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Autore: ArrowVI    04/08/2022    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 14-8: Luciana [1-2]


Vermilion non riuscì a credere che quei due ragazzi stessero sprecando tempo importante che avrebbero dovuto usare per allenarsi, andando alla ricerca di cibo.
Avrebbe potuto obbligarli a seguire i suoi ordini, ma se c'era una cosa che non le piaceva era obbligare qualcuno a fare qualcosa che non volessero fare.
Per questo motivo continuò a seguirli, sbuffando e mostrando loro dei bronci infastiditi, quando si voltavano verso di lei.


<< Sapete che non sappiamo quanto tempo abbiamo a disposizione, vero? >>
Disse ai due ragazzi, incrociando le braccia davanti al petto.

Neptune quindi si voltò verso di lei, ridacchiando e muovendo un dito con fare saccente.

<< No-no, mia cara Vermilion. Mangiare è altrettanto importante negli allenamenti. >>
Le rispose, ma quelle parole non sembrarono convincerla.

<< Allenarsi con uno stomaco vuoto non è decisamente la strada da percorrere, è difficile dare il massimo quando si è senza energie! >>
Continuò.

<< Non hai torto, ma comunque non riesco a levarmi dalla testa la sensazione che vuoi evitare a ogni costo l'allenamento e sprecare tempo. >>
Controbatté la ragazza.
Neptune ridacchiò, ricordandole che anche lui vivesse ad Avalon e che la sua distruzione avrebbe danneggiato anche lui.

<< Non ho intenzione di causare alcun problema o di andare contro di voi. Siamo nella stessa barca, Vermilion. Smetti di essere così sospettosa di me, per favore. >>
Aggiunse subito dopo, mostrando finalmente una espressione seria.

Nonostante avesse ancora qualche dubbio, Vermilion decise di non rispondere nulla.


<< In ogni caso. Cosa vorreste mangiare, quindi? Non penso sia necessario io vi ricordi che tutti gli chef di palazzo sono stati evacuati. Al momento nelle cucine non c'è nessuno. >>
Spiegò la ragazza.
Una espressione sorpresa e sbalordita apparve rapidamente nel volto di Michael, che non aveva assolutamente pensato a quel dettaglio.
Neptune, però, ridacchiò.

<< Ah non preoccuparti. Dubito abbiano preso anche le materie prime per cucinare, quindi sono sicuro possiamo fare qualcosa. >>
Disse il ragazzo.

<< Hai ragione. >>
Confermò Vermilion.

<< Le materie prime sono ancora nelle cucine, ma a meno che qualcuno di voi sia in grado di cucinare, ho paura dovremo tornare indietro a stomaco vuoto. >>
Non appena disse quelle parole Neptune la fissò con uno sguardo confuso, forzato, mentre si trattenne dallo scoppiare dal ridere.

<< Eh? Pensavo tu fossi in grado di cucinare? >>
Quella domanda colse Vermilion completamente impreparata, che fissò il ragazzo davanti a se per qualche istante senza proferire parola.


<< Cosa... Cosa ti ha fatto pensare che io sia in grado di cucinare? >>
Gli domandò, non riuscendo a capire quale fosse il senso delle parole di Neptune.

<< Beh, ho dato per scontato tu potessi farlo perché... Insomma... >>
Le rispose, ridacchiando tra se e se, mentre uno sguardo furioso si fece rapidamente largo nel volto della ragazza.

<< Finisci quella frase e ti assicuro che te ne pentirai. >>
Ruggì la ragazza, avvolta da un'aura rossa e focosa.

Divertito, Neptune rispose che stesse solamente scherzando.


In quell'istante Michael attirò l'attenzione dei suoi due compagni.

<< Uhm... Io so cucinare. >>
Quelle parole colsero entrambi alla sprovvista.

<< Potresti ripetere? >>
Domandò Vermilion, con una espressione confusa.

In quell'istante Neptune afferrò il braccio di Michael, trascinandolo insieme a se verso le cucine.

<< Problema risolto! Andiamo! >>
Esclamò, divertito, ignorando le richieste di Michael di lasciarlo andare.



