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Autore: elenabastet    06/07/2022    4 recensioni
Questa serie di one shot, sotto il titolo collettivo di Lacrime nella pioggia (omaggio nominale ad un celebre film che quest’anno compie anche lui quarant’anni, Blade Runner), nascono per celebrare i giorni di luglio dell’universo di Oscar, attraverso una serie di missing moments, cioè le reazioni di vari personaggi alla notizia delle morti dei due eterni innamorati. Poi, tornerò a scrivere storie birichine, e anche storie più lunghe dove si salvano, promesso.
Genere: Angst, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Axel von Fersen, Generale Jarjayes, Marie Antoinette, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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LACRIME NELLA PIOGGIA

 

Rating: lutto, ricordi, morti di personaggi, rimpianti.

Fandom: Lady Oscar.

Note: questa serie di one shot, sotto il titolo collettivo di Lacrime nella pioggia (omaggio nominale ad un celebre film che quest’anno compie anche lui quarant’anni, Blade Runner), nascono per celebrare i giorni di luglio dell’universo di Oscar, attraverso una serie di missing moments, cioè le reazioni di vari personaggi alla notizia delle morti dei due eterni innamorati. Poi, tornerò a scrivere storie birichine, e anche storie più lunghe dove si salvano, promesso.

 

1. DOVERE DI SOLDATO

Dall’alto dei bastioni, tra il calore e il fumo della polvere da sparo dei cannoni, comparve un drappo bianco.

“Si sono arresi, hai visto? Ce l’abbiamo fatta, abbiamo fatto bene a continuare a combattere!”, disse Pierre al suo comandante, che annuì. Sì, avevano vinto, e ora poteva tornare da lei, dove sarebbe dovuto rimanere fin dall’inizio.

Il suo comandante, il suo comandante adorato, quella splendida, bionda guerriera dal nome da uomo e dall’animo più valoroso e coraggioso di qualsiasi altro uomo. Lei, ferita dall’alto dei bastioni mentre portava avanti l’attacco alla Bastiglia davanti ai cannoni e in bella mostra, e in quel momento lui si era reso conto che avrebbe dovuto impedirle di esporsi così e che lei l’aveva fatto volutamente, per raggiungere al più presto il suo amato morto il giorno prima.

Ma ora basta combattere, si sarebbe preso cura di lei in memoria del suo migliore amico, e perché ormai non la ammirava solo, ma la amava anche. L’avrebbe sostenuta, consolata, accudita e avrebbe amato ogni cosa sua, anche la creatura che forse cresceva nel suo grembo, frutto di quel grande amore di cui lui era stato testimone. E se un giorno lei avesse deciso che lui poteva diventare il suo uomo bene, altrimenti sarebbe stato il suo angelo custode comunque.

Mentre correva verso il vicolo dove l’avevano portata, pensava a quella volta che l’aveva creduta colpevole dell’aver venduto Gerard La Salle al tribunale militare, a come l’aveva aggredita e picchiata: se ne vergognava tanto, non le aveva mai chiesto scusa, ma l’avrebbe fatto, e quanto prima. Povero Gerard, anche lui era volato via il giorno prima, come troppi altri.

Arrivò all’imbocco del vicolo: erano tutti immobili intorno a lei, lui sapeva che lei era lì in mezzo, ma come mai i dottori non stavano facendo niente, bisognava incidere, toglierle le pallottole, suturare, se volevano una mano non avevano che da chiedere, non era un medico ma poteva rendersi utile.

Poi vide il giornalista, Bernard Chatelet, a capo chino, che si voltò verso di lui e lo guardò con tristezza. Si scostarono tutti e vide la sua comandante, la sua splendida comandante, distesa, con sopra il suo petto ferito la moglie del giornalista, Rosalie, si chiamava così se non ricordava male, che singhiozzava in silenzio.

E di colpo capì.

Alain de Soissons capì che la sua valorosa e meravigliosa comandante, Oscar François de Jarjayes, aveva raggiunto per sempre il suo grande amore André Grandier. Non gli avrebbe più dato ordini, non gli avrebbe più dato consigli, non avrebbe più pianto tra le sue braccia, non avrebbe più potuto salutarla sull’attenti, non avrebbe più visto quei meravigliosi capelli biondi brillare nel sole. Non avrebbe più potuto chiederle perdono per aver dubitato di lei, non avrebbe potuto prendersi cura di lei e del possibile bambino suo e di André, non avrebbe potuto dirle che lei era il migliore comandante che aveva avuto e che stare ai suoi ordini era il più grande onore e la più grande gioia che gli poteva capitare.

Non poteva più fare niente, quella vita che sognava era sparita, quelle infinite possibilità insieme erano andate per sempre. Oscar François de Jarjayes era caduta lottando per gli ideali di libertà, eguaglianza e fraternità, perché lui e quelli come lui potessero avere una vita migliore, perché nessun Gerard La Salle dovesse più vendere il suo fucile per sfamare i suoi genitori anziani e i fratelli minori, perché nessuna Diane de Soissons venisse più lasciata dal fidanzato perché troppo povera dopo essere stata usata per il suo piacere, perché nessuno si permettesse di dire che un uomo come André non avesse il diritto di amare e di vivere con la donna amata, solo perché non nobile.

Era morta e l’aveva lasciato solo, per sempre solo, per unirsi di nuovo al suo André. E Alain urlò di dolore, avrebbe voluto mettersi sull’attenti ma anche abbracciare quel corpo, tenerlo stretto, fare in modo che la vita tornasse in lei, che ci fosse un futuro per entrambi, che potessero vedere quel mondo migliore nel ricordo di André. Illuso, non sarebbe mai stato possibile, e avrebbe dovuto capirlo subito.

La rabbia lo prese di colpo, mentre il dottore e Bernard lo guardavano con tristezza e solidarietà, non poteva nemmeno dirle che la Bastiglia era caduta, ormai era andata per sempre, in un posto migliore, non in quell’inferno in cui lui era rimasto.

Alain si allontanò dal vicolo e tornò verso la fortezza, in cui stavano entrando tutti, a cominciare dai Soldati della Guardia, trascinando fuori i soldati e il comandante della Bastiglia, il marchese de Launay.

Conosceva abbastanza bene la vita militare per aver capito che avevano sparato ad Oscar su preciso ordine, perché avevano visto in lei il comandante di quell’impresa da abbattere e cancellare, uccisa lei si sarebbero fermati tutti. Non era stato un incidente o un ferimento accidentale, l’avevano voluta uccidere, e sapeva benissimo chi aveva dato l’ordine. Ma avrebbe pagato, avrebbe pagato in quel pomeriggio di luglio, per ogni giorno perso da lei, per la sua vita spezzata, per il dolore di chi rimaneva.

Alain si avventò contro il marchese de Launay, e fu solo il primo a farlo.

Dopo, molto dopo, si diresse verso la chiesetta in cui l’avevano portata e ricomposta, accanto al suo André. Doveva salutarla ancora una volta, ci avrebbero dovuto essere mille e mille giorni insieme, doveva esserci un mondo in cui le cose erano andate in maniera diversa, un mondo dove lei non era distesa lì, con la sua anima volata via per sempre.

Il caldo incombeva ancora, ma di colpo una folata di vento gli scompigliò l’uniforme ormai lacera e sporca di sangue, non suo. Poi iniziò a piovere, e Alain lasciò che l’acqua gli bagnasse il corpo e il volto. Le lacrime del cielo e della pioggia si confondevano con le sue, e questo era tutto quello che poteva dedicare loro. Al suo migliore amico e alla sua meravigliosa comandante, tante lacrime nella pioggia di luglio, quel giorno e per sempre.

 

  
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