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Autore: Lita_85    28/07/2022    3 recensioni
SEQUEL DI "OGNI PARTE DI TE"
Dario e Anita, ormai felicemente fidanzati, vivono il loro amore come in una favola. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando il passato di entrambi si ripresenta stravolgendo il presente, proprio durante i preparativi per il loro matrimonio. Gli equivoci divertenti e i malintesi dettati dalla gelosia saranno all'ordine del giorno, e metteranno a dura prova i futuri sposi. Riusciranno Dario e Anita a lasciarsi tutto alle spalle e arrivare indenni alla tanto attesa data delle nozze?
* Opera registrata su Patamù*
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Non ero mai stato ateo. Ma non ero neanche uno di quelli che frequentava con assiduità la chiesa o tutto il resto. Potevo considerarmi un cristiano con dei sani principi, ma che li aveva persi per strada tra le vicissitudini della vita. Vicissitudini che mi avevano anche portato a maledire quella vita. Una vita che non mi aveva dato nulla di buono, e che mi aveva portato via, l'unica persona con cui avevo condiviso la dolcezza di una vita quasi normale. Lei, che vedeva da sempre in me quel buono, cercava di convincermi tutti i giorni che esisteva davvero dentro di me quella luce. Io, dal canto mio, non avevo mai creduto che ci fosse davvero quella luce. Anzi, per dirla tutta, ridevo ogni qualvolta mia nonna mi diceva che i miei occhi parlavano per me e raccontavano chi ero in realtà. Lo diceva quando tornavo a casa ubriaco, lo diceva quando mi chiamava nel cuore della notte tra gli schiamazzi, lo diceva anche quando vantandomi con Saverio, elencavo tutte le "abilità " della signorina di turno tra una risata e l'altra. Lo ripeteva sempre. 
Fu anche l'ultima cosa che mi disse prima di lasciarmi per sempre in balia di me stesso. Quella notte tra i miei pianti ininterrotti, e Saverio che dormiva accanto a me sul divano, cercai di ricordare tutto di lei. Ricordare tutto quello che mi aveva dato incondizionatamente, immergendomi nelle sue parole amorevoli e nei suoi occhi azzurri che avevano da sempre quella meravigliosa luce. Compresi troppo tardi, che la luce di cui parlava mia nonna non era altro che la sua riflessa nei miei. 

Era lei che mi rendeva diverso. 

Capii anche che non avrei mai più visto quella fantomatica luce, e che avrei fatto i conti con quello che ero realmente per tutta la vita.

Un fallito.

Fino a quando, come per magia, quella luce tornò investendomi in pieno. C'era solo un piccolo problema: mi faceva paura. Per quanto fosse luminosa e bella, mi faceva una fottuta paura. Una paura così irrazionale e paralizzante, da farmi credere che quella luce era lì per un errore del destino. E che io, non meritavo tale bagliore nella mia vita. 

Con il senno di poi, e con la consapevolezza di quell'amore che andava ben oltre la paura e la ragione, potevo ammettere tranquillamente, che non sarei sopravvissuto senza quel bagliore, senza di lei.

Senza quei capelli castano chiaro che svolazzavano trasportati dal vento mentre correva lungo la battigia, senza quel sorriso meraviglioso che ti faceva ridere l'anima, senza quegli occhi blu verdi che sapevano rapirti lasciandoti senza fiato ogni volta che sfiorava i miei. 

Non potevo più farne a meno. 

La raggiunsi in un battibaleno avvolgendola con le mie braccia da dietro, deliziandomi con la sua pelle morbida e il profumo dei suoi capelli che mi solleticava il naso.

« Presa! », gridai stringendola a me tra le sue risate. 

« Tu mi prendi sempre… », rispose lei voltandosi verso di me stringendo le mie guance. 

La guardai come a volerla spogliare con gli occhi. Forse perché, era quello che volevo fare da tutto il giorno. Avevamo passato tutta la giornata in spiaggia. Tra risate, racchettoni e videochiamate varie al figlio di Mirko e Claudia. 

« Promessi sposi! », ci chiamò Mirko facendoci segno con la mano. « Noi stiamo andando in camera a riposare un po'. Ci vediamo intorno alle diciannove e trenta per l'aperitivo pre cena? », chiese poi con Claudia tra le braccia.

« Ok.», rispose Anita al posto mio, mentre io la stringevo più forte a me.

Avevo una voglia immane di lei. 

« Dario, andiamo anche noi in camera? »

« E me lo chiedi anche? », sussurrai al suo orecchio dentro sorridendo malizioso.

« Magari volevi goderti un'altro po' il mare… », chiese abbassando anche lei la voce.

« Adesso ho solo voglia di godermi la mia ragazza… », continuai con quel tono di voce basso, mentre le prendevo per mano e ci avvicinavano verso il nostro ombrellone. 

