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Autore: AliceGerini    22/07/2022    0 recensioni
Valery Lane è una ragazza all'apparenza come tante con poche amiche ma buone, un lavoro stabile e lo studio che va a gonfie vele anche se un po' a rilento. Ma dietro l'apparenza della brava ragazza nasconde un segreto: i suoi genitori sono morti in un incidente di cui lei è responsabile. Vivere con il senso di colpa diventa impossibile fin quando, una sera in discoteca, non incontra Numero Quattro, alias Klaus Hargreeves. Valery conosce bene i poteri del ragazzo e lo prega di aiutarla a risolvere quella "piccola" questione in sospeso coi suoi genitori che la dilania da anni.
Ma non sarà così semplice...
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Klaus Hargreeves / Medium / Numero 4, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Casa mia non è una reggia, ma è abbastanza grande da avere cucina, due camere da letto, un bagno e un bel salone spazioso dove mi dirigo non appena varcata la soglia d’ingresso. Adagio Klaus sullo stesso divano dove si sedevano i miei genitori quando ammiravano le sue imprese, chissà cosa direbbero se fossero qui a guardare il loro piccolo eroe ridotto in uno stato a dir poco penoso.
Copro il mio nuovo ospite con una coperta, si è addormentato con le mani sotto al viso e le braccia muscolose ben in vista, l’espressione fragile di un bambino mai cresciuto.
Come è possibile? Come può una persona dotata di super poteri ridursi alla tossicodipendenza  e all’alcolismo? Forse la morte di suo fratello Ben lo ha devastato a tal punto da volersi autodistruggere, ma Klaus dovrebbe avere la capacità di parlarci e vederlo ancora…Io sarei felice se potessi comunicare con le persone che ho amato e tragicamente perduto.
Mi siedo in terra buttando la testa all’indietro così che la nuca si appoggi al divano, senza rendermene conto chiudo gli occhi cadendo in un sonno senza sogni.
 
***
 
A svegliarmi è un casino infernale proveniente dalla cucina.
Mi alzo di scatto da terra senza badare al dolore dovuto al sedere appiattito, per un istante ho paura che si tratti di un ladro ma vedere Klaus di sfuggita mi ricorda quello che ho fatto questa notte. Lancio uno sguardo all’orologio sulla parete: mezzogiorno!? Ma quanto abbiamo dormito? Diamine, per fortuna oggi non devo andare a lavoro.
Arrivare in cucina, sopra al tavolo in legno c’è tutto quello che poco fa era in frigo: carne, uova, il latte, le verdure.
«Ehi, quella roba va a male se la lasci fuori troppo a lungo!» lo sgrido nemmeno fosse un bambino piccolo. «Rimetti tutto a posto!»
Klaus non mi ascolta, dal frigorifero è passato ai cassetti, alle mensole, a ogni superficie in cui riesce ad arrivare mostrandomi lo spettacolo della sua schiena nuda perfetta e di un fondoschiena che potrebbe essere stato scolpito da Michelangelo, talmente è perfetto.
Sta mettendo a soqquadro casa, ma pagherei per svegliarmi tutte le mattina con questo spettacolo!
«Questa è l’unica casa al mondo in cui non c’è un goccio di alcol!» sbotta piagnucolante portando le mani al viso e facendo colare maggiormente il trucco, si esibisce in un verso lamentoso per poi poggiarsi sul piano cottura
«Mi dispiace ma hai ragione, non c’è alcol qui dentro.»
«Che razza di rapitore saresti?» mi accusa sconvolto: «Gli ostaggi vanno tenuti e trattati bene per esser riconsegnati perfetti al momento del riscatto.»
Chiudo gli occhi trattenendo un sorriso divertito, in effetti è un ragionamento che non farebbe una piega se non fosse per un piccolo dettaglio: «Io non ti ho rapito.»
Alza entrambe le sopracciglia in un’espressione buffa: «Ah no?»
Okay forse prelevarlo fuori da una discoteca senza dargli spiegazioni e chiuderlo in casa assomiglia molto ad un rapimento, però…
«Tranquilla.» Klaus inizia a camminare avanti e indietro giocando con un pomodoro. «Tanto nessuno verrà a cercarmi.»
É un secondo. In una frazione di tempo i suoi occhi si buttano verso il basso e vengono attraversati da una patina oscura.
Torna in sé dopo che il pomodoro gli cade dalle mani. «Potrei sapere almeno il tuo nome, rapitrice?»
«Valery.» rispondo sbrigativa. «Senti in realtà io…»
«C’è un bagno?»
«Si, ma…»
«Oh, bene!» Klaus si sposta dalla cucina camminando con sicurezza nemmeno fosse a casa sua, adocchia prima la camera da letto senza fare commenti e il bagno subito accanto, quando vede la vasca al posto della doccia giunge le mani come in pregheria. «Si, si, si.»
«Klaus volevo dirti…»
«Sii gentile, portami un cambio.»
Detto ciò e senza darmi il minimo tempo per spiegare tutta l’assurda situazione, si chiude la porta alle spalle del bagno, lo scatto della serratura mi fa capire che non intende essere disturbato. Spero solo non esca dalla finestra e scappi, chissà quando mi ricapiterà l’occasione di averlo sotto lo stesso tetto?
Sospiro abbattuta, ero convinta di poter concludere tutto in mattinata ma credo proprio di aver sottovalutato l’estro di Numero Quattro.
Parlare con lo spirito dei miei genitori sarà più difficile del previsto!
   
 
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