Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: V@le    27/06/2022    0 recensioni
Attore. Il mestiere più bello del mondo.
Immergersi in un mondo parallelo, magari verosimile o magari fantascientifico.
Diventare un'altra persona, poter fare qualsiasi cosa che nella vita reale appare stupida o imbarazzante.
[...]
Chi non vorrebbe essere un attore?
Eppure recitare è come vivere: c'è sempre un mondo in ombra che nessuno vede e che nessuno cerca.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'attrice
DÉJÀ VU


Ino stava cercando di concentrarsi sulla conversazione con Choji e Sakura. Davvero, ce la stava mettendo tutta, ma non ci riusciva. Non poteva fare a meno di buttare ogni tanto uno sguardo al tavolo accanto a loro. Kiba, Hinata, Tenten e Neji stavano semplicemente chiacchierando tutti insieme, ma c'era qualcosa che non quadrava. Da come si comportavano, sembrava che Neji e Tenten non avessero mai avuto la lite dell'estate precedente. Le loro sedie erano praticamente attaccate… ma forse le avevano trovate in quel modo e non avevano avuto voglia di spostarle. Lo Hyuga effettivamente sembrava di ottimo umore, non l'aveva mai visto così… ma, accidenti, non lo conosceva abbastanza per poterne dedurre qualcosa. In quel momento desiderò avere il cervello del suo ragazzo e poter capire tutto in un lampo.
-Ino? Ino! Ma dove hai la testa?- Sakura le schioccò le dita a due centimetri dal viso per attirare la sua attenzione.
-Sì, scusa… dicevi?
-Parlavamo delle prossime riprese… ma cosa stavi guardando?
-Quei due non me la raccontano giusta.
La Haruno e Choji si sporsero oltre la sua spalla.
-Beh, effettivamente sembrano essere più affiatati- affermò la prima.
-Meglio così, no?- fu il commento dell'Akimichi.
La Yamanaka sbuffò sonoramente.
-Odio non vederci chiaro in questo genere di cose…
-E io che pensavo che ti volessi divertire stasera- intervenne Shikamaru, che fino ad allora era rimasto in silenzio -con tutto quel ragionare ti verranno le rughe prematuramente.
Choji assunse immediatamente un'espressione terrorizzata al pensiero della reazione rabbiosa che si prospettava.
-Sì, come ti pare- rispose invece distrattamente Ino.
-Ok, a mali estremi…- sussurrò tra sé e sé Nara, alzandosi fiaccamente e avvicinandosi alla ragazza -forza, andiamo a ballare.
La bionda a quel punto strabuzzò gli occhi e guardò il ragazzo sbalordita.
-Come scusa? Da quando in qua tu balli?
-Non farti pregare- la prese per un braccio, aiutandola ad alzarsi.
-Sicuro di non aver alzato troppo il gomito?- il tono di lei cominciò a diventare beffardo, mentre gli occhi le brillavano di contentezza -Siete tutti testimoni che non sono io a trascinarlo a ballare!
-Andiamo, seccatura- la trascinò lui per la vita in mezzo alla folla.

-Da come ho capito è una struttura immensa, con un grande giardino molto curato- Tenten stava descrivendo il posto dove avrebbe avuto luogo il ricevimento del matrimonio.
-Caspita! Non vedo l'ora di vederlo- commentò Hinata davvero entusiasta.
-Sono contenta che dormiremo tutti lì- continuò l'altra -sarà bello svegliarsi e ritrovarsi insieme a goderci la giornata dopo.
-Stai dando per scontato che riusciremo a svegliarci tutti- intervenne Kiba -il doposbronza può essere difficile.
-Ma alcuni di noi non hanno neanche l'età per bere ancora- fu l'ingenua risposta di Hinata.
L'Inuzuka e Tenten produssero contemporaneamente un'esclamazione di tenerezza.
-Mi dimentico sempre che tu non hai mai provato a bere alcolici.
-Perché, tu sì?- chiese Neji alla ragazza.
-Solo un paio di volte.
-Nel corso degli ultimi anni abbiamo provato un po' tutti. Certo, poche volte, ma abbastanza da capire il tipo di sbornia di ognuno.
-Per esempio?- domandò Hinata, che stranamente non era mai stata presente in quelle occasioni.
-Per esempio io e Kiba siamo da sbornia allegra: non la più di smettiamo di ridere.
