menta e limone- ma l’elfo arcano non sembrò per niente contento di quella risposta. Visto che assunse uno sguardo tagliente per poi lasciar cadere la tazza con il suo contenuto che si frantumò a terra.
In quell’istante le piante nella stanza iniziarono a crescere e si mossero da sole fino a bloccare Ajarys. Il quale impassibile guardò il suo ospite.
 
-Stai mentendo. Che cos’era veleno?- domandò subito adirato, mentre ordinava alle piante di stringere di più la presa.
 
-Potrei dire la stessa cosa di te…visto che la tua storiella era tutta una frottola!- le piante vennero tagliate in un’istante da delle piume e Giran spuntò dietro ad Amleth stringendogli il collo in una morsa, sollevandolo da terra come fosse un fuscello.
Il poveretto provò a muoversi ma la voce tagliente del Brashak gli intimò di non farlo.
 
-Non ci provare. Mi basterebbe una piccola torsione per spezzarti il collo!- Filian annuì alle sue parole prima di rivolgersi al Vearii.
 
-Tutto bene?- lui annuì per poi guardare l’elfo tirando fuori un coltello dal vestito e portandolo davanti al suo volto.
 
-Avrei preferito che parlassi per l’effetto delle bacche. Non mi piace usare la violenza, ma se è per mantenere la sicurezza della Cittadella allora- premette la lama contro la sua guancia tagliandolo leggermente. L’elfo gemette mentre un rivolo di sangue color ambra uscì dal taglio.
 
-Ora ti conviene iniziare a dire la verità!- gli disse Giran che lo teneva saldamente stretto nella sua morsa –Fai parte della Chiesa?-
 
-…No…- riuscì a dire nonostante la presa sul collo.
 
-Se non fai parte della Chiesa allora perché ci stavi mentendo?- chiese Filian irritata. Di colpo la presa sul collo svanì e l’elfo cadde a terra tossendo.
 
-Ascolta bene, non vogliamo farti del male. Ti ho salvato da quei fanatici e spero tu ricambi il favore. Per cui ora tu ci dirai la verità e se non è un problema per la Cittadella ti aiuteremo!- il tono del moro era serio ma allo stesso tempo rassicurante. L’Alfveikt, lo guardò troneggiare su di lui, per quanto avrebbe voluto non dire niente era sicura che sarebbero comunque riusciti a farlo parlare. Ma nonostante questo non credeva che fossero davvero pericolosi o almeno che non avevano cattive intenzioni. Volevano solo proteggere quella piccola oasi.
 
-Va bene. Il mio vero nome è Serse…sono un informatore degli Inquisitori-.
 
 
 
-Gli Inquisitori…- Ajarys restò di sasso sentendo quel nome, così come la Veari. La quale sembrò stupita come il Vearii a scoprire che quel piccolo Elfo arcano, fosse un loro informatore.
 
-Gli Inquisitori. E chi sarebbero di preciso?- chiese subito il Brashak confuso. Li aveva sentiti nominare qualche volta da alcuni Esiliati. Ma l’unica cosa che aveva capito era che la Chiesa li disprezzava e che secondo loro erano degli eretici. Serse alzò lo sguardo sull’imponente figura che gli stava davanti con la bocca aperta.
 
-Davvero non li conosci?- Considerando le voci che giravano, era sicuro che fossero noti in tutto il continente.
 
-Devi scusarlo. Non esce spesso dalle Terre Dimenticate- spiegò Ajarys.
 
-Per risponderti zuccone: Sono un’Ordine indipendente che non fa parte della Chiesa. Il cui scopo è quello di debellare una tremenda malattia chiamata “Piaga delle spine”- l’espressione di Giran non cambio dopo aver sentito quel nome. Anzi forse era ancora più confuso di prima.
 
-Non sa nemmeno questo?-
 
-Senti non sono mai uscito da queste terre, neanche una solo volta in uno dei miei 300 anni- rispose lui grattandosi il collo per giustificarsi.
 
-In effetti è apparsa solo centocinquant’anni fa- gli disse il capo della Cittadella –Ma è una malattia molto terrificante-
 
-Cos’avrebbe di così spaventoso?-
 
-Prima di tutto è in grado di mutare l’ospite. Chi ne viene contagiato sviluppa degli aculei su tutto il corpo che all’avanzare della malattia inizia ad assumere più l’aspetto di una pianta di rovi- spiegò l’elfo arcano –Inoltre anche se gli infetti possono essere uccisi, la malattia è estremamente contagiosa. Basta che una sola delle spine ti ferisca o che il sangue infetto entri a contatto col tuo corpo per infettarti…-
 
-Non c’è una cura?- gli altri scossero il capo alla domanda.
 
-L’unica cosa che si può fare è bruciare i contagiati- rispose Ajarys.
 
