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Autore: Katty Fantasy    23/07/2022    1 recensioni
Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli, con la vittoria di Yuma Tsukumo e Astral, la pace torna a Heartland City, ma dura poco: gli abitanti del Mondo Bariano, arrivano sulla Terra alla ricerca dei Numeri, e sconfiggere entrambi. In città, giunge una ragazza legata alla famiglia Tenjo, Natsumi Nishikawa Tenjo, cugina diretta di Kite il quale è molto legata, ritorna a riempire il vuoto accumulato negli anni addietro; farà amicizia con Yuma e i suoi amici, legandosi più sentimentalmente con Rei Shadow.
I due ragazzi, legati stranamente dal destino, cominceranno a vivere strani sogni provenienti da un lontano passato, probabilmente legato a una leggenda che sua madre le raccontava dall'infanzia.
Natsumi verrà coinvolta nella lotta contro gli imperatori bariani e salvare il Mondo Astrale dalla distruzione.
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La storia sarà presente su Wattpad
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Asutoraru /Astral, Bekuta/Vector, Nuovo personaggio, Yuma/Yuma
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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Stagione Uno







Episodio 1

Ricongiungimento familiare



 

Era una giornata di sole su Heartland City, la città super tecnologica del mondo. Senza nuvole in giro e un lieve soffio di vento si alzava dal calore primaverile, il quale il letto del fiume rifletteva come uno specchio sotto i ponti. Gli abitanti della grande metropoli si muovevano su e giù nei grandi grattaceli in vetrate nei lavori d'ufficio, servire ai tavoli nei bar o ristoranti di lusso, negozi aperti, le macchine sfrecciavano sulle strade. Tra le stradine della città, come ogni giornata, Yuma Tsukumo correva come un matto per non arrivare in ritardo a scuola, trascinato in mala modo dal suo nuovo amico Ray Shadow. Ogni giorno, si inventava delle scorciatoie più pericolose e assurde per arrivare in orario, sempre con un immenso entusiasmo e il sorriso stampato sulle labbra.

«Ray! Dove diavolo mi stai portando!?» gridò Yuma. 

«Tranquillo, ho un'altra scorciatoia e arriveremo in un lampo!» disse il ragazzo dai pelli arancioni. 

«Oh, no, no, no! Ti prego, Ray! Non dove c'è il canile!» piagnucolò l'altro in modo esasperato.

Yuma dovette subire tutte le mattine, ogni volta che si svegliava in ritardo, fin da quando lo aveva conosciuto. Ray era un fan numero uno di Yuma, poiché aveva vinto il Carnevale Mondiale di Duelli, il torneo organizzato dal signor Heartland col consenso del dottor Faker con l'apparente scopo di eleggere il miglior duellante del pianeta, ma la verità era ben altro: ottenere tutte le carte Numero. Tutto il mondo non lo sapeva, nemmeno Ray. Ora, con l'arrivo dei bariani, era ritornato alla caccia dei Numeri.

La Chiave dell'Imperatore al collo di Yuma brillò leggermente, ed al fianco del ragazzo si materializzò un essere dalle sembianze umanoidi e dal corpo trasparente, che fluttuava al fianco del ragazzo. 

«Sai una cosa, Yuma? Credo che la prossima volta faresti meglio a non migliorare il tuo deck fino alle due di notte...» disse lo spirito con aria calma, ma allo stesso tempo schernendo il suo amico umano. 

«Beh, scusa tanto, Astral, se cerco di diventare più forte per evitare di farmi sconfiggere dal primo duellante che mi capita, poi con i bariani in circolazione!» 

Yuma si era visibilmente infastidito, sentendo il consiglio di Astral, che però lui colse più come un rimprovero. Ancora una volta, il ragazzo dovette correre con la velocità della luce, assieme al ragazzo a pel di carota, con un branco di cani dietro di loro. 
 

***


Kite Tenjo rientrò nella grande residenza di Heartland City assieme a Orbital 7, il suo inseparabile robot informatore, percorrendo il lungo corridoio della torre, un tempo residenza del sindaco che diede il suo stesso alla città. Dopo il Carnevale Mondale di Duelli, il ragazzo decise di aiutare Yuma a recuperare i frammenti della memoria dello spirito astrale e fermare l'avanzata dei bariani, poiché aveva un debito con lui: aveva salvato suo fratello minore Hart. Erano rientrati immediatamente, voleva sapere di cosa volle parlare. 

«Capo, secondo lei, perché il Dottor Faker ci vuole immediatamente?» chiese con una vocetta metallica.