Non appena i tre raggiunsero le cucine cominciarono a guardarsi intorno alla ricerca di materie prime da poter usare.
Michael non era esperto di ciò che fosse usato nel palazzo, quindi decise di prendere ciò che gli sembrò familiare e mise a buon uso le cose che suo zio gli insegnò.

Due ore dopo, finalmente tutto era pronto e il ragazzo presentò i due piatti ai suoi compagni.
Le descrizioni del ragazzo non erano decisamente tra le migliori che Vermilion avesse mai sentito, e Neptune a malapena fu in grado di trattenersi dal ridere.

<< Non saranno al livello dei piatti preparati dagli chef di palazzo, ma credo siano comunque rispettabili... Spero. >>
Continuò Michael, grattandosi il capo.
Il primo ad assaggiare i suoi piatti fu Neptune, che dopo un po' di diffidenza mostrò rapidamente una espressione sorpresa.

<< Huh. >>
Esclamò dopo poco.

<< Non è per niente male. >>
Continuò, divorando rapidamente la sua parte.

Vermilion, anche lei diffidente, assaggiò i piatti preparati da Michael con aspettative piuttosto basse, mentre il ragazzo continuò a fissarla aspettando intensamente il suo giudizio.

<< Non è terribile quanto le tue descrizioni. >>
Disse subito dopo.

<< Sette su dieci. >>
Concluse, continuando a mangiare.
Per Michael, quella fu comunque una vittoria.



Durante la loro pausa, Mike decise di domandare a Vermilion se quello fosse o meno il suo vero nome e, sorpresa da quella domanda, la ragazza gli rispose che fosse solamente un titolo.

<< Quando ottenni il titolo di membro delle Quattro Galassie, mi domandarono che "nome" volessi usare. Non avevo ancora deciso, quindi usai la prima cosa che mi venne in mente. >>
Spiegò la ragazza.

Quel nome suonò familiare a Michael che, toccandosi il mento, cominciò a pensare a dove l'avesse già sentito.

<< Vermilion... Oh, era il nome della protagonista di una storia per bambini, giusto? >>
Le domandò, ricevendo rapidamente una risposta positiva.

<< E' carino, mi piace. >>
Aggiunse subito dopo, Michael, sorridendo.

<< E' infantile. >>
Aggiunse Neptune, con tono divertito.


Avvolta ancora una volta da quell'aura rossa e focosa, Vermilion fissò Neptune con uno sguardo furioso.

<< Soffoca con il cibo e chiudi il becco. >>
Ringhiò, mentre Neptune continuò a ridacchiare tra se e se.


Fu in quell'istante che Michael decise di domandarle quale fosse, quindi, il suo vero nome. Da quando arrivò a Magnus tutti la chiamarono "Vermilion", e nessuno usò un altro nome, per lo meno non davanti a lui.
Anche Neptune sembrò incuriosito dalla domanda di Michael, e cominciò ad ascoltare in silenzio la discussione dei due ragazzi mentre continuò a mangiare senza attirare l'attenzione su di se.
Dopotutto, Vermilion aveva rivelato a ben poche persone quale fosse il suo vero nome, e lui non era in quella lista.


All'inizio la ragazza sembrò sorpresa da quella domanda. Fissò il vuoto per un istante, poi sospirò.

<< Luciana. Sono in pochi a chiamarmi così, ormai. Non sono più abituata a essere chiamata in quel modo. >>
Rispose Vermilion.

<< E'... Piuttosto triste. >>
Aggiunse Michael, ma Vermilion non sembrò per nulla disturbata da quel fatto.

<< Ci ho fatto l'abitudine. Non che "Luciana" sia comunque il mio vero nome, in ogni caso. >>
Quelle parole colsero entrambi i ragazzi alla sprovvista, e fu Neptune a fare la domanda a cui anche Michael pensò in quel momento, per primo.

<< Non hai detto di chiamarti "Luciana"? >>
Le domandò.

Vermilion sospirò ancora una volta.