-Invece Naruto, Sasuke e Sakura hanno la sbornia triste- continuò l'Inuzuka -uno spettacolo penoso, da allora cerchiamo di non farli più bere.
-Poi ci sono Shino, Sai e Shikamaru che hanno la sbornia filosofeggiante: cominciano a predicare sul senso della vita eccetera.
-Infine, Ino e Choji con la sbornia comatosa: quando si ubriacano si addormentano e non c'è modo di svegliarli. L'unica volta che è capitato con Cho abbiamo dovuto chiamare Asuma per aiutarci a spostarlo.
Tenten buttò un occhio sulla pista da ballo, sorridendo subito dopo.
-Guarda un po', Shikamaru non se la cava affatto male come ballerino.
Anche gli altri tre si voltarono verso Nara.
-Questo mi ricorda una cosa importante- disse Kiba con fare quasi criptico.
-Cioè?- gli chiese Hinata.
-Che è ora di ballare anche per noi. Su, andiamo.
La Hyuga sorrise entusiasta mentre il ragazzo la prendeva per mano e la conduceva in pista.
Gli altri rimasero per un po' in silenzio, finché Tenten non lo ruppe.
-Ammettilo, non è così male.
Neji capì subito che stava parlando di Kiba, ma si limitò a rispondere con l'accenno di un sorriso.
Osservarono per un po' i loro amici sparsi per il cortile.
-Sbaglio, o nessuno ha notato niente?- chiese la ragazza sorseggiando la sua bibita.
-Se qualcuno lo ha fatto, lo sta nascondendo molto bene.
-Cavolo, siamo così pessimi in pubblico come coppia?- domandò lei ridendo.
-Magari non siamo il tipo di coppia che sta appiccicata tutto il tempo.
-Beh, almeno in privato ce la caviamo bene.
-Molto bene- lo Hyuga accostò il viso all'orecchio di lei, sussurrando -soprattutto quando siamo in un letto.
Tenten si sentì avvampare.
-Maledetto…- sibilò poi -mi sembra passato un secolo.
Non facevano l'amore dalla vacanza a Berlino ed entrambi cercavano di scaricare la tensione stuzzicandosi a vicenda. Il che, in realtà, la faceva crescere.
-Non starai esagerando?- ribatté lui canzonatorio.
La ragazza inspirò profondamente nel tentativo di quietare l'agitazione che le scombussolava il ventre. Ci stava prendendo troppo gusto a provocarla sull'argomento e la tentazione di ricambiare con la stessa moneta era troppo forte.
-Considerando che sono ad un passo dal saltarti addosso- sussurrò lentamente -non credo di essere poi così esagerata.
Neji, preso in contropiede, fece fatica a mantenere il suo proverbiale autocontrollo.
-Sei tremenda.
-Hai cominciato tu!- rispose lei scoppiando a ridere.
Lo Hyuga la guardò senza rispondere, godendosi la sua espressione spensierata. Che gli altri lo sapessero o meno, adorava come lui e Tenten stavano insieme: il loro modo di scherzare, di parlare, di discutere, di affrontare argomenti importanti. Fino ad allora non si era mai ritrovato a pensare di comportarsi diversamente dal solito, o a desiderare che lei cambiasse il proprio comportamento nei suoi confronti. E tutto ciò era meravigliosamente rassicurante.
-Beh, credo sia il momento di una tregua- esordì, non potendo trattenersi dall'accarezzarle i capelli.
-Se lo dici tu- rispose lei leggermente provocatoria -dovrai trovare un modo efficace per distrarmi.
Neji si alzò in piedi con calma.
-Non so, un ballo potrebbe fare al caso tuo?- domandò tendendole una mano.
Tenten, a quella scena, non poté fare a meno di ricordare l'unica altra volta in cui l'aveva invitata a ballare. Sorrise, intenerita, e gli porse la mano nell'alzarsi.
-Ottimo diversivo, Hyuga.
Si diressero verso la pista da ballo, lasciando le punte delle dita svogliatamente intrecciate.

