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Autore: Lartisteconfuse    19/07/2022    2 recensioni
Quando Kaminari bacia a sorpresa Katsuki durante "obbligo e verità" ricordi che risalgono a quando aveva dieci anni tornano a tormentare Bakugou, portandolo a chiudersi in se stesso sotto gli occhi preoccupati dei compagni e soprattutto di Izuku
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Quanto sono pessima a scrivere le trame :')
DKBK
TW : past rape / underage rape / panic attack
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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Aizawa e Recovery Girl avevano ordinato a Katsuki una settimana di completo riposo. Il ragazzo aveva provato a protestare ma Mitsuki si era intromessa e lo aveva minacciato di trascinarlo a casa e spendere lì la sua settimana di reclusione. 
Katsuki si era subito zittito e aveva accettato di rimanere confinato nel dormitorio. 
La conversazione con Izuku rimase in sospeso per qualche giorno. Quando erano in infermeria dopo poco erano stati interrotti dall'arrivo dei signori Bakugou e Katsuki era ancora abbastanza stanco per poter affrontare una conversazione importante come quella di rivelare tutto ciò che stava passando. 
In seguito Izuku ovviamente era stato occupato con la scuola e Katsuki aveva trascorso i primi giorni a sonnecchiare pigramente sul letto, dato che continuava a non avere un sonno continuato per gli incubi. Inoltre trascorreva i momenti in cui era sveglio a prepararsi un discorso prima che il momento di parlare con Izuku arrivasse. 
Ovviamente nulla di quello che pensava di dire lo convinceva. 
Ad un certo punto pensò di dire semplicemente: "Hai presente Makoto? Ho sempre pensato mi avesse violentato quando ero piccolo, ma non è così, ti va un po' di tè?" 
Nonostante fosse una pessima idea era tra le opzioni che più lo convincevano. 
"Bakugou!" 
La voce squillante di Mina riscosse Katsuki dai suoi pensieri. 
Era mercoledì pomeriggio e le lezioni erano finite da poco. I suoi compagni stavano rientrando nel dormitorio, Mina fu la prima ad entrare e non appena vide Katsuki sul divano della sala comune si precipitò da lui. 
Prese posto accanto a lui e gli afferrò un braccio, sul volto aveva un sorriso eccitato. 
"Domani le lezioni sono cancellate!" esclamò. 
"È successo qualcosa?" domandò Katsuki allarmato. 
"No, no. Cose da insegnanti. Però, dato che abbiamo anche noi un po' di riposo pensavamo di uscire e andare in quel posto dove tu e Midoriya siete stati senza dirci niente. Vieni anche tu?" 
Katsuki si liberó velocemente dalla leggera presa di Mina e si alzò. Traballò per un giramento di testa e con sua grande sorpresa fu sorretto da Izuku, che si era avvicinato poco prima che Mina finisse di parlare. 
"Bakugou, stai bene?" domandò la ragazza allarmata. 
Katsuki avrebbe voluto rispondere, ma le parole gli morirono in gola. 
Si sentiva così umiliato per quel suo stato, voleva crollare a terra e piangere per potersi liberare da quella tempesta di emozioni negative che si trovavano dentro di lui. 
"Credo che Kacchan abbia ancora bisogno di riposo" rispose Izuku e strinse Katsuki ancora di più a sé. 
Mina li guardò con occhi preoccupati e tristi. Katsuki si sentí sprofondare ancora di più per la vergogna. 
"Forse è meglio che vai di sopra a riposare Bakugou" esclamò Iida poco distante dal trio.
Izuku sorrise all'amico. "Lo accompagno di sopra, andiamo Kacchan." 
Katsuki si lasciò guidare da Izuku verso l'ascensore e una volta che le porte si chiusero le gambe gli cedettero e crollò a terra, portando con sé anche Izuku, che si inginocchiò accanto a lui. 
