Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ArrowVI    27/06/2022    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 14-5: Pericolo Imminente



 

Non appena notarono quella improvvisa reazione da parte di Seryu, i presenti si domandarono rapidamente quale fosse il motivo dietro quelle lacrime decisamente così amare... Prima che potessero fargli qualsiasi domanda, però, Seryu asciugò rapidamente le sue lacrime con un braccio, forzando subito dopo un sorriso.

<< Va tutto bene, Seryu? >>
Gli domandò Ehra, visibilmente preoccupata da quella reazione improvvisa.

Il ragazzo scosse rapidamente il capo.

<< Si, nessun problema. >>
Le rispose.

<< Avevo semplicemente qualcosa negli occhi. >>


Quella sua risposta non convinse nessuno dei presenti. Jessica gli ricordò che fosse libero di parlare con loro, se avesse avuto delle preoccupazioni, ma Seryu continuò imperterrito a ripetere che andasse tutto bene, ripetendo più e più volte che non fosse nulla di cui avessero dovuto preoccuparsi.
Nonostante fosse ancora preoccupata e sospettosa, Ehra decise di cambiare argomento e di spiegare ai ragazzini cosa Xernes avesse deciso di fare. Il tempo era agli sgoccioli e, per quanto avesse voluto aiutarlo, al momento non aveva il lusso di fargli da strizzacervelli.


Disse loro che il Gran Generale avesse assegnato a ciascuno di loro un "insegnante" che avrebbe potuto insegnare loro qualcosa in caso avessero dovuto difendersi nell'imminente scontro contro Amon.

Dopo la sua spiegazione, uno sguardo incuriosito e pensieroso si fece rapidamente largo nel volto di Xane.

<< Mio padre vorrebbe che fossimo "allenati" da alcuni dei suoi soldati d'élite, quindi. >>
Disse, riassumendo in breve le parole della donna.

Ehra annuì.

<< E' solamente per la vostra sicurezza, giusto in caso. Non si sa mai cosa potrebbe accadere. >>
Continuò subito dopo.
Xane non sembrò credere a quelle sue parole. Fissò la direttrice con occhi dubbiosi, ma evitò di esternare le sue domande.

<< Ma davvero? Gentile da parte vostra. >>
Le rispose, con tono ironico.


Ignorando le parole del ragazzo, un po' per sensi di colpa, Ehra disse a Jessica di seguirla nella stanza degli allenamenti, dove le avrebbe dato qualche consiglio per migliorare le sue barriere e le sue magie curative.
Insieme abbandonarono ancora una volta l'infermeria, lasciandosi alle spalle gli altri due ragazzini.


Fu proprio nel momento in cui Ehra lasciò la stanza che Xane esternò i suoi dubbi e le sue preoccupazioni, parlando tra se e se e attirando l'attenzione di Seryu.

<< "Giusto in caso". >>
Ridacchiò, con fare infastidito.

<< Due fratelli di Amon sono morti e il terzo è imprigionato. Al momento dubito fortemente che tra le sue priorità ci sia quella di provare a catturare Michael. Se avessero davvero voluto proteggerci ci avrebbero chiesto di lasciare Camelot, non ci avrebbero "allenati giusto in caso". >>
Continuò, mostrando una smorfia innervosita.

<< Ci stanno praticamente chiedendo di combattere. >>
Concluse subito dopo.

Seryu provò a controbattere alle parole del compagno, ma nulla di ciò che avrebbe voluto dirgli sarebbe riuscito a convincerlo del contrario. Anche lui sapeva che quel comportamento fosse strano, e si domandò se avesse dovuto, o meno, raccontargli di ciò che avesse sentito pochi minuti prima.


<< Credi che abbiamo qualche speranza? >>
La domanda di Seryu colse Xane alla sprovvista.
Non che non sapesse cosa rispondergli, infatti il problema era l'esatto opposto.

Sapeva perfettamente quale fosse la risposta a quella sua domanda, ed era proprio quello a spaventarlo.

La sua risposta fu secca e istantanea.

<< No. >>

Esattamente come Xernes, anche Xane sapeva che senza Arthur le loro chance di vittoria si erano ormai drasticamente ridotte. 

<< Vuoi la mia opinione onesta e senza filtri? E' un suicidio. >>
Aggiunse subito dopo, sospirando.


Davanti a quella risposta, Seryu impallidì di colpo.

<< E' Amon davvero così pericoloso? >>
Domandò Seryu, preoccupato dalle parole del suo compagno.


<< Amon... >>
Rispose Xane, sospirando, spaventato da ciò che sapeva di quel demone.


<< ... La sua forza è terrificante. Ben oltre quella di ogni altro Demone che non sia Lucifer... >>


Un mostro che può causare tempeste terrificanti solamente in base al suo stato d'animo...
Un demone la cui violenza e forza bruta non è seconda a quella di nessuno. 
Quelle furono le parole di Xane.




* Fin da quando arrivammo in Gaia, Amon mostrò un profondo rancore verso gli umani.

"Siamo qui a causa loro!"
Continuò a ripetere.

"Non avremmo mai dovuto difenderli."
Da quel giorno continuò a rimpiangere la scelta che ci fece cacciare dal Giardino. Diede le colpe di quelle nostre maledizioni agli umani e mai fu in grado di perdonarli.
Se non fosse stato per Bael che continuò a tenerlo al guinzaglio, Amon avrebbe sterminato la razza umana per conto suo.

