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Autore: kagsvibes    27/07/2022    0 recensioni
[BakuDeku] Angst. Happy ending.
Tratto dalla storia:
Pensavo che sarei andato avanti così fino a quando tutto ciò che sarebbe rimasto di me sarebbe stato l'orgoglio e l'ego che soffocavano quel che avrei voluto far vedere a tutti.
E solo allora, mi resi conto che affianco a me c'era qualcuno che non era come tutti...
Era un ragazzo.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka, Shigaraki Tomura, Shouto Todoroki
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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«Non puoi salvare tutti»,
ma devo provarci.

        I suoi occhi si erano aperti lentamente al suono di un cardio frequenzimetro che emetteva un rumore robotico. Un leggero respiro appena sveglio sembrava qualcosa di estraneo.
        Con sguardo socchiuso, guardò la stanza. I sedativi o qualsiasi farmaco gli avessero somministrato gli offuscò la vista per alcuni istanti, ma riuscì a distinguere varie cose.
        La notte oscurava ancora il mondo appena fuori dalla finestra. C'era un ronzio silenzioso da una presa d'aria collegata al monitor accanto al letto e davano un'aria tranquilla. E dolcemente, l'odore di disinfettante arrivò al suo naso.
        Una stanza di ospedale.
        Fu allora che sentì la punta di un ago nel suo braccio, una flebo. Una benda attorno al collo, una garza per assicurarsi che le ferite sulla nuca si alleviassero.
        Infine, Izuku aveva tre nuove cicatrici sulla schiena.
        La prima, da dove era entrato il proiettile. La seconda, il punto da cui, tramite l'operazione, l'avevano rimosso. E la terza, causata da un potere nato per disintegrare ma che bloccò l'emorragia abbastanza a lungo da tenerlo in vita.
        Non provava più dolore. C'era un calore attorno a lui. Ciò cancellò tutto il vuoto. Lo riempì di qualcosa di più grande della sofferenza e della perdita.
        Guardando in basso, si rese conto che anche Shoto era sul letto. I suoi vestiti erano gli stessi del giorno prima. Lievi ustioni si potevano scorgere lungo le braccia, cenere sul suo viso. Era profondamente addormentato, la testa appoggiata al suo fianco e il braccio avvolto attorno a lui, le gambe penzolanti al bordo.
        Proprio dietro di lui, contro il muro, Iida, Momo e Kirishima erano seduti per terra, gli occhi chiusi e la bocca spalancata mentre dormivano, le teste appoggiate sulle spalle dell'altro.
        C'erano anche Uraraka e Inko, entrambe su una sedia vicino alla porta.
        Quando vide l'orologio sopra le loro teste, lesse le 4:07 del mattino.
        Era buio, e tutti dormivano tranne lui, ma Izuku si sentiva la cosa più lontana dall'essere solo. La cosa più lontana dall'essere abbandonato, perché erano tutti in quella sala d'ospedale per lui.
        Ed era sopravvissuto. Era vivo. Era al sicuro.
        Il ricordo delle parole di Tenko gli si era impresso nella mente mentre la prima lacrima gli solcò la guancia.
        C'era anche qualcun altro però. Ci fu un movimento al suo fianco, le lenzuola che si arruffavano sotto due braccia.
        Un ragazzo dai capelli biondi sporchi di cenere sedeva su una sedia proprio alla sua sinistra. I suoi occhi erano aperti, era sveglio. Un bagliore gli risuonava sul viso in segno che si rifiutava di dormire nonostante fosse stanco.
        Alla fine non aveva riportato gravi ferite, tuttavia sembrava che Katsuki stesse respirando più affannosamente di Izuku.
        Era morto tra le sue braccia.
        Non lo aveva spezzato, lo aveva ucciso.
        Lo aveva ridotto a tal punto di distruggere tutto per causare dolore agli altri così che il suo si offuscasse dietro la rabbia.
        Quando lo sentì respirare di nuovo si voltò.
        E vederlo bastò per rimetterlo in sesto, ma...
        Le cicatrici erano ancora lì. Lasciate dalla disperazione e dal terrore.
        Perché si può sempre aggiustare ciò che è stato distrutto. Puoi sempre farlo sembrare di nuovo intero. Ma se guardi da vicino, l'evidenza di dove era stato rotto diventa chiara. Si intravede una prova di debolezza tra coloro che un tempo sembravano indistruttibili.
        Katsuki sospirò mentre gli teneva la mano, sbatté le palpebre lentamente, le braccia sul letto. Sembrava così stanco, ed era così vicino all'addormentarsi, ma si costrinse a rimanere sveglio. Forse era stato il suo scorrere il pollice sulle nocche del verde a non farlo mollare.

