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Autore: elenabastet    08/07/2022    4 recensioni
Questa serie di one shot, sotto il titolo collettivo di Lacrime nella pioggia (omaggio nominale ad un celebre film che quest’anno compie anche lui quarant’anni, Blade Runner), nascono per celebrare i giorni di luglio dell’universo di Oscar, attraverso una serie di missing moments, cioè le reazioni di vari personaggi alla notizia delle morti dei due eterni innamorati. Poi, tornerò a scrivere storie birichine, e anche storie più lunghe dove si salvano, promesso.
Genere: Angst, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Axel von Fersen, Generale Jarjayes, Marie Antoinette, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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LACRIME NELLA PIOGGIA

 

Rating: lutto, ricordi, morti di personaggi, rimpianti.

Fandom: Lady Oscar.

Note: questa serie di one shot, sotto il titolo collettivo di Lacrime nella pioggia (omaggio nominale ad un celebre film che quest’anno compie anche lui quarant’anni, Blade Runner), nascono per celebrare i giorni di luglio dell’universo di Oscar, attraverso una serie di missing moments, cioè le reazioni di vari personaggi alla notizia delle morti dei due eterni innamorati. Poi, tornerò a scrivere storie birichine, e anche storie più lunghe dove si salvano, promesso.

 

3 – LA CASA VUOTA

Era rimasto per ore davanti al quadro, con stretto in mano quel messaggio laconico, poche parole che l’avevano sconvolto. Aveva urlato Non ti perdonerò mai, di fronte agli occhi attoniti della fedele governante Marie, e quell’urlo aveva richiamato anche sua moglie Marguerite, che da qualche tempo viveva come in un mondo tutto suo, dopo aver lasciato il servizio come dama di compagnia della regina a Versailles alcuni mesi prima.

“Ma no, dai, vedrai che torna, torna sempre a casa”, aveva detto Marguerite e poi si era allontanata.

Aveva guardato quel quadro per tanto tempo, quel meraviglioso quadro di rara bellezza, un vero capolavoro, di quelli che superano i secoli, e che sarebbe stato ammirato dalla gente del futuro. E alla rabbia si era sostituita la preoccupazione, perché di colpo si era sentito smarrito e solo.

“Vivi come il tuo cuore ti suggerisce. Se vuoi sposare André vi darò la mia benedizione, se vuoi seguire le idee liberali del marchese de Lafayette anche, ma torna a casa, torna, continua a comandare i tuoi uomini, continua a vivere qui con noi, con il tuo André o con chi vorrai, ma voglio solo rivederti sana e salva, insieme a lui”.

Poi, ad un tratto, François Augustin de Jarjayes venne informato che c’era un messo per lui: era uno degli uomini del generale Bouillé, che lo convocava con urgenza al comando centrale.

Arrivò con il cuore in gola e cercando di stare calmo, probabilmente c’era l’ordine di partecipare alla repressione dei disordini a Parigi con il suo reggimento, strano che non si fossero limitati a portare il dispaccio.

Ma lo attendeva una dura sorpresa.

“Generale de Jarjayes”, disse Bouillé, “vi devo comunicare che i Soldati della Guardia al comando di vostra figlia Oscar hanno disertato e si sono uniti al popolo in rivolta nella città di Parigi. Questa è un’onta che resterà per sempre sulla vostra famiglia, vostra figlia ha superato la misura. Auguratevi che non torni viva, pare che il suo reggimento abbia subito delle perdite considerevoli, altrimenti dovremo prendere dei provvedimenti severi. E non pensate di salvare voi stesso da questa onta, perché non ci riuscirete”.

No, non poteva augurarsi che Oscar non tornasse viva. Era sicuro che il suo antico amico avesse frainteso il tutto, non poteva essere come lui diceva, senz’altro sua figlia aveva cercato di impedire una carneficina tra la popolazione. Avrebbe chiarito ogni cosa con lei quando l’avrebbe riabbracciata, ma di colpo capì che quello che aveva di fronte non era un amico, ma un rivale, che l’aveva sempre osteggiato per quella figlia migliore di tanti figli maschi, a cominciare senz’altro dal suo debosciato erede. Forse questa era una vendetta, una vendetta di Bouillé contro di lui.

“Vi chiedo di rimanere a casa vostra finché Sua Maestà non prenderà provvedimenti contro la vostra famiglia”.

Certo e finché la situazione non si fosse chiarita.

Tornò a casa, sicuro che le notizie che arrivavano da Parigi fossero confuse e frammentarie. Certo, era così, doveva essere così.

Non disse niente alla moglie e alla governante, la prima tanto non ci avrebbe fatto caso, la seconda non doveva essere impensierita. Ma notava che era già preccupata di suo, anche se non osava chiedere.

François Augustin de Jarjayes passò tutta la notte e il giorno dopo davanti al ritratto di sua figlia, certo che tutto sarebbe andato a posto. Ad un tratto arrivò sua moglie, ormai così sfuggente, che guardò il quadro e disse:

“Sembra un eroe di leggenda, come nostra figlia. Un eroe che cavalca sulle nuvole, verso un mondo migliore”.

Lui cercò di allontanare quel pensiero. Poi si fece sera e arrivò la notte.

L’indomani mattina, in un’alba sempre meno precoce, sentì un rumore di cavalli che arrivavano. Erano loro, erano quei due scapestrati di Oscar e André che tornavano, avrebbero dovuto dargli delle spiegazioni, ma non avrebbe più tentato di fare loro quella pazzia dell’altra volta, ucciderli. No, sarebbero vissuti sotto la sua protezione e avrebbe lottato con tutte le sue forze per strapparli via dalla vendetta di Bouillé.

François Augustin de Jarjayes si affacciò e vide che c’era un solo uomo, conosceva di vista il colonnello D’Agoult, conosceva il suo valore, e vide che era stanco e addolorato. Certo, aveva partecipato agli scontri, senz’altro era stanco per quello, doveva essere così, e poi arrivare così presto, doveva dormire, doveva mangiare, lui lo avrebbe aiutato.

Gli andò incontro e si accorse dopo che dietro di lui erano sbucate dalla casa anche anche Marie, la fedele governante, e sua moglie Marguerite.

D’Agoult smontò da cavallo e si mise sull’attenti:

“Generale de Jarjayes, è mio dovere portare a termine questo compito. Devo comunicarvi notizie sulla sorte di vostra figlia”.

François Augustin sentì il suo cuore che balzava nel suo petto e poi rallentava.

“Vostra figlia ha partecipato all’espugnazione della Bastiglia ieri a Parigi dalla parte dei ribelli”.

Allora l’aveva fatto, aveva davvero voltato le spalle a tutto. Come avrebbe potuto perdonarla? Ma forse non sarebbe più tornata a casa, sarebbe fuggita con André e lui avrebbe loro mandato la sua benedizione. Avrebbe accettato tutto, pur di saperla sana e salva, anche se lontana da lui.

“Purtroppo è rimasta ferita durante l’assedio”.

No, non poteva essere. Ma da una ferita si guarisce, era rimasta ferita altre due volte, quel giorno da ragazza per quell’incidente a cavallo, e quell’altra volta in quell’agguato. Ma era venuto il buon dottor Lassonne, e André aveva vegliato su di lei, e Oscar si era salvata, perché doveva salvarsi.

“Devo comunicarvi che vostra figlia è deceduta a causa delle ferite”.

No, non poteva essere, non era possibile, non sua figlia. No, sua figlia era come una leggenda immortale, viveva in quel quadro, ma viveva anche nel mondo, era la sua meravigliosa figlia, migliore di qualsiasi figlio maschio, questo pover’uomo stava sragionando.

“Purtroppo alcune ore prima era rimasto ucciso in uno scontro anche il luogotenente André Grandier, già attendente di vostra figlia, e ora suo sposo”.

No, ma il caldo doveva aver dato alla testa a questo poveraccio, sapeva che era rimasto vedovo da un anno, e poi si sa, ci sono dei dispacci sbagliati, era senz’altro un errore. Oppure no, era in combutta con Bouillé per dargli notizie false, non era vero, non era vero niente, Oscar e André erano vivi e vegeti, senz’altro erano rimasti insieme quella notte, e se ora erano marito e moglie erano un loro sacrosanto diritto.

Un gemito lo fece voltare: Marie si era portata le mani davanti alla bocca e si era afflosciata a terra in ginocchio, piegando la testa verso il petto e dondolandosi. Sua moglie Marguerite si chinò ad abbracciarla, piangendo anche lei, mormorando frasi sulle cavalcate sulle nuvole di Oscar, sulle leggende, sui cavalieri senza macchia e senza paura.

Jarjayes guardò il colonnello D’Agoult, che stava sforzandosi di mantenere un contegno, ma che stava spezzandosi. No, non era un amico di Bouillé, non lo era mai stato.

“Purtroppo è vero. Sono stato nella chiesa di Sainte Geneviève, dove vostra figlia e il suo sposo giacciono, mi è stato riferito che vogliono seppellirli insieme, mi spiace avervi dato questa notizia”.

Morta. Sua figlia era morta, con il suo amato André. Era andata in un luogo dove non avrebbe mai più potuto vederla, dove sarebbe stata al sicuro dalle rappresaglie di Bouillé, dove non sarebbe mai invecchiata, dove non avrebbe mai visto inaridire il suo cuore, dove il suo amore per André sarebbe durato per sempre, oltre il tempo e lo spazio. Era andata nel paradiso degli eroi, nei Campi Elisi, a Tir Na Og, come gli aveva detto quella volta quel soldato irlandese che aveva incontrato, nella terra dell’eterna giovinezza, nel Valhalla.

Era morta, e di colpo tutto diventò gelido, anche se era luglio, anche se era caldo. Doveva vederla, voleva vederla per un’ultima volta, per darle quella carezza che non le aveva mai dato, per unire le mani sue con quelle di André e benedirli, doveva farlo, ma non riusciva a muoversi.

Iniziò a piovere di nuovo, quei temporali rapidi ma violenti estivi, D’Agoult non osava avvicinarsi al generale, aiutò la governante ad entrare in casa, mentre la contessa de Jarjayes si mise accanto al marito.

D’Agoult seppe poi che aveva portato Marie sul suo letto di morte, perché da lì non si sarebbe più alzata.

François de Jarjayes rimase fermo, mentre la pioggia gli scorreva addosso, mentre sua moglie gli stringeva le mani con dolcezza e passione. Si sarebbe mosso poi molto dopo, per ora restò lì, a mescolare le lacrime con la pioggia, sempre più copiose, pregando che un fulmine lo mandasse da sua figlia, ma sapendo che non avrebbe più potuto vederla mai più.

Lui non era un eroe, lui poteva solo piangere nella pioggia, non cavalcare sopra le nuvole con Oscar e André. Solo lacrime, più forti della pioggia che impietosa, come a punirlo, cadde dal cielo sopra il suo volto.

  
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