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Autore: Redclipse    01/07/2022    0 recensioni
In questo mondo nulla é come molti ricordano, questa è una Terra che ospita figure ben diverse dalle più conosciute. Nessun nobile Sayan leggendario è a protezione di questo mondo, né i suoi piú fidati compagni. Ciò che rimane di a noi familiare sono soltanto i pianeti e le sfere del drago. Molte altre leggi dell'universo prima ignote o inspiegate emergeranno, così come nuovi eroi, ambizioni, e di conseguenza... minacce.
{Questa storia si ispira parzialmente a vicende realmente svolte anni addietro su un GDR by chat. É in parte riadattamento, in parte citazione e tributo, con l'obiettivo tuttavia di deviare volutamente dalla storia da cui questa trama é ispirata, focalizzandosi solo su alcuni dei suoi personaggi.}
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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La luce rossastra del sole calante fece il suo percorso lungo le acque del mare ad ovest dal continente, riflettendosi sulle rive alla base di una lunga scogliera che separava l’oceano dalle strade sovrastanti, percorse solo di rado da qualche automobile volante che fluttuava a pochi centimetri dal suolo, tratto comune in gran parte dei veicoli da quelle parti. 

Presso un luogo di sosta dalla strada che si affacciava sul mare, le porte di un vecchio autobus si aprirono per far scendere Joseph alla sua destinazione, per poi richiudersi e dar modo al mezzo di riprendere la sua corsa, mentre il robusto allievo di arti marziali poté finalmente stiracchiarsi sollevato «Ci siamo quasi, la parte più noiosa è fatta. Tempo di sgranchirsi le gambe!» il ragazzo sorrise ed avanzò il proprio passo in direzione del cavalcavia che separava la strada dalla scogliera, ma tutt’altro che intenzionato a fermarsi, affrettò anzi l’andatura fino a compiere un vero e proprio scatto che culminò con un balzo mirato proprio a saltare oltre la recinzione di metallo ed atterrare con le piante dei piedi lungo la ripida parete rocciosa della scogliera, iniziando così a slittare su quella superficie come se fosse una rampa. 

Il corpo imponente di Joseph discese con rapidità crescente fino a pochi metri dal suolo, dove interruppe il percorso dettato dalla gravità dandosi una forte spinta sui polpacci per proiettare il proprio corpo verso il ramo di un albero poco distante dalla parete rocciosa «Oplà!» in un attimo si trovò aggrappato al ramo come una scimmia, e dandosi uno slancio in avanti andò in fine a compiere un agile atterraggio al suolo a ginocchia piegate, per poi raddrizzarsi e darsi una spolverata di mani sulla giacca come se nulla fosse. 

L'attenzione di Joseph tornò poi verso la riva del mare, dove un vecchio pescatore lo stava guardando seduto sulla propria barca ormeggiata lì di fronte, perplesso. 


Dall’isola delle tartarughe, l’anziano maestro Shin Kusaki, seduto a meditare pazientemente davanti la casupola rivolto verso la sponda orientale, assottigliò lo sguardo quando vide sopraggiungere all’orizzonte un piccolo peschereccio, dal quale fu calata subito dopo una barca a remi. 

Nel giro di alcuni attimi la minuscola barchetta parti a razzo in direzione dell’isoletta sotto le imponenti remate di Joseph, seduto a vogare ad un ritmo sovrumano sotto lo sguardo sorpreso del pescatore che sedeva lì di fronte a lui. 

Il giovane e robusto combattente balzò in piedi fuori dalla barca non appena questa sfiorò le sponde sabbiose dell’isola, e voltandosi verso il pescatore lo ringraziò porgendogli un sacchetto di monete prima di lasciarlo tornare al suo peschereccio. 

Joseph si stiracchiò soddisfatto da quell’intenso viaggio, mentre un finto colpo di tosse del maestro richiamò la sua attenzione «EHEM!» fece per schiarirsi la gola osservando il proprio allievo che intanto impallidì per un attimo «Era ora, mentre eri in giro a svignartela dai tuoi allenamenti ho mandato a chiamare una tua vecchia conoscenza...» nel mezzo del discorso, dalla porta della casupola alle sue spalle fuoriuscì a passo lento una terza persona, un altro ragazzo dai lineamenti più magri e giovanili rispetto a Joseph, un viso più sottile ed una capigliatura a punte tirate indietro, corvina e dai riflessi cinerei. 

Gli occhi scuri del ragazzo davano l’idea di un carattere a prima vista più serio e riflessivo di Joseph nonostante la sua corporatura ben più asciutta e minuta, con abbigliamento e fisico apparentemente da ricco rampollo di alte scuole «Faun! Vecchia canaglia depravata!» o almeno questo è quel che una persona sana di mente si potrebbe immaginare, ma Joseph sembrò avere una visione ben più nitida dell’amico «Sono settimane che non ti rivedo, sei sparito da quando hai iniziato a frequentare quella ibrida...» l’altro ragazzo dalle spalle del maestro iniziò a sbiancare di colpo e interruppe Joseph scuotendo il capo e le mani in cenno di dissenso, suscitando un colpo di tosse da Joseph che subito fermò il discorso. 