Raccattammo con un insolita tranquillità la nostra roba, e con la stessa tranquillità, percorremmo prima la hall e poi il corridoio costellato di camere. Non dissi una parola per tutto il tragitto. Ma neanche lei era molto loquace. Mi domandai molte volte quali fossero i suoi pensieri in quel momento. I miei di sicuro non erano pudici. Anzi, non lo erano per niente. Nella mia mente si alternavano sensazioni e posizioni audaci alimentate dalla mia astinenza forzata. Ma non mancava neanche la voglia di farla stare bene e ascoltare le sue esigenze. Arrivati davanti alla porta della nostra stanza, la centoquattro, lei liberò i suoi capelli che erano diventati mossi sotto effetto della salsedine. Aprii la porta con un mossa decisa spalancandola, per poi indicarle la strada con il braccio sinistro. Lei entrò sorridendomi. Un sorriso così bello da mandare a puttane quel poco di facoltà mentali che mi erano rimaste durante il tragitto. Entrai in camera anch'io dopo essermi guardato intorno, forse per paura che Claudia sbucasse fuori da un momento all'altro. Infilai la tessera dentro la fessura controllando che la porta questa volta fosse chiusa per bene. 

« Non credo che Claudia si farà vedere… », sussurrò Anita poggiando la borsa sul pavimento davanti al letto.

« Meglio essere sicuri. Non voglio nessuno in questa stanza a parte noi due… », dichiarai cambiando tono di voce. 

Nella mia mente era tutto un brulicare di pensieri e immagini. E non c'era spazio né per Claudia e né per Mirko. 

Mi avvicinai al letto lentamente, piazzandomi dietro di lei. Sentii il suo respiro aumentare come se avesse capito le mie intenzioni. 

« Spogliati. », le ordinai togliendomi la maglietta e gli occhiali che buttai prontamente sul letto.

Rimasi fermo dietro di lei in attesa che lei facesse quello che le avevo ordinato. Anita, prese un bel respiro come se all'improvviso non avesse più ossigeno, tirando da sotto quel vestito di paillettes che ancora la copriva. Tirò il vestito sul lato sinistro, portando con se i capelli lasciandole la spalla destra scoperta. Appoggiai le mie labbra sulla sua pelle esposta baciandola e tirando il nodo del costume che stringeva la sua schiena. Lei aprì nuovamente la bocca in cerca di ossigeno togliendo il costume che le copriva il seno lasciandolo nudo ed esposto. Lo afferrai con entrambe le mani stringendolo e torturandolo facendole scappare un gemito. 

« Dario… », sibilò tra piacere e tortura. 

« Shhh… hai ancora il pezzo sotto da togliere. », affermai facendomi scappare un sorriso diabolico. Volevo portarla a desiderarmi con tutta se stessa.
 
Lei non aggiunse altro. Tolse il pezzo sotto e le infradito che ancora indossava, tornando dritta davanti a me. Lo stesso feci io. Mi liberai del costume facendole sentire quanto la desideravo addossandomi a lei.
Lei si tappò quasi la bocca infilandoci dentro l'indice per metà. 

« Adesso, sdraiati prona sul letto. », continuai autoritario. 

Lei, senza dire una parola, si sdraiò sul letto posizionandosi al centro del letto. La visione del suo corpo perfetto immerso tra le candide lenzuola mi fece scattare immediatamente. Feci scivolare le mani sulle materasso aprendole le gambe, provocando in lei uno spasmo. Strinse il lenzuolo tra le mani cercando di contrastare quel tremolio che ormai si era impadronito di lei. Mi avvicinai a lei, baciandole e assaporando prima il sedere per poi salire lungo la schiena fino ad arrivare al suo orecchio destro. 

« Vuoi che mi fermi? », le chiesi stringendo le sue nocche nelle mie mani in una dolce morsa. 

« No. »

« Cosa vuoi che ti faccia? », chiesi nuovamente mordendole e succhiandole il lobo destro.

La sua risposta fu un gemito incontrollato mentre si contorceva sotto le attenzioni che avevo riservato al suo orecchio.

« Non ho capito… », dissi sorridendo compiaciuto spostandomi lungo la scapola a suon di baci. 

« Dario, ti prego… »

« Dimmi che mi vuoi. », volevo testare la sua lucidità mentale e vedere fino a quando avrebbe retto 

« Ti voglio. Ti voglio da impazzire… »

« Addirittura… », seguitai a sorridere mordendole la schiena guardandola in tutta la sua bellezza. Non volevo perdermi neanche un centimetro della sua pelle prima di farla mia. 

