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Autore: Signorina Granger    05/07/2022    6 recensioni
Raccolta di varie OS dedicate a coppie/singoli personaggi delle mie Interattive.
I: Joseph Richardson
II: Charlotte Selwyn
III: Ivan Petrov/Irina Volkova
IV: Constance Prewett
V: Markus Fawley/Berenike Black
VI: Jude Verrater/Isabelle Van Acker
VII: Jake Miller/Scarlett Anderson
VIII: Nicholas Bennet
IX: Antares Black
X: Gabriel Undersee/Helene Bergsma
XI: Altair Black/Elizabeth Abbott
XII: Aiden Burke/Eltanin Black
XIII: Adrianus Stebbins
XIV: Cecil Krueger/Isla Robertson
XV: Regan Carsen/Stephanie Noone
XVI: Pawel Juraszek
XVII: Phoebus Gaunt/Nymphea McLyon
XVIII: Hooland Magnus/Rose Williams
XIX: Dante Julius/Jane Prewett
XX: Lilian Blackwell
XXI: Oliver Miller/Ingrid Braun
XXII: Noah Carroll/Mairne Connelly
XXIII: Seth Redclaw/Kate Bennet
XXIV: Emil Bach/Rebecca Crawley
XXV: Sean Selwyn
XXVI: Jade Bones
XXVII: Andrew Maguire/Iphigenia Ashworth
XXVIII: Gabriel Greengrass/Elena MacMillan
XXIX: Wyatt Hill
XXX: Erzsébet Bathkein-Horvàth
XXXI: Carmilla Bathkein-Horvàth
XXXII: David Maguire
XXXIII: Maxine Keenan/Erik Murray
XXXIV: Charlotte/Adela/Hector/William/Aurora/Regan/Stephanie
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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A birthday picnic
 
 


Il vecchio stivale adibito a Passaporta fece apparire due persone nel bel mezzo di un’ampia strada di ghiaia che solcava una distesa di vasta campagna che si estendeva anche ben oltre il campo visivo del mago e della strega, che barcollò a causa del brusco atterraggio – per quanto le usasse da anni e ormai riuscisse a non cadere rovinosamente a terra quando giungeva a destinazione, la traversata era stata molto lunga e le vertigini si fecero comunque sentire – e allungò un braccio per aggrapparsi d’istinto a quello del marito. Fortunatamente Hector la sorresse e accennò un sorriso mentre lasciava cadere a terra il vecchio stivale marrone e logoro per avvicinarsi ad Adela e metterle la mano libera sulla spalla, chiedendole come stesse mentre la strega, deglutendo, sbatteva più volte le palpebre per cercare di reprimere il forte senso di nausea che l’aveva colpita. L’ultima cosa che voleva era arrivare alla festa e correre in bagno ancor prima di salutare la padrona di casa.
 
“Sono stata meglio, ma è il modo più veloce di viaggiare con distanze così lunghe, disgraziatamente… Mi passerà subito. Andiamo?”
“Certo.”
Hector scostò una ciocca di capelli castani della moglie per sistemarli dietro l’orecchio e si chinò leggermente per depositarle un bacio su una guancia prima di prenderla per man; seguendo la diramazione della strada di ghiaia, che con una dolce curva conduceva all’abitazione più vicina, i due si diressero verso un alto cancello di ferro battuto circondato da mura di pietra. Adela si stava giusto chiedendo come avrebbero fatto a palesare la loro presenza quando, con suo sollievo, il cancello si spalancò da solo con un lieve cigolio, permettendo ai due di entrare prima di chiudersi nuovamente alle loro spalle.
 
“Meno male, stavo già considerando l’idea di dover scavalcare…”
“Nelle tue condizioni non scavalcheresti nulla in ogni caso, Adela.”
“Io non scavalcherei niente anche se non fossi incinta, infatti parlavo di te tesoro.”
 
Le labbra di Hector si incresparono in un sorriso divertito mentre chinava lo sguardo per gettare un’occhiata alla moglie, che ricambiò mentre gli accarezzava il dorso della mano con le dita. Stavano parlando della festeggiata, sperando che non fosse arrivata prima di loro, quando avvicinandosi all’ingresso della villa in stile georgiano videro la porta d’ingresso bianca aprirsi e una donna dai lunghi capelli scuri acconciati in morbidissimi boccoli che le cadevano sulle spalle esili e un vestito stile midi bianco e celeste addosso uscì dall’edificio fermandosi sullo spiazzo di ghiaia che precedeva la casa, ad un paio di metri dal portico.
 
“Oh, ce l’avete fatta a raggiungere il lontano Northumberland, mi fa piacere! Come state?”
Aurora Temple piegò le labbra sottili in un sorriso mentre i suoi due ospiti la raggiungevano, Hector ricambiando il sorriso e Adela, invece, osservando con sincero sconcerto il bell’abito della padrona di casa: le piaceva moltissimo, ma come faceva Aurora ad indossarlo? Lei quasi sentiva freddo, con i suoi pantaloni a vita alta e la sua bella giacca abbinata sopra alla camicetta.
 
“La Passaporta è tremenda come sempre, ma nel complesso stiamo bene. Grazie per l’ospitalità.”
Hector, pur percependo chiaramente i pensieri della moglie – la conosceva da anni e ancora non comprendeva la sua totale insofferenza al “freddo”, anche quando c’erano 27° – sorrise all’ex compagna di Casa quando le si fermò davanti, continuando a tenere la mano della moglie mentre già si figurava la reazione della festeggiata. Peccato non avere una macchina fotografica a disposizione per immortalare la faccia che avrebbe fatto.  
“Questo e altro per la nostra ospite d’onore. Che, per altro, sarete felici di sapere deve ancora arrivare.”
Aurora sorrise mentre intrecciava le mani dietro la schiena, gli occhi chiari luccicanti per la sorpresa che aveva preparato per una delle sue più vecchie e care amiche. Adela, finito di arrovellarsi sul mistero legato al vestito dell’altra, si allungò verso la padrona di casa per salutarla con un bacio su una guancia, immensamente sollevata di non essere arrivata dopo la festeggiata:
 
“Meno male, temevamo che arrivasse prima di noi. Voglio vedere la sua faccia quando ci vedrà, penso che non sospetti nulla.”
“Assolutamente nulla, giusto ieri mi ha telefonato per lamentarsi del fatto che avrebbe dovuto passare il suo compleanno da sola con il “Piccolo Lord” perché voi due non avreste potuto lasciare l’India non avendo nessuno che badasse ai bambini e io ero impegnata in una corsa di beneficienza.”
Aurora ridacchiò e Adela sorrise trionfante mentre si voltava verso il marito, strattonandogli debolmente la mano per l’euforia: e lui che pensava che non ci sarebbero riusciti, a fregarla. Il solito ingenuo, adorabile Thor.
“Se l’è bevuta, siamo stati bravissimi! Regan che scusa ha inventato?!”
“Le ha detto che Stephanie si è slogata la caviglia scivolando dalle scale e che avrebbero dovuto restare a casa. Penso che sia stato uno spasso per tutti, fuorché per lei.”
 
“Dite che ci ucciderà, dopo l’iniziale euforia?”
 
Hector aggrottò la fronte e nessuna delle due streghe rispose, impegnate a riflettere e a rendersi conto che dopotutto quella era una possibilità da tenere in considerazione.
“Forse di me avrà pietà, sono incinta e lei ama i nostri figli, quindi… Anche se sta di nuovo cercando di convincerci a chiamarla Charlotte.”
Adela sospirò, scuotendo la testa con rassegnazione mentre Aurora sfoderava un sorriso divertito, Hector chinava accigliato lo sguardo su di lei e altre due persone li raggiungevano dal giardino sul retro dell’edificio.
“Come sai che è femmina anche questa volta?!”
“Lo so e basta. Ciao ragazzi!”
 
Adela rivolse un sorriso radioso a Regan e a Stephanie – che smise di rimproverare il marito per aver agguantato un bicchiere di idromele ancor prima dell’arrivo della festeggiata solo per ricambiare il saluto e il sorriso –, il primo con addosso una camicia leggera azzurrina e bretelle e pantaloni blu, la seconda con un vestito verde e bianco.
 
Ma non hanno freddo?!
 
Adela, non dirmi che hai freddo.”
“Smettila di parlarmi come un’aliena, sono cresciuta in India, te lo ricordi questo dettaglio?!”
“Ci passiamo tutte le estati da quando siamo sposati quindi sì, oserei dire di sì.”

 
“Sono arrivati!”
Stephanie sollevò di scatto il braccio destro per indicare un punto del giardino alle spalle di Adela ed Hector, che si voltarono di scatto per seguire la direzione indicata dall’Auror: in effetti altre due persone erano apparse nel giardino, entro il confine della recinzione, e vedendoli Aurora dovette premersi una mano contro le labbra per non scoppiare a ridere e rischiare di rovinare la sorpresa.
 
“Ti giuro William che se mi hai portata da mia madre io non ti sposo, scapperò direttamente dall’altare con il primo cameriere che mi capiterà sotto tiro.”
“La vuoi smettere, ti dico che non siamo da tua madre. Anche perché passare la giornata in quel modo sarebbe una tortura in piena regola anche per me, non solo per te, e io sono molte cose ma autolesionista no.”
“Bene, allora levami questa cravatta dalla faccia, così posso giudicare!”
 
William non rispose, limitandosi ad alzare gli occhi al cielo mentre teneva una mano sulla spalla sinistra della fidanzata e l’altra stretta sulla mano destra di Charlotte, bendata con una delle sue tante cravatte e impossibilitata a vedere dove si trovasse dopo essersi Materializzata chissà dove insieme a lui.
 
“Tra meno di un minuto te la tolgo, facciamo solo qualche altro metro.”
“Qualche altro metro?! Lo sapevo, vuoi farmi cadere in una fossa!”
 
Anche Adela soffocò a fatica le risate mentre guardava la sua migliore amica camminare a tentoni sul viale di ghiaia insieme al fidanzato, che le permise di fermarsi quando solo una decina di metri li separavano dai suoi amici più stretti.
“Adesso te la tolgo, va bene?”
“Sarebbe ora!”
 
Charlotte sbuffò con impazienza mentre sentiva le mani del fidanzato armeggiare con il nodo della cravatta sulla sua nuca, e stava pensando a come di certo quella stupida cravatta le avesse rovinato la piega dei capelli quando, all’improvviso, la strega tornò finalmente a vedere.
Per un attimo la luce improvvisa – il cielo era leggermente annuvolato, ma il Sole splendeva comunque dietro le nuvole – la costrinse a socchiudere gli occhi verdi, chiedendosi dove accidenti l’avesse portata il fidanzato prima di iniziare a mettere a fuoco l’ambiente circostante.
La casa in stile georgiano, in effetti, aveva un’aria familiare. Era sicura di esserci già stata più volte, in quel posto, anche se sul momento non seppe ricollegare l’edificio ad un proprietario preciso. La seconda cosa che notò fu il festone bianco appeso al portico che portava la scritta blu “Buon Compleanno” seguita dal suo nome, e infine scorse il piccolo gruppo di persone radunato davanti all’edificio.
 
Gli occhi verdi di Charlotte indugiarono subito su Adela, e un gridolino spontaneo si librò dalle labbra carnose dell’Auror prima di correre verso l’amica, attraversando la breve distanza che le divideva con poche falcate prima di stringerla in un vigoroso abbraccio.
“Adela, cosa ci fai qui?! Mi sei mancata!”
Adela ricambiò la stretta, asserendo che anche lei le era mancata – non si erano ancora viste da quando lei e Hector avevano raggiunto l’India – mentre anche William si avvicinava al gruppetto con un tiepido sorriso soddisfatto sulle labbra, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni del completo leggero blu che indossava.
 
“Ciao Thor! Aurora, questa è la casa estiva inglese della tua famiglia! Ma non eri in America?! E voi non eravate in India?! E TU!”
Mentre Hector la stritolava in un abbraccio affettuoso Charlotte spalancò sgomenta gli occhi chiari indicando Stephanie, guardando la collega ridacchiare sfoggiando una caviglia perfettamente illesa.
“Non ti eri slogata la caviglia?! … Mi avete tutti presa in giro?”
 
“Sì, ma per una giusta causa, ovvero farti una sorpresa. Sul retro ti aspetta un magnifico picnic all’aperto con tutti i tuoi cibi preferiti, cuscini, una torta gigantesca e tanti palloncini appesi ovunque. Ovviamente tutto bianco e blu, dobbiamo onorare la nostra magnifica Casa.”
Aurora sorrise divertita prima di abbracciare a sua volta l’amica, felice di vederla dopo diverse settimane di lontananza. Adela, accanto a loro, annuì con aria solenne mentre Hector le metteva un braccio attorno alle spalle, stringendola dolcemente a sé:
“Lo trovo corretto, d’altronde la nostra è la Casa migliore.”
 
“Ahhh, non cominciate voi cervelloni solo perché siete in maggioranza, o non ne veniamo pi fuori come al solito. Mi limiterò a sottolineare che la Casa migliore è Serpeverde, e qui chiudo il discorso. Buon compleanno splendore.”
Regan, giunto il suo turno di salutare la festeggiata, le strizzo l’occhio prima di stringerla con il braccio libero e depositarle un bacio su una guancia, fingendo di non vedere l’occhiata colma di disapprovazione che si scambiarono Adela e Aurora mentre William, in piedi dietro Charlotte, si stringeva debolmente nelle spalle:
Io sono naturalmente d’accordo con Reggie.”
 
“Che novità Will!”
“Ehy, io e Will siamo due poverini che amano e devono sopportare le due donne Auror più testarde della storia, dobbiamo sostenerci a vicenda.”
“Giustissimo Reggie.”
Mentre Charlotte salutava anche Stephanie William assestò una leggera pacca sulla spalla dell’amico, che gli sorrise e ricambiò colpendolo affettuosamente sulla schiena prima di accingersi a seguire la padrona di casa verso il retro dell’edificio. Mentre Regan raggiungeva Stephanie e le cingeva la vita con un braccio con Adela ed Hector al seguito William indugiò sul prato per aspettare Charlotte, accennando un sorriso mentre allungava un braccio verso di lei per porgerle la mano e invitarla a stringerla. Per una volta la fidanzata lo accontentò, rivolgendogli a sua volta un sorriso prima di abbracciarlo e appoggiare brevemente la testa contro il suo petto.
“Grazie.”
“L’idea a dire il vero è stata di Aurora e Adela, non mi sembra giusto prendermi troppi meriti.”
“Lo avevo immaginato, ma grazie lo stesso anche a te.”
 
William smise brevemente di accarezzarle i capelli castani per chinarsi e depositarle un rapido bacio sulle labbra, ricambiando il suo sorriso prima che la voce allegra di Regan richiamasse la loro attenzione:
 
“Fidanzatini, forza, o tagliamo la torta senza la festeggiata!”
“Reggie santo Godric vieni qui e non disturbarli!”
 
Sospirando, Stephanie agguantò il marito per un braccio e se lo trascinò appresso per prendere da bere mentre Aurora emetteva versi inteneriti incomprensibili alla vista delle foto dei pargoli di Hector e Adela e Charlotte, ridendo piano, si staccava lentamente da Will per tornare a prenderlo per mano e sorridergli, divertita e profondamente grata al tempo stesso:
 
“Andiamo? Perché la prima a mangiare la torta devo essere io, lo sai.”
“Lo so. Andiamo, CeCe.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Porco Salazar (benchè la mia Casa preferita sia Tassorosso, dobbiamo sostenerci a vicenda quindi Will e Reg io mi accodo a voi) quanto mi sono mancati e anzi, quanto mi mancano questi ragazzi. Giuro, riscriverei tutto Magisterium da capo (ma con gli stessi OC, si intende) solo per poter tornare a scrivere stabilmente di loro, perché diciamocelo, quanto erano belli Charlotte, Will, e Regan (ma non scordiamoci di Lyanna, sempre nel mio cuore anche lei) ad Hogwarts? Ah, se solo avessero continuato le carriere di insegnanti si potrebbe fare un bellissimo reboot, ma disgraziatamente non è così.
Me ne vado alla velocità della luce prima che idee malsanissime mi intacchino la mente, mi limito a sperare vivamente che questa piccola OS vi sia piaciuta e che abbiate apprezzato ritrovare questi OC. Un enorme grazie, dovutissimo, a Bea, Em, Phoebe e Amilcara per avermeli mandati, tanto tempo fa. E grazie anche a te autrice di Will, di nuovo.
Un bacio da parte mia e di CeCe,
 
Irene
 
 
   
 
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