Avevano ricevuto una segnalazione di emergenza, mentre sorvolavano tra i grattacieli della città, sorprendentemente, da parte di suo padre. Non era mai successo, almeno quando era stato controllato e suo fratello era in pericolo di vita, aveva dovuto subire tutti i ricatti del sindaco. Aveva stretto i denti durante la caccia, ora doveva andare contro a esseri di un'altra dimensione. 

«Questo non lo so, Orbital. Ce lo dirà lui.» disse semplicemente il ragazzo.

L'ex-cacciatore di numeri e il robot si fermarono davanti a un enorme porta scorrevole, entrarono una volta spalancate: il laboratorio in cui ci lavora il Dottor Faker per ricerche sull'esistenza delle dimensioni. Una ricerca durata una vita. Grazie alla collaborazione con con la famiglia Arclight, senza volerlo aveva coinvolto anche Kazuma Tsukumo, il padre di Yuma. Ancora adesso, il povero uomo si pentiva di aver tradito i suoi amici, di essere stato ingannato, di aver ferito entrambi i suoi figli e di aver coinvolto persone che non c'entravano nulla. Stavolta voleva rimediare dai suoi errori, recuperare il loro rapporto perduto, quindi dare una mano a quei ragazzi era il minimo che potesse fare. 

«Kite, sei arrivato.» si volta l'uomo con un leggero sorriso. 

«Ciao, papà... È successo qualcosa?» 

Il Dottor Faker posò il tablet sulla scrivania. «Ti devo parlare di una cosa importante, con te. È una questione che è rimasta in sospeso, vorrei riprenderla dopo un lungo tempo...»

«Che tipo di questione?» chiese, alzando un sopracciglio «E dov'è Hart?» chiese poi, notando l'assenza del fratellino.

«Nella sua cameretta, probabilmente. Non è uscito da lì tutto il giorno...» rispose suo padre, con un tono preoccupato. «Potresti farlo venire qui? È una questione per entrambi.»  

Kite lo guardò, non lo vedeva così serio prima d'ora, neanche di avere molte confidenze con lui. Però, capì che cercava di ricostruire il rapporto tra padre e figlio, dall'altro canto capiva per le continue preoccupazioni e timori che gli tormentavano in testa: che cosa sarebbe accaduto se il ragazzo sarebbe andato contro uno di loro? Morirebbe a seduta stante o sarebbe successo altro? Non ci voleva pensare.

«Va bene... ma è una questione cattiva o...?» chiese, volendo capire la situazione. 

«Non è cattiva, non ti preoccupare. Orbital 7 sta facendo un ottimo lavoro.» rispose l'uomo, mentre il robot fece una posizione fiera con le braccia incrociate. «Potresti andare a chiamarlo?» 

Il ragazzo non capì, anzi non ricordava affatto di cosa stesse riferendo, più continuava a sforzare, più gli veniva l'emicrania. In tutti quei anni, si era concentrato solo due cose: la caccia ai numeri e cercare una guarigione del fratellino. Mentre si incamminava per i lunghi corridoi della torre, non riuscì ad arrivarne a capo, almeno.

Entrò nella cameretta situato in cima alla torre a forma di cuore, dove si poteva ammirare un bel panorama dalla grande città. Il bambino piaceva ammirare la città, la sera tutta illuminata. Da quando si ammalò, non c'era stato molta possibilità di uscire dalla sua stanza, anche dall'esterno, se stava semplicemente tutto il tempo lì dentro, finché non veniva chiamato dal padre nei suoi piani di distruzione del Mondo Astrale. Hart, a quell'epoca, aveva la capacità di creare sentieri verso altre realtà, una distorsione per di più, e se non fosse stato per l'aiuto di suo fratello e Yuma, sarebbe stato ancora sottomano di Heartland. La cameretta era piena di giocattoli, pupazzi accumulati sul letto con le lenzuola azzurre stellato, le pareti tappezzati di disegni, sotto la scrivania strapieni di fogli e colori ancora in disordine. Aveva scoperto un altro hobby dopo la sua guarigione, regalati dai amici di Yuma e da Chris. Kite, dal canto suo, era contento che suo fratello lo vedeva sorridere, dopo tanto tempo. In un angolo, Hart era vicino un piccolo comò il quale erano raggruppate diverse fotografie; ricordi belli che suo padre le aveva date: dalla sua nascita fino ad oggi.

Il ragazzo avvicinò a lui, per poi accarezzarli la testa. «Ehi, fratellino.» lo salutò con affetto. 

Hart alzò gli occhi verso il fratello maggiore. «Oh, ciao Kite. Non ti avevo sentito.» 