-Una volta uno del mio popolo è stato infettato dalla Piaga. Gli Inquisitori sono arrivati e sono stati costretti a bruciarlo per dargli la pace- ammise Filian. Giran abbassò lo sguardo sapeva cosa volesse dire perdere uno dei propri cari, soprattutto se e a portarli via è stato il fuoco.
 
-La piaga non è mai arrivata qui?- gli chiese Serse. Anche se non sapeva come si diffondesse, aveva sentito di molte segnalazione in tutto il continente. Solo alcune parti erano state risparmiate.
 
-No…ma se il fuoco distrugge questa Piaga. Posso azzardare una ipotesi- lì le temperature mattutine potevano sfiorare i quaranta gradi. Nel periodo estivo anche di più, forse il caldo teneva lontano la piaga. Ma questa era solo un pensiero del Brashak.
 
-Hai detto di essere una spia degli Inquisitori?-
 
-Non sono una spia ufficiale. Ma conosco uno dei loro Consiglieri, sono i secondi in comando nella gerarchia degli Inquisitori. Visto che la Chiesa è ostile contro di loro ho pensato di tenerli d’occhio-
 
-Senza il loro consenso?- si stupì la Avien –Non so dire se hai fegato o sei un’idiota!-
 
-Per caso questo tuo tentativo di “spionaggio indipendente” è quello che ti ha fatto finire qui?- lui deglutì annuendo.
 
-Ho spiato un membro del loro gruppo armato, sperando di ricavare qualche informazione. Alla fine quando ho scoperto qualcosa mi hanno beccato. Mentre scappavo da loro mi sono diretto qui per cercare di seminarli…e sono stato catturato da quei fanatici- i due membri delle antiche razze guardarono il castano per chiedergli se stesse mentendo, ma lui scosse la testa, stava dicendo la verità.
 
-Vi prego ho bisogno di andarmene di qui. Devo comunicare al Consigliere Varsos cosa ho scoperto. È di vitale importanza- li implorò prostrandosi ai loro piedi, sperando di essere aiutato.
Giran ci pensò su, non stava mentendo e anche se non conosceva di persona la Chiesa. Sentendo di come ne parlavano gli altri e di come trattavano le persone esiliandole. Di certo non avrebbe non accettato di ostacolarli.
 
-Come ti ha detto la Picciona qui. L’unico modo per andarsene è volando. Per cui Filian potresti portarlo fuori dalle Terre Dimenticate?-
 
-Io non prendo ordini da te! E non è nemmeno un mio interesse aiutare questo bugiardo. Quindi spiegami perché dovrei farlo?- si impuntò la Evian chiudendo tutte e quattro le ali e incrociando le braccia al petto.
Non gli piaceva che gli si dessero ordini e ancora dio più che le si mentisse. E visto che quell’elfo aveva mentito dal momento che l’avevano salvato, non sarebbe stato facile convincerla ad aiutarlo.
 
-Ti ricordo che mi devi un favore per averti salvato quella volta il didietro piumato da quel Drago delle sabbie. Credo sia arrivato il momento di riscuotere!- lei storse le labbra, ma non poteva certo dire di no. Soprattutto se si trattava di un favore per avergli salvato le penne.
 
-Va bene. Lo porterò via domani, ma prima voglio la mia parte di drago!-
 
-Si si…ok- sospirò Giran andando fuori, mentre Serse si buttava ai piedi del membro del popolo del cielo ringraziandola all’infinito.
Nel mentre Ajarys raggiunse il moro, dal suo sguardo sembrava avere delle preoccupazioni per la testa.
 
-Forse è il caso di aumentare le difese. Se davvero il gruppo armato della Chiesa lo ha seguito fin qui-
 
-Credi davvero che sarebbero così stupidi da entrare nelle Terre Dimenticate di loro spontanea volontà?- gli domandò divertito da quella preoccupazione, ma il castano non lo era per niente. Anzi era molto serio.
 
-Conosco quei tipi, non si fermano davanti a niente. Sono disposti ad andare incontro alla morte per portare a termine un incarico- Giran sbuffò.
 
-Non li conosco è vero. Ma conosco questo posto, fidati, se non li ucciderà tutti il deserto. Lo farà la disperazione quando capiranno di essere bloccati qui!-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Dopo una lunga assenza ecco il nuovo capitolo. Devo ammettere che è stato un vero parto, soprattutto immaginarmi la scena.
 
Alla fine scopriamo che Amleth non era quello che diceva di essere. Ma per loro fortuna sta contro la Chiesa e che è a causa loro se è finito nelle Terre Dimenticate.
Alla fine però sembra che abbia trovato un modo per lasciare quel posto, grazie anche ad un’infastidita Filian.
Ma comunque veniamo anche a sapere che forse il gruppo armato della Chiesa potrebbe essere anch’esso in quel deserto. A questo punto non so se sia un bene per loro, visto che ci sono molti che li disprezzano.
 
Ma questo si vedrà nel prossimo capitolo. Ringrazio come sempre anche solo chi legge la storia e ci vediamo al prossimo capitolo.
A presto.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: dragun95