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Autore: Goten    08/09/2009    15 recensioni
L'acqua scendeva fra i suoi capelli ramati, schiacciandoli e scurendoli, i suoi vestiti erano come una seconda pelle, ma nulla in quel momento gli importava. Cominciò a correre, in pochi istanti la raggiunse afferrandola saldamente per un braccio.
- Ti prego, aspetta! - La voltò verso di se. L'acqua scendeva sui loro visi, anche i capelli di lei erano appesantiti da quelle goccioline, ma Edward era sicuro di non aver mai visto niente di più perfetto in tutta la sua lunghissima vita.
Con la mano bagnata le sfiorò timorosamente una guancia. - Sei davvero reale. - Sorrise sinceramente felice, mentre un tenue rossore comparve sul volto di Isabella.
VINCITRICE DEL CONTEST SU FACEBOOK INDETTO DA BARBY&MARCO E AMALIA
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi con il secondo capitolo! Sono felicissima che vi piaccia la storia! ^_^ E rendetevi conto che sono le 6:20 di mattina -.- qualcuno mi ha buttata giù dal letto -.-... no comment.

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Capitolo 2


Trecentosessantacinque giorni erano passati... un anno giusto, ed esattamente come allora, Edward Cullen se ne stava seduto sullo sgabello del suo pianoforte a coda nero, facendo scorrere le sue lunghe dita sui preziosi tasti d'avorio. Le sue melodie erano cambiate, se prima erano malinconiche, adesso si poteva sentire all'interno di quelle abili note il sentore di una speranza per il futuro.

Le parole che Isabella gli aveva detto quel giorno, erano impresse a fuoco nella sua mente vampiresca. “ Un giorno ci rivedremo. ”

Lui non le aveva scordate, non avrebbe potuto neanche volendo. Un delicato sorriso si formò sul suo viso. Era un sorriso semplice, ma sincero. Stava pensando nuovamente a lei. Il suo viso a cuore, il suo profumo e la sua voce... ed ecco che la sua musica si arricchì di un motivo più leggiadro, in grado di scaldare l'animo.

<< Stai ancora pensando a lei? >> Domandò Jasper rientrando dalla caccia.

Nulla poteva sfuggire al suo potere. Percepiva chiaramente quando Edward pensava a quell'umana in fuga. Le sue emozioni diventavano quasi incontrollabili, tanto erano potenti. Se non era amore, Jasper non sapeva proprio cosa potesse essere.

Un cenno affermativo fu l'unica risposta di suo fratello, Jasper sorrise, quando Edward pensava a quella ragazza, nulla lo distraeva. Sapeva bene quanto avesse pressato Alice per avere delle continue visioni sulla fantomatica Isabella. Il problema era che le sue visioni erano sfocate... questo voleva solamente dire che la ragazza non aveva ancora preso una decisione definitiva della sua vita.

Per Edward era una frustrazione continua... eppure, attendeva, aspettava e sperava.

E Jasper avrebbe scommesso tutto quello che possedeva, appena Edward avesse scoperto dove fosse esattamente la ragazza, nulla lo avrebbe fermato dal raggiungerla.

<< Se arriva Emmett, digli che lo aspetto di sopra. >> Gli comunicò salendo le scale, lasciandolo nuovamente da solo con i suoi brevi ma intensi ricordi.

E mentre Edward terminava la sua nuova ninna nanna, a diversi chilometri di distanza, Isabella Marie Swan aveva preso in mano finalmente le redini della sua vita.

Era stata dura per lei quell'anno, aveva piantato in asso il suo fidanzato perenne; Jacob Black. Si odiava un pochino per quello che aveva fatto, ma diamine! Adesso era sicura di aver fatto la scelta giusta. Non amava Jake, gli voleva bene, ma nulla di più.

Chiuse il lucchetto della sua valigia e si guardò attorno; il suo appartamento era spoglio, tutto quello che le apparteneva era chiuso in quelle tre grosse borse. << Bene, adesso è il momento! >> Esclamò al nulla, battendo le mani per darsi coraggio.

Afferrò i due borsoni e la valigia, con passo sicuro si avviò fuori, consegnò le chiavi alla proprietaria e con un sorriso salì sul taxi che l'attendeva.

<< Dove la porto? >>

<< All'aeroporto, per favore. >> Disse decisa, mentre prendeva pienamente coscienza che la sua vecchia vita era finita.

Dopo aver atteso per ore che il suo volo venisse annunciato, con una calma che in realtà non possedeva, si era avviata verso il check-in. Aveva imbarcato le sue valige e finalmente si era seduta al suo posto, non lo avrebbe mai confessato a nessuno ma aveva il terrore di volare, eppure, eccola li su un aereo in partenza per l'Europa. Prese un respiro profondo, molta gente si stava ancora imbarcando sul grande aereo... stava già rimpiangendo di essere stata fra le prime a salire, ma in teoria avrebbe potuto ambientarsi meglio... che balla colossale! Le stava tremando perfino lo stomaco per la paura!

