CAPITOLO 1
1° marzo,
Sala
Principale, Piano Terra, Dipartimento Olympus, Ordine dei Guardiani
Seth,
Georgiana,
Daniel
Guardandosi
attentamente intorno per osservare tutto quello che lo circondava, Seth
capì
che, a dieci minuti alle undici, orario in cui era stato convocato
insieme ad
altri, mancava ancora una persona all’appello. Beh, due se si
doveva contare
anche la persona che aveva deciso di riunire alcuni Guardiani a
quell’ora tarda
della notte. Cercando di trattenere uno sbuffo, tirò fuori
dalla tasca della
sua giacca di pelle un orologio da taschino, - che decisamente stonava
con il
suo abbigliamento ma che utilizzava in quanto regalo di una persona
molto
importante. Non appena vide la lancetta dei minuti sportarsi lentamente
verso
il minuto cinquantuno, non riuscì a trattenere un piccolo
sospiro irritato.
-Qualcosa non va?
– sentì provenire dalla sua sinistra
e Seth si girò seccato per rispondere, salvo poi trattenersi
dal tirare un
insulto vedendo i grandi occhi castano-verde di Georgiana che lo
fissavano
preoccupati. Scosse la testa e le rivolse un leggero sorriso, che solo
a pochi
riservava.
- Nulla di cui
preoccuparsi, tranquilla. – le rispose,
ma il ragazzo alla sua destra non era dello stesso avviso.
- Se fosse vero non
controlleresti continuamente
l’orologio in attesa dell’arrivo di Abel.
– replicò Daniel che, seduto al
tavolo in quanto ancora debole dal precedente scontro, sorrideva
sornione
all’addestratore, scatenando una lieve risata a Georgiana.
- Questa riunione
è stata indetta con la massima
urgenza e quell’idiota non si è ancora presentato.
Ormai mancano cinque minuti,
non dà sicuramente una buona impressione non presentandosi.
– sbuffò fuori
Seth, ma questo causò altre risate da parte di Georgiana e
Daniel.
- Tra
l’altro, come fate a sapere che a mancare è
proprio Bell? Avete parlato con Lucifer? – domandò
poi la bionda, scrutando
interessata i due ragazzi. Entrambi fecero spallucce.
- Io ero stato
avvertito in precedenza. - rispose
semplicemente Daniel, sistemandosi con attenzione la fascia sul suo
polso
destro.
- Nella lettera che
mi è arrivata c’erano scritti
tutti i vostri nomi, ma non so ancora perché siamo stati
contattati. – spiegò
invece Seth, ma questo sembrò bastare come risposta a
Georgiana.
A tre minuti
dall’inizio della riunione, la porta si
aprì, rivelando la figura slanciata di Abel Ivan Jansen;
indossava una canotta
dei Black Sabbath, infilata dentro ad un paio di jeans attillati grigio
scuro e
un paio di anfibi neri. Appoggiata al braccio sinistro, si trovava la
sua
giacca di pelle nera. Il ragazzo aveva tra le labbra una sigaretta
quasi
finita, che prese tra le mani smaltate di nero quando vide gli occhi di
tutti
puntati su di lui.
-Scusate il ritardo.
– disse solamente, mentre le sue
labbra si tiravano su a formare un piccolo ghigno. A quella vista, Seth
si
irritò leggermente.
- Sei in ritardo.
– affermò e il suo tono ebbe la
capacità di immergere la stanza in un completo stato di
tensione. Tuttavia,
Abel non si lasciò intimidire.
- È il
minimo per avermi disturbato durante il mio
giorno libero. E ora, se permetti, mi accomoderò in una di
queste belle sedie
accanto a queste belle signorine. – ribatté il
moro, facendo l’occhiolino ad
una ragazza bionda lì presente, che scosse la testa
divertita dal suo
comportamento.
- Beh, direi che ora
puoi smetterla di preoccuparti,
no? – sussurrò Daniel nell’orecchio
dell’ex-Serpeverde. A quel punto, Seth gli
rifilò un’altra occhiataccia.
- Sei fortunato di
essere ferito, altrimenti ti avrei
già tirato uno schiaffo. – nonostante le sue
minacce, il pozionista e Georgiana
cominciarono a ridere e lui sospirò: sarebbe stata una lunga
riunione.
Sala Riunioni, Ordine
di
Merlino
Karma,
Callisto,
Juliet
Picchiettando
continuamente con le dita sul lungo tavolo di mogano, Karma attendeva
ansiosamente che qualcosa accadesse nella stanza, o che il Maestro si
presentasse
per spiegare loro cosa dovevano fare. Già,
“dovevano”, perché in quella stanza,
seduti al suo stesso tavolo, stavano altre sette persone, nella sua
stessa
situazione. Li conosceva tutti abbastanza bene, alcuni meglio di altri,
e
poteva capire il perché fossero stati chiamati a quella
riunione. Tuttavia, non
riusciva a comprendere la presenza della ragazza alla sua destra:
seduta
nervosamente, come se si aspettasse di punto in bianco un cartello con
su scritto
“non fai parte di questa missione, sparisci”,
puntava lo sguardo, semi coperto
dal bucket hat1 verde
bottiglia che indossava, verso il basso,
per non incrociare lo sguardo degli altri.
-Karma, che bello
vederti qui! – esclamò una voce
frizzantina e il ragazzo non dovette nemmeno girarsi per capire che
Callisto
Orphelin, sua grande amica, si stava sedendo proprio di fianco a lui.
- Ciao Lis, anche per
me è un piacere vederti qui. Ma,
se vuoi sapere, sei in ritardo di due minuti. – a quella
constatazione, la
ragazza dai capelli verdi osservò il grande orologio
presente nella sala, ma
poi scosse le spalle, sedendosi tranquillamente accanto
all’amico.