        Inspirando, Izuku si mosse per quanto i sedativi permettevano. Diede una sorta di segno che si era svegliato stirando le dita sotto quelle di Katsuki.
        La sua testa si sollevò nel momento in cui sentì il movimento, la schiena si raddrizzò, il suo corpo reagì immediatamente. Il suo sguardo si spostò dalla mano agli occhi di Izuku mentre il verde piegava la testa per osservarlo.
        Gli occhi di Izuku... erano aperti.
        Giurò di poter sentire il cuore di Katsuki accelerare. Poteva sentirlo martellare contro il suo petto mentre lo sguardo si intensificò e la mascella si strinse.
        Izuku era così felice di vederlo stare bene che non fargli un sorriso fu impossibile.
        E il suo sorriso era di nuovo lì.
        Lentamente, senza far rumore, il ragazzo si avvicinò fino ad arrivare al bordo della sedia, e mise una mano a coppa sul volto dell'altro.

        I dottori avevano detto che una volta sveglio ci avrebbe messo un po' ad adattarsi. Se qualcosa gli faceva male dovevano chiamare l'infermiera. Katsuki si ricordò della conversazione e, ingoiando il groppo che aveva in gola, parlò con voce tremante.

        «Senti dolore?» la sua voce non aveva alcuna traccia di dolcezza. Perché era arrabbiato. Furioso oltre ogni parola che potesse immaginare al momento.
        Come aveva detto, lo amava. Non aveva mai amato nessuno così. E vedere il ragazzo che amava buttare la sua vita in quel modo, per fargli pensare che sarebbe morto così. Per proteggerlo. Perché non era stato abbastanza veloce...
        «No», sussurrò Izuku, il sorriso che pian piano si spegneva mentre attraversava l'increspatura delle sopracciglia bionde e la preoccupazione sul suo viso con lo sguardo. «Sei–» arrabbiato?
        «Sta zitto», disse piano, a denti stretti, rafforzando la presa sulla sua mano, «Non dire niente.»
        Solo allora Izuku notò quanto gli occhi del ragazzo fossero rossi e gonfi. E irritati.
        Non sentiva più il One For All dentro di sé, ma sentì ciò che Katsuki aveva passato. Perché non aveva dato segni di affetto. Non lo aveva baciato o abbracciato. Non gli aveva passato la mano tra i ricci verdi.
        Tutto quello che aveva fatto fu controllargli il viso e chiedere se sentisse dolore. Gli teneva la mano solo per fare in modo che non si addormentasse di nuovo.
        «Non lo devi fare più», avvertì la semplice cosa che intendeva, «Mai
        Non doveva mai più mettersi in pericolo. Non doveva mai più dare la priorità alla vita di Katsuki rispetto che alla sua. Non doveva mai più togliergli la possibilità di scegliere se prendersi una pallottola nel petto o no. E non doveva mai più sacrificarsi per qualcuno.
        Izuku annuì, tuttavia tremava. Tutti in quella stanza, compreso lui, stavano bene. Anche Tenko stava bene, era stato ripreso dalla Lega e, nonostante Kurogiri lo avesse visto con loro, era il loro leader, non gli avrebbero fatto del male. E All For One era occupato a combattere con All Might per preoccuparsi di lui.
        «All Might?» strinse a sua volta la mano del biondo, «Lui sta bene?»
        Lo sguardo freddo del ragazzo non era cambiato quando aveva posto la domanda. Piuttosto, decise che avrebbe tenuto quell'espressione per un po'.
        Invece di rispondere, si girò verso la finestra, non lasciando andare la sua mano mentre si metteva comodo con la testa sul letto.
        «Torna a dormire.»
        «Kacchan», disse Izuku, in un lamento roco, cercando di raggiungerlo con l'altra mano, ma sibilando per il dolore dovuto allo stiramento dei muscoli della schiena. «Kacchan, mi dispiace.»
        Lanciandogli uno sguardo minaccioso, la sua mascella inferiore tremò di rabbia mentre gli ordinava con una voce più minacciosa di prima, «Vai a dormire.»
