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Autore: elenabastet    12/07/2022    3 recensioni
Questa serie di one shot, sotto il titolo collettivo di Lacrime nella pioggia (omaggio nominale ad un celebre film che quest’anno compie anche lui quarant’anni, Blade Runner), nascono per celebrare i giorni di luglio dell’universo di Oscar, attraverso una serie di missing moments, cioè le reazioni di vari personaggi alla notizia delle morti dei due eterni innamorati. Poi, tornerò a scrivere storie birichine, e anche storie più lunghe dove si salvano, promesso.
Genere: Angst, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Axel von Fersen, Generale Jarjayes, Marie Antoinette, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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LACRIME NELLA PIOGGIA

 

Rating: lutto, ricordi, morti di personaggi, rimpianti.

Fandom: Lady Oscar.

Note: questa serie di one shot, sotto il titolo collettivo di Lacrime nella pioggia (omaggio nominale ad un celebre film che quest’anno compie anche lui quarant’anni, Blade Runner), nascono per celebrare i giorni di luglio dell’universo di Oscar, attraverso una serie di missing moments, cioè le reazioni di vari personaggi alla notizia delle morti dei due eterni innamorati. Poi, tornerò a scrivere storie birichine, e anche storie più lunghe dove si salvano, promesso.

 

6 – LE PAROLE UCCIDONO

“Gaston, per piacere, vedi di procurarti anche le gazzette, voglio essere informato su cosa sta succedendo. Mi hanno escluso dal servizio attivo, ma non voglio certo isolarmi da tutto”.

Gaston annuì, trovava davvero assurdo che il suo padrone, che serviva da ormai più di vent’anni i reali francesi, dovesse stare chiuso nel suo alloggio a due passi dalla reggia senza poter uscire per nessun motivo, mentre la situazione là fuori stava degenerando e senz’altro ci sarebbe stato bisogno di un soldato valoroso come lui.

La pena avrebbe dovuto essere di un mese, il mese era quasi finito, ma era comunque assurda, tenendo conto che il suo padrone era senz’altro più utile al servizio del re che non a riposo, chiuso in casa a leggere gazzettini di notizie e romanzetti. Certo, bisognava dare un esempio per la sua insubordinazione, ma con quello che stava succedendo era davvero eccessivo.

Il suo padrone era quindi rinchiuso da circa tre settimane nell’appartamento spoglio e sobrio che aveva a due passi dalla reggia di Versailles, con solo lui che gli faceva da tramite con il mondo.

Il palazzo di famiglia, verso Jossigny, era chiuso da anni, e la famiglia del padrone viveva da tempo nel castello in Vandea, che lui tra l’altro non amava, troppo umido e isolato. L’appartamento in cui lui e il suo padrone avevano vissuto per anni era perfetto se si tornava lì solo per dormire, ma non da starci tutto il giorno a girarsi i pollici, c’era da impazzire, piccolo, soffocante, poco confortevole, anche se in quei giorni lui pian piano aveva provato a portargli qualcosa, una poltrona, un cuscino, un quadro, un po’ di libri.

Tempo prima, il suo padrone gli aveva detto in via confidenziale di informarlo se c’erano residenze in vendita nella zona di Versailles, perché stava per cambiare vita, stava per sposarsi. Gaston sapeva benissimo con chi avrebbe voluto sposarsi, con l’unica donna che avesse mai suscitato il suo interesse, malgrado per anni fosse stato corteggiato, e non solo con intenti lussuriosi, da dame e damigelle a corte, con anche alcune proposte matrimoniali cadute nel nulla.

Ed era proprio a causa di quella donna che amava così tanto che gli era successo quel guaio, ma lui l’aveva accettato con filosofia:

“Non potevo farle del male, ma scherziamo? Io farei qualsiasi cosa per renderla felice, quando avrò finito questo mio periodo di isolamento andrò a trovarla, voglio parlarle e chiarire un po’ di cose. Non vederla per me è una sofferenza”.

Gaston annuiva e capiva, ricordava ancora il primo incontro tra il suo padrone e la meravigliosa donna dei suoi sogni, in quella radura sotto i ciliegi in fiore, quando lei l’aveva sfidato a duello in privato, perché non voleva esibirsi davanti al re. Gaston aveva una manciata d’anni in più del suo padrone, ma si sentiva a volte come un genitore verso di lui. Una parte di lui avrebbe voluto che realizzasse il suo sogno, ma sapeva che era un amore impossibile, non era stupido.