- Mi ero fermata a
guardare le colonne fuori. Sai che
hanno uno stile architettonico interessantissimo? Hai messo il profumo
che ti ho
regalato, sento l’ambra e i fiori di tiaré fino a
qui! Oh, Juls, non ti avevo
vista! – nel vedere l’altra ragazza lì
presente, Callisto si sporse, quasi
addosso a Karma, per salutare con un cenno Juliet che, dopo averla
notata, le
sorrise timidamente.
- Ciao, Tata.
– disse semplicemente, per poi ritornare
con lo sguardo basso non appena i suoi occhi si incrociarono con quelli
del
ragazzo. Roteò gli occhi al cielo, chiedendosi ancora come
facesse una come
Juls, che fino a quel momento era stata un’apprendista, ad
essere lì presente
insieme a loro. Non era un segreto che i due non si sopportassero ma
entrambi
evitavano di parlarsi e si ignoravano a vicenda. Un dolore al braccio
lo riscosse
dai suoi pensieri e Karma si voltò velocemente verso
Callisto, che lo guardava
sorniona.
- Mi hai tirato un
pizzicotto! – bisbigliò lui
massaggiandosi la parte lesa.
- E tu non guardare
malinamente Juls! – replicò lei,
difendendo la sua amica: agli occhi di tutti costituivano un duo
davvero
strano, ma lei non se ne curava. Karma inarcò un
sopracciglio.
- Quella parola non
esiste. – le fece notare, ma lei fece
un piccolo cenno con la mano sinistra.
- L’ho
inventata io, così evito di dire
“malamente” e “malignamente”.
Ho inventato una nuova parola! – esclamò alla fine
Callisto e Karma scosse la
testa divertito. Poi, tornò pensieroso, ricominciando a
guardarsi intorno: in
che cosa si stavano cacciando?
***
Abel,
Eloise,
Amber
-Sei
stato davvero uno stronzo, prima con Seth. Potevi anche rispondergli in
un
altro modo. – prendendo un respiro profondo, per evitare di
perdere la testa a
neanche dieci minuti dal suo arrivo, Abel si voltò verso
Eloise, che o guardava
con aria accigliata. Sorrise.
- Ele, come ho
già detto prima, evitano di chiamarmi
il mio giorno libero. Sono tornato stamattina da una missione in
trincea, in
mezzo al fango e allo schifo. E oggi ero riuscito a fare conquiste!
– si lamentò
il moro, agitando la mano destra, smaltata di nero.
- Io sono tornata
un’ora fa da una missione, ma non
sto qui a piangere come una bambina. – a quelle parole, Abel
emise un verso
offeso e si voltò verso la nuova interlocutrice.
- Mia cara Frosty,
oggi più gelida della Tramontana2,
dico bene? - sbottò lui e la ragazza si trattenne dallo
scagliargli contro un
qualche tipo di maledizione. D’altronde, non aveva voglia di
finire nei guai
per colpa di Jansen e della sua boccaccia. Perciò, lo
ignorò, decidendo di
rivolgersi all’altra ragazza.
- Le lettere
provenivano da Lucifer, tu ne sai
qualcosa? – le domandò, cercando di non ascoltare
le lamentele del ragazzo per
essere stato ignorato. Eloise non fu affatto sorpresa della domanda:
era
risaputo da tutti che la bionda considerasse il Capitano della Squadra
Apollo come
un fratello maggiore visto che, quando era appena arrivata, uno dei
primi ad
aiutarla era stato proprio il ragazzo. Tuttavia, nessuno si era
aspettato che
anche Lucifer trassasse la nuova arrivata come una sorella minore,
sorprendendo
il resto dei Guardiani, abituati a trattare con la sua versione
più solitaria.
- Purtroppo, non so
nulla a riguardo, ha tenuto all’oscuro
anche a me. Di solito mi dice tutto quello che gli passa per la testa,
ma
questa volta niente… - ammise Eloise ed Amber le sorrise
lievemente, grata lo
stesso per la risposta.
- Uffa, ed io che
vorrei essere in camera a guardare Footloose!
– si lamentò Abel ad un certo punto ed entrambe le
ragazze sgranarono gli occhi
a quella rivelazione.
- Footloose?
– domandò sbigottita Amber.
- Quello con Kevin
Bacon? – continuò Eloise e, di
fronte agli sguardi confusi delle due, Abel scoppiò a ridere.
- Certo che intendo
quello! Ma hai presente che figo
che è lì dentro? Altro che musica rock, dovrebbe
suonare qualcos’altro! – fece ancora
lui e a quel punto fu il turno delle due ragazze si ridere. Come
avevano fatto
a diventare amiche di un tipo strano come Abel, rimaneva per loro
ancora un
mistero.
***
Avery,
Eve,
Aloysius
-Che cosa scrivete,
mia dolce signora? –
la domanda la fece sobbalzare vistosamente ed Eve chiuse di scatto il
quaderno
su cui stava scrivendo, per poi voltarsi verso Aloysius.
- Niente di
importante… - mormorò lei, mentre sentiva
le guance tingersi di rosso. Di fronte a quella reazione, il ragazzo
sorrise
divertito. Da quando l’aveva conosciuta, si divertiva
continuamente a lanciarle
battutine per testare la sua pudicizia, e ogni volta si divertiva nel
vederla
così imbarazzata.
- Collega, non
è proprio il modo giusto di
approcciarsi ad un essere femminile. – e ovviamente, a
rovinare come sempre il
suo piccolo divertimento, c’era lui, l’essere dalla
parlantina inascoltabile e
colui che Aloysius cercava sempre di evitare per ascoltarlo: Avery Kai
Vaughan.
- Grazie Avery, ma so
ancora difendermi da sola. –
disse Eve. Non con cattiveria, perché sapeva che Avery non
riusciva a
trattenersi dal rispondere alla gente. Lui le mostrò un
sorriso imbarazzato,
rendendosi conto del suo piccolo errore. Successivamente, si
voltò di nuovo
verso Aloysius.