        Anche la sua mascella tremava. Solo che erano le lacrime che minacciavano di cadere di nuovo.
        Doveva capire quanto Katsuki significasse per lui, perché sapeva che lui avrebbe fatto lo stesso per Izuku. Sapeva che questa sua rabbia sarebbe svanita, anche il suo dolore, ma faceva male sentirlo così distante nonostante la sua vicinanza.
        Katsuki riusciva solo a ricordare com'era portarlo in ospedale. Come si sentiva quando lo misero su una barella,         Todoroki quasi saltò sopra la reception per dire loro cosa era successo, chi era.
        I dottori alla fine avevano costretto Katsuki a lasciarlo andare. Avevano bisogno che Todoroki e Kirishima lo tirassero via mentre protestava, semplicemente non avrebbe permesso che portassero Izuku in chirurgia senza che lui lo seguisse. Ci stava mettendo così tanta forza che venne in soccorso Iida, dicendogli che i dottori non gli avrebbero fatto del male. Un'infermiera aveva anche detto che avrebbe chiamato la sicurezza se non si fosse calmato.
        In tutto questo, il One For All era sparito, insieme a Shigaraki, e non c'era certezza che da quirkless Izuku sarebbe sopravvissuto. E se il proiettile fosse andato troppo affondo? E se non fossero stati lì per portalo all'ospedale?
        Alla fine riuscì a calmarsi, gli schermi televisivi nell'atrio dell'ospedale trasmettevano la notizia. Molti membri del personale ospedaliero si erano radunati intorno a loro. Videro la battaglia di All Might e All for One andare avanti mentre la speranza che avrebbe vinto svaniva tra tutti come una nuvola dissipata.
        Momo pianse quando si scoprì che All Might non aveva più veramente il suo potere mentre Todoroki gli accarezzava la schiena. Anche Katsuki sentì il bisogno di piangere. L'unico spettacolo in cui aveva tenuto un dispiacere nei confronti del suo idolo ridotto a una figura che non poteva più essere idolatrato era la sua delusione.
        Inko Midoriya varcò la porta dell'ospedale insieme ad Ochaco Uraraka non appena avevano saputo di Izuku. Anche Mitsuki e Masaru si presentarono poco dopo, rimasti all'ingresso della stanza perché, non essendo parenti, al momento non potevano entrare. Eventualmente si addormentarono entrambi e non entrarono comunque.
        Arrivò anche Aizawa. Si precipitò attraverso l'atrio, senza fiato quando finalmente raggiunse l'area salotto dove tutti aspettavano notizie dai chirurghi.
        «Ritenetevi fortunati che non stia espellendo tutti voi in questo momento, tranne Bakugo. Sono stato chiaro!?»
        Questo fu il suo unico avvertimento prima di mettersi vicino ai Bakugo, aspettando notizie con loro, onestamente felice che i suoi studenti fossero vivi. Felice che Izuku fosse vivo.
        Si addolcì un po' nel rendersene conto.
        Quando il biondo alzò lo sguardo, Izuku non stava ancora dormendo. I suoi occhi erano fissi su di lui, tristi ma gioiosi. Una specie di luce agrodolce al fatto che era completamente illeso e accanto a lui mentre allo stesso tempo era così ferito da non poter mettere da parte la sua rabbia.
        Quando Izuku stabilì il contatto visivo, il ragazzo sospirò di nuovo, e vide la gratitudine in lui. Per lui e tutti i loro amici che si erano rifiutati di lasciarlo solo.
        «Oi», sussurrò, allungando una mano, asciugando alcune delle sue lacrime. «Perchè piangi, va tutto bene.»
        «Mi dispiace», piagnucolò, di nuovo, afferrando il palmo della sua mano contro la sua guancia, tenendola lì.
        «Lo so», lo zittì e, decidendo che per quella sera Izuku ne aveva avute abbastanza, abbandonò per un attimo la rabbia e gli baciò le nocche, facendogli sapere che era lì per lui. Che tutti quelli seduti nella stanza erano lì per lui. «Ma adesso va tutto bene. Stiamo bene...»

   
 
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