Kite l'osservò attentamente, nulla di strano se non per un velo di tristezza nei suoi occhi. «Papà mi ha detto che non sei uscito dalla camera per tutto il giorno... è successo qualcosa?» 

Hart scosse la testa. «Non è successo nulla...» disse, con un filo di voce. 

Il ragazzo non era convinto della risposta, s'inginocchiò accanto a lui e mise la mano sulla minuscola spalla. Tra le mani del bambino, teneva una foto incorniciata, molto vecchia, ma la conosceva molto bene. Non era solo quella a renderla così speciale: quello scatto proveniva nella vecchia casa delle vacanze, in montagna, Hart aveva solo tre anni, tenuto in braccio da una bambina di circa nove anni. I suoi capelli scuri erano mossi, il viso tondo e infantile, gli occhi grandi e di un blu pieno di misticità. Lei era stata la più allegra della famiglia, la persona che contagiava la gente con la sua allegria. Lui e il suo fratellino erano molto legati a quella bambina, la loro unica cuginetta in famiglia.

«Ti manca molto, vero?» chiese il fratello maggiore, vedendolo annuire in modo malinconico. «Vedrai, quando tutto sarà tutto finito, la rivedremo.» promise, sorridendogli. 

«E quando, fratellone?» 

«Presto, molto presto.» disse in modo affettuoso. Forse...ritorneremo insieme come una famiglia, si disse tra sé e sé. 
 

***


La ragazza rimase sorpresa nel vedere tanta gente, soprattutto in quella enorme metropoli, osservando fuori dal finestrino. A dire la verità, non ci credeva affatto di essere lì di persona. Una volta aveva assistito quel poco in televisione le semifinali del torneo, ma non seppe chi arrivò alla vittoria; ammise tra sé di aver tifato un ragazzino buffo della sua stessa età, molto simpatico. La curiosità di esplorare quel posto aumentava, tenendo il viso quasi attaccato al finestrino, emanando delle piccole nuvolette d'alito.

«Allora questa...» disse con un filo di voce. «...è davvero Heartland City. Sono davvero nel luogo in cui si è svolto il Carnevale Mondiale di Duelli!» 

«Certamente, signorina.» confermò il suo accompagnatore, chinato davanti sul suo pc portatile. «Da oggi in poi, è ufficialmente cittadina a tutti gli effetti, come viene stabilito dal giudice. Tutti i documenti in mio possesso sono in piena regola, è libera di poter andare dove vuole, a patto che deve pur avvisare un eventuale viaggio per l'Estero.» 

La ragazza si voltò, guardo l'uomo seduto al sedile di fianco.

Aveva sulla trentina d'anni, con un completo formale di color lilla - la giacca era piagata con cura e posata sul sedile di fronte -, la camicia di lino molto leggera con le maniche arrotolate fino ai gomiti. La pelle olivastra sembrava scintillare sotto i raggi del sole, in perfetta sintonia con l'orologio in oro legato al polso. Il volto spigoloso e allungato, i capelli erano lunghi e legati da una alta coda di cavallo, lasciando liberi solo due ciocche cadere sulle spalle, di un biondo sbiadito da far sembrare bianchi, in contrasto con la sua pelle scura. I movimenti delle dita erano fluidi e veloci sulla tastiera, sembrava molto a uno scritto intento ascrivere il suo prossimo romanzo. L'uomo si tolse gli occhiali dalla montatura rettangolare, i suoi occhi erano a mandorla e scuri, come due pozzi neri senza fondo. 

«Non si deve preoccupare, signorina Nishikawa.» disse, sorridendo l'uomo. «Le cose cambieranno totalmente. Non dovrà più ripensare a quel posto, considera come una nuova vita.» 

Il signor Misaki Yoshida era di origine egiziane, ma cresciuto nelle Americhe, aveva cominciato il mestiere d'avvocato molto giovane, subito dopo il diploma; non sapeva come quell'uomo sia riuscito a rintracciarla subito, sapeva che le questioni burocratiche era il suo punto forte, come aveva testimoniato con la direttrice dell'istituto femminile in Inghilterra, si era dimostrato di essere freddo e autoritario contro una vecchietta ancora in carriera.

«Come ha fatto a rintracciarmi, signor Yoshida?» chiese la ragazzina, sedendosi sul comodo sedile. 

L'uomo le sorrise. «Trucchetti del mestiere, ma vedrà, tutta la famiglia sarà felicissima di riceverla a braccia aperte. So che è da molto tempo non la vede, dopo la morte dei suoi nonni, con tutte la mia sincere condoglianze, anche per la scomparsa dei suoi genitori...» aggiunse quel piccolo particolare, notando una nota di tristezza negli occhi della signorina, rimediò afferrando una tavoletta di cioccolato ancora conservato nella carta stagnola, e allungando verso di lei. «Tenga, si sentirà meglio. Quello che posso dirle: sorrida, che tutto si risolverà per il meglio.» 