- Collega, i tuoi
modi sono alquanto da bruto, ti
consiglio di trovare un altro metodo. – continuò,
sistemandosi poi sulla sedia
in modo che il suo impermeabile color sabbia non si rovinasse. Sotto di
esso,
indossava un maglione nero di cashmere a maniche lunghe, segni che
ormai lo
contraddistinguevano, in quanto mai si faceva vedere senza un qualche
maglione
o con le maniche corte.
- Come sta Caramel?
Ha già cercato di ucciderti nel
sonno? – domandò invece lo storico, cercando di
cambiare argomento: sapeva che
se Avery avesse iniziato a parlare di qualcosa, nessuno avrebbe potuto
fermarlo. Almeno, ascoltava qualcosa che gli interessava.
- Oh, è
adorabile. Certo, ancora fa fatica ad
esprimersi, ma pian piano si aprirà. Lo sa che quando
l’ho conosciuta… - a quel
punto Aloysius smise di ascoltare, perché quella storia
l’aveva già sentita altre
sette volte e non era disposto a farlo per l’ottava. Ad un
certo punto, vide
con la coda dell’occhio Eris, che si stava sedendo accanto a
Vincent. Ovviamente,
la ragazza sapeva qualcosa, a giudicare dal suo sguardo, e Aloysius era
intenzionato a scoprirlo.
***
Lucifer, Mary,
Jonathan
Lucifer
osservava
attentamente ogni Guardiano presente all’interno della Sala
Principale.
Provenienti da Squadre differenti, alcuni di loro erano considerati i
migliori
tra i Guardiani mentre gli altri rientravano comunque nella cerchia di
quelli
più abili. Vide Abel, Eloise ed Amber discutere animatamente
riguardo a
qualcosa che non aveva capito, probabilmente di musica o serie tv; la
vista della
bionda gli provocò un leggero brivido alla schiena, in
quanto mai avrebbe voluto
portarla in quella situazione; dall’altra parte del tavolo,
Mary e Jonathan
parlavano tra di loro sottovoce, probabilmente chiedendosi come mai
fossero
stati convocati a quell’ora tarda; Daniel aveva rubato
l’ultimo muffin al
cioccolato dal vassoio con grande disappunto di Georgiana, che ora
cercava di
riprenderselo mentre il ragazzo le faceva la linguaccia. Seth si
avvicinò a due
e diede uno scappellotto al ragazzo, per poi rubargli il dolce, darlo a
Georgiana e rifilare un altro scappellotto all’ex-Tassorosso.
A quel punto,
Lucifer diede un altro rapido sguardo all’orologio
ma, vedendo che Steven non accennava a presentarsi, decise di alzarsi
dal suo
posto per andare a disturbare la sua vittima preferita.
-Stai ancora a
rompergli le palle, Seth? - domandò
l’ex-Corvonero al suo migliore amico, che discuteva ancora
con Daniel, mentre
Georgiana si godeva serafica il suo dolcetto.
-Troppi zuccheri
possono fargli male e lui lo sa bene,
ma se ne frega. - rispose Seth, allontanando ancora il vassoio di
biscotti che
Daniel cercava di prendere.
-Un biscotto non
può uccidermi e tu sei ingiusto! -
replicò il moro. Seth si voltò verso di lui, con
uno sguardo che non ammetteva
repliche e a quel punto, per evitare le ramanzine di Mama Seth, il
corvino fece
il giro del tavolo, decidendo di rivolgersi a due delle tre matricole
presenti al
tavolo.
- Cosa
bisbigliate di così interessante? –
domandò,
facendo sobbalzare i due.
- Stavamo
cercando di capire come mai tu abbia deciso
di fare una riunione a quest’ora della notte, invece di
aspettare domani
mattina. – confessò Mary, mentre si sistemava
leggermente la treccia che teneva
legati i suoi lunghi capelli rossi, e dalla quale spuntava una ciocca
color blu
elettrico.
- Hai intenzione
di dirci qualcosa oppure ci lascerai
all’oscuro di tutto? – provò a domandare
Jonathan, ma Lucifer ridacchiò
leggermente.
- Mi dispiace,
ma per il momento da me non otterrete
nulla, dovrete aspettare. – disse il più grande e
i due si lamentarono. Mary
cercò qualcosa da dire, ma non riuscì a tramutare
i suoi pensieri in parole in
quanto Steven era appena entrato nella Sala seguito da Amelia. Alla
vista dei
due Capitani, i Guardiani si affrettarono per sedersi.
-Scusatemi per
il ritardo, ma prima di venire qui
dovevo recuperare alcuni fascicoli. Piuttosto, voi ci siete tutti? -
domandò il
Capitano della Castor sedendosi a capo-tavola. Ricevuto un cenno dai
presenti,
cominciò a parlare.
-Eviterò
di fare mille giri di parole e andrò dritto
al punto. Come tutti voi saprete, la Squadra Pollux è stata
eliminata durante
l’ultima missione fatta eccezione per un membro, che ora si
trova qui con noi,
- Steven si fermò un attimo in quanto l’attenzione
generale si era spostata su
Daniel che abbassò lo sguardo mentre i suoi capelli
passavano dal castano al
rosso, - e il Consiglio ha deciso di “cambiare i
piani”. Ovviamente, il
Capitano Novak ne è già al corrente, insieme al
Capitano McKinnon. – Lucifer e
Amelia annuirono per confermare le parole dell’uomo, che
quindi andò avanti con
il suo discorso.
-La decisione
dei vari Capitani, insieme a quella del
Signor Lightwood, è stata quella di prendere alcuni membri
delle varie Squadre
e formare una nuova Squadra Pollux. - A quella frase, un leggero
mormorio si
alzò nella Sala, finché una voce non
sovrastò tutte le altre.
-Deve essere
qualcosa di importante per averci
chiamati adesso. - parlò Amber e Amelia si voltò
verso di lei.
-Cosa intende
dire, Guardiano Montgomery? -
-Dico che deve
essere una situazione delicata: l’ultima
riunione dei Capitani è avvenuta non più di
cinque giorni fa e in così poco
tempo avete deciso di creare una squadra praticamente dal nulla.