In quel periodo di inattivismo forzato, il suo padrone aveva scoperto le gioie delle letture, del resto, come gli aveva detto, la mia amata ama molto leggere, e spero un giorno di poter condividere con lei questa passione. Gaston evitava di raccontargli quello che si diceva su di lei e sul suo inseparabile attendente, un ragazzo tra l’altro che aveva sempre trovato simpatico, oltre che bello, ma quello faceva parte delle sue cose che doveva tenere nascoste, meglio che nessuno sapesse i suoi segreti.

Per cui, Gaston procurava al suo padrone ogni giorno le gazzette con le notizie, ma anche edizioni di classici e traduzioni di romanzi inglesi, oltre che gli ultimi successi francesi. Non che gli dispiacesse, era bello occuparsi di lui, ma sperava che le cose cambiassero presto, perché meritava una vita diversa.

Il giorno precedente gli aveva preso l’unica gazzetta che aveva trovato e l’aveva visto rabbuiarsi: sul foglio, in bella evidenza, c’era scritto Da oggi anche il reggimento di Soldati della Guardia di Rue de Chaussée d’Antin al comando di Oscar François de Jarjayes parteciperà alla repressione dei disordini a Parigi. Si tratta di una prova di lealtà richiesta dal generale Bouillé.

No, non andava bene, e Gaston aveva visto la preoccupazione sul volto del suo padrone, il visconte Victor Clement de Girodel: Madamigella, abbiate cura di voi aveva mormorato il suo padrone. Gaston sapeva che avrebbe voluto scendere in campo per aiutarla, e la giornata, torrida, era passata mentre lui cercava di leggergli le appassionanti e piccanti avventure di Moll Flanders di Daniel Defoe, da poco tradotte, senza che il suo padrone lo ascoltasse.

Quella mattina, oltre a cercare qualcosa da mangiare, pane, formaggio, frutta e un cavolo, secondo gli ordini del padrone, doveva cercare qualche gazzettino con le notizie. C’era poca gente per le strade, probabilmente erano tutti a Parigi o chiusi in casa per paura, Gaston riuscì a trovare un po’ di cose da mangiare da un bottegaio di fiducia, che però aveva ritoccato i prezzi:

“Sapete, la situazione è sempre peggiore”. Lo sapeva, ma temeva che se ne stessero approfittando in troppi.

Poi vide un ragazzotto con in mano ancora un paio di gazzette e ne prese una. Nella prima pagina, un articolo gli ghiacciò il cuore:

I Soldati della Guardia si sono schierati dalla parte dei rivoltosi, per scelta della loro comandante, la contessa Oscar François de Jarjayes, hanno disertato e ora combattono contro le truppe reali. Pare che la decisione sia maturata nella militare a causa del coinvolgimento sentimentale che prova per il tenente André Grandier, suo sottoposto e ora suo consorte. Le notizie sulla loro sorte sono però confuse, a causa della situazione di immenso pericolo che c’è in queste ore a Parigi.

No, il visconte de Girodel non doveva leggere questo. Gaston comprò anche l’altra gazzetta, per poi distruggerle entrambe, buttandole in un braciere. Poi, acquistò invece una copia delle Mille e una notte nella traduzione di Antoine Galland e tornò a casa.

“Grazie, Gaston, volevo leggerlo da tempo. E le gazzette con le notizie?”

“Non ce ne era più nessuna, ho girato vari posti...”

“E io come faccio ad essere aggiornato su cosa sta succedendo a Parigi? Non posso comunicare con nessuno, ti prego, fai un altro giro, tanto qui io mi arrangio, e cerca di avere notizie sulla mia amata madamigella Oscar”.

Gaston obbedì, ma le strade di Versailles erano vuote, tranne che per qualche carrozza con sopra gente che partiva per fuggire lontano. Girò a lungo, ma anche volendolo non c’era nessuno a cui chiedere notizie. Ad un certo punto, mentre stava tornando verso casa, ormai quasi a sera, vide un soldato lacero a cavallo, che sembrava essere arrivato dall’inferno.

