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Autore: Francyzago77    04/08/2022    7 recensioni
Amicizia, amore, famiglia, sfide, passione. E un pallone.
Quanto basta per raccontare una storia semplice ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Da quella sera Patty divenne sospettosa, diffidente e gelosa.

La Nazionale giovanile vinse l’amichevole, finita la partita tutti tornarono alle proprie squadre, alla solita routine quotidiana ma per Patty era cambiato qualcosa.

Il lunedì successivo, dopo gli allenamenti, aveva chiesto ad Holly di uscire insieme ma lui era impegnato con lo studio. 

-Domani pomeriggio non è proprio possibile – glissò nuovamente – ho un appuntamento e non posso mancare.

Era sfuggente, come nascondesse chissà cosa.

-Ho il terrore – confidò Patty il mercoledì mattina ad Evelyne e Susie – che si veda con Chris. È dalla sera della cena di beneficenza che ci penso. Da come ballavano insieme, lui che non balla mai, e da quando sono scomparsi contemporaneamente. E ora sembra mi eviti! Prima gli allenamenti, poi la scuola e ora questo appuntamento. Ma con chi?

-Non ti ha detto con chi deve vedersi? – domandò Susie trepidante.

-No, no – rispose Patty quasi in lacrime – è stato così sfuggente.

-Dovresti parlarci chiaramente – suggerì Evelyne con piglio sicuro – non puoi continuare a tormentarti così.

-Ho paura – Patty si voltò piangendo – ho paura di scoprire la verità!

In quel momento entrò il professore ordinando agli studenti di mettersi seduti, Susie fece in tempo a dire all’amica:

-Noi siamo con te!

Quanta forza le davano le sue amiche, erano un trio indissolubile.

 

Terminate le lezioni e finiti gli allenamenti, mentre parlava con Susie, sentì Holly salutare gli altri.

-Ci vediamo domani – diceva a Bruce  – devo scappare, ho fretta!

Patty non perse tempo, prese la sua borsa e annunciò all’amica:

-Vado, devo seguirlo!

-Seguirlo? – Susie era allibita – Vuoi che venga con te?

-No – rispose sicura – devo sbrigarmela da sola.

Corse fuori e lo vide dirigersi alla fermata dell’autobus.

Era venuto agli allenamenti a piedi, pensò Patty, e ora prendeva un mezzo, chissà dove doveva andare.

Lo osservò salire sul bus, era la linea che conduceva ai giardini della città.

Attese il prossimo, non voleva rischiare di essere vista da lui.

Ebbe fortuna, dopo dieci minuti passò un altro autobus diretto ai giardini. Lo prese.

-Terrò gli occhi bene aperti – pensò seduta accanto al finestrino – così potrò vederlo.

C’era traffico, Patty sbirciava, guardava tra la folla di gente che, a quell’ora, animava le vie cittadine. Studenti, impiegati, operai, un via vai che le impediva di vedere dove il suo capitano fosse sceso. Suo? Chissà se lo era ancora, pensò.

E poi lo scorse, era sceso una fermata prima del capolinea, all’inizio dei giardini.

Si fece spazio tra la gente e balzò giù dall’autobus.

Holly si dirigeva al parco, ormai era quasi il tramonto e l’ansia di Patty saliva sempre di più.

Era entrato e camminava in fretta, forse era in ritardo.

Superò una coppia di anziani che passeggiavano, una mamma con un bambino e, ad un certo punto, alzò il braccio per salutare qualcuno.

Voltò a sinistra e andò verso una panchina.

Lei si alzò appena lo vide.
Lei era lì.
Lei era Chris.

Patty sentì il respiro bloccarsi, il cuore rallentare e le gambe deboli.

Si fermò dietro un albero, tentò di riprendere le forze e poi si mise a spiarli.

Erano entrambi sorridenti, si sedettero e iniziarono a parlare.

Non riusciva a sentire le loro voci, erano troppo lontani ma vide Chris mettere le sue mani in quelle di Holly, dopo che lui le aveva tirate fuori dalle tasche della felpa.

Era troppo. Patty scappò via, di corsa.

Riprese l’autobus per tornare indietro, schivando persone, macchine, motorini.

In lacrime, a casa, si chiuse in camera. Non c’era nessuno, i suoi genitori erano a una cena con degli amici e lei telefonò immediatamente a Evelyne e Susie. Accorsero.