Inoltre, della
Pollux è rimasto solo il Guardiano Kirkland, che poteva
benissimo essere
spostato in un’altra Squadra, invece di muovere membri
provenienti dalle altre.
Quindi, se avete optato per la seconda scelta, deve trattarsi di
qualcosa di
molto importante e altamente rischioso. - Finito il suo monologo,
Steven
strabuzzò gli occhi, per poi voltarsi verso Lucifer, che
osservava fiero la
ragazza. L’uomo stette in silenzio per qualche minuto, ma poi
riprese parola.
-Devo darle
ragione, Guardiano Montgomery. La
situazione che si è venuta a creare è altamente
rischiosa e non potevamo
aspettare. Abbiamo deciso di chiamare voi perché siete
considerati alcuni tra i
migliori Guardiani che l’Ordine appartiene. Inoltre, abbiamo
deciso di fare
così in quanto tra voi si trovano elementi che sono
strettamente legati al caso.
- Finito di parlare, Steven si alzò e diede la parola alla
figlia, che si fece
avanti.
-Guardiano
Kirkland, Guardiano Carriedo e Guardiano Jansen.
Alzatevi, per favore. - ordinò la bionda e i nominati fecero
quanto richiesto.
-Sappiamo che,
quando siete entrati nell’Ordine vi è
stata richiesta la massima segretezza sulle vostre origini, ma voi ci
servite
più di tutti. - continuò Amelia, alimentando la
curiosità degli altri.
-Cosa vuol dire
“la massima segretezza”? - domandò Mary,
ormai sempre più interessata. Questa volta, a prendere
parola fu Lucifer.
-Daniel e
Georgiana discendono da Tosca Tassorosso,
mentre Abel da Godric Grifondoro. Loro sono tra i pochi discendenti
rimasti in vita.
- Non appena finì di parlare, nella Sala scese il silenzio.
Poi, dopo qualche
minuto, fu il caos.
-Sei serio? Non
me l’hai mai detto! - esclamò Eloise
in direzione di Abel, seccato dal fatto che il suo amico non glielo
avesse mai
rivelato e Mary e Jonathan iniziarono a bombardare di domande a
Georgiana e
Daniel. Di fronte al casino, Amelia cercò invano di
riportare la pace.
-Fate silenzio!
Cosa siete, bambini di cinque anni?!
Comportatevi da adulti! - Al richiamo di Seth il silenzio
tornò a regnare,
mentre i Guardiani si ricomponevano, spaventati da un altro possibile
richiamo
da parte dell’Addestratore. Il silenzio tornò a
regnare per qualche minuto,
finché Lucifer non riuscì più a
trattenersi: -Sì Seth, sai che non riesco a
resisterti quando mi urli contro. -
Inutile dire che
suddetta frase e il pugno che il
corvino ricevette come risposta riportarono al caos totale.
***
Vincent,
Eris
Con il quaderno
appoggiato sulle sue
ginocchia, in modo da non farlo vedere in giro, e la matita nella mano
destra,
Vincent scarabocchiava allegramente la situazione in cui si trovava.
Stava disegnando
il lungo tavolo al quale era seduto, e gli altri sette Merliniani che,
come
lui, erano stati convocati a quell’ora tarda della sera.
Tutti insieme, tesi
come le corde di un liuto3,
aspettavano in religioso silenzio
l’arrivo del Maestro, colui che aveva indetto la riunione.
Dopo aver lanciato
un’altra occhiata allo spilungone con gli occhiali e alla
ragazza gotica che
gli stava accanto, Vincent tornò a concentrarsi sul suo
scarabocchio.
-Quella lì
sarei io? I miei capelli sono più belli
nella realtà. – constatò Eris seduta
accanto a lui, mentre si passava una mano
tra i capelli come a confermare le sue parole. Sorridendo leggermente,
e
facendo spuntare le sue fossette, e si voltò per incontrare
gli occhi zaffiro
della sua amica. Ormai non ricordava più come avessero
stretto quel legame, ma
poco importava, erano legatissimi.
- Mia cara e dolce
Musa ispiratrice, è ovvio che sei più
bella nella realtà, ma le mie capacità nel
disegno non riescono ad eguagliare
tale meraviglia – rispose lui facendo l’occhiolino.
Il tono pomposo e ironico che
utilizzò fece nascere un piccolissimo sorriso, quasi
invisibile, sulle labbra della
corvina, che però si sbrigò a coprire. Vincent
non ebbe il tempo di
rinfacciarglielo, perché il Maestro si presentò
nella sala e tutti i presenti
si alzarono alla svelta, inchinando leggermente la testa per portare
rispetto.
- Benvenuti, miei
cari, vedo che siete tutti presenti.
Dovreste essere fieri per essere qui oggi. La missione che sto per
affidarvi è
molto importante e voi siete stati scelti in quanto ritenuti degni di
svolgere
questo compito. – non appena il Maestro disse queste parole,
Eris vide con la
coda dell’occhio alcuni sorridere leggermente, mentre altri
sembravano più
confusi. Pensò che fosse normale. A quel punto, il Maestro
ricominciò a parlare.
- Per questa
missione, ho scelto come responsabili il
Signor Vaughan e la Signorina Winchester, fiducioso nelle loro
capacità. –
Avery sorrise leggermente a quella lode, felice di essere stato scelto
come
Capitano della squadra.
- Oltre a questo, per
questa missione è necessaria la
presenza di persone come il Signor Vaughan, la Signorina White e il
Signor
Miller, in quanto alcuni dei discendenti ancora in vita di Salazar
Serpeverde e
Cosetta Corvonero. – disse il Maestro e quella dichiarazione
fece scattare
qualche piccola discussione tra i presenti. Tuttavia, il richiamo del
loro Maestro
li fermò.
-Miei cari, so
che questa notizia ha portato scompiglio nel vostro animo, ma vi prego
di
mantenere la calma. Ci sono cose più importanti di cui
discutere. – L’uomo
riuscì a riportare il silenzio nella Sala e, una volta
ottenuta l’attenzione
dei membri, riprese a parlare.