Izuku gli scostò qualche ciocca di capelli da davanti agli occhi, ma non disse niente, lasciò spazio a Katsuki di riprendersi da solo e il biondo gliene fu grato. 
Quando arrivarono in camera di Katsuki Izuku osservò l'altro crollare sul materasso con un sospiro. Si girò per uscire e lasciarlo riposare, ma notandolo, Katsuki lo fermò richiamandolo.
"Aspetta, resta." 
Izuku si fermò e lo guardò confuso. Katsuki si mise a sedere composto. "Parliamo." 
Il cuore di Izuku iniziò a battere più forte. Raggiunse Katsuki sul letto e si sedette vicino a lui. Entrambi avevano la schiena addosso alla parete e le loro spalle si sfioravano appena. 
Dopo un paio di minuti trascorsi in un pesante silenzio Katsuki parlò: "Non so da dove partire." 
Izuku sospirò e gli afferrò una mano. Iniziò a giocare con le dita di Katsuki, con fare nervoso ma anche con l'obiettivo di calmare se stesso e l'altro. 
"Se…se vuoi parlo io."
"Ok."
Izuku prese un profondo respiro con gli occhi chiusi e quando li riaprì li puntò sulle loro dita intrecciate. 
"Ho ragionato molto sul tuo comportamento nell'ultimo mese e in testa si è formata un'idea.
"Il bacio di Kaminari ti ha scosso molto più di quanto avremmo tutti immaginato. I tuoi genitori mi hanno detto che quando sei stato da loro eri strano, come lo eri stato in quel periodo della prima media. 
"Qualcosa ti stava turbando vero?" 
Katsuki annuì e aumentò leggermente la presa sulle mani di Izuku. 
"Poi c'è stata la nostra uscita e ci ho pensato davvero tanto anche nei giorni seguenti e soprattutto in questi in cui sei stato male.
"I miei diari mi hanno aiutato molto anche in questo."
Izuku si interruppe, si aspettava che Katsuki dicesse qualcosa, ma l'altro rimase in silenzio. 
"Kacchan, Makoto ti fece del male?"
“No” rispose Katsuki dopo un lungo momento di silenzio. 
Izuku non si aspettava quella risposta, era più che certo della sua teoria anche se desiderava così tanto sbagliarsi. 
“Kac-”
“No, non mi ha fatto nulla, me lo sono inventato.”
Izuku si sentì attraversare da un senso di gelo lungo tutto il corpo e inconsciamente aumentò ancora di più la stretta sulla mano di Katsuki, che agitò il braccio per liberarsi. “Deku!”
“Kacchan che significa che te lo sei inventato?”
“Non è vero niente, ecco cosa!” Katsuki si alzò dal letto, necessitava di più aria, più spazio intorno a lui. Izuku rimase sul letto e lo seguì con gli occhi spalancati. 
“Ho parlato con lei, mi ha detto che non mi ha mai toccato neanche con un dito, che mi sono immaginato tutto. Era così arrabbiata.”
“Kacchan, non-”
“No, aspetta, fammi finire."
Izuku chiuse la bocca.
“Io ho questi ricordi di lei che mi convince a…a fare sesso con lei quando mia cugina mi lasciava da solo per andare dal suo ragazzo. Ma Makoto ha negato tutto e penso che abbia ragione. Insomma io non l’ho mai detto a nessuno e nessuno si è accorto di niente se mi avesse davvero violentato qualcuno se ne sarebbe accorto, però non è accaduto, quindi non è successo nulla.”
Katsuki stava parlando a raffica, continuava a ripetere sempre le solite frasi, in maniera sempre più serrata, tanto che il fiato aveva iniziato a mancargli. Izuku si alzò dal letto per raggiungerlo e gli si mise davanti, senza toccarlo. “Kacchan, Kacchan guardami.”
Katsuki incrociò i loro sguardi, le frasi che stava continuando a ripetere si interruppero. “Hai ragione tu.”
Kacchan spalancò gli occhi e scosse la testa. “Come puoi dirlo.”
Izuku allungò una mano e gli fece cenno di afferrarla. “Vieni con me in camera mia.”
Katsuki osservò la mano confuso. “Perchè?”
“Devi leggere cosa scrissi a dieci anni.”
 