Tornai indietro strisciando su di lei con tutto il mio corpo, prima di farmi scivolare dentro di lei riprendendo le sue nocche tra le mie mani. Lei gemette forte trascinando anche me in quella sinfonia perfetta. 

Dio, quanto mi era mancata. 

Mi muovevo avanti e indietro soddisfando quel piacere che ci aveva consumato fino a un'attimo prima. Quel piacere che avevamo tanto atteso e adesso era l'unica cosa di cui avevamo bisogno. Quel piacere che ci eravamo negati per colpa delle stranezze della vita.

Ansimavo forte ogni qualvolta sbattevo contro di lei. Ansimavo mentre le stringevo le nocche come a non volerla farla scappare. Ansimavo con la consapevolezza che di lì a poco sarei finito stremato su di lei. 

Non appena lei arrivò al piacere, mi feci pervadere anche io da quel momento magico tremando e muovedomi ancora flebilmente su di lei. Cercai di riprendere fiato sulla sua scapola, stringendo e torturando il labbro inferiore per poi riservarle tanti piccoli baci. Lei, con il mio stesso respiro, cercò il mio volto con la mano destra accarezzando il mio viso sudato. Non appena sentii le sue dita sulle mie labbra le baciai sorridendo come un cretino. 

Avevo perso la testa per lei. 

Dopo averla riempita di coccole, mi buttai alla sua destra sorridendo come un idiota guardando il soffitto.

« Scusami se sono stato un po' rude.», dissi spazzolandomi i capelli con la mano sinistra mentre poggiavo la destra sotto la mia testa. 

« Rude? Dici sul serio? », chiese lei accarezzandomi il torace. 

« Si, e che mi sentivo un po' fuori di me… », 

« Beh, se sentirti fuori di te porta a questo, benvenga! », rispose lei sorridendo provocando in me la medesima reazione. 

« No, sul serio. So essere poco carino a volte e questo non mi fa onore. »

« Dario, ma cosa dici? Pensi di mancarmi di rispetto o cosa? Io non ho disdegnato nulla… »

« Lo so, però non vorrei che ti sentissi trattata come un oggetto. Non è mai stata mia intenzione, e poi- »

« Hey, non pensavo che fare l'amore con me avrebbe fatto uscire tutte queste assurdità! », affermò lei tappandomi la bocca.

« Non sono assurdità. », affermai stringendole la mano. « Io ero così. Ero molto più di così. Guardando al passato non posso fare a meno di constatare quando io fossi stronzo. E in molte occasioni un bastardo… », sospirai riportando il mio sguardo verso il soffitto. 

« Non devi più pensare al passato. E poi ti ho già detto che non mi dispiace questo tuo lato così passionale e autoritario. Sarei già scappata dopo il Rencontre, non credi? »

« Se dobbiamo dirla tutta, sei scappata lasciandomi con il pisello di fuori! », affermai divertito.

« Mi avevi destabilizzata! », replicò ridendo avvicinandosi a me.

« Eh, anche tu non scherzavi però! Mi hai fritto completamente il cervello! »

« Allora possiamo dire tranquillamente che non sei solo tu l'artefice di quella focosa serata! E poi sono stata io a farti venire in bagno! », affermò appoggiando il mento sul mio torso. 

« Eri così bella… », dissi a accarezzandole i capelli ancora per metà bagnati. « avrei fatto qualsiasi pazzia per te… », le confidai accompagnandola per il mento verso le mie labbra. « Qualsiasi… », dissi un'attimo prima di baciarla. 

Mi persi nuovamente tra i suoi baci. Mi persi tra le sue carezze e i sorrisi che mi regalava ogni qualvolta incrociavo il suo sguardo. 

« Abbiamo tempo per una doppietta? », chiesi sorridendo per metà.

« Abbiamo ancora un bel po' di tempo prima che Claudia ci chiami! », rispose lei sorridendo e mettendosi a cavalcioni su di me. 

« Allora non perdiamo altro tempo… », appurai agguandandole il sedere. 

Stavo perdendo di nuovo il lume della ragione, ma non era un problema perché era lei la mia luce. 


                               ***

Claudia era da sempre una guastafeste. Fin dalla più tenera età, sembrava avere una missione verso di me: imporsi con tutte le sue forze nella mia vita. Per molti anni ci era riuscita, anche perché, era anche stancante contestarla in tutto. Dopo essersi sposata con Mirko e aver avuto Alessio però, sembrava che questa sua abitudine si fosse un po' placata. Ma non del tutto. Infatti, peggio di un orologio svizzero, aveva tartassato il mio telefono di chiamate  e messaggi, non prevedendo una cosa però: avevo inserito il silenzioso. Fu in quel momento che sentimmo il cellulare di Dario squillare.
Mi svegliai avvinghiata tra le sue braccia e con lui che non capiva da dove provenisse quel rumore infernale. Si sfregò gli occhi con entrambe le mani, e guardandosi intorno, cercò di comprendere dove potesse aver buttato il cellulare. 
Si alzò ancora stordito tra sesso e sonno, recuperando il cellulare che si trovava proprio nel mobile davanti alla porta d'entrata. 