Ino si stava godendo il ballo con Shikamaru più di qualsiasi altra cosa al mondo. Aveva sempre adorato ballare, ma di solito si accontentava di farlo con le ragazze, dato che i suoi due migliori amici maschi non si erano mai fatti convincere a muovere un passo in sua compagnia. Per quanto riguardava i ragazzi in generale, non le era mai interessato provarci: benché all'apparenza risultasse sicura di sé e, a volte, provocante, non era proprio il tipo di ragazza che flirtava con chiunque gli capitasse a tiro. Inoltre, a differenza del suo personaggio della serie che smaniava per Sasuke, nessuno l'aveva mai sentita dichiarare che le piacesse una persona in particolare. Shikamaru non l'aveva certo colpita subito, al contrario: benché fossero andati d'accordo fin dal loro primo incontro, nella sua testa l'aveva collocato nella categoria "Amici e basta". Tuttavia, col passare del tempo, si era ritrovata ad ammirare le piccole stranezze del ragazzo, ad emozionarsi quando tra loro c'era contatto fisico, ad entusiasmarsi quando sapeva che si sarebbero visti. Tutto ciò era corredato, però, dal pensiero che Nara non l'avrebbe mai vista come qualcosa di più di un'amica e che, probabilmente, era tutto il contrario del suo tipo ideale. Perciò aveva sempre concentrato le sue energie sull'amicizia tra loro più che in un tentativo poco promettente di scoprire i suoi sentimenti per lei.
L'invito alla festa di fine stagione dell'anno precedente era stato un fulmine a ciel sereno, ma nulla l'aveva stupita più di Shikamaru che, mentre stavano andando alla festa, le confessava nel modo più contorto e impacciato che avesse mai visto che lei le piaceva, e non come semplice amica.
Tuttavia lo doveva ammettere: non si sarebbe mai sognata di arrivare a ballare con lui.
-Comunque sei un imbroglione- esordì la ragazza mentre la musica, fino ad allora movimentata, rallentava per introdurre un lento.
-Mh?- fece Nara mentre se la avvicinava.
-Hai sempre detto di non saper ballare- spiegò Ino appoggiando una mano alla spalla del ragazzo.
-Ho sempre detto che non ballo, non di non esserne capace.
-Accidenti, se dovessi diventare un avvocato faresti una strage. Almeno mi dirai come mai stasera mi hai concesso un tale onore?
-Per la tua fissazione su Hyuga e Tenten stavi dimenticando di divertirti.
-Io mi stavo dimenticando di divertirmi? Detto da te che odi questo tipo di eventi?
-Appunto- rispose il ragazzo -ci vengo perché so che tu ti ci diverti. Se non lo fai, vanifichi i miei sforzi.
Uno dei motivi per cui Ino riusciva a stare con lui era il suo essere l'unica in grado di cogliere una manifestazione d'affetto in quella che a chiunque altro poteva sembrare una semplice polemica; a parte Choji e Asuma, ovviamente.
-Beh, in questo caso, grazie Shika- sussurrò con tono dolce, per poi baciarlo a fior di labbra -e comunque la mia fissazione ha i suoi motivi di esistere. C'è una strana atmosfera tra loro e mi fa impazzire non capire cos'è.
-Magari non è necessario che tu lo capisca. Sono fatti loro o no?
-Certo, ma io lo devo capire lo stesso, altrimenti come posso essere una buona amica per Ten?
Nara assunse un'espressione stupita, cosa che non capitava spesso.
-Ten è stata dietro a Hyuga per anni- continuò Ino con lo sguardo perso oltre la spalla del ragazzo -l'estate scorsa è stata molto male per la lite con lui. Lo so che se ci fosse qualcosa di importante me lo direbbe, ma se dovesse aver bisogno di me ancora prima di confidarsi, come posso aiutarla sul serio se non capisco cosa sta succedendo adesso?
Shikamaru la osservò con espressione indecifrabile, per poi lasciarsi sfuggire qualcosa a metà tra uno sbuffo e un principio di risata.
-Che c'è? Che ho detto di strano?- chiese Ino confusa e, a dirla tutta, anche un po' infastidita da quella reazione.
-C'è che, a volte, mi dimentico quanto sai voler bene alle persone che hai vicino.
-Ehi, eccoli lì- fece lei all'improvviso sporgendosi da un lato.
Nara avrebbe potuto rimanere offeso da come Ino avesse completamente ignorato una delle poche osservazioni gentili che uscivano dalla sua bocca, ma la conosceva fin troppo bene: ogni volta che qualcuno le faceva un complimento, lei faceva finta di non aver sentito e volgeva la sua attenzione a qualcos'altro di apparentemente molto più interessante.