“Buon uomo, mi date notizie di cosa è successo a Parigi? Il mio padrone, il visconte de Girodel vuole saperlo”.

“Hanno preso la Bastiglia, è stata una carneficina, io sono scappato, troppe morti e troppe lacrime...”

Gaston non osò chiedergli niente di più e cercò di mantenere un contegno silenzioso con il suo padrone.

“Allora, Gaston, hai saputo qualcosa?”

“Poche notizie e tutte contraddittorie. Pare che ci siano stati dei problemi alla Bastiglia, ma è tutto molto confuso”.

“Oh, io non ce la faccio più. Ascolta, domani non preoccuparti per me, mi arrangio, ho qualcosa da mangiare, ma tu vai in visita dal generale Jarjayes e chiedigli notizie della figlia”.

“Va bene, visconte”.

L’indomani mattina un grido scosse anche la via secondaria dove c’era l’alloggio del visconte de Girodel.

“Tutti i particolari dell’assedio della Bastiglia!”

“Gaston, hai sentito? Vai a prendere subito una copia, voglio leggerla. Hanno preso la Bastiglia, ma è una follia!”.

Gaston scese, lo strillone era preso d’assalto, tutte le persone che nei giorni precedenti stavano chiuse in casa erano uscite di colpo per comprare il foglio con le notizie.

Riuscì ad assicurarsene un esemplare e lo prese in mano, e di colpo si sentì morire:

La Bastiglia è caduta, grazie anche agli sforzi dei Soldati della Guardia, passati dalla parte dei rivoltosi, che hanno orchestrato l’attacco dei cannoni, sotto gli ordini della loro comandante, Oscar François de Jarjayes. Nell’ultimo, disperato tentativo di difendersi, la guarnigione del marchese de Launay ha provato ad abbattere il capo degli insorti…

Gaston non riusciva ad andare avanti, ma doveva. Sentì come se quelle parole sulla gazzetta fossero proiettili, pronti ad ucciderlo, ma anche ad uccidere il suo padrone.

La comandante Oscar François de Jarjayes è morta, colpita dal fuoco della Bastiglia, poche ore dopo il decesso in battaglia del suo sposo, André Grandier. Sono già in corso commemorazioni e preghiere in onore di chi è considerata la protagonista di questa impresa, e ormai un’eroina leggendaria di questa rivoluzione.

Gaston barcollò e si guardò attorno, no, non poteva andare a casa con questo in mano. Cercò un braciere dove bruciarlo, un fuoco per cancellare tutto, un po’ più lontano c’era un fabbro con la sua fornace, ma di colpo si sentì chiamare.

“Gaston!”

Il suo padrone era sceso per strada ed era davanti a lui.

“Poco dopo che sei uscito è arrivato un messo da Versailles, devo andare a corte, la mia punizione è finita, hanno bisogno di me. Ma tu devi andare a casa Jarjayes, hai trovato la Gazzetta?”

Gaston cercò di allontanare dal suo padrone quel maledetto foglio di giornale, quell’arma con i proiettili scolpiti sopra pronti a colpire, ma Victor de Girodel fu più rapido e glielo prese in mano.

“Andiamo, Gaston, devo capire cosa sta succedendo”.

Lo vide scorrere con gli occhi le frasi, diventando sempre più pallido e poi di colpo vacillare, in preda al dolore. Rimase in silenzio, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime, mentre cercava di restare in piedi, restando poi immobile come una statua, distrutto da quella verità.

La pioggia iniziò a scorrere, presto avrebbero dovuto fare qualcosa, avrebbero dovuto dire qualcosa, ma Gaston vide le gocce dal cielo mescolarsi alle lacrime del povero visconte, e capì che da quel momento in poi sarebbe stato sospeso tra la vita e la morte, non più vivo e nemmeno morto, ma non come quelli dei romanzi gotici con cui si erano divertiti entrambi, ma perché l’afflato del suo amore impossibile era svanito per sempre. Anche Gaston lasciò che le sue lacrime si mischiassero alla pioggia, perché sapeva che questo dramma era solo il primo di molti, e tutto sarebbe andato distrutto. E niente poteva essere fatto, non più.

 

  
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