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Autore: Fe_    31/07/2022    2 recensioni
Fanfiction semi-interattiva: leggere il capitolo 21 per ulteriori informazioni
Raccolta || Multi-rating || Slice of Life
Raccolta disomogenea ambientata in una Hogwarts contemporanea, con adolescenti che hanno sulle spalle solo il peso della loro età e non della salvezza del mondo.
Questo non vuol dire che le loro vite siano più facili, però: le nuove, travolgenti emozioni che provano una volta affacciati oltre l’infanzia sono abbastanza potenti da sconvolgerli.
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[I capitoli 1-20 fanno parte del Calendario dell'Avvento, con prompt relativi al natale]
21.Luna- [Angelika Hunt; Lorina Altea Marie Erzsébet Caeli]
[...]
28. Litigio- [Murphy Spencer Lightwood; Lilith Eve Marie Beaumont; Royal de Vries]
29. Posta del cuore- [Lorina Altea Marie Erzsébet Caeli; sorpresa]
30. Festa segreta- [Timòn Sandro Ramirez; Leslie Keith Hamilton; Enéas Alistair Morgenstein Silva; Mikhail Ivankov]
Genere: Azione, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Filius Vitious, Maghi fanfiction interattive, Minerva McGranitt, Mirtilla Malcontenta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Titolo: Voci di corridoio
Titolo del capitolo: Problemi da adulti
Personaggi: Evander Huges Thorburn; Chamille Morag Thorburn; Mason Simon Barton; Leslie Keith Hamilton
Rating: Verde
Note: Slice of Life | 1144 parole
Evander è una testa di cazzo, Evander sa essere adorabile.
Chi mi segue su Instagram sa che questa storia doveva essere molto diversa e trattare di una delle feste proibite del castello, ma spoiler ho deciso di affrontare la cosa più avanti e usare una delle idee per cui Voci è nata dato che nessun altro dei ragazzi sarebbe stato adatto.
Non ho davvero molto da dire, mi pare estremamente semplice, mi scuso in anticipo per la visione di Evander che spero sappiate essere quella del personaggio e non mia: è classista ed omofobo, non potevo ignorare la cosa scrivendo dal suo PoV.
Ecco, infine, i quattro tra cui scegliere per il prossimo capitolo:
Murphy Spencer Lightwood per Corvonero
Mason Simon Barton per Grifondoro
Isabella Marie-Renée Lévy per Serpeverde
Leslie Keith Hamilton per Tassorosso
(Ricordo che butto tutti i personaggi non ancora apparsi come protagonisti divisi per casa in un estrattore casuale, perciò può capitare che un oc pur avendo un’apparizione nel capitolo sia estratto per essere protagonista di quello successivo, come in questo caso Leslie e Mason che però ha un ruolo marginale)


Ad Evander raramente manca la sua famiglia, quando si trova ad Hogwarts: certo, i genitori li vede solo d’estate e a natale, ma con lui ci sono sia sua sorella minore che i suoi amici, quasi altri fratelli adottivi; il paesaggio, poi, gli ricorda così tanto quello della sua piccola comunità magica persa tra i campi del nord della Scozia da dargli l’impressione di non essere mai lontano da casa.
         Certo è però che alcune cose sono irrimediabilmente diverse: essendo il ragazzo più grande non può chiedere a nessuno dei consigli da uomo. Dall’alto dei suoi quindici anni è abbastanza sicuro di essersela cavata molto bene per quanto riguarda le ragazze, deridendo in cuor suo gli sciocchi cresciuti tra i babbani che parlano di cose indecenti come “educazione sessuale”: una scuola per bene come la sua non si occupa certo di certe sconcezze, che vengono invece tramandate come segreti di padre in figlio. Tuttavia, nelle ultime settimane si è trovato sempre più in difficoltà: il suo viso sta cambiando, la mascella ed il labbro superiore si sono prima chiazzati di una soffice peluria bionda che ha potuto ignorare per quasi tutta l’estate, per poi diventare decisamente fastidiosa.
         Non ha onestamente idea di come affrontare il problema, ha visto qualche volta suo padre utilizzare una specie di piccolo coltello ma anche affilando con la magia quelli della mensa è riuscito solo a procurarsi un taglio vicino alla guancia prima di rinunciare. Potrebbe scrivergli una lettera, ma l’idea non lo attira particolarmente: visti i risultati del suo ultimo esperimento, meglio avere una persona a fianco.
         Seduto nelle panche della Sala Grande per colazione, Evander guarda con aria annoiata i suoi compagni di casa; segue il profilo di Tobias, così massiccio che stenta a credere sia solo un anno più grande di lui, i capelli biondi legati in una crocchia disordinata alla base del capo. Non è male, potrebbe chiedergli una mano dopo gli allenamenti di quidditch, dove si allenano entrambi come battitori per Grifondoro. Il pensiero viene scacciato subito con un certo fastidio quando ricorda che è un mezzosangue, e il suo orgoglio rifiuta di piegarsi.
         Passa poco oltre, verso Isaac: sta parlando amabilmente con Reidarr, che si limita a qualche cenno col capo. No, ancora; uno è troppo trasognato, l’altro invece lo mette a disagio dato che non era nemmeno un uomo quando ha iniziato a frequentare la scuola. I babbani sono strani, le scope volanti le considerano fantasia mentre riscolpire in modo permanete un corpo è qualcosa che possono fare tutti i giorni.
         Nessun grifondoro sembra adatto, perciò Evander volta il capo verso gli altri tavoli: davanti a lui, oltre la testa di sua sorella minore, vede il tavolo di corvonero. Vi riconosce solo i Malasorte per i suoi capelli bianchi e la tunica strappata di prima mattina, e la nuca ormai verde slavato di Sly; entrambi sono troppo effemminati per potergli dare un aiuto concreto, conclude con un certo disprezzo.
         Ancora oltre, nella fila più esterna a destra, i tassorosso in un mare giallo e nero come piccole api operose. Tra di loro, in effetti, c’è anche il caposcuola…
         «Stai di nuovo fissando i corvonero, pari un maniaco.» Lo informa con aria seccata Chamille, il viso così simile al suo posato sul palmo della mano. Evander sbatte rapidamente le palpebre poi punta gli occhi verdi sulla sorellina, ma non fa a tempo a ribattere che la ragazzina sorride e si volta verso la sua sinistra. «Visto Wolfie? È arrossito! Secondo me ha una cotta per qualcuna e non me lo vuole dire.»
         Dal mondo in cui Mason sobbalza, da come la guarda smarrito, è ovvio che non la stesse ascoltando ed il più grandi si limita a un vago borbottio irritato. Fa un gesto con la mano prima di prendere una cucchiaiata di porridge ed infilarsela in bocca, e quasi si soffoca quando il sapore dolciastro gli colpisce la lingua.
         «Stupidi elfi, non sanno neanche fare un porridge decente.» Sibila contrariato lanciando un’occhiata di fuoco alla povera colazione. Mason alza le sopracciglia, poi prende un assaggio e scrolla le spalle.
         «A me pare molto buono, a dire il vero. Non dovresti insultarli così.» Lo apostrofa, ed Evander non può che chiedersi di nuovo se gli inglesi siano effettivamente dotati di papille gustative: con latte e zucchero pare vomito di neonato, mentre il porridge scozzese salato è nettamente superiore.
        

Forse chiedere al caposcuola Hamilton non è stata una buona idea.
         Evander non riesce a pensare ad altro mentre studia il suo volto attraverso lo specchio: il ragazzo è alle sue spalle e gesticola un poco indicandosi il viso lentigginoso in diversi punti, seguendo il ritmo della rapida spiegazione che gli sta dando.
         Quando si è avvicinato al ragazzo per chiedergli come potesse eliminare il suo primo accenno fastidioso di barba, Leslie era diventato rosso almeno quanto i suoi capelli ed aveva iniziato a balbettare. Pronto ad un rifiuto Evander aveva scosso le spalle, ma poi nel biascichio aveva colto qualcosa che sembrava “dopo pranzo, se vuoi”. Approfittando del fatto che la differenza d’altezza tra i due non fosse così netta il minore gli aveva lasciato una pacca sulla spalla che lo aveva sorpreso, alzando un pollice e congedandosi con un allegro “perfetto, a dopo!”. Avrebbe dovuto capire subito che non sarebbe stato così facile.
         «Senti, Hamilton, non avrei dovuto chiedertelo. Aspetterò natale e farò a casa.» Taglia corto alla fine, posando sul lavandino costellato di goccioline uno strano apparecchio plastico che il tassorosso ha chiamato, semplicemente, rasoio. Leslie spalanca gli occhi chiari, che nella stanza dai colori freddi perdono completamente la sfumatura violacea e paiono solo azzurri, poi scuote il capo.
         «Sei sicuro? Sembrava una cosa urgente.»
«Solo stupidi commenti. Secondo me non punge così tanto.»
         Si volta e Leslie sta sorridendo con un’aria decisamente meno imbarazzata. Si passa distrattamente una mano sul dorso dell’altra, un gesto che Evander riconosce come un segnale di auto rassicurazione. «Commenti di qualcuno di cui ti importa tanto da tagliarti.» Commenta con tono gentile, accennando con un gesto leggero al taglio appena visibile che decora il viso del minore. Il biondo abbassa il capo, imbarazzato, cercando senza successo di nasconderlo.
         «Di uno stupido ragazzino. Non è importante.» Borbotta alla fine, e Leslie ride della sua ritrosia. Pare meno a disagio ora, gli posa una mano sulla spalla come farebbe un fratello maggiore e gli indica lo specchio.
         «Se vuoi possiamo riprovare, lasciarti così, mezzo rasato e mezzo no è un po’ strano, non trovi?» Il rosso ha un sorriso cortese, quasi sicuro specie se confrontato con il disagio mostrato all’inizio per la richiesta.
         Evander torna a guardare lo specchio, il riflesso perfettamente glabro del maggiore e il suo, che per contrasto pare quasi il manto di un cervo a primavera. Annuisce con un sospiro, quindi riprende il rasoio e aggiunge: «Però stavolta spiega più piano. Vai troppo veloce.»
  
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