-Come stavo
dicendo, questo fatto è di vitale
importanza per lo scopo della missione. Vedete, nascoste nella linea
temporale,
vi sono delle cose molto preziose. - continuò il Maestro,
per poi alzare una
mano e puntarla davanti a lui. Improvvisamente, al centro del tavolo
apparvero
delle immagini che, dopo qualche secondo, divennero più
nitide: una pietra blu,
una rossa, una gialla e una verde.
-Qualcuno sa
dirmi che cosa sono? - chiese il Maestro
ai suoi sottoposti, ma nessuno seppe rispondere.
-Io direi uno
smeraldo, uno zaffiro, un topazio e un
rubino, ma se non fossero importanti non ce li farebbe vedere. -
parlò Callisto
serenamente, venendo guardata male da tutti. L’unico che le
evitò un’occhiataccia
fu Karma, perché sapeva che quello fosse semplicemente il
carattere della ragazza.
Dopo qualche attimo di attesa, il Maestro decise di parlare una volta
per
tutte.
- La Signorina
Orphelin ha ragione, ma non è questo il
motivo per il quale ve le sto mostrando. Queste quattro gemme
rappresentano i
Cristalli Elementali. - A quella rivelazione, i presenti ebbero
reazioni
diverse.
-Non
può essere, sono scomparsi da tempo! - esclamò
Eve,
scioccata dalla notizia appena ricevuta. Aloysius e Vincent, che
sembravano
quelli meno interessati, furono subito coinvolti nella discussione,
curiosi di
scoprire di più. L’unica che sembrava perplessa
era Juliet.
-Scusatemi4
Maestro, ma potreste
esattamente spiegare l’importanza di tali gemme? -
-Certamente,
Signorina White: i Cristalli Elementali
sono pietre che, un tempo, appartenevano ai Quattro Fondatori, ovvero i
quattro
maghi più potenti che la storia del Mondo Magico ricorda5.
In
esse, i quattro decisero di riporvi alcuni dei loro poteri, in quanto
esse
sarebbero dovute passare di generazione in generazione.
Sfortunatamente, le
quattro pietre, dopo la morte dei loro ultimi possessori, sono svanite
nel
nulla, in quanto sembra abbiano anch’esse la
capacità di trasportarsi nella
linea temporale. Non ve n’è più stata
traccia fino all’altro giorno quando, nel
1932, una di quelle pietre ha cominciato a reclamare un nuovo
possessore. Il
“segnale” è stato captato da un giovane
alchimista, membro dell’Ordine dei
Guardiani, - e qui fece una piccola pausa, osservando i volti
disgustati dei
suoi sottoposti, - che per caso si è scoperto essere uno dei
discendenti di
Tosca Tassorosso. L’Ordine di Merlino ha cercato di ottenere
il possesso della
pietra, ma il ragazzo è riuscito a tornare dai suoi colleghi
con il Cristallo.
E, in questo esatto momento, entrate in gioco voi. - Non appena il
Maestro finì
di parlare, tutti i presenti si guardarono tra loro in silenzio.
Passato
qualche secondo, Aloysius decise di dare voce al pensiero che
affliggeva almeno
la metà dei membri dell’Ordine: -Che poteri hanno
queste gemme? -
***
-La gemma che
noi siamo riusciti ad ottenere è
Cristallo di Tosca Tassorosso, che detiene il Controllo della Natura. -
ricominciò a spiegare Steven. L’uomo, dopo
l’ultimo quarto d’ora passato a
ristabilire l’ordine – con grande divertimento per
Lucifer e una quasi crisi
isterica da parte di Steven e Seth -, si era tolto la giacca, avendo
già capito
che la riunione sarebbe durata un paio d’ore.
-Daniel, fai
vedere a tutti il bracciale. - Nel
sentirsi nominare, l’Alchimista si alzò di scatto,
per poi togliersi il
bracciale dal polso e mostrarlo al resto del gruppo: si trattava di un
braccialetto dall’aria semplice, con il laccio in argento, se
non fosse stato
per la piccola pietra gialla incastonata al suo centro, che donava al
gioiello
un’aria elegante.
-Mi è
stato donato dalla sua proprietaria non appena
capite le mie origini. Mi ha confidato che solo i Discendenti possono
utilizzarne i poteri, in quanto potrebbero rivoltarsi contro chi cerca
di
utilizzarli contro il loro scopo, portando chiunque cerchi di
utilizzarli
contro la loro volontà alla pazzia. In molti hanno cercato
di utilizzarli e,
ovviamente, hanno fallito tutti. - spiegò Daniel, osservando
il bracciale che
ora si trovava tra le mani di Georgiana, che lo osservava meravigliata.
-È
strabiliante…- mormorò la bionda, incantata da
tutta quella situazione. Poco lontano dal ragazzo, Abel osservava con
attenzione il bracciale.
-Che strano
destino. Dobbiamo provare tanti timori e
dubbi per una cosa così piccola. Un oggettino…6
-
-Un oggettino
che però è capace di grandi cose. Io non
lo sottovaluterei così tanto. - replicò Eloise,
che già non stava più nella
pelle per quella faccenda. Dopo aver osservato ancora un po’
il bracciale,
Georgiana fece per ripassarlo a Daniel ma il ragazzo scosse la testa.
Di fronte
allo sguardo interrogativo della bionda, sorrise.
-È
meglio che lo tenga tu. Conoscendomi, sarei capace
di perderlo o romperlo pur stando fermo. Inoltre, penso che stia molto
meglio a
te. - disse Daniel e Georgiana lo guardò sorpresa.
Riportò lo sguardo sul
bracciale e, alla fine, rivolse all’Alchimista un enorme
sorriso. Steven si
avvicinò ai due, riuscendo ad ottenere la loro attenzione.
-Non dovrai mai
toglierlo, Georgiana. Da questo
momento, tu ne sei la Custode. - Quella frase, insieme al tono
utilizzato dal
Capitano, aumentò la determinazione negli occhi della
ragazza.