Ho sentito più volte un modo di dire, tra gli umani... "Alcune persone vogliono solamente vedere il mondo andare in fiamme". Non credo ci sia un modo migliore di descrivere Amon.
Caos incarnato, odio cieco e furia insaziabile.

Il giorno del Disastro, demoni come Belzebub e Asteroth giurarono vendetta per il torto subito. 
Il giorno del Disastro, l'odio di Amon raggiunse livelli incontrollabili.


Per qualcuno come Amon, non c'è salvezza. Da quel giorno ridusse in cenere villaggio dopo villaggio insieme ai suoi fratelli. Distrusse città dopo città senza lasciarne traccia.
Nonostante ai giorni d'oggi sia Azael a essere considerato il demone con più sangue tra le mani, il sangue che Amon ha visto in vita sua è dozzine di volte superiore.

Puro rancore. E' questa l'unica motivazione di Amon. Non gli serve altro.
Con alcuni demoni si può provare la diplomazia... Io stesso preferirei una soluzione pacifica che possa garantire la salvezza di entrambe le fazioni. Purtroppo con "compagni" come Amon e Belzebub, una soluzione di questo tipo è quasi impossibile.

Amon... Non lo accetterebbe mai. *



Lucifer era perso nei suoi pensieri, seduto su una poltrona antica, marrone, con alcune rifiniture argentee a forma di foglie. Davanti a lui c'era un piccolo tavolo in vetro su cui appoggiò gentilmente un grosso libro, qualche minuto prima. Fissava quel libro in silenzio, reggendosi il volto con una mano, seduto su quella poltrona come se fosse un re sul trono. Il suo sguardo era perso nei suoi pensieri, la sua espressione monotona e annoiata in netto contrasto con quel classico sorriso di sfida che era solito mostrare ai suoi interlocutori.

Questa situazione... Potrebbe scapparmi di mano se non sto attento... *
Pensò, picchiettandosi una guancia con un dito.

* Forse è il caso che prenda delle contromisure adeguate. *
In quell'istante l'attenzione del demone venne attirata da una voce femminile che lo chiamò per nome.
Lucifer sollevò lentamente lo sguardo verso l'entrata della libreria, vedendo Astarte davanti alla porta, con la testa leggermente inclinata e uno sguardo confuso in volto.

<< C'è qualcosa che la preoccupa, Lord Lucifer? >>
Domandò il demone.

 * Nulla di cui tu debba preoccuparti, Astarte. *
La risposta di Lucifer fu istantanea. Evitando lo sguardo della sua subordinata, fissò per un istante il libro sul tavolo in vetro, per poi tirare un rapido sospiro.

<< Che libro sarebbe quello, Signore? >>
Domandò subito dopo.

Per un istante, Lucifer sembrò esitare.

* Un vecchio libro che mi venne prestato da qualcuno... E che non ho mai avuto la possibilità di restituire. *
Rispose, con un tono che, per la prima volta, lasciò intuire tristezza e sensi di colpa.


<< Di che libro si tratta? >>
Domandò ancora una volta Astarte.

In quell'istante Lucifer sollevò lo sguardo, mostrando una espressione seria e annoiata alla sua subordinata.

* Per quale motivo sei così loquace, oggi, Astarte? *
Le domandò.


Astarte divenne rapidamente rossa in volto, quasi come se fosse eccitata.

<< Sembrava preoccupato, Lord Lucifer, quindi Astarte ha pensato che avrebbe potuto provare a farla stare meglio, Signore... >>
Rispose la donna demone.
Lucifer continuò a fissarla con uno sguardo infastidito, poi le fece cenno di lasciare la stanza.

Non ho più bisogno dei tuoi servizi. *
Le rispose.

Non sarebbe giusto nei suoi confronti. *
Sospirò sottovoce, subito dopo. 

<< Cosa ha detto, Lord Lucifer? >>
Domandò il demone, con una espressione confusa, non avendo sentito le parole che il suo superiore sussurrò.

Con un rapido cenno della mano, Lucifer fece capire ad Astarte di abbandonare la stanza.

* Devo stare da solo per un po' di tempo a pensare, Lilith. *
In quell'istante Lucifer si bloccò per un istante, come se fosse paralizzato, sorpreso dal suo stesso errore.
Astarte piegò la testa di lato, mostrando una espressione confusa e preoccupata, mentre gli domandò chi fosse quella "Lilith".

Riacquistando rapidamente la sua compostezza, Lucifer posò ancora una volta il suo sguardo su Astarte, fissandola con occhi minacciosi.

Sei ancora qui? *
Le disse, ignorando la sua domanda.

Credevo di averti detto di lasciarmi da solo. *
Aggiunse subito dopo.
Impallidendo di colpo, Astarte lasciò rapidamente la stanza dopo un rapido inchino, chiudendo la porta alle sue spalle e lasciando il suo comandante da solo nella sua stanza.


Pochi istanti dopo, Lucifer cominciò a massaggiarsi lentamente la fronte, per poi parlare tra se e se avvolto solamente dal silenzio di quella stanza.

* L'ho chiamata Lilith... *
Sospirò.

Forse i miei sensi di colpa stanno cominciando a tornare in superficie... *


Non appena disse quelle parole, realizzò che, dentro quella stanza, ci fosse qualcun altro insieme a lui.

* Ci hai messo un po' di tempo a tornare, Azael. *
Disse.


_____________________________________________________________________________________________________________________________


Fine del capitolo 14-5, grazie di avermi seguito e alla prossima!


 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ArrowVI