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Autore: Its a beautiful day    04/07/2022    0 recensioni
Partire significa ricominciare. La partenza di Jess ha comportato per Sarah un nuovo inizio. Sarah ha intrapreso un viaggio diverso da quello che si sarebbe mai aspettata per sé stessa, ma il Destino riserva continuamente nuove sorprese.
Quando il Destino entra in gioco, tutto può cambiare.
Persone che un tempo non erano altro che piccole comparse nella vita di Sarah, di un tratto assumono un ruolo totalmente diverso, lasciando in Lei un segno indelebile.
Questo ha riservato il Destino per Sarah: un ritorno al passato per permetterle di ricostruire sé stessa, per tornare ad essere felice.
Quel posto lontano chiamato Felicità - Parte II è la conclusione di un lungo viaggio fatto di sofferenze e nuovi inizi.
È la fine di un lungo viaggio fatto di consapevolezze e di duro lavoro per sconfiggere i propri demoni.
Perché forse è proprio quando tutti i piani sembrano distrutti che la tua vita sta cominciando davvero.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Pov. Regan

"Ciao Beth" la chiamo, salutandola quasi imbarazzata

"Ciao Regan" mi saluta quasi sorpresa di sentirmi, ma dal tono riesco a percepire che sia felice di sentirmi

"Come.. Stai?" chiedo.

Non sono abituata a questi.. convenevoli, essere gentile con le persone mi mette a disagio

"Bene e tu? Qual è il motivo di questa chiamata?"

"Io volevo.. Sentirti" dal mio tono si capisce palesemente che io stia mentendo

"Regan andiamo, pensi davvero di prendermi per il culo? Che succede?" sbuffa

"Sarah.. Sarah è lì con te?" abbasso lo sguardo

"No, è a lezione" risponde secca

"D'accordo, ho bisogno di parlarti"

"Cos'hai fatto Regan?" ringhia

"Non ho fatto nulla Beth!" esclamo "Che cosa avrei dovuto fare?" sbuffo

"Non lo so, non mi chiami mai. Ora sei lì in Brasile tutta sola, non so cosa possa succedere" sento la saccenza nel suo tono

"Questa è la considerazione che hai di me Beth? Buono a sapersi" ringhio

"Arriva al dunque Regan, ho da fare" sbuffa

"Sarah ultimamente è strana" lei rimane in silenzio dall'altra parte del capo "Non capisco cosa sia successo. Lei ti ha detto qualcosa?"

Beth continua a rimanere in silenzio

"Beth?" chiedo, guardando il telefono per assicurarmi che non sia caduta la linea

"Sì, ci sono" il suo tono è serio "Regan, sono cose vostre io non voglio essere tirata in mezzo" sospira

"Quindi è successo qualcosa?" inizio ad agitarmi

"Non è successo nulla Regan" sembra titubante nel dirlo

"Non sei per niente credibile" comincio a camminare nervosamente per il mio ufficio "Andiamo, sputa il rospo"

"Regan, lasciami fuori da tutto questo. È un periodo impegnativo con lo studio, poi tu sei laggiù e.." si blocca

"E..? Cosa Beth?" mi manca il respiro per un attimo

"Nulla" la sento sospirare "Devo andare Regan, ho lezione. Ci sentiamo"

Non mi da il tempo di replicare che chiude il telefono

"Beth? Beth?! Cazzo!" esclamo sbattendo il cellulare sulla scrivania.

Il rumore sordo dell'impatto rimbomba nel mio ufficio.

Questa conversazione, che avrebbe dovuto tranquillizzarmi, mi ha solo agitato di più.

Beth ha confermato i miei dubbi, c'è qualcosa che non va e Sarah non vuole parlarne.

Mi sento mancare l'aria.

Cosa può essere andato storto?

Da quando abbiamo cominciato a frequentarci, ho messo il cento per cento di me in questa storia.

Mi sono sempre comportata nel migliore dei modi, tranne ovviamente per la questione degli investigatori, ma per il resto sono sempre stata una persona corretta e sincera con lei.

Adesso cos'è cambiato?

Ha forse cambiato idea su di noi? D'altronde non è mai stata convinta, lei ed il suo fottuto autocontrollo.

Eppure le cose stavano andando bene, abbiamo passato due giorni bellissimi a Rudentsville, cos'è cambiato?

La mia parte irrazionale sta avendo la meglio.

Stringo tra le mani il mio telefono, la paura che si insinua dentro di me.

È così che ci si sente quando si ha.. paura di perdere qualcuno?

Dio, è una sensazione orribile

"Guai in paradiso?" Felicia mi osserva, ferma davanti alla mia porta

"Hum?" mi volto a guardarla "No, entra pure" annuisco facendole segno con la mano

"Tutto bene?" mi guarda curiosa

"Sì" annuisco semplicemente "per cosa mi stavi cercando?"

"Tieni, queste sono le relazioni sull'avanzamento dei lavori" mi porge una cartellina "Qui c'è scritto tutto quello che è stato fatto"

"Ti ringrazio" annuisco.

Lei rimane in silenzio un attimo, quasi titubante se rimanere.

Mi guarda quasi speranzosa che io dica qualcosa

"C'è altro?" la guardo, infastidita dalla sua presenza qui

"No nient'altro" aggiunge delusa "Ci vediamo Regan"

"Ciao Felicia, grazie" mi siedo alla scrivania con le cartelline davanti.

Provo a leggere i documenti, ma non riesco a comprenderne il significato.

La mia testa pensa a lei e a quello che mi ha detto Beth.

Di cosa dovrei parlare con lei? Ma soprattutto perché dovremmo parlare?

Perché Sarah non si apre con me?

Cosa la spaventa a tal punto da tenersi tutto dentro?

Dopo la cena ieri sera l'ho videochiamata. Sembrava felice di vedermi.

Mi ha raccontato della sua giornata e mi ha chiesto della mia.

Sembrava quasi.. normale, ma riuscivo comunque a percepire quel velo di tristezza che l'accompagna da un po'.

Sospiro.

Cosa si deve fare in questi casi?

Forse dovrei tornare da lei. Farle sapere che io ci sono, qualsiasi cosa stia andando per il verso storto io posso aiutarla.

Giro e rigiro tra le mani il mio cellulare, indecisa sul da farsi.

Non posso e non voglio deluderla un'altra volta, ma questa sua lontananza, fisica ed emotiva, mi sta distruggendo.

E poi in fondo mi merito delle spiegazioni, giusto?

 

 

Pov. Sarah

Ascolto Beth raccontarmi della conversazione con Regan questa mattina.

Mi piange il cuore sapere che Regan stia soffrendo a causa mia, ma in questo momento non riesco a capire cosa io stia provando.

Il ritorno totalmente inaspettato di Jess ha cambiato tutte le carte in tavola.

I ricordi di me e lei insieme si ripetono nella mia mente ogni volta che i miei occhi incontrano i suoi.

Probabilmente è solo quello il motivo. Due persone che si sono amate così tanto e che si sono lasciate in quel modo non possono che essere legate da tanto affetto.

È inevitabile che ci sia.

Ed è solo questo che mi lega a lei.

Puro e semplice affetto, perché Lei è stata tante prime volte.

Così come Regan è stata tante prime volte.

Sospiro.

"Devi parlare con lei Sarah, prima che sia troppo tardi" Beth mi osserva, scura in viso

"Lo so Beth, mi spiace che tu ti sia ritrovata in mezzo" sospiro "Le parlerò, promesso"

Lei scuote la testa e torna a sdraiarsi sul suo letto.

So che Beth è contrariata, nonostante non sia in buoni rapporti con Regan, rimane comunque sua sorella.

Ha tutte le ragioni del mondo ad essere incazzata con me.

Mi manca l'aria.

Mi alzo dal letto e raggiungo a finestra.

Tutto intorno a noi si muove velocemente, ed io fatico a stare al passo.

Cosa mi sta succedendo? Cosa provo a riguardo?

Non lo riesco a capire.

Sono confusa ed arrabbiata, non essere in grado di decifrare i miei stessi sentimenti mi innervosisce.

Quando ieri sera Regan mi ha chiamata ero sinceramente felice di sentirla.

Mi manca averla qui, passare del tempo con lei.

Sono sincera quanto lo dico, eppure..

Eppure sento che qualcosa mi blocca. C'è quel qualcosa che mi impedisce di andare avanti.

Noto Jess camminare sorridente verso i dormitori. È insieme a Luna, stanno animatamente parlando.

Ha le mani nella tasche dei jeans, il giubbotto aperto.

La camminata è sicura, mentre guarda davanti a sé.

Ovviamente non mi vede.

La osservo finché non sparisce dentro l'edificio dei dormitori.

Mi si chiude lo stomaco.

 

Raggiungo il teatro, lo sguardo basso.

Oggi non ho molta voglia di avere contatti sociali, ma so che hanno bisogno di tutto l'aiuto possibile per portar a termine il lavoro nel tempo previsto.

Saluto Telma con un gesto della mano, poi raggiungo un angolo della platea, in attesa che cominci il laboratorio.

Telma mi guarda stranita, ma non insiste.

La ringrazio mentalmente, perché non avrei le forze per spiegare come mi sento al momento.

Rimango in un angolo al buio, tutti intorno a me stanno animatamente socializzando ed io mi sento così fuori luogo in questo momento.

Guardo distrattamente la dashboard di Instagram. I contenuti mi scivolano davanti agli occhi, senza che io davvero percepisca cosa siano.

"Ehi, che ci fai qui?" una voce familiare attira la mia attenzione.

Jess è in piedi davanti a me, che mi guarda piacevolmente confusa.

Merda

"Jess, ciao" sento l'aria mancare "Io.. io frequento il laboratorio" indico il palco davanti a noi

"Ah certo. Ho fatto bene a portarti con me l'anno scorso" sorride triste

"Già" annuisco, ma questo ritorno al passato mi innervosisce "Tu invece? Come mai sei qui?"

"Mi sono iscritta al corso" si gratta il retro del collo.

Oh no, ti prego.

No, no, no. Non posso farcela.

Averla qui così vicina, così a stretto contatto. Non posso.

Vorrebbe dire vederla più di quanto io sia pronta a fare.

Lei sembra cogliere il mio disagio

"Se per te è un problema posso sempre tirarmi indietro. So che sono piombata qui come un fulmine a ciel sereno Sarah, non voglio in alcun modo invadere i tuoi.. spazi" mi guarda

"Io.." vengo interrotta da Matisse che attira la nostra attenzione.

Da un lato la ringrazio mentalmente, non ero sicuramente pronta ad affrontare questo discorso, dall'altro però avrei voluto dire a Jess che non è il caso che lei venga qui.

So bene che non è corretto farlo, non posso decidere per lei cosa possa o non possa fare, ma non sono pronta ad averla intorno.

Non sono pronta ad essere così in stretto contatto con lei, perché sarebbe inevitabile lavorare insieme.

All'interno del corso è tutto così dinamico, più di una volta i nostri compagni di gruppo sono cambiati.

Quanto tempo può passare prima che Jess finisca a lavorare con me?

Dio, un brivido mi percorre in corpo al solo pensiero.

No, non sono decisamente pronta.

Non posso frequentare tranquilla il corso sapendo che lei è intorno a me, non ancora almeno.

Devo ancora imparare a convivere con lei nuovamente qui.

E non è per niente facile

"Allora ragazzi, dobbiamo rimboccarci le maniche. Abbiamo recuperato un po' di vantaggio, ma c'è ancora tanto lavoro da fare" si tira su le maniche "Sarah, Telma voi lavorerete con Bryan, Trevor Debbie e Veronica" Matisse mi sorride, prima di tornare a parlare al gruppo.

Raggiungo quelli che ormai reputo miei amici, scambiandoci sorrisi

"Tutto bene Sarah?" Telma mi guarda preoccupata

"Sì sì" annuisco semplicemente, ma sento di essere tesa come una corda di violino.

Anche gli altri mi guardano preoccupati ma fortunatamente decidono di non approfondire il discorso.

Ci raduniamo in un angolo delle quinte dove, con in mano pennelli e tempere, cominciamo a lavorare.

Veronica ci aggiorna a bassa voce sulla sua storia con Trevor. Sta andando alla grande, entrambi sembrano molto coinvolti.

Passano ogni momento libero insieme, e sembrano molto affiatati.

Lei parla di lui con gli occhi che brillano, lui la guarda sorridendo.

Sono felice per loro, per tutto quello che stanno costruendo giorno dopo giorno insieme.

E poi sono tanto carini.

Cerco di concentrarmi sulle conversazioni dei miei amici, eppure sento il suo sguardo addosso tutto il tempo.

Infatti quando mi volto lei mi sta guardando.

Sta lavorando nel gruppo di Jason e Marissa, che sembrano molto felici di averla tra di loro.

Partecipa alle conversazione ma sembra distratta.

Distratta da me.

Scuoto la testa.

Dio mi sento così sotto pressione. Mi viene difficile lavorare con i suoi occhi addosso, come se fossimo tornate indietro di un'anno e mezzo, come se tutto il dolore, il tempo passato nel mezzo non ci siano mai stati.

Eppure non è così. Il dolore c'è stato, la delusione anche.

C'è stato tutto, e tutto ha lasciato un segno indelebile dentro me.

Mi fa rabbia pensare che lei possa anche solo lontanamente pensare di potersi comportare come all'inizio della nostra storia.

Osservandomi da lontano, nella speranza perenne che il destino faccia incontrare le nostre strade.

No, perché stavolta lotterò con tutta me stessa affinché non accada. Non le permetterò più di annientarmi come ha fatto in passato.

Tra una chiacchiera e l'altra, tra una spennellata ed un'altra il tempo passa rapido.

Quando prendo in mano il mio zaino è ormai tarda sera.

I ragazzi mi salutano con un gesto della mano, mentre si dirigono verso il ristorante del campus.

Mi dispiace aver declinato il loro invito, ma al momento vorrei solo mettermi nel mio letto e rilassare i miei muscoli tesi

"Ehi, dobbiamo.. dobbiamo finire il discorso iniziato oggi" Jess mi raggiunge, innervosendomi

"Senti Jess, io non capisco perché tu ti stia comportando in questo modo e non voglio nemmeno capirlo" mi volto verso di lei, palesemente infastidita "La mia parte irrazionale vorrebbe urlarti di andare qui, di non presentarti ancora a questo corso, ma poi interviene la mia parte razionale. Sei libera di fare quello che vuoi, ma ho bisogno che ti comporti come una persona normale"

"Cosa intendi?" sembra confusa e delusa dalle mie parole

"Smettila di fissarmi. Smettila di fissarmi come se fossimo tornate indietro nel tempo, perché allarme spoiler, non è così. Non siamo tornate indietro nel tempo, tutto quello che è successo tra di noi nell'ultimo anno è esistito ed ha fatto male. Avere i tuoi occhi addosso non mi aiuta a ragionare" mi blocco davanti a lei.

Per un attimo rimane spiazzata dalle mie parole.

Rimane in silenzio, fissando in basso.

Il suo silenzio mi innervosisce

"Hai ragione, ti chiedo scusa" annuisce "Non mi sto comportando nel modo corretto. Ti prometto che.. smetterò di avere qualsiasi comportamento strano nei tuoi confronti. Sarò una semplice compagna di classe. O di teatro" aggiunge per sdrammatizzare

Certo, come se lei potesse essere una semplice compagna di classe o una semplice compagna di teatro.

"Ti ringrazio" mi volto, lasciandola così sola davanti alla porta del teatro.

Non mi segue e la ringrazio mentalmente per la scelta saggia.

Ho bisogno dei miei spazi e dei miei tempi per abituarmi alla sua presenza qui e lei non lo rende affatto facile.

Ignoro la chiamata di Regan, silenziando il telefono.

Mi sento una merda, ma al momento ho bisogno solo di una doccia calda per sciogliere i miei muscoli tesi e di mettermi a letto.

Tutto questo sta diventando molto più difficile da gestire di quanto pensassi.

 

   
 
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