***
 
Raggiunta la camera di Izuku, il ragazzo afferrò il vecchio diario che aveva lasciato sul letto. In quei giorni aveva letto e riletto ogni singola pagina, mentre nella sua testa si andava a delineare sempre più nitidamente quel brutto presentimento che il discorso confusionario e agitato di Kacchan aveva appena confermato.
Con facilità Izuku trovò il punto da far leggere a Kacchan e gli passò il diario. “Leggi qui.”
 
[Caro diario, 
oggi sono stato a giocare con Kacchan e gli altri al parchetto, però Kacchan era diverso, non mi ha rivolto la parola e sembrava spaventato. Per questo motivo non abbiamo fatto gli eroi, Kacchan ha detto che non si sentiva un eroe oggi. 
Non so cosa significa. 
Quando Mitsuki è venuta a prenderlo non ha nemmeno protestato come suo solito, ma si è lasciato portare via.
Poco dopo è arrivata mamma e sono tornato a casa anche io.
 
Ti voglio bene,
Izuku :)]
 
Katsuki aggrottò la fronte. “Che dovrebbe significarmi questo? Hai scritto male quasi tutte le parole, avevi dieci anni non tre.”
“Continua a leggere gli altri giorni” rispose Izuku, ignorando la battuta di Katsuki.
Katsuki sbuffò, ma proseguì la lettura andando al giorno indicato da Izuku nelle pagine seguenti.
 
[Caro diario,
Kacchan oggi ha detto di avere una fidanzata. Questa cosa mi ha fatto sentire triste :( 
Era molto felice quando lo ha detto e sorrideva, mentre noi gli facevamo delle domande sulla sua ragazza. 
Lui ha detto che è bella e ha lunghi capelli rossi. Ha detto che si sono baciati anche con la lingua. Questa cosa mi ha fatto un po’ schifo, ma ascoltando Kacchan ho capito che è una cosa che fanno i fidanzati. 
Non so se mi piacerebbe, perchè mi fa schifo, però forse se si fa con chi ti piace è bello.
 
Ti voglio bene,
Izuku :)]
 
“Leggi qui” Izuku indicò velocemente un’altra parte, mentre Katsuki rimase in silenzio a digerire quelle parole appena lette.
[Lunghi capelli rossi.]
 
[Caro diario,
penso di aver conosciuto la fidanzata di Kacchan. Ero a casa sua e c’era Rei, poi è arrivata anche una sua amica, ma non mi ricordo come si chiama, però è come l’ha descritta Kacchan e poi sembra molto affettuosa con lui. 
Pensavo che Kacchan stesse con una bambina della nostra età, ma invece lei è molto più grande di noi. è strano. 
Non penso di piacerle, però, mi ha guardato male per tutto il pomeriggio e stranamente oggi Kacchan è stato gentile con me e ha voluto restare tutto il tempo a giocare insieme. 
Non capisco bene.
 
Ti voglio bene,
Izuku :)]
 
[Caro diario,
sì, quella ragazza è la fidanzata di Kacchan. Oggi era di nuovo a casa sua e quando stavo tornando dal bagno ho visto lei e Kacchan baciarsi. Kacchan se ne è accorto e quando è andata via mi ha detto di non dirlo a nessuno. Era arrabbiato e tutto rosso in faccia, quindi gli ho detto che non lo dirò a nessuno. Non capisco perché devo stare zitto, lui a me e agli altri ci ha detto di essere fidanzato, non stava facendo niente di male, no?
Non lo so.
 