-Non me lo sarei mai aspettato da uno come il capitano – ripeteva Evelyne – lui sempre così corretto e leale.

-È un vigliacco – piangeva disperata Patty – un vile!

-L’avevo detto io – continuava Susie accarezzando la testa dell’amica – che l’arrivo di quella non avrebbe portato a nulla di buono!

-E non hanno perso tempo! – esclamò Evelyne disgustata – Non è passato neppure un mese da quando è venuta qui!

-La deve pagare, assolutamente – grugnò Susie– le vorrei strappare a uno a uno tutti quei capelli fluenti!

-Ma io è con lui che me la prendo di più – piangeva Patty – domani mi sentirà!

-E noi ti daremo man forte – annunciò chiaramente Evelyne.

-Devo affrontarlo da sola! – asserì lei più lucida, alzandosi finalmente dal letto.

Passò la notte in bianco, tra i pensieri che nella mente vagavano in continuazione.

Le amiche erano andate via al ritorno dei signori Gatsby ma Patty non aveva detto  nulla ai suoi genitori, neppure a sua madre.

 

La mattina successiva, prima di dirigersi a scuola, andò sotto casa di Holly.

Anche lui stava uscendo.

-Patty – esclamò sorpreso – come mai qua?

-Volevo fare la strada con te – disse con dolcezza non facendo trapelare niente.

Lui fece il gesto di baciarla ma lei lo scansò. Dopo tre o quattro passi, voltato l’angolo, partì un sonoro ceffone.

-Ma sei impazzita! – urlò Holly spiazzato, toccandosi la guancia.

-Tu sei impazzito – rispose lei alterata come non mai – o meglio sei pazzo dietro quella smorfiosa, odiosa e ignobile sciacquetta!

-Di chi stai parlando? – domandò il capitano incredulo, tentando di calmarla.

-Guarda che ti ho seguito ieri pomeriggio – replicò la furiosa Patty – ai giardinetti, con quella gattamorta della sorella di Benji.

-Ah, ma no – tentò di spiegare Holly – hai frainteso tutto.

-Frainteso? – ora era un fiume in piena – Sulla panchina tra sorrisi dolci e mani nelle mani. Non le bastava creare scompiglio tra tutti i ragazzi della squadra, lei puntava al capitano!

-Per favore calmati – iniziò lui – tra me e Chris non c’è nulla.

-Neghi anche l’evidenza! – sbraitò Patty mentre alcuni passanti si erano fermati per gustarsi la scena.

-Stai dando spettacolo – la rimproverò Holly adesso alterato anche lui – perché non hai fiducia in me?

-Quale fiducia? – e corse via lasciandolo sul marciapiede che la chiamava.
 

-Ha negato tutto – ripeteva alle due amiche all’entrata di scuola – era veramente ridicolo.

-Sta arrivando Chris! – urlò Susie avendola vista che entrava dall’altro cancello.

-Ora tocca a lei – disse Patty dirigendosi verso la rivale – voi andate in classe, ci vediamo tra poco.

Sarebbero volute rimanere lì ma entrarono nell’edificio continuando a bisbigliare fra loro.

-Ciao Patty – la salutò Chris ignara – oggi subito matematica? Andiamo che vorrei ripassare, ho il timore di un’interrogazione.

-È di altro che devi aver timore – rispose lei accigliata e prendendola per un braccio la condusse dietro due alberi.

-Ma cos’hai? Mi fai male! – esclamò l’altra esterrefatta.

-Ti reputavo un’amica – iniziò – ti ho accolto con affetto e tu mi hai distrutto la vita!

Negli occhi di Chris c’era incredulità ma anche paura. Non aveva mai visto quella ragazza così sconvolta.

-E non far finta di non capire – continuò Patty ora abbassando un po’ la voce – vi ho seguito ieri. Tu e il mio capitano su quella maledetta panchina.

-No, cara – sospirò la giovane Price – che equivoco si è creato! Pensavi davvero che avrei potuto portarti via il tuo ragazzo? Per chi mi hai preso? E Holly poi, non ti tradirebbe mai, con nessuna! 

-Vi ho visti, con questi occhi! – disse con tono più forte Patty.