-Qual
è la storia di questa gemma? Come ha fatto a
trovarsi nel 1932 e perché ha attivato il suo potere solo in
quel momento? -
domandò Amber, riportando l’interesse generale
sulla pietra.
-Quando mi sono
presentato a quella signora, mi ha
raccontato che quella pietra le era giunta da parte di un uomo che
aveva
incontrato qualche mese prima. Il signore le rivelò di
essere uno dei
discendenti di Tosca Tassorosso e di aver ricevuto il cristallo da suo
padre.
Le confidò inoltre di non sapere niente riguardo alle altre
gemme. Dopo aver
ottenuto il cristallo, la signora decise di nascondere la pietra in un
bracciale, in modo che fosse meno visibile. Secondo lei, io mi trovavo
in un
momento della linea temporale abbastanza vicino da essere percepito dal
cristallo.
- Dopo la spiegazione di Daniel, Steven fece apparire con la magia
l’immagine
di uno zaffiro.
-Questo,
ragazzi, è il Cristallo Elementale di Corvonero.
-
***
-È
bellissima…- commentò Eris, osservando
meravigliata lo zaffiro che si trovava
al centro del tavolo.
-Il Cristallo
Elementale di Cosetta Corvonero ha come
potere principale quello di controllare le varie Creature, sia Magiche
che non.
L’ultima volta è stato avvistato nel 1757 e
apparteneva a Robert Chase7,
Purosangue scozzese discendente da Corvonero. Il ragazzo è
morto a ventisette
anni per colpa di una brutta malattia e la gemma è scomparsa
nel nulla,
probabilmente cambiando anno o secolo. - fece il Maestro. Cogliendo
l’attimo di
silenzio del suo superiore, Aloysius decise di porre la sua domanda.
-Se queste gemme
hanno la capacità di potersi spostare
nel tempo, come riusciremo a trovarle? Se non sbaglio, voi avete detto
che
bisogna essere abbastanza “vicini” per poterle
captare. - Nel sentire quelle
parole, il Maestro annuì.
-Questa
è una domanda legittima, Signor Miller.
Vedete, è per questo motivo che servono i diretti
discendenti dei Quattro
Fondatori. Voi tutti avete la capacità di viaggiare nel
tempo con il corpo e
con la mente, ma avete anche il potere di farlo solo con la mente. -
gli
rispose l’uomo e quella frase ebbe il potere di scatenare
diverse reazioni nel
gruppo.
-Viaggeremo solo
con la mente? Com’è possibile? -
domandò Karma cinico: una cosa del genere non era mai stata
proposta prima
d’allora e il ragazzo doveva ammettere di esserne alquanto
intrigato.
-Non
sarà rischioso? Insomma, raramente qualcuno è
riuscito a dividere mente e corpo per un tempo alquanto lungo. -
replicò Juliet,
decidendo di elaborare la notizia nel modo più razionale
possibile. Di fronte a
tutte quelle domande, il Maestro alzò una mano, ottenendo
subito il silenzio.
-Ogni cosa al
suo tempo. Ora vi mostro il Cristallo
Elementale di Serpeverde, ovvero il Cristallo della Mente. - Al centro
del
tavolo, sostituendo l’immagine dello zaffiro, apparve un
bellissimo smeraldo,
di un verde molto intenso.
-La pietra
riesce ad ottenere il controllo delle menti
altrui, sia di persone che di animali. Venne avvistato a New York nei
primi
anni ’20, durante una mostra privata di gioielli. La mostra
apparteneva alla
Signora Moore, un’anziana donna consanguinea di Salazar
Serpeverde. Morì quella
stessa notte, si pensa ad un furto finito male. Ovviamente, del
gioiello non vi
era traccia. -
-Straordinario…
Questi gioielli hanno vita propria! -
sussurrò Vincent con gli occhi che luccicavano per
l’emozione, in mente già una
grande storia da raccontare. Tuttavia, la gomitata che ricevette da
parte di
Eris sfumò i suoi pensieri.
-Che
c’è? - domandò piccato.
-Io non sarei
così felice…- mormorò la corvina,
ricevendo uno sguardo curioso dall’amico.
-Cosa intendi
dire? -
-Intendo dire
che, se è vero che queste gemme
possiedono il potere di tele-trasportarsi ovunque vogliano, allora
saranno
molto difficili da rintracciare. -
***
-E
per finire, questo è il Cristallo del Tempo, appartenente
una volta a Godric Grifondoro.
- Al centro della tavola, apparve, in tutta la sua fierezza, un
maestoso
rubino, che riuscì a suscitare lo stupore della maggior
parte dei presenti.
-Ne deduco dal
nome che sia diverso rispetto agli
altri, giusto? - chiese Mary e Amelia annuì.
-Il Cristallo di
Godric Grifondoro ha il potere di
cambiare la linea temporale a suo piacimento e, di conseguenza, di
comandare
gli altri tre Cristalli. -
-Può
cambiare il tempo? Com’è possibile? -
domandò Jonathan.
-Non lo
sappiamo, ma nelle varie testimonianze che abbiamo
trovato si dice che comandi tutto ciò che riguarda le
dimensioni di Spazio e Tempo.
Se finisse nelle mani sbagliate, non solo non potremmo contare
sull’aiuto delle
altre gemme, ma decreterà la fine del Mondo Magico, se non
di tutta
l’esistenza. Verremmo buttati in un periodo di puro terrore
peggiore di quello
che venne creato dal Signore Oscuro. - Nel sentire quel nome
pronunciato da
Steven, i Guardiani rabbrividirono: alcuni tra i presenti avevano
provato sulla
pelle quel senso di paura e concordarono con il Capitano.
-Cosa dovremmo
fare a questo punto? Come ci muoviamo?
- fece Seth, che ancora non aveva compreso il suo ruolo in tutta quella
faccenda. Iniziò ad intuire qualcosa solamente quando vide
Lucifer rivolgergli
un sorriso imbarazzato per poi abbassare lo sguardo, cosa che fece
allarmare
l’Addestratore. Dopo qualche attimo di silenzio, Steven
decise di rivelare gli
esiti del Concilio15.
