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Autore: Lartisteconfuse    12/07/2022    2 recensioni
Quando Kaminari bacia a sorpresa Katsuki durante "obbligo e verità" ricordi che risalgono a quando aveva dieci anni tornano a tormentare Bakugou, portandolo a chiudersi in se stesso sotto gli occhi preoccupati dei compagni e soprattutto di Izuku
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Quanto sono pessima a scrivere le trame :')
DKBK
TW : past rape / underage rape / panic attack
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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Note: ciao! Come al solito le parentesi quadre aprono e chiudono dei pezzi in corsivo 😅
Comunque ho fatto il conto e in tutto sono sette capitolicapitoli, quindi siamo a metà dell'opera 😌💖
Buona lettura! 




“O. Mio. Dio. Kacchan! Questo posto è favoloso!” 
Katsuki afferrò Izuku per un braccio e lo portò addosso a sè, avvicinò il volto all’orecchio dell’altro e sibilò: “Controllati, nerd, ci stanno fissando tutti!”
Izuku ridacchiò, ma per nulla imbarazzato. “Scusa Kacchan, ma è troppo bello. Hai visto le pareti con i colori di All Might? E le action figure!”
Katsuki guardò le action figure di All Might poste su un alto scaffale. “Le hai praticamente tutte.”
“Non quelle più grandi, non ho così tanti soldi da poterci spendere” rispose abbattuto Izuku. Dopo essersi liberato dalla presa di Katsuki, il ragazzo si avviò verso la cameriera che li stava osservando in attesa da quando erano entrati. Prima di seguirlo Katsuki lanciò un’ultima occhiata alle action figure e si appuntò mentalmente di dare un’occhiata ai prezzi.
Presero posto a un tavolino sulla parete più lontana dall’entrata, vicino a un cartonato di Edgeshot, che Izuku non perse tempo a elogiare sotto il finto sguardo affranto di Katsuki che stava cercando in tutti i modi di non ridere.
“Nerd contieniti” mormorò, non potendo trattenere il tono divertito.
Izuku balbettò un paio di volte, ma poi finì lo stesso la frase che stava dicendo e che riguardava una tecnica dell’eroe. 
In quel momento arrivò un sorridente cameriere con due menù in mano. “Buonasera, vi lascio qui i menù, appena siete pronti per ordinare chiamatemi.”
“Grazie” rispose Izuku sorridendo al cameriere.
Katsuki aveva già preso uno dei due menù e stava cercando di capire cosa lo attirasse. C’era una vasta scelta di dolci, tutti a tema eroi. 
“Uh Kacchan, li vorrei tutti!”
“Per il gusto o per il tuo essere fanboy?”
Izuku si imbronciò e incrociò le braccia al petto. “Ovviamente per il gusto” rispose offeso.
Katsuki gli lanciò un’occhiata che ben faceva capire che non gli credeva.
“Kacchan, non sono così fissato oh…” Izuku strabuzzò gli occhi quando arrivò all’ultima pagina. “K-kacchan, guarda!” Girò il menù e indicò un muffin dalle decorazioni arancioni e nere e quelle che sembravano esplosioni. Katsuki rimase accigliato e guardò sul suo menu:
[Muffin del vincitore] c’era scritto in grande e sotto una breve descrizione. 
[Il Muffin del vincitore dello Sport Festival della UA di quest’anno è dedicato a Bakugou Katsuki, primo anno, corso per eroi.]
Katsuki era senza parole, non avrebbe mai immaginato di vedere un qualcosa dedicato a lui, almeno non così presto. 
Izuku era eccitato per entrambi, aveva iniziato a parlare a raffica, a scattare foto al menu e anche al locale e Katsuki non disse niente quando finì per ritrovarsi la fotocamera del cellulare di Izuku in faccia. 
“Pronti per ordinare?” domandò il cameriere di prima, dopo che Izuku ebbe attirato la sua attenzione. Deku annuì. “Sì! Io prendo il Muffin del vincitore.”
“Deku!”
“Che c’è Kacchan? Sembra buono.”
In quel momento il cameriere sembrò riconoscere Katsuki. “Oh, sei Bakugou?”