Ti voglio bene, 
Izuku :)]
 
[Caro diario,
oggi uno degli altri ha domandato a Kacchan se ha fatto sesso con la sua fidanzata. Io non so cosa sia il sesso, ma Kacchan sì, perchè ha annuito. Non sembrava convinto, ma quando gli altri si sono esaltati per la sua risposta ha mostrato di nuovo il suo solito atteggiamento sicuro di sé e orgoglioso. Non ha raccontato nulla però, ha fatto il vago e ha detto che noi non possiamo capire perché siamo ancora dei bambini. Lui invece fa cose da adulti quindi non è più un bambino.
 
Ti voglio bene,
Izuku :)]
 
Quando Katsuki si accorse che le lacrime stavano bagnando la carta del diario lo chiuse. Crollò a sedere sul letto e Izuku gli si sedette subito accanto. Gli sfilò il diario dalle mani e lo poggiò accanto lui, poi abbracciò Katsuki. “Mi dispiace Kacchan” mormorò. “Se solo avessi parlato con mia madre o se avessi riletto quelle pagine tempo fa ce ne saremmo resi conto subito.”
Katsuki si strinse di più a lui.
“Makoto ti ha mentito, ti ha fatto credere che lei fosse innocente, quando non è vero.”
“Mi ha manipolato” mormorò Katsuki. “Mi ha sempre manipolato. E io gliel’ho permesso.”
Izuku sospirò affranto. Si era aspettato quelle parole, sapeva che dopo aver capito la verità Kacchan avrebbe iniziato a darsi la colpa e non sarebbe stato facile riuscire a convincerlo del contrario. 
Izuku interruppe l’abbraccio per poterlo guardare in volto. Provò ad asciugargli le guance bagnate dalle lacrime. “No Kacchan, tu non hai fatto nulla e lo sai, perchè anche tu hai sempre saputo la verità no? O non avresti mai affrontato Makoto. Sei stato molto coraggioso.”
Altre lacrime si presentarono e Izuku si allungò per prendere un paio di fazzoletti dal comodino vicino al letto. 
“Sì, l’ho capito alle medie” disse Katsuki dopo essersi ricomposto leggermente. “Ero finito a leggere una conversazione online su un fatto di cronaca in cui una bambina era stata violentata ed era molto simile a quello che aveva avuto con Makoto. Dai commenti capii quanto tutto fosse sbagliato e così sono finito a fare altre ricerche.
“Mi sono sentito come se avessi ricevuto un pugno in piena faccia: ero confuso e i ricordi che avevo di quel periodo stavano iniziando a cambiare totalmente significato. Molto spesso pensai di dirlo ai miei genitori, ma mi vergognavo perchè ero stato stupido. Poi c’è stata quella settimana a casa e anche in quel momento ho pensato di dire qualcosa, ma i miei genitori erano già molto preoccupati per me e questo mi dispiaceva e sapevo che se avessi rivelato tutto sarebbero stati ancora più male. Alla fine ho raggiunto la conclusione che quello sarebbe stato un segreto che avrei sepolto dentro di me, un qualcosa del passato che non poteva più farmi del male. 
“Ma mi sbagliavo. Il mio corpo ricorda ed è bastato il bacio di Kaminari per farmi tornare tutto in mente. Sono uno stupido.”
“No, Kacchan.”
“Deku, non è che ripetendolo mi convincerai del contrario.”
“Lo so, ma lo ripeterò sempre, perchè non sei stupido.”
Katsuki sbuffò una risata. “Come ti pare, sei sempre stato strano.”
“Ei!”
Katsuki ridacchiò, ma tornò subito serio. “Grazie, Izuku. Ci sei sempre stato e io sono stato un bastardo con te. Penso che sei la miglior cosa che mi potesse capitare nella vita, senza di te ora non so nemmeno dove sarei.”
Izuku sorrise e afferrò le mani di Katsuki, carezzando le nocche con delicatezza. “Bè, non devi preoccuparti di questo, perché io sono qui e rimarrò al tuo fianco sempre se me lo permetterai, Katsuki.”
Katsuki sorrise tristemente. “Non penso di poterti dare quello che vuoi, anche se vorrei.”
“Io non pretendo nulla da te Katsuki. Io sono felice di averti qui, di poterti parlare e stringere a me. Non mi aspetto altro, non ora e nemmeno tra cent’anni. Non hai nessun obbligo.”
“Ti vado bene così?”
“Katsuki, mi vai bene da quando avevamo tre anni e mangiavi la carta.”
Katsuki arrossì imbarazzato. Izuku conosceva fin troppo di lui. 
Soppesò per un attimo la situazione e poi si allungò verso l’altro e gli baciò una guancia. 
“K-k-kacchan, cos-cosa, oh, come dire…”
“Mpf nerd.”
“Kacchan!” esclamò risentito Izuku e poi lo abbracciò. “Posso anche io?” domandò.
“Questa è la cosa più imbarazzante che ho mai vissuto” borbottò Katsuki porgendo la guancia. Izuku sorrise e iniziò a lasciargli numerosi baci su entrambe le guance. 
 