« Mirko. », disse soffocando uno sbadiglio. Il suo tono di voce era tra addormentato e scazzato, e i suoi occhi per metà chiusi gli davano un'aria adorabile. « Mirko, frena un secondo. », sbuffò Dario sedendosi sul letto vicino a me. « Lo so che siamo in ritardo, ma ci siamo addormentati. » ne seguì un forte mormorio dall'altra parte del telefono portando Dario a sdraiarsi sul materasso. « Mi, potresti non rimproverarmi? Sono sensibile quando mi sveglio, lo sai! », esclamò lui facendomi l'occhiolino. « Ok, ok! Ci vediamo per le ventuno al ristorante! A dopo! », esclamò Dario facendo cadere il cellulare sul letto. 

« Che succede? », chiesi sorridendo conoscendo già la risposta.

« Abbiamo fatto incazzare il santo! », replicò lui facendomi scappare una risata. 

« Allora è meglio che ci prepariamo, anche perché sono già le venti… », dissi alzandomi e dirigendomi verso la valigia. « Vediamo cosa ha in serbo per me Ginevra per la serata! », continuai lanciando uno sguardo divertito verso Dario. 

« Aspetta.», disse lui balzando dal letto. « Per stasera ho scelto io qualcosa per te… »

Il suo viso si illuminò in un istante. Mi parve di notare una punta di compiacimento nella sua voce, per questo amai ancora di più quel momento. 

« Davvero? », chiesi emozionata. 

Il cuore mi batteva fortissimo mentre seguivo con lo sguardo i suoi movimenti all'interno della sua valigia. 

« Spero non si sia sgualcito troppo… », disse mostrandomi una busta di plastica bianca corredata di fiocchetto rosa.  

« Sarà perfetto… », risposi prendendolo tra le mani per poi appoggiarlo sul letto per aiutarmi nello spacchettamento.

Tirai fuori un vestito bianco con maniche morbide con scollo a V. La sua morbidezza data dal mix di lana e seta, fece scivolare il vestito tra le mie mani come una dolce carezza.

« Dario è bellissimo… », dissi quasi tra le lacrime. 

« Mi ha dato una mano la signora Patrizia con le misure, ma il modello l'ho scelto io personalmente, come sempre… »

« Dario, sei tornato in quel negozio? È troppo costoso quel posto. »

« Niente è troppo costoso se si parla di te. E poi, ho anche prenotato un appuntamento per provare qualche abito da sposo… direi che è arrivato il momento, non credi? » 

Annuì come una scema tenendo tra le mani il vestito. In realtà anche io avevo prenotato un appuntamento in uno degli atelier più rinomati di Milano, sotto consiglio della nostra wedding planner che avevo visto si e no due volte. 

« Adesso sbrighiamoci però, altrimenti Mirko ci farà neri! », affermò Dario facendomi un sorriso complice. 

Annuì nuovamente. Non avevo parole per descrivere tutte le emozioni che stavo vivendo. Forse perché non esistevano. Non esisteva felicità più grande di quella che stavo provando. 



Note: Capitolo Ventisei. Buongiorno miei cari/e! Ed eccoci di nuovo in questo aggiornamento a sorpresa! 🤣❤️ Anche questa volta ho finito prima il capitolo, quindi ho pensato:  perché aspettare? 🤣❤️ Ma andiamo al capitolo che è hot ma dolce allo stesso tempo! Che ne dite? A me è piaciuto molto, ma soprattutto mi è piaciuto scrivere di Dario in questi vesti. Ma in realtà lui è da sempre così, anche se si è un po' ammorbidito grazie ad Anita. Invece ditemi voi come preferite Dario! Come sempre si accettano suggerimenti! ❤️🤣 Ho introdotto il discorso matrimonio e vestito da sposo perché ci saranno dei capitoli in cui vedremo i nostri sei amici alle prese con tale acquisto! Vedremo di nuovo la nostra Patriziona nazionale alle prese con Dario, Mirko e il nostro amato Saverio. Per chi si ricorda il capitolo in cui Dario porta Anita a comprare il vestito, si ricorderà anche che Patrizia aveva un debole per Saverio! 🤣❤️🤣❤️🤣❤️ Lo vedremo qui, ma lo vedremo anche in "Quello che non sai di me" e ci sarà da divertirsi! Adesso vi lascio perché altrimenti non smetto più di parlare! ❤️🤣 Grazie sempre a chi mi segue❤️ Vi adoro! ❤️E alla prossima. 
   
 
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