-Nella Riunione
di ieri pomeriggio, è stato deciso che
voi andrete a comporre la nuova Squadra Pollux a partire da questo
preciso
istante. Lascerete le vostre spille di Squadra qui a me e troverete
quelle
nuove nelle vostre camere. Inoltre, risponderete agli ordini del
Capitano
Lucifer Novak e del suo nuovo Vice-Capitano, il Signor. Burton. -
Nella stanza non
volò una mosca e, prendendo quel
silenzio come un consenso, Steven sciolse la riunione. Come usciti
dalla trance
in cui si erano ritrovati, i Guardiani si affrettarono a lasciare le
loro
spille sul tavolo. Lucifer cercò di raggiungere Seth, ma
quest’ultimo uscì
dalla stanza senza nemmeno guardarlo. Notando il suo sguardo allibito,
Eloise
gli si avvicinò.
-Non ci credo, e
poi dice a me di essere melodrammatico!
- esclamò l’ex-Corvonero, causando una risata
nella bionda.
-È
contento di essere il tuo Vice, ha solo voglia di
punirti per non averglielo detto subito. - gli confidò lei.
Il ragazzo sorrise
e portò lo sguardo su di lei.
- Tu non lo
conosci come lo conosco io. O, almeno,
come ricordo di conoscerlo. È un rompi palle capace di
rinfacciarti una cosa
per tutta la vita! – sbottò ancora lui ed Eloise
alzò gli occhi al cielo,
spingendolo poi leggermente verso la porta.
-Forza, ti
conviene andare a parlargli: aspetta solo questo.
- A quelle parole, Lucifer sospirò affranto, dirigendosi poi
verso l’uscita.
-Sei incaricata
del mio Testamento! - le urlò,
scatenandole un’altra grossa risata.
***
Una
volta che il Maestro se ne fu andato, i Merliniani cominciarono a
parlare tra
di loro. Ovviamente, alcuni non erano contenti di alcune scelte attuate
dal
loro capo.
-Trovare tutte
quelle gemme prima che lo facciano i
Guardiani è una cosa impossibile. Hanno già una
gemma e noi siamo a corto di un
discendente di Grifondoro. – disse Aloysius, ma Karma scosse
la testa.
- Dalle
informazioni che ci ha dato il Maestro, anche
loro sono a corto di discendenti di Corvonero e di Serpeverde, almeno
su una
pietra siamo in vantaggio. Dobbiamo solamente capire come fare a
trovarle prima
di loro. –
- Ci deve essere
un modo o un incantesimo per poterle
trovare, non possiamo lasciare che spariscano per non farsi
più trovare. – fece
ancora Eve, lisciandosi le pieghe della gonna di pizzo nera.
- E non possiamo
nemmeno evocarle, quindi servirà qualcosa
di più potente. – aggiunse Vincent, già
con la piuma in mano per scrivere ogni
spunto che gi veniva per le sue nuove storie.
- Mente alveare.
– all’improvviso, tutti si voltarono
verso Avery, guardandolo come se fosse impazzito.
- Cosa vorrebbe
dire? – domandò Juliet e l’uomo
sorrise.
- Semplice. Le
pietre sono collegate tra di loro e con
i loro discendenti. Ergo, funzionano come una mente alveare: le pietre
possono
sentirsi a vicenda e sentire i loro possessori e stessa cosa fanno i
discendenti. Se io, White e Miller trovassimo il modo di entrare
consapevolmente in questa mente alveare, allora le troveremmo di sicuro
all’interno
della linea temporale. – spiegò il Capo e gli
altri si guardarono tra loro,
come ad aspettare conferme. Vedendo che però nessuno
ribatteva, Avery si alzò
dalla sua sedia.
- Perfetto! A
questo punto, ci conviene iniziare a
cercare, altrimenti quelli ci batteranno sul tempo. Forza, non dobbiamo
sprecare nemmeno un secondo! – a quelle parole, tutti si
alzarono dal tavolo e
si congedarono, avendo finalmente deciso cosa fare: avrebbero trovato
quelle
gemme e lo avrebbero fatto prima dei Guardiani.
Dormitorio
Chronus, Dipartimento Ida
-Per
tutti i grandi maghi esistiti fino ad ora, apri questa porta o la
butterò giù
io a calci! - da almeno dieci minuti, il silenzio del dormitorio dei
Capitani
era interrotto dal continuo bussare di Lucifer alla stanza del suo
migliore
amico. Dopo la Riunione, il corvino si era subito diretto verso la
stanza di
Seth ma, di fronte al silenzio totale, aveva cominciato ad innervosirsi.
-Seth, per tutte
le sottane di Morgana, apri! - il
moro diede un ultimo colpo alla porta e, quando ormai stava per gettare
la
spugna, la porta si aprì, facendo comparire un largo sorriso
sul volto di
Lucifer. Aprì la porta ed entrò, venendo
investito in pieno dall’odore di
cannella e gelsomino, due fragranze che sapeva piacere tanto a Seth. Si
osservò
intorno, ammirando con un piccolo sorriso tutto il lavoro
dell’altro ragazzo:
la stanza era stata ingrandita e modificata, con il soffitto alto da
farla
sembrare la stanza di un palazzo indiano. Divisa in tre zone
principali, la
stanza era separata in due da un’imponente scala con il
corrimano in marmo che,
passando sotto all’arco indiano che faceva da porta, portava
alla zona notte,
dove un grande letto era circondato da ogni tipo di cuscino. Al di
sotto del
soppalco, la stanza si divideva in due zone: a sinistra vi era la
palestra
dotata di sacco da box, alcuni attrezzi e un tappeto di yoga. Al
centro, una
vasca da bagno, circondata anch’essa da cuscini e da alcune
panche. Sulla parte
opposta, invece, si trovava la “zona ristoro”, dove
si trovavano un tavolino e
due poltrone. Proprio in questa zona della stanza, si trovava il suo
proprietario che, in quel momento, era impegnato a versare del
tè in due
tazzine azzurre, che si trovavano accanto ad un vassoietto pieno di
biscotti.