<< Soffro di amnesia. Il mio villaggio venne attaccato da Ifrit quando ero molto piccola, e a causa dei traumi ho bloccato quei ricordi involontariamente. "Luciana" non è il mio vero nome, ma quello che mi venne dato il giorno che arrivai all'orfanotrofio. >>
Spiegò Vermilion.

Le sue parole attirarono l'attenzione di Neptune.

<< Oh ora capisco. Sei cresciuta nell'orfanotrofio in cui sei solita andare, giusto? >>
Vermilion annuì davanti alla domanda del ragazzo.

<< Torno li di tanto in tanto per vedere come vanno le cose, se posso aiutare o meno. Era la mia casa, dopotutto. Sono cresciuta li dentro. >>
Le parole di Luciana in qualche modo risuonarono con Michael. O, per lo meno, in parte.

<< Neanche io ricordo i miei genitori. >>
Disse Mike, attirando l'attenzione della ragazza, mentre abbassò lo sguardo e mostrando una espressione dispiaciuta.

<< Mia madre è morta dopo avermi messo alla luce, quindi non ho alcun ricordo con lei... Solamente qualche foto a casa di lei e mio zio. Mio padre, invece... Beh, lasciamo perdere. >>
Continuò subito dopo.


Vermilion sospirò, con occhi persi nel vuoto e sofferenti.

<< Dopo la disgrazia del mio villaggio, ho perso tutta la mia famiglia. Non tornò mai nessun parente a prendermi all'orfanotrofio. Sono sicura di essere rimasta da sola ormai. Tu per lo meno avevi tuo zio. >>
Il suo tono era debole e piccolo, a differenza del suo classico modo di fare estroverso e aggressivo. Neanche Neptune ebbe il fegato di dire qualcosa, in quel momento.


Sentendosi in colpa per aver portato a galla quell'argomento, Michael cominciò ben presto a scusarsi con la ragazza, dicendole che non fosse stata sua intenzione quella di metterla a disagio.
Sorpresa da quella reazione, Vermilion gli disse rapidamente di non preoccuparsi e che andasse tutto bene. 
Decidendo di cambiare argomento, Michael le domandò in che modo avrebbe dovuto chiamarla.


<< Come preferisci, suppongo. >>
Disse la ragazza, bevendo poi un sorso d'acqua.

<< Non ho alcuna preferenza. Vermilion o Luciana per me non importa. >>
Aggiunse subito dopo.


Le parole che disse subito dopo colsero Vermilion completamente alla sprovvista, lasciandola per qualche istante senza parole.

<< Allora posso chiamarti Lucy? >>
Non appena le fece quella domanda, Vermilion fissò Michael in silenzio per qualche secondo senza muovere neanche un muscolo, con uno sguardo confuso e sorpreso.

Neptune cominciò a ridere sotto i baffi.

<< Che c'è ho detto qualcosa di strano? >>
Domandò Michael subito dopo, notando l'espressione che apparve nel volto della ragazza.

<< N-No va tutto bene è solo che... >>
Balbettò dallo stupore.
Poi il suo sguardo si fece ancora una volta amaro.

<< L'unica persona che mi chiama in quel modo, ormai, è Ehra. E' passato molto tempo dall'ultima volta che qualcun altro mi ha chiamata così. >>
Spiegò la ragazza.

<< Oh, Ehra ti chiama "Lucy" eh? Chi altro ti chiamava così? >>
Domandò Michael, incuriosito dalla risposta della ragazza.



Il volto di Vermilion divenne rapidamente cupo e il suo sguardo, seppur fosse rivolto verso Mike, era perso nel vuoto e nei suoi ricordi.

<< Il mio... Vecchio gruppo... >>
Borbottò, con un tono di voce ancora una volta basso e debole.

In quell'istante la ragazza si alzò di scatto dalla sedia e diede rapidamente le spalle ai due ragazzi.

<< Scusate, non credo di avere più fame. Vado a fare due passi. >>
Disse, incamminandosi senza dare la possibilità a Neptune o Michael di rispondere.


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Fine del capitolo 14-8, grazie di avermi seguito e alla prossima con il penultimo capitolo di questo volume!

 

   
 
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