-Sembra che si stiano tenendo per mano- continuò la Yamanaka, alzandosi sulle punte per vedere meglio tra la folla -ma potrebbero farlo solo per non perdersi in mezzo alla gente… Accidenti, Hyuga, sbilanciati un minimo!
All'improvviso si sentì trascinare in basso. Dopo averla baciata, Shikamaru la aiutò a tornare in posizione eretta.
-Ok, ok… farò i conti con quei due più tardi.
Ino posizionò le braccia sulle spalle del ragazzo, ritornando a godersi il loro ballo.

-Ho come la sensazione di un déjà vu- fu il commento di Tenten quando sentì la mano di Neji posarsi sulla sua schiena e avvicinarla a sé.
Lui sorrise discretamente, mentre cominciavano a muoversi sulla musica.
-Non ti avrei mai creduto capace di una cosa del genere- continuò la ragazza, pensando ancora a come, la sera della festa di fine stagione, lui fosse sbucato dal nulla per sottrarla dalle grinfie di Katashi -soprattutto dopo la bella strigliata che mi avevi dato nei camerini.
-Non esagerare, l'intenzione era quella di spronarti.
-Lo so bene. E comunque il ballo con te è stato il momento più bello di tutta la serata- disse lei piano e dolcemente, accostando la fronte alla gota dello Hyuga.
Quest'ultimo chiuse per qualche momento gli occhi. Sentiva la mano della ragazza appoggiata sulla spalla: era come se si stesse aggrappando a lui, ma senza pesargli. Anche lui ritornò con la mente a quel lento: ricordava benissimo la conversazione che avevano avuto, ma null'altro. A differenza della notte in ospedale a Toronto, delle riprese del ballo di Netherfield e di tutti gli altri piccoli momenti in cui il contatto fisico con lei o uno scambio di sguardi gli aveva suscitato una tempesta dentro, in quel lontano momento dell'anno precedente non aveva fatto attenzione a come lo faceva sentire starle vicino. Ci era voluta una lite spaventosa come quella avvenuta tra loro per scuoterlo.

-In molti penseranno che ho sprecato un sacco di tempo.
-Forse, ma Ten sicuramente no. Dice sempre che certe cose accadono quando è il momento giusto.

Fu proprio mentre ricordava quello scambio con Lee che, riaprendo gli occhi, vide l'amico chiacchierare allegramente con Tadashi.
-A quanto pare la tua intuizione era corretta.
Tenten alzò il capo e guardò nella direzione verso cui era girato, sorridendo immediatamente.
-Ieri sera vi siete fatti una bella chiacchierata dopo le nostre prove- disse poi -per caso Lee aveva saggezza da dispensare riguardo al nostro uscire allo scoperto?
-Se ricordo bene, mi ha detto che dovevo sbrigarmi a "toglierti dal mercato".
-Detta così, sembro un elettrodomestico con un difetto di fabbrica. Chissà perché si è messo in testa quest'idea assurda che ho la schiera di ammiratori davanti casa.
-Non ha del tutto torto. Basta pensare a Kankuro o a Shino.
-Che sono due. Vogliamo parlare del tuo fan club? È così numeroso che potrebbe popolare un'intera città.
-Lo sai benissimo che non ho mai dato attenzione alle ragazze in generale.
-Beh, a una sì.
Lo Hyuga la guardò perplesso. Non aveva idea di chi stesse parlando.
-Me lo ricordo molto bene: i tuoi avevano organizzato una serata di beneficenza a casa vostra, verso la fine della prima serie, e Hinata mi aveva invitato. Hai parlato tutta la sera con la stessa ragazza: bionda, occhi azzurri, molto posata.
Neji scavò velocemente nella propria memoria.
-Era solo la figlia di amici di famiglia- ricordò -studia al conservatorio anche lei. Abbiamo semplicemente parlato di musica e degli esami. Non c'era nessun tipo di interesse.
-Da parte tua, forse. Era palese che pendesse dalle tue labbra.
-Che sciocchezza…
-Ah no, fidati. Vi ho osservato parecchio quella sera e ho anche intercettato qualche commento malizioso di alcune persone in proposito. D'altra parte, è il tipo di ragazza che probabilmente i tuoi si aspettavano che frequentassi.
A Neji parve di percepire una nota di amarezza in quell'ultima frase. Per di più, Tenten stava evitando di incrociare il suo sguardo.
-Può anche darsi. E con questo?
-Sai che delusione quando invece hanno saputo che sei finito con me.
Aveva provato a dirlo in tono ironico, ma si capiva benissimo che in realtà non stava scherzando.
Lo Hyuga la osservò per un po' in silenzio prima di rispondere.
-Non vedo perché dovrebbero esserne delusi. Ti conoscono da parecchio tempo e non ti avrebbero mai fatto frequentare Hinata se non fossero convinti che sei una brava persona.
-Certo, ma forse per il loro primogenito essere semplicemente una brava persona non è abbastanza. Non per una famiglia come la vostra, almeno.
Il ragazzo rimase momentaneamente senza parole. Gli stava dicendo che non pensava di essere alla sua altezza? O a quella della sua famiglia? Assurdo, considerando che, a Toronto, ricordava molto bene di aver avuto lui stesso la sensazione di non essere all'altezza di lei, in certi momenti.
-Non capisco perché ti sminuisci in questo modo. E i miei non hanno mai avuto da ridire sul tuo conto, né prima né dopo che ci mettessimo insieme.
-Lo so bene, sono sempre stati molto cortesi con me, soprattutto tua madre. Ma ho osservato parecchio la vostra famiglia in questi anni, sai? Il vostro stile di vita, le vostre abitudini, le tradizioni, i tipi di persone che frequentate… Quando Hinata mi invitava a eventi come quella serata di beneficenza, ho sempre accettato perché adoro stare in sua compagnia, oltre al fatto che lei a volte si sentiva insicura su come porsi in quelle occasioni e cercavo di darle supporto; ma sono consapevole di essere il tipo di persona che non c'entra proprio niente con quel genere di ambiente. Non ricordi che disastro sono stata a quel pranzo di Natale? Se ci ripenso a come sono stata sfacciata nel rispondere a tuo padre…
-Quello che mi ricordo è che hai preso le mie difese, nonostante ancora non avessimo fatto pace.
-Non è questo il punto. Voi siete una delle famiglie più importanti di Tokyo e io una ragazza comune.
-Tu una ragazza comune? Dici sul serio?
Neji era sempre più sbalordito da quella conversazione.
-Perché credi che in "Naruto" e la serie che abbiamo girato a Toronto io sia poco più di una comparsa? Le persone ordinarie fanno le comparse.
-Ten- pronunciò il suo nome con tono profondo e carico d'intenzione -tu sei tutto fuorché ordinaria. E se credi di non avere niente a che spartire con l'ambiente che frequentano i miei genitori, va bene così: per me non è importante. Quello che conta è ciò che penso io e ciò che pensi tu.
Tenten si limitò a sorridere accondiscendente, mentre il ragazzo continuava a riflettere per capire da dove avesse origine quel discorso paradossale. Poi, all'improvviso, un'ipotesi gli attraversò la mente.
-È per questo che mi hai proposto di non dire niente a nessuno finché non me la sarei sentita io?- la vide trattenere per un secondo il respiro e capì di aver colto nel segno -Hai suggerito di aspettare perché pensi che io mi vergogni di farmi vedere con te?
La ragazza distolse lo sguardo. Avrebbe voluto avere una risposta pronta per deviare il discorso; in ogni caso, con lui non avrebbe funzionato.
Lo Hyuga smise di muoversi sulla musica, afferrandola per le spalle con fermezza.
-È così?
Tenten prese un respiro profondo, mantenendo lo sguardo basso.
-Non sarebbe la prima volta.
Katashi. Ancora.
-Vieni, cerchiamo un posto tranquillo.
La prese saldamente per mano e la trascinò via dalla folla, verso l'interno dell'edificio. Percorse il corridoio guardandosi intorno, finché non individuò una porta a cui era appeso un cartello con su scritto "ufficio da assegnare". La trovò aperta ed entrarono, ritrovandosi in una stanza spoglia, arredata solamente da una scrivania e una libreria, entrambe vuote.
Neji si chiuse l'uscio alle spalle e ritornò a guardarla, senza aver ancora lasciato la presa sulla sua mano. Cercò le parole giuste per introdurre l'argomento, ma si rese presto conto che non c'era modo di renderlo meno spiacevole.
-Katashi- cominciò a dire piano -si vergognava di farsi vedere con te?
Tenten scivolò via dalla sua presa e fece qualche passo per la stanza.
-Non uscivamo mai con nessuno- iniziò a raccontare in un sussurro -passavamo la maggior parte del tempo da soli, nel garage di casa sua. Se ci incrociavamo per strada e lui era con i suoi amici, faceva finta di non conoscermi.
Lo Hyuga in volto rimase impassibile, ma non poté trattenersi da stringere i pugni dalla rabbia. Incredibile come, nonostante fosse lontano e sotto processo, quel mentecatto riuscisse ancora a rovinare serate come quella.
-Io non sono Katashi.
La ragazza si voltò verso di lui con espressione mortificata.
-Certo che no!- esclamò subito, per poi riprendere con tono più basso -Tu sei mille volte migliore di lui. È…- si morse il labbro -è questo che mi atterrisce. Se lui si vergognava di me, perché tu non dovresti?
Fu Neji questa volta a prendere a camminare lentamente per la stanza, mentre lei rimaneva immobile, come se le avessero incollato i piedi al pavimento. Passò un buon minuto di assoluto silenzio, prima che lui si fermasse.
-La sera dopo il nostro ritorno a Toronto, durante la festa a casa mia… Io non avevo intenzione di parlare a nessuno di noi due, nemmeno a Gaara. Ma poi, quando ho cominciato a chiacchierare con lui, non sono riuscito a trattenermi- fece una pausa, tornando a guardarla -e dal momento in cui l'ho detto a lui, ho avuto la sensazione che qualcosa fosse fuori posto nel tenerlo segreto. Non intendo dire- si affrettò ad aggiungere -che renderlo di pubblico dominio non mi innervosisca in qualche modo, sono fatto così, lo riconosco. Ma ti posso assicurare una cosa.
Prima di continuare, si riavvicinò a lei, che lo ascoltava a capo chino, e le sollevò delicatamente il mento con due dita perché potesse guardarla negli occhi.
-Da quando ci conosciamo, non mi sono mai vergognato o sentito a disagio per la tua presenza, e non comincerò di certo ora- le sistemò con cura una ciocca di capelli dietro l'orecchio -solo un pazzo potrebbe vergognarsi di averti vicino.
Col senno di poi, Tenten avrebbe sicuramente sorriso al pensiero di un discorso così lungo da parte dello Hyuga e del proprio silenzio, quando di solito succedeva il contrario. Ma in quel momento percepì chiaramente gli occhi diventarle lucidi ed il cuore gonfiarsi di gratitudine.
Neji si abbassò verso di lei e la baciò prima sulle labbra e poi in fronte, per poi continuare.
-Non ha più senso tenerlo nascosto. Che lo sappia. Vorrei che tutto il mondo lo sapesse. Sono innamorato di Elizabeth Bennet.*
La ragazza spalancò gli occhi per la meraviglia a quelle parole, citate da lei in un lontano pomeriggio a Toronto mentre prendevano il tè con Mr. Bennet. Per lei quelle parole avevano un preciso significato, che aveva condiviso proprio quella volta, quando ancora era ignara del fatto che i suoi sentimenti fossero ricambiati. Era talmente sbalordita da chiedersi se aveva sentito davvero quelle parole.
-Cosa… che cosa hai detto?- borbottò a fatica, mentre sentiva il respiro divenire più corto e una minuscola lacrima scivolarle sulla gota.
Neji sorrise e accostò le labbra all'orecchio di lei per ripetere quella frase.
Non fece in tempo a godersi la reazione sul suo viso: si ritrovò d'un tratto spinto contro una parete, mentre Tenten lo stava baciando con un'intenzionalità che faceva intuire come ciò che le aveva detto l'aveva rassicurata e rasserenata. Poco più tardi fu lei a ritrovarsi con la schiena al muro e la bocca ancora incollata a quella di lui.
Non riuscivano a fermarsi e non si sarebbero fermati.

Ino stava aspettando Tenten al varco. Era sparita all'improvviso dalla pista da ballo da almeno venti minuti, ma la bionda non se ne sarebbe curata più di tanto, se Sakura non l'avesse raggiunta qualche istante prima giurando di aver visto la loro amica entrare nello stabile trascinata per mano da Neji.
-Cascasse il mondo, stavolta deve vuotare il sacco- sentenziò la Yamanaka impaziente, mentre si guardava continuamente intorno battendo il piede ritmicamente.
-Non la rintontire di parole appena arriva come fai di solito- la supplicò la Haruno, dubitando di aver fatto bene a parlare -magari ce lo dirà lei direttamente.
Ino in risposta mugugnò scettica.
Shikamaru, seduto con Choji e Naruto poco distanti da loro, sperava vivamente di non essere coinvolto nella conversazione. Ma non poté fare a meno di voltarsi insieme a tutti gli altri vedendo lo Hyuga fare ritorno nel cortile e dirigersi verso i loro tavoli.
Era solo, per cui le ragazze distolsero subito lo sguardo deluse. A Nara, invece, non sfuggì il suo gesto di raddrizzarsi il colletto della camicia e lisciarsi la stoffa sul petto. Alzò un sopracciglio, con una leggera vena d'interesse a cui preferì non dare voce.
-Vado a prendere da bere, voi volete qualcosa?
Il gruppetto a quella frase fissò Neji esterrefatto: sebbene fosse una domanda decisamente banale, nessuno di loro se la sarebbe mai aspettata da lui.
Lo Hyuga colse benissimo lo spirito di quelle occhiate, ma in quel momento semplicemente non gliene importava niente. Non ottenendo risposta, si diresse al banco delle bevande da solo. Trovò Lee che chiacchierava ancora con Tadashi.
-Ehilà!- lo salutò l'amico allegramente -Come procede la serata?
-Molto bene- rispose sforzandosi di mantenere un tono neutrale -e la tua?
-Mi sto proprio divertendo!- ribatté Lee sfoderando un gran sorriso -Ma dov'è Ten? Mi aveva promesso di fare un paio di balli insieme.
-È andata alla toilette, tornerà a momenti.
-Perfetto!

Cinque minuti più tardi Tenten ricomparve. Ino le si parò davanti, più determinata che mai.
-Allora, vi state divertendo?
-Ten, adesso tu…
La Yamanaka si bloccò nell'osservare l'amica in volto: aveva le guance arrossate e la pelle lucida; l'occhio esperto della bionda riconobbe i segni di sbavature di trucco cancellate dall'acqua. Eppure non l'aveva mai vista così bella.
-Cosa?- si sentì chiedere con tono limpido.
Nel frattempo Sakura si era avvicinata a loro, pronta ad intervenire in caso di reazioni esagerate
-...casa mia.
-Casa tua, cosa?
Ino riuscì a uscire da quella sorta di trance e tornare spigliata.
-Uno dei prossimi giorni venite tutte a dormire a casa mia, è un secolo che non lo facciamo!
-Certo! Non vedo l'ora!- esclamò Tenten sorridendo, poi si volse verso il tavolo -Shikamaru, sigaretta lontano dal casino? Così parliamo dell'addio al celibato.
-Non me lo faccio ripetere due volte- Nara si alzò, tirando fuori in un secondo il pacchetto dalla tasca.
Nel passare vicino alla sua ragazza, le diede un buffetto in testa.
-Fai la brava finché non ci sono.
La Yamanaka rispose con uno sbuffo divertito e li osservò allontanarsi.
-Sembravi pronta all'attacco- esordì Sakura dopo un po' -perché ti sei fermata? Muori dalla voglia che ti confessi cosa sta succedendo.
-Non c'è più bisogno che me lo dica- rispose Ino con una tranquillità che di solito non le apparteneva -è chiarissimo.
-Mh?
-Da quando ci conosciamo, non l'ho mai vista così felice come poco fa'- il volto della bionda era invaso dalla tenerezza -finalmente sta con Neji, e ci sta alla grande.

-Sì, mi sembra proprio una bella idea. Sicuramente Asuma non se lo aspetterà mai.
-Bene, allora possiamo andare avanti con i preparativi.
Tenten e Shikamaru si erano fatti carico dell'organizzazione degli addii al nubilato e al celibato per Kurenai e Asuma. Era facilissimo per loro collaborare e questo sicuramente facilitava parecchio il lavoro.
Shikamaru tirò fuori dal pacchetto la seconda sigaretta di fila, per poi tenderlo verso la ragazza.
-No, grazie, una per ora è abbastanza.
Dopo qualche secondo di silenzio, Nara parlò.
-Ho sentito che domani inizierà il processo a Katashi.
-Da chi lo hai sentito?
-Mio zio lavora in procura. Pensi di andarci?
-Non domani, ma dovrò. Mi hanno chiesto di testimoniare contro di lui.
Il ragazzo rimase immobile per qualche secondo.
-Asuma e Kurenai lo sanno?
-Non ancora. È una cosa fresca, mi hanno chiamato stamattina. Faranno una bella scenata quando glielo dirò.
-Non c'è dubbio- concordò l'altro -ma se hai deciso di andare, avrai le tue buone ragioni.
La ragazza gli rispose con un sorriso di gratitudine per la solidarietà dimostrata.
Shikamaru si aspettava da un momento all'altro una qualche domanda su come stava andando tra lui e Ino, ma Tenten non fiatò. Che strano.
In effetti, a guardarla, sembrava avere la testa fra le nuvole.
-E così- esordì con tono tranquillo -Tu e Hyuga, eh?
-Già- rispose semplicemente lei dopo essersi riscossa dai suoi pensieri -anche se tutto ha ancora un che di surreale.
-Sì, ho ben presente la sensazione- Nara tirò l'ultima boccata di fumo e spense la sigaretta nel posacenere accanto a loro -strano che Ino ancora non sia partita alla carica. È stata dubbiosa tutta la sera, ma penso che ormai abbia capito.
-Probabilmente sapere che riuscirà a farmi sputare il rospo tra qualche giorno a casa sua la tiene quieta. Sarà un'impressione, ma sembra essere diventata molto più paziente da quando state insieme.
-Ancora non pretendo di riuscire a fare miracoli.
Tenten ridacchiò alla battuta.
-Mai dire mai.

Il resto della serata trascorse tranquillamente, tra altre chiacchiere ed altri balli.
Quando Neji tornò a casa dopo aver accompagnato Tenten, la mezzanotte era passata da un pezzo. Entrò in camera cominciando a slacciarsi i bottoni della camicia, impaziente di potersi mettere a letto, ma nel momento in cui si richiuse l'uscio alle spalle notò una busta marrone appoggiata alla parete. La prese e se la rigirò tra le mani, con espressione circospetta, avvicinandosi alla sua scrivania. Quando finalmente si decise ad aprirla, trovò all'interno una seconda busta e un foglio piegato. Si sedette e aprì il biglietto.

Ciao Neji.
Hinata mi ha sempre raccontato che i compleanni non ti hanno mai entusiasmato particolarmente e che non sei solito festeggiare, per cui spero mi perdonerai se ho chiesto a tua sorella di lasciarti questa busta in camera.
Ti ho comprato questo regalo in po' di tempo fa', in realtà: la prima volta che sono stata a Berlino. Ma non ho mai trovato l'occasione giusta per dartelo, fino ad ora.
Non sarà nulla di particolarmente ricercato o raffinato, ma per me racchiude certamente il fascino che la storia conferisce ad un oggetto che riesce a sopravviverle. Spero che lo possa cogliere anche tu.
Tanti auguri di buon compleanno.
Tenten

Neji guardò istintivamente il calendario che teneva sulla scrivania. 3 luglio. In quei giorni non si era minimamente reso conto che si stava avvicinando il suo compleanno. In effetti, era vero che non ci teneva particolarmente a festeggiare; al massimo chiedeva come regalo ai suoi genitori un biglietto per un concerto di musica classica e Hinata si limitava a preparare ogni hanno una torta da mangiare in famiglia.
D'altra parte, era perfettamente nello stile di Tenten fare una cosa del genere. Aprì la seconda busta sorridendo al pensiero. Si ritrovò tra le mani uno spartito ingiallito, ma scritto in modo molto curato. Riconobbe la partitura al volo, era uno dei pezzi che aveva eseguito più spesso negli ultimi anni. Quando il suo sguardo intercettò un piccolo cartoncino caduto dalla busta, gli si spalancò la bocca per lo stupore: quel piccolo foglietto era un certificato di autenticità. Aveva in mano uno spartito scritto due secoli prima. Lo appoggiò delicatamente sulla scrivania e continuò a fissarlo estasiato: non aveva mai avuto uno spartito così antico a portata di mano, anzi, proprio suo.
Sospirò di soddisfazione, aprendo il primo cassetto della scrivania e tirandone fuori una foto senza cornice, che ritraeva una ragazza accovacciata davanti ad un murales.
Quella serata non avrebbe potuto concludersi in modo migliore.











*Citazione da Il diario di Mr. Darcy di Amanda Grange.
Riferimento al capitolo 27 "Salto nel vuoto".
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: V@le