Katsuki ruotò gli occhi. “Sì.”
Il cameriere sorrise. “è un piacere averti qui e complimenti per lo Sport Festival.”
Katsuki fece un gesto di noncuranza. “Sì, sì, come se la vittoria sia stata corretta” borbottò.
“Lo scusi, è fatto così” provò a giustificarlo Izuku, ma il cameriere scosse solo la testa serenamente. “Cosa posso portarti?” domandò rivolto a Katsuki. 
“La cioccolata Endeavor” rispose Katsuki. Izuku ridacchiò. “Come al solito vai sul piccante.”
“Zitto nerd!”
I due trascorsero un pomeriggio rilassante dentro quel locale. Izuku chiacchierava più di Katsuki, ma questo non sembrava dare fastidio a nessuno dei due. Katsuki non era uno che parlava tanto, se non per insultare Deku o sbraitare qualcosa e Izuku sapeva che quindi il grosso della conversazione toccava a lui. 
I due si resero conto che mai avevano avuto un momento come quello, di totale serenità e senza litigi. 
Katsuki spesso si era ritrovato a osservare incantato le lentiggini sul volto di Izuku, erano davvero tante e davano un fascino in più al ragazzo. 
Fascino?
Trovava Izuku affascinante?
“Sai Kacchan, io vorrei dirti una cosa…”
Il tono serio di Izuku distolse Katsuki dai suoi pensieri. “Mh?” disse portando l’attenzione sul ragazzo, che teneva la testa bassa e giocava con le dita nervosamente.
“Penso che sia il caso di dirtelo, perchè vorrei che ci sia completa sincerità tra noi, anche se ho paura di rovinare tutto, però sia che vada male che bene devo dirtelo…”
“Deku, che cosa? Arriva al punto!”
“Ecco, Kacchan, ti ho chiesto di uscire oggi perché tu mi-”
“Non ci credo!” Un’esclamazione incredula risuonò per tutto il locale e interruppe la frase di Izuku. 
Senza che i due potessero capire cosa stava succedendo una ragazza vestita con la divisa da cameriera del locale, prese una sedia e si sedette a lato del loro tavolino. Aveva un’espressione piena di meraviglia, i grandi occhi viola brillavano mentre li guardava. I lunghi capelli rossi le incorniciavano il volto dai lineamenti dolci.
“Il piccolo Kacchan, da quanto tempo! E tu sei Midoriya Izuku, vero?”
“Ah ehm, sì” balbettò Izuku, in difficoltà. “P-però mi dispiace io non…”
La ragazza rise. “Ah, scusa, sicuro non ti ricordi, sono Makoto, l’amica di Rei la cugina di Katsuki.”
“Oh.” Izuku sembrò ancora abbastanza confuso, ma cercò di non darlo a vedere per non sembrare scortese.
Makoto si voltò verso Katsuki sporgendosi in avanti. "E tu Kacchan? Ti ricordi di me?" domandò sempre sorridendo. 
Agli occhi esterni, come quelli di Izuku, Makoto sembrava solo una ragazza molto espansiva e amichevole, ma a quelli di Katsuki c'era tutt'altro: vedeva malizia, desiderio come quello che gli rivolgeva quando era piccolo. 
Per istinto annuì impercettibilmente ma questo sembrò bastare a Makoto che sorrise e poi si girò nuovamente a parlare con Izuku. 
Lui e la ragazza parlarono per qualche minuto, mentre Katsuki si limitava a osservare senza riuscire a concentrarsi sulle loro parole, troppo impegnato dal continuare a respirare e a tenere a bada la nausea crescente. 
"Makoto, basta parlare, ci serve una mano!" urlò una collega. Makoto fece segno alla donna di aver capito e si alzò. "È stato un piacere rivedervi, a presto!" 
Izuku salutò con un cenno della mano. 
"Mi dispiace dirlo, ma non me la ricordo proprio" disse dopo che si fu appurato che Makoto fosse ormai lontana.
Katsuki si alzò di colpo. "Andiamo" disse con tono fermo, nonostante sentisse le mani tremare. 
Izuku lo guardò dal basso, interdetto. "Eh?" 
Ma Katsuki non gli disse nulla, tirò fuori dal portafoglio molto più di quanto avrebbero dovuto pagare e poi iniziò ad andare verso l'uscita, seguito da Deku che provava a richiamarlo. 
"Kacchan, aspettami, che succede?" Katsuki continuò a ignorarlo, la sua testa era completamente altrove e voleva allontanarsi il più possibile da quel posto. 
Makoto. Quella era Makoto. Lei. 
E lo aveva salutato come se niente fosse, aveva parlato con Deku tranquillamente, sorridendo amichevolmente. 
Quasi aveva ignorato Katsuki, non aveva insistito nel farlo parlare, lo aveva salutato come una vecchia conoscenza e nulla più. 
E se Katsuki si era immaginato tutto? 
Iniziò a pensare che forse con Makoto non era mai successo niente, che era stato tutto frutto della sua immaginazione. 
[No lei ha fatto quelle cose, io non le potevo conoscere.] 
Però era stata così normale prima. 
[C'era Deku, non avrebbe potuto dirmi o farmi niente.]
Sapeva che la presenza di Deku non l'aveva mai fermata in passato. 
[Ma ora Deku è grande e avrebbe capito, l'avrebbe potuta fermare.]
[Sono grande anche io, non può farmi del male…] 
Ne era certo? 
Appena era apparsa Makoto Katsuki si era sentito fuori dal proprio corpo, incapace di muoversi, di parlare, quasi anche di respirare. 
Come avrebbe potuto anche solo pensare di riuscire a difendersi. 
No. 
Era inaccettabile, lui non era un debole, non lo era. 
Non lo era. 
Un forte suono di clacson risvegliò Katsuki dai suoi pensieri. Si voltò, seguendo il suono. La macchina era a poca distanza da lui e quella distanza diminuiva sempre più. 
"KACCHAN!" 
Di colpo Katsuki si sentì afferrare e tirare verso indietro. Cadde sull'asfalto e strusciò, provocandosi dei graffi. 
Intorno a lui c'era il caos. 
Macchine che stridevano, esclamazioni agitate e spaventate. 
Katsuki non capiva. 
"SEI IMPAZZITO? CHE CAZZO STAVI FACENDO!" Izuku scrollò Katsuki per le spalle, con forza, e il biondo poté vedere puro terrore nei suoi occhi verdi.
Izuku lo attirò a sé e lo abbracciò stretto. "Che ti è passato per la testa" mormorò, con voce rotta. 
Katsuki si lasciò abbracciare, anzi, ricambiò debolmente, nascondendo il volto sulla spalla di Izuku. 
"Tutto bene ragazzi?" domandò una voce sconosciuta da sopra le loro teste. 
Izuku si scostò, con grande dispiacere di Katsuki. "Sì…cioè." Afferrò di nuovo Katsuki per le spalle, poi il volto, le braccia… "Sei ferito, c'è del sangue qui!" esclamò guardando le braccia graffiate di Katsuki. 
Katsuki si liberò dalla presa di Izuku. "Sto bene, è solo un graffio."
"Dobbiamo chiamare un'ambulanza?" domandò l'uomo che si era avvicinato. 
"No." 
"Sì." 
"Deku, non ho niente!" 
"Meglio esserne certi!" 
"Sto bene!" 
"A me non pare!" Katsuki questa volta vide che negli occhi di Izuku c'era qualcos'altro oltre alla paura e alla preoccupazione per quello che sarebbe potuto succedere. 
"Stiamo bene signore, grazie" disse alla fine Izuku rivolto all'uomo. 
"Sicuri?" 
Izuku annuì e sorrise. "Sì, grazie." 
L'uomo era poco convinto, ma il sorriso di Izuku sembrò convincerlo e si allontanò. 
"Kacchan non capisco cosa sia successo." 
Oh, come avrebbe voluto saperlo anche Katsuki. 
"Sei schizzato fuori dal locale, non ti sei fermato davanti a niente. Ti ho chiamato, corso dietro, ma mi hai totalmente ignorato. E quando riesco a raggiungerti ti trovo camminare in mezzo alla strada proprio mentre sta passando una macchina?" A quel punto gli occhi di Deku si erano fatti umidi e Katsuki si ritrovò di nuovo tra le braccia dell'altro. "Non farlo mai più, per favore, potrei morire" singhiozzò Izuku. 
Katsuki picchiettò la schiena di Deku per confortarlo, perché a parole non avrebbe saputo cosa dire. Non si era minimamente accorto di aver camminato fino a quel punto, di essersi gettato in mezzo alla strada senza guardare. 
La sua mente era stata troppo impegnata a pensare a Makoto e alla crisi interna che quell'incontro gli aveva fatto nascere. Il suo corpo si era mosso in automatico, ripercorrendo la strada in direzione della scuola. 
Dopo un po' Izuku aiutò Katsuki ad alzarsi, il quale traballò leggermente una volta in piedi, per lo shock subito. 
"Vuoi stare seduto ancora un po'?" domandò Deku apprensivo. 
"No, sto bene" ribatté Katsuki, cercando di apparire scocciato, ma la voce uscì tremante. 
Izuku ovviamente lo notò. Si guardò intorno e poi i suoi occhi si illuminarono. "C'è un parchetto lì in fondo, ti va di sederci su una panchina?" 
Katsuki sospirò. "Deku ti ho detto che sto bene, andiamo a scuola." 
Izuku lo guardò con occhi di nuovo umidi. "Per favore, sediamoci." 
Katsuki lo guardò attentamente e alla fine si arrese. 
Forse non era l'unico ad essere rimasto stordito da quanto accaduto, perché Izuku sembrava sconvolto quanto doveva star apparendo lui. 
Quindi se il nerd aveva bisogno di sedersi in un posto tranquillo, Katsuki non gli avrebbe negato questo desiderio. 
Una volta arrivati al parchetto Izuku fece sedere Katsuki sulla panchina. "Torno subito" disse e corse verso una fontanella in lontananza. Quando tornò aveva un fazzoletto di carta bagnato e si inginocchiò ai piedi di Katsuki. Gli prese il braccio e passò delicatamente il fazzoletto sulla pelle. 
"Meglio pulire. Purtroppo non ho di meglio, però almeno togliamo il grosso dello sporco e il sangue. Poi quando torniamo è meglio se vai da Recovery Girl." 
"Ma sono solo dei graffi." 
Izuku sorrise. "Kacchan, ti tormenterò per sempre se non vai da Recovery Girl."
Katsuki sbuffò. "Va bene, va bene, mi basta il tormento che mi dai normalmente." 
Izuku continuò il suo lavoro in silenzio e Katsuki non poté fare a meno di pensare quanto fosse bella la sensazione delle dita di Izuku che stringevano con delicatezza il suo braccio, del modo in cui quel fazzoletto bagnato e prossimo a sbriciolarsi carezzasse la sua pelle senza fargli male.
E il volto. Deku era così concentrato su quello che stava facendo, nel suo sguardo Katsuki poté vedere quanto l'altro tenesse a vederlo stare bene. 
"Ecco fatto" disse Izuku. Andò a buttare quello che era rimasto del fazzoletto e poi prese finalmente posto accanto a Katsuki. 
Rimasero in silenzio. 
Katsuki cercava di concentrarsi sull'ambiente circostante, sulla presenza rassicurante di Deku accanto a lui, non permettendo all'immagine di Makoto di riaffiorare. 
Izuku, da parte sua, si stava trattenendo dal fare domande. Quello che era successo era stato così strano e così non da Kacchan, che avrebbe voluto sapere cosa fosse passato nella testa dell'altro per rischiare così tanto inutilmente. 
Non voleva turbare Kacchan, però, l'altro era ancora pallido e aveva ancora quell'espressione di smarrimento che gli aveva visto dopo l'incidente. 
Ovviamente non domandare ora non significava che Izuku non avrebbe più aperto il discorso, era solo rimandato a un altro momento. 
Qualcosa stava turbando Kacchan da giorni e Izuku voleva sapere cosa. 
 
 
   
 
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