 
***
 
Katsuki era agitato, le mani sudavano e per tutto il tragitto non aveva fatto altro che tentare di asciugarsele sui pantaloni. 
Ora che era davanti alla porta di casa sua, l’agitazione era al massimo. 
“Se non vuoi farlo non sei costretto” disse Izuku accanto a lui. 
“No, lo faccio oggi. L’ho detto allo psicologo e non voglio rivederlo per dirgli che non ce l’ho fatta.”
“Kacchan non è una sfida, non perdi o vinci nulla.”
“Sta zitto, nerd.”
Izuku sospirò, ma poi afferrò una mano sudata del ragazzo e la strinse. Katsuki sorrise appena e poi suonò il campanello. 
Ad aprire venne Mitsuki. “Ragazzi, benvenuti!”
“Vecchia” salutò Katsuki. 
“Ciao” rispose invece Izuku sorridendo. 
Mitsuki si fece da parte per farli entrare e sorrise nel notare come il figlio e Izuku si stessero tenendo per mano. Lei e suo marito sapevano da qualche settimana che Katsuki aveva iniziato a frequentare il figlio di Inko. 
La notizia l’aveva lasciata sorpresa, ma Masaru aveva sorrise e sussurrato un “finalmente” come se a quanto pare fosse stato scontato. Suo marito aveva molto più intuito di lei per questo genere di cose.
“C’è papà?” domandò Katsuki.
“Sì, è di sopra” rispose Mitsuki perplessa. Ora che guardava bene i due ragazzi c’era qualcosa di strano in loro. Erano entrambi tesi.
“Puoi chiamarlo?” 
“Va bene, aspettate in soggiorno.”
Mitsuki andò al piano di sopra a chiamare Masaru e quando entrambi tornarono di sotto Katsuki e Izuku erano già seduti sul divano. 
Masaru li salutò sorridendo, ma nessuno dei due riuscì a ricambiare. 
“Sedetevi” disse Izuku, mentre Katsuki teneva la testa bassa. Aveva forse combinato qualcosa? Mitsuki non era convinta, anche quando era nei guai Katsuki riusciva a mantenere sempre la testa alta e quella presunzione che ti faceva quasi credere che in realtà avesse ragione. 
Mitsuki prese posto sulla poltrona e Masaru accanto al figlio sul divano. 
Ci fu un lungo momento di silenzio e poi Katsuki alzò la testa e li guardò. 
“Mamma, papà, devo dirvi una cosa.”

Note: E siamo giunti alla fine! 
So che magari qualcuno sperava di vedere una punizione per Makoto, ma sarei finita su temi giuridici e legali di cui non so nulla e inventare cose del genere non mi piace. Ho preferito concentrarmi solo sul rapporto tra Izuku e Katsuki e di accennare all'inzio del viaggio di ripresa che Katsuki affronterà piano piano. 
Se avete domande a riguardo fate pure e sarò felice di rispondere. 

Grazie per aver letto 💖

 
   
 
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