Prese un altro respiro profondo, le sue mani erano strette ai braccioli del sedile, la cintura allacciata in vita le dava fastidio, ma per nulla al mondo l'avrebbe slacciata! Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi sulla sua respirazione e prese a contare mentalmente...

Uno... ma perché diavolo aveva avuto quella folle idea di partire?

Due... Non poteva restare negli Stati Uniti e viaggiare per il paese?

Tre... Qualcuno si era seduto nel posto accanto al suo

Quattro... Perché ci mettevano tanto a partire?

Cinque... Era ancora in tempo per scendere e tornarsene a casa.

Sei... << Mi scusi, va tutto bene? >>

Una voce conosciuta, melodiosa, le fece aprire gli occhi, si voltò verso il suo compagno di viaggio rimanendo colpita. << Non è possibile! >> Sussurrò piano, mentre l'aereo cominciava il rullaggio per il decollo.

Lui! Era lui quella notte che aveva incontrato durante la sua fuga! Lui che la ossessionava in quasi tutti i suoi sogni! Lui che... stava li accanto a lei... su quel maledetto aereo che stava decollando!

Quando le ruote anteriori si staccarono dal suolo, istintivamente Isabella afferrò la mano del ragazzo posta li accanto alla sua e la strinse forte, tornò ad osservare il sedile davanti al suo terrorizzata. Non si era resa conto che l'aereo aveva cominciato a muoversi immettendosi nella pista per decollare, era stata troppo presa ad osservare quel ragazzo.

<< Rilassati, non succederà nulla. >> Di nuovo la sua voce tornò ad accarezzarla gentile. Isabella trovò la forza di voltarsi nuovamente verso di lui.

<< Ti spiace... >> Gli sussurrò indicando la sua mano allacciata spasmodicamente alla sua, mentre la pressione la schiacciava contro il sedile.

Lui sorrise felice. << Affatto. >> Voltò il palmo verso l'alto intrecciando le dita con le sue, freddo e caldo uniti assieme. << Io sono Edward, Edward Cullen. >> La sua voce gentile aveva una sorta di effetto calmante sui suoi poveri nervi.

<< Isabella Swan. >> Rispose tesa, mentre la hostess avvisava che era possibile slacciare la cintura di sicurezza.

<< E' un vero piacere conoscere il tuo nome, finalmente. >> Ridacchiò con un leggero velo di imbarazzo. Se solo avesse saputo per quanto tempo l'aveva cercata... quante volte aveva assillato sua sorella Alice per avere delle visioni più dettagliate di lei e dei posti in cui si trovava. Sicuramente se l'avesse saputo sarebbe scappata urlando al maniaco. Ma Edward non l'avrebbe permesso, adesso che finalmente lei era li con lui, la possibilità di allontanarsi e di sparire nuovamente non era neanche da prendere in considerazione. Avrebbe fatto di tutto per non perderla.

<< Come prego? >> Domandò aggrottando le sopracciglia.

Le sue labbra pallide si stirarono in un sorriso sghembo. << Tu sei la sposa in fuga. >>

Le guance, così come il resto del viso di Isabella si tinsero di un rosso acceso. << Oh... ehm ti ricordi eh... >> Era ovvio che se lo ricordasse. Pensò amaramente. Non era da tutti i giorni vedere una sposa fuggire!

Edward le strinse leggermente la mano. << Non avrei mai potuto dimenticarti. >> Ammise con voce sognante. << Sembravi una visione... una bellissima visione. >> Il cuore di Isabella prese a battere furioso. << Ancora non capisco perché stessi fuggendo quella notte. >>

<< Preferirei accantonare l'argomento, se non ti spiace. >> La sua voce bassa e imbarazzata gli fecero comprendere che in fondo, loro due erano semplici estranei.

<< Si, hai ragione, scusami. >> Sospirò Edward. << E' che sono curioso. >> Ammise facendo sorridere per un attimo la ragazza.

<< Dove sei diretto? >> Domandò cercando di cambiare argomento.

<< Londra. Ho una commissione da fare per conto di mia sorella. >> Sul volto di Edward il sorriso si spense.

<< Non mi sembri molto felice. >> Constatò, osservandolo attenta.

Il suo sbuffo le confermò la sua ipotesi. << No, non lo sono per niente. Mia sorella Alice, ha una vera fissazione per la moda. Mi ha spedito a Londra con la “missione” >> Mimò con la mano libera le virgolette nel vuoto. << Di recuperarle qualche vestito per la sua collezione. >>

Isabella non poté evitare di ridacchiare. << Ti aiuterei volentieri, ma il mio viaggio non finirà a Londra. >>

Edward lo sapeva e ancora non riusciva a capire perché Alice non gli avesse fatto seguire Bella in tutti i suoi viaggi, ma nonostante tutto, poté giurare che ci fosse una nota di rimpianto nella sua voce. << Peccato, sono certo che con te mi sarei divertito di più nel fare acquisti. >>

Isabella si accorse solo in quel momento di come la tensione del volo fosse quasi del tutto svanita con lui accanto. Era più che certa che quel ragazzo la stesse distraendo apposta per non farla agitare. Quel pensiero la rese ancora più grata nei suoi confronti.

La hostess passò con il carrello del pranzo, erano solo a metà del viaggio e adesso il suo stomaco reclamava un po di cibo. Notò che stranamente, Edward, non aveva preso nulla per se.

<< Tu non mangi? >> Domandò infilzando una patata succulenta, mentre lui la guardava sorridente.

<< No, non ho fame. Viaggiare mi chiude sempre lo stomaco. >> Sorrise, mostrando per un breve attimo una dentatura bianca perfetta.

<< Effettivamente non ti perdi molto. >> Ammise, constatando la scarsa qualità del cibo.

<< Senti... >> Cominciò Edward, attirando la sua attenzione. << Ti dispiace se ti faccio qualche domanda? >> In quel lasso di tempo era stato talmente euforico nel ritrovare Isabella da rendersi conto solo in quel momento di un piccolo particolare; non riusciva a leggerle la mente. Che cosa bizzarra.

Isabella scossa la testa. << No, affatto. Dimmi pure. >> Ingoiò il suo boccone, accompagnandolo con un sorso d'acqua.

Edward si sentiva come se avesse vinto un premio alla lotteria, avevano ancora sei ore di volo da passare assieme, ed era più che convinto di passarle al meglio. << Dove sei diretta? >> Cominciò con la prima, anche se sapeva la risposta, era la domanda migliore per intavolare un argomento.

Finì di bere la sua acqua e dopo essersi pulita la bocca con un tovagliolo rispose. << Spagna. Ho intenzione di godermi un po di sole e di girovagare un po... >>

In effetti la sua pelle era molto candida, ma era una cosa che ad Edward piaceva. << E non pensi che con il sole forte diventeresti rossa stile gamberetto? >> Domandò con un leggero sorriso.

Isabella consegnò il suo vassoio alla hostess, ritornando poi a porgere la sua attenzione ad Edward. << Forse. >> Sospirò. << Ma finalmente avrò un po di colore addosso. Sembro un latticino. >> Allungò un braccio bianco candido verso di lui.

<< Io non credo che il rosso gamberetto ti doni, sai? >> Constatò Edward, osservandola con occhio critico. In realtà già pensava a tutti quelli che si sarebbero offerti di aiutarla in caso di scottature.

<< Dici? >> Ignara dei suoi pensieri, Isabella si osservò critica il braccio.

<< Assolutamente. >> Sentenziò Edward, sicuro in volto.

<< Prossima domanda? >> Si sistemò meglio sul sedile, voltandosi completamente verso di lui.

<< Che musica ascolti? >> Adorava avere per se la sua attenzione, ma stava notando che Isabella, per quanto fosse presa da lui, non sembrava stesse provando le sue stesse emozioni.

Molte ragazze, quando si avvicinavano o quando riuscivano a parlare con lui, avevano il respiro corto e il battito del cuore quasi impazzito. Perché con lei niente di questo succedeva? Non lo trovava interessante? Non era attratta da lui?

<< Vediamo... ascolto un po di tutto. >> Una piccola ruga si formò sulla sua fronte. Edward si era imposto di non muovere un muscolo, ma la sua voglia di sfiorare quella piccola imperfezione e di lisciarla lo stava facendo impazzire. << Mi piace molto la musica pop... ma quella classica è la mia preferita. >> Sollevò lo sguardo scuro per perdersi in quegli occhi così dorati.

E così, fra una domanda e l'altra, il tempo cominciò a scorrere un po troppo velocemente per i gusti di Edward, sapeva bene che mancava poco meno di un'ora all'atterraggio e questo voleva dire separarsi da lei. Ancora non capiva perché Alice non l'avesse fatto proseguire con il viaggio.

Improvvisamente la voce del capitano irruppe nel grande abitacolo. “Stiamo affrontando una leggera turbolenza, vi preghiamo di rimanere seduti e allacciare le cinture, grazie.”

Gli occhi nocciola di Isabella si allargarono impauriti. << Merda... >> Sussurrò di nuovo tesa, mentre le sue mani scattavano a chiudere la cintura.

Quelle bianche e fredde di Edward fecero il lavoro al suo posto. << Rilassati. >> Le pose la mano che prontamente strinse. << Non succederà nulla. >> Lo fissò con i suoi grandi occhi scuri. Era terrorizzata. << Tranquilla. Ci sono io con te. >> Le sussurrò suadente, mentre il suo braccio, per quanto la posizione glie lo permettesse, le circondò le spalle, facendola sentire protetta. << Starò con te per sempre... >> Sussurrò talmente piano da non farsi udire.

   
 
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