-Sì, eravamo insieme al parco ma soltanto perché Holly mi ha fatto un grande favore. È un ragazzo d’oro, ha mantenuto il segreto anche con te – rispose Chris con dolcezza - ed è nato tutto questo pasticcio. 

-Quale segreto? – domandò l’altra ora incredula quanto lei – Io ti ho vista che gli prendevi le mani e sorridevi.

-Certo – tentò di spiegare – ma perché Holly mi aveva portato ciò che gli avevo chiesto. Ero molto felice, perciò sorridevo.

Patty non capiva più nulla, si sentiva gli occhi gonfi e rossi dal pianto e cercava ora di fare luce su quella storia che appariva diversa da come l’aveva creduta.

-Il tuo capitano – spiegò Chris – mi ha dato un foglietto con su scritto un numero di telefono, lo ha tirato fuori dalla tasca e io l’ho preso dalle sue mani. Ero contenta, sapevo che Holly era l’unico a cui potevo rivolgermi, è un ragazzo discreto e non ne ha fatto parola con nessuno. A te l’avrei detto io, tra qualche giorno.

-Di chi è quel numero? – chiese Patty ora più curiosa che disperata, avendo capito che quello che si era creato era un equivoco gigantesco e nulla più. 

Chris arrossì e timidamente sussurrò:

-Di Mark.

-Lenders! – esclamò Patty sbarrando gli occhi esterrefatta.

-Ascolta – iniziò a raccontare Chris – non dirlo a nessuno per ora, neppure alle ragazze. La sera della cena, dopo aver ballato, mi sentivo veramente accaldata e stanca e sono uscita sulla terrazza a prendere una boccata d’aria. Credevo di esser da sola e invece ho trovato Mark che era appoggiato alla balaustra. I suoi compagni erano dentro con gli altri, io mi sono avvicinata, ero talmente attratta da lui e abbiamo iniziato a parlare. Hai presente quando ti sembra ti conoscere una persona da una vita anche se l’hai incontrata soltanto pochi minuti prima? A me è successo questo. Poi siamo dovuti rientrare, avevano annunciato l’estrazione dei biglietti e sono venuta al tavolo.

-E io – la interruppe Patty – che credevo tu stessi con Holly!

L’altra rise e continuò:

-Ma no!  Lui era davvero a parlare con gli organizzatori, l’ho visto rientrando. Comunque, dopo quella serata, non ho fatto che pensare a Mark. Il giorno dell’amichevole speravo di rivederlo e invece è subito ripartito con i suoi compagni di squadra. Allora ho pensato che un tipo come lui non avrebbe mai cercato di chiamarmi o contattarmi, quindi mi sono mossa io! E mi sono rivolta ad Holly, l’unico che poteva aiutarmi. Non potevo certo andare da mio fratello, lui e Mark non si sopportano!

-Tutto si è risolto – sospirò Patty – dovrò scusarmi ampiamente con il mio capitano per la scenata di questa mattina!

-Povero Holly! – rise Chris – È un angelo e viene pure trattato male! Devi avere più fiducia nel tuo capitano.

Le due si guardarono, Patty balbettò:

-E scusa anche a te, ti ho giudicata nel modo sbagliato.

-Non fa nulla – ammise lei – ci sono abituata. Non godo generalmente di simpatie fra le ragazze ma con te è diverso. Mi sei stata amica, fin dal primo giorno.

Patty si asciugò le ultime lacrime e rincuorata disse:

-Sto già molto ma molto meglio! E ora andiamo altrimenti il professore chi lo sente!

Corsero insieme dentro la scuola ma giunte in aula trovarono già tutti seduti ai propri posti e il temibile professore di matematica che, alla lavagna, spiegava già da venti minuti abbondanti.

-Gatsby e Price – tuonò l’insegnante – fuori! La puntualità è il fulcro delle mie lezioni.

Entrambe in piedi, una a sinistra e l’altra a destra della porta, erano in punizione con la schiena attaccata al muro.

-Ma poi – bisbigliò Patty – l’hai chiamato Lenders?

L’altra annuì dicendo:

-Lunedì prossimo ci vediamo.

-Ti ha chiesto di uscire? –esclamò sorpresa lei alzando la voce.

-Fate silenzio là fuori! – urlò il professore – Altrimenti vi sospendo!

Le due chiusero la bocca ma sorrisero con gli occhi, ormai sentivano di essere diventate amiche vere.


 
   
 
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