L’anziano maestro si voltò di sfuggita in direzione dell’altro studente guardandolo con la coda dell’occhio, scintillante e funesto «”Faccende importanti di famiglia”, eh Faun??» il vecchio scosse il capo «Ne avete di strada da fare voi due» entrambi gli allievi si grattarono la nuca con imbarazzo, mentre il maestro si raddrizzò lentamente dalla sua postura a gambe intrecciate per mettersi in piedi, seppur restando visibilmente più basso dei suoi studenti «Coraggio, non perdiamo altro tempo, c’è una lezione importante che devo introdurvi prima di iniziare l'allenamento di domani» rilassò la schiena, impugnando il suo solito bastone «Ma prima...» 

*SBONK!!!* 

 Un colpo netto del robusto legno impattò sulla zucca di Joseph attraverso una rotazione dell’asta posta nel mezzo tra i suoi due studenti. A Faun andò decisamente peggio, considerando che la parte opposta dell’arma lo raggiunse dal basso verso l’alto centrandolo in pieno tra le gambe, facendolo rannicchiare dolorante a muso allungato e con gli occhi a spirale per le visioni mistiche causate da quel colpo dolente tra i gioielli «Andate a prepararvi, cialtroni!» 


In un luogo remoto, una densa nebbia avvolse le strutture logore di una vecchia città in rovina, rendendo indistinguibile il paesaggio circostante. Un flebile vento smosse a brevi intervalli quella coltre di fumo, lasciando intravedere un gruppo di quattro individui in armatura cibernetica percorrere a passo affrettato una delle strade cittadine «Qui Heiger dell’unità uno. Non riesco a percepire nessuna fonte di energia, abbiamo perso il contatto con i sopravvissuti. Attendete le istruzioni del comandante» la voce dell'unico del gruppo ad indossare un casco risuonò dal suo interno con eco elettronico «Qualche direzione Frederick?» Si voltò verso l’altro di fianco a lui, un uomo poco più che ventenne dai capelli biondi e degli occhi blu che nel mentre osservarono cupi le strade di fronte a loro «Dai l'ordine di evacuazione al resto delle pattuglie...» un terzo soldato alle loro spalle, dai capelli ed occhi argentati, intervenne «Cosa? E il recupero dei feriti?» il suo superiore scosse il capo, indicando con sguardo malinconico un sentiero dove la nebbia lasciò gradualmente intravedere delle file di corpi inermi distesi lungo tutta la strada «Siamo arrivati tardi.»  sospirò con rammarico, voltandosi in direzione dell’albino e della ragazza subito accanto a quest’ultimo «Kurima, Saphiry, da questo momento vi sollevo da ogni obbligo militare. Se ripiegate ora sarete ancora in tempo per raggiungere l’unità in evacuazione.»  

La quarta persona del gruppo, una ragazza dai lunghi capelli rossi avvolti in una coda e due profondi occhi dal riflesso purpureo, si portò la mano sinistra al viso, inorridita da quello scenario di devastazione «Non possiamo ritirarci dopo quello che hanno fatto!» il corpo della donna vibrò di collera. 

Lo sguardo di Frederick, visibilmente provato, rimase attento in avanti «No, non è da noi. Siamo l’ultima linea di difesa dopotutto.» il soldato in corazza completa annuì in direzione del leader «Qui unità uno a tutte le pattuglie ancora operative. Avviate l’evacuazione, ordine immediato del comandante. Non aspettateci.» l’altro lo osservò ed aggiunse con tono ironico «Sicuro di questa scelta?»  

Il rumore di sassi rotolanti risuonò intorno ai presenti, dalle cime di alcuni palazzi circostanti cominciarono a spuntare diverse piccole ombre di figure umanoidi dalla pelle verdastra «Ti aspettavi una decisione diversa da me?» Frederick gli sorrise, seppure con sforzo, tornando poi sugli altri due presenti «Io e Zareck li terremo a bada per dar modo agli altri di ritirarsi. Siete ancora in tempo per riunirvi alle pattuglie ad Est» la giovane coppia si guardò fugacemente per poi portare l’attenzione verso Frederick «Ci hai appena sollevati da ogni obbligo militare» ribadì il ragazzo dai capelli argentati, seguito poi dall’altra lì di fianco «Per cui resteremo a darvi manforte, a prescindere dagli ordini.» 

Il dibattito fu interrotto da una strana fiamma che iniziò a diradare la nebbia dalla strada dinanzi a loro, un denso flusso etereo rossastro che rivelò ai compagni la presenza di un’ulteriore figura sul campo, palesemente più minacciosa di quelle piccole verdi creature che tuttavia li stavano circondando dalle vette degli edifici. Dalla vita di quella nuova presenza inizio ad ondeggiare, insieme allo strato di peluria che la ricopriva, una robusta coda. 

   
 
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