Lei rimase sorpresa, sapendo che era la terza volta riceveva un pezzetto durante il viaggio, le ricordava un po' il suo personaggio della sua saga preferita. Accettò, prendendo il pezzo e diede un piccolo morso.

Quando l'aereo privato atterrò, l'avvocato egiziano spense il portatile, recuperando i suoi effetti personali e portò la giaccia sulla spalla. Natsumi era elettrizzata come non mai, aveva il cuore che le martellava all'impazzata, con l'adrenalina che le circolava nelle vene. Stava davvero mettere piede in quella metropoli a rivedere la sua famiglia. L'aeroporto di Heartland City era nel pieno della sua attività, con aerei che arrivavano e altri che partivano; c'era molta gente, forse anche duellanti provenienti da tutto il mondo per sfidare il campione Yuma Tsukumo. La ragazza aveva gli occhi che le brillavano come non mai, ammirando la grande città, con la brezza leggera le accarezzava i capelli neri come la pece. Non appena scesero dall'aereo, a pochi metri da loro, era parcheggiata una Suv nera con i vetri oscurati.

Ci mancherebbe solo una limousine con un vip ad accogliermi, magari sarebbe morta d'invidia a quella oca di Isabel, pensò lei, immaginando la scena per davvero.

Davanti all'auto, un autista li accolse con un inchino, in veste formale e ordinario, con un cappello posizionato sul capo. Il volto duro e marcato, gli occhi erano coperti da spessi occhiali molto scuri, il colletto abbottonato fino al collo e la gravata le diede impressione di soffocamento. La sua postura era massiccia da ricordare un buttafuori americano.

«È un piacere rivederla, signor Yoshida. Spero che abbia fatto un buon viaggio di ritorno.» disse, educatamente. 

«Molto lungo, Abel.» rispose l'avvocato. «Almeno non vedo l'ora di prendermi dei giorni di ferie, mi devo concedermi una vacanza. Comunque, ecco la persona di cui ti ho parlato prima di partire.» 

Natsumi si fece piccola piccola davanti a un colosso come lui, fece un passo in avanti e mormorando un timido salve, porgendogli la mano. L'autista si chinò leggermente su di lei, mettendola ancora di più in suggestione, togliendosi gli occhiali rivelando due occhi color nocciola tendenti sull'oro puro. Le strinse la mano, era grande e massiccia, a differenza a quella piccola e delicata della ragazza, eppure la sua stretta ferrea la rassicurava.

«Sono molto lieto di conoscerla, signorina Nishikawa Tenjo.» disse l'uomo con educazione. «E benvenuta a Heartland City!» 

La ragazzina ricambiò, abbozzando un sorrido, sentendosi rassicurata, era un gigante gentile. Abel fece accomodare la nuova arrivata sui sedili posteriori dell'auto, si sedette comodamente notando la spaziosità del veicolo e l'odore di citronella appesa sullo specchietto del retrovisore. Al suo fianco, l'avvocato Misaki Yoshidasi prese anche lui un pezzettino di cioccolato e gustarselo, non avendo toccato nulla per quelle ore di viaggio.

Dopo aver sistemato tutte le valigie nel portabagagli, si sedette al posto del guidatore e mettere in moto, pronto a portarla alla destinazione finale. 





 

Angolo Autrice 


Ma salve a tutti!!! 

Sì, sono ritornata, anzi resuscitata come fanno i non-morti. Ho avuto tanto lavora da fare con gli studi universitari e con il progetto in corso che sto scrivendo assieme al mio compagno di vita, ma sono talemente affezionata a questa fanfiction che sto scrivendo un reboot completo della storia. Ho deciso che la storia seguirà l'anime, ma con diverse modifiche con l'inserimento dei miei OC che sono molto più caratterizzati e scritti meglio; ci saranno più ship (un tiangolo amoroso, caso mai) e come ultima cosa... LA SHIP TRA VERCTOR X NATSUMI E' SEMPRE E RIMARRA' UFFICIALE IN QUESTA FANFICTION!

ATTENZIONE: qui ci sarà tutta la prima stagione, con tutti gli episodi dopo il Carnevale Mondiale dei Duelli fino al tradimento di Vector; nella prossima stagione sarà tutta dedicata quasi alla pari della serie, e forse una "probabile" terza stagione, chi lo sa. 

Per la prossima settimana, uscirà la seconda parte dell'episodio uno! Alla prossima!!!

   
 
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