Sul bracciolo destro della poltrona di Seth stava invece Cleopatra, la
piccola
siamese dagli occhi blu, che grazie ad un incantesimo non cresceva mai.
Nel
notare il nuovo arrivato, la gatta si alzò e si diresse
verso di Lucifer,
iniziando a strusciarsi contro la sua gamba e a fare le fusa. Il
ragazzo si
abbassò e iniziò ad accarezzarla, per poi
voltarsi divertito verso il suo
migliore amico.
-Ehi, la piccola
Cleo mi ama! Se fossi in te starei
attento, altrimenti c’è il rischio che si
trasferisca da me! - a quelle parole,
Seth si voltò verso di lui, guardandolo torvo: Cleopatra era
come la sua
migliore amica, la portava sempre con sé e chi osava anche
solo sfiorarla
andava incontro a morte certa. Ovviamente, Lucifer non contava. Il
ragazzo andò
a sedersi nell’altra poltrona, per poi sorridere
all’altro.
-Non
l’hai portata alla riunione, come mai? - domandò
e Seth alzò le spalle.
-Avrei voluto ma
avevo timore che si spaventasse per
via dell’eccessivo rumore che avrebbero fatto gli altri,
così ho deciso di
tenerla qui in camera. - rispose l’ex-Serpeverde,
allungandogli poi una tazzina
e il vassoio dei biscotti.
-Che carino, mi
hai preparato pure i biscotti. - disse
Lucifer, prendendo uno dei dolcetti e portandoselo alla bocca, mentre
Seth
sorrideva leggermente.
-Avevo intuito
che saresti venuto a rompermi le
scatole, quindi ho voluto fare qualcosa. Allora, suppongo che tu mi
debba delle
spiegazioni. - disse il moro portando lo sguardo sull’amico.
Quest’ultimo
sospirò, sapendo già che prima o poi avrebbe
ricevuto quella domanda. Tuttavia,
si sentì sollevato dal fatto che il suo amico non fosse
arrabbiato.
-Mi dispiace
molto, avrei voluto essere io a dirtelo
ma sapevo che se ci avessi provato non mi avresti dato retta. -
iniziò a
spiegare ma venne fermato da un’occhiataccia di Seth.
-Davvero? E
chissà come mai. - disse quello
sarcastico, facendo roteare gli occhi a Lucifer.
-Senti,
all’inizio io non volevo coinvolgerti, ho
proposto altre mille persone, ma Steven e Amelia mi hanno fatto
riflettere. La
tua presenza è fondamentale. - replicò
l’ex-Corvonero e questa volta fu il
turno di Seth di alzare gli occhi al cielo.
- Sentiamo,
perché sarei fondamentale? - domandò
osservandolo. L’addestratore osservò
l’amico agitarsi leggermente e questo lo
confuse, incuriosendolo ancora di più.
- Ecco,
è una missione importante e pericolosa sotto
tutti i punti di vista e… ho bisogno di te. –
ammise finalmente Lucifer,
prendendo completamente in contropiede Seth.
-
Perché avresti bisogno di me? Da quello che vedo,
sei capace di gestire una squadra tutto da solo. –
ribatté, ma il corvino
scosse la testa.
- Non
è per quello. Nel biglietto lasciato a Daniel, Elisabeth
ha espressamente detto di “cercare nel mio
passato”, ma io non ricordo nulla… -
provò a spiegare e Seth riuscì finalmente a
capire dove volesse arrivare.
- Lucifer, ci
siamo separati dopo il settimo anno e
abbiamo preso strade diverse. Quello che sapevo te l’ho
già detto. Anche se
volessi aiutarti, non saprei come fare. –
l’addestratore vide le spalle
dell’altro abbassarsi, come se avessero acquisito un peso
enorme.
- Lo so,
ma… sei comunque la persona che più di tutti
mi conosce qui dentro e di te mi fido. Se per caso dovesse capitarmi di
ricordare qualcosa in missione, vorrei che tu fossi con me. Per favore.
– a
quelle parole, Seth si irrigidì, perché mai, in
sette anni che aveva vissuto
con lui, aveva visto Lucifer così inquieto. Tuttavia,
c’era anche da dire che
erano stati separati per tanto tempo e si erano incontrati nuovamente
solo
quattro anni prima. Il Lucifer che aveva davanti non era più
il diciassettenne
che aveva lasciato a King’s Cross alla fine del loro settimo
anno. Fu questo il
motivo a dargli la spinta finale per la sua decisione.
-
D’accordo. Ti seguirò in questa missione.
Tuttavia,
avrei una richiesta. – non appena aveva sentito la sua
risposta, Lucifer aveva
leggermente sorriso, incuriosendosi subito dopo, - E sarebbe?
–
- Ovviamente
sarò il tuo Vice-Capitano, ma starò per
lo più dietro le quinte. Non voglio che accada
qualcosa… non come l’ultima
volta. – questa volta fu Lucifer a sgranare leggermente gli
occhi, ma subito
annuì.
- Non ti devi
preoccupare di nulla, davvero. Avrei
però da chiederti un’altra piccola
cosina… -
- Per i quattro
fondatori, cosa ancora? –
- Sai, essendo
addestratore, ha visto alcuni di loro
durante gli allenamenti… e vorrei che li tenessi
d’occhio. Mary è già da un
anno che opera sul campo, ma non ha mai partecipato ad una missione
così
importante, mentre Jonathan e Georgiana sono letteralmente i
più piccoli e
appena usciti dal tuo addestramento. Sono in gamba, ma avranno bisogno
di
qualcuno che li tenga sotto controllo e… a quanto pare, ti
rispettano molto. Anzi,
sembrano quasi degli anatroccoli che seguono la loro mamma. –
a quell’ultima
frase Lucifer ridacchiò e Seth alzò gli occhi al
cielo, ormