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Autore: ClostridiumDiff2020    28/06/2022    0 recensioni
Quando ogni certezza sembra andare in frantumi Alex decide di ritirarsi nella vecchia casa di sua nonna, isolata in montagna dove ha vissuto un'infanzia felice e spensierata.
Karen ha rotto con lui il fidanzamento all'improvviso e John il suo migliore amico è morto in un incidente dopo aver rifiutato di essere suo testimone di nozze.
Niente sta andando come previsto, troverà nel passato le risposte che cerca?
Tra la polvere emergeranno rimpianti e sogni perduti in cui Alex rischierà di smarrirsi.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 02





 

​Alex aprì gli occhi quando le labbra di Rose gli sfiorarono la guancia, poi poggiò la fronte sulla sua.
"Sei rovente piccolo folletto, te l'avevo detto che eri troppo leggero per il rigido inverno della montagna... Ma sei sempre stato testardo..."
"Rose... Sei..."
"Ti ho riportato a casa, ti ho messo il pigiama e ti ho infilato a letto. Non senza una certa fatica sai? Adesso più che un folletto sei un vichingo muscoloso... Ti ho portato il necessario per farti una bella zuppa... Ora riposa mentre io preparo la cena..."
"Resterai con me?" farfugliò Alex sentendo le palpebre pesanti calare. L'oscurità lo avvolse ma la voce di Rose lo raggiunse. "Certo, non posso mica lasciarti tutto solo in questa casa polverosa... Dormi folletto, la tua fatina veglierà su di te..."


Alex si sentiva scivolare nell'oscurità.
I capelli biondi di Karen emersero tra le ombre, lo stesso colore del miele, il profumo della vaniglia e una carnosa bocca di rosa.
"Devi dirmi qualcosa?"
Il suo sguardo era triste, i suoi grandi occhi di cielo ricolmi di lacrime
"Non c'è niente che tu non sappia già..." Sussurrò Alex mentre i ricordi prendevano forma attorno a lui.


John era seduto accanto a lui e si sporgeva per guardare il suo blocco. Sfogliava le pagine immerso nella lettura. "È stupendo Alex, e questo personaggio... questo spiritello dei boschi... troverà il modo di comunicare con il messaggero della luna? Troverà la voce?"
Alex aveva preso il disegno che l'amico aveva fatto per lui, aveva colto ogni lineamento del suo messaggero della luna come se lo avesse visto attraverso le sue parole colui che aveva ispirato ogni sillaba. Sarebbe riuscita almeno la sua proiezione magica a esprimere ciò che lui non poteva?
Magari almeno in quella dimensione di sogno il suo cuore avrebbe cantato, ma nella realtà doveva fare i conti con ciò che ci si aspettava da lui così ripose il disegno e sollevò lo sguardo sul suo migliore amico, trasse un profondo respiro e parlò. "John, devo chiederti una cosa molto importante... Vorresti essere il mio testimone di nozze?"
Vide i grandi occhi di giada di John dilatarsi, ma non di gioia, scorse solo sorpresa e poi dolore.
"Perché?"
Alex aveva sorriso "Perché io e Karen ci sposeremo"
John chiuse gli occhi e scosse la testa "Alex perché hai rinunciato a una parte di te?"
L'immagine di John si sbiadiva sempre di più al suo posto apparve Karen "Mi dispiace Alex, un giorno capirai che era la cosa migliore per entrambi..."
E infine eccolo, il messaggero della luna, la sua immagine evanescente che nascondeva la verità, che un tempo conosceva e che aveva scelto di ignorare.


E poi Alex si ritrovò nel suo appartamento.
Aveva chiamato John per comunicargli che Karen lo aveva lasciato, ma aveva trovato sua madre.
Una macchina lo aveva travolto nella notte, era morto sul colpo.
"Non ha sentito niente... e questa è una consolazione..."


Consolazione...
La cornetta era caduta a terra e Alex era rimasto ad osservare il vuoto
"John ho bisogno di sentire la tua voce..." sussurrò Alex risvegliandosi. Il profumo della zuppa di Rose lo raggiungeva dalla cucina. "Avevi ragione vivevo due vite... quella che mi ero imposto e quella che avrei voluto vivere. Tu lo avevi capito... Rose, persino Karen..." singhiozzò nascondendosi nel cuscino. "Solamente io non riuscivo a vedere oltre le mie stesse menzogne..."


 

...



 

​"Alex... Svegliati!"
La profonda voce di suo fratello Matt lo riscosse dal suo asettico torpore.
I suoi occhi scuri si dischiusero riportandolo alla realtà.
"Rose..." farfugliò Alex rigirandosi confuso nel letto.
Matt si portò la mano al volto e la passò tra i lunghi capelli neri screziati di grigio, come la barbetta poco curata. Scrutò il fratello esitante con i suoi occhi così simili a quelli del fratello, poi gli poggiò la mano sulla fronte e trasalì. "Maledizione Alex, sei rovente... ci credo, sei rimasto a dormire in questa umida casa fatiscente, senza riscaldamento, piena di spifferi... E adesso stai delirando!"
Alex sbattè le palpebre, si lasciò trascinare in piedi come sonnambulo.
Delirando? Non comprendeva le parole di suo fratello.
Senza quasi accorgersene si ritrovò seduto in salotto mentre suo fratello gli posizionava vicino una stufetta elettrica.

"Hai visto Rose?"
A quella domanda il volto di suo fratello si adombrò, deglutì e gli sedette accanto.
"Alex, io comprendo che tu sia turbato. La fine della relazione con Karen, la morte del tuo unico vero amico, capisco che tu abbia sentito il bisogno di chiuderti in te stesso, è la tua armatura. Ma rievocare dalla tua infanzia la tua amica immaginaria non ti è di alcun aiuto lo capisci?"
Quella frase colpì Alex come una doccia fredda, rifiutava di accettare le parole di suo fratello.
Si mosse per cercare il telefono, voleva mostrarglielo, dopotutto Rose gli aveva scritto un messaggio sarebbe bastato mostrarglielo come prova. Matt doveva essere confuso, come poteva affermare che Rose non esistesse?
Matt lo afferrò obbligandolo a sedersi e lo scrutò "Devo portarti in ospedale, mi preoccupa questa febbre così alta..."
Alex cercò di divincolarsi ritrovandosi fragile come un bimbo sotto quella presa. "Lascia che ti mostri il telefono, io sto bene... Rose era qua..."
Matt colmo di frustrazione prese il cellulare e glielo mostrò "Alex questo affare è scarico da giorni, ho provato a chiamarti da quando sei arrivato quassù! Nessuno può averti scritto lo capisci? Non c'è elettricità in questa catapecchia!"
Alex osservò il cellulare dallo schermo scuro deglutendo lentamente, aveva immaginato tutto?
"Alex, Rose non esiste, te ne rendi conto?"
Il ragazzo scosse la testa, rinnegando ogni parola con forza.
"Non ne parlavi da anni, credevo che avessi convogliato la tua fervida immaginazione nei tuoi romanzi e andava bene così! Comprendo che gli eventi che ti hanno travolto ti possano aver fatto regredire al passato, quando con John giocavate creando nei vostri racconti la vostra fiabesca amica immaginaria, ma tu ora devi svegliarti Alex e affrontare la realtà!"
Alex aprì e chiuse la bocca incerto su cosa dire, confuso dai suoi stessi sensi. Cosa gli era accaduto in quei giorni da quando aveva aperto la porta di quella casa, da cosa stava scappando veramente?
"John... Lui... Si è rifiutato di essere il mio testimone... Karen mi ha lasciato... Matt aiutami" singhiozzò con un groppo in gola "Mi sento smarrito..."



 

...




La strada correva rapida attorno all'auto di Matt, Alex si destò solo quando suo fratello si protese verso di lui per sistemargli la coperta addosso. Il suo sguardo carico di apprensione gravava su di lui. Alex si voltò, perdendosi nell'orizzonte. "John aveva capito, come anche Karen... Ma io avevo bisogno che qualcun'altro esterno ma non troppo mi sbattesse in faccia la verità, attraverso la voce di Rose, la mia fata. Non ho mai amato Karen... Pensavo che fosse la cosa giusta da fare ma io volevo solo ritrovare quel ragazzo che avevo intravisto una sera, il messaggero della luna..."
Matt sospirò accogliendo con evidente sollievo le parole di suo fratello. "Ti prometto che lo ritroveremo piccolo folletto..."

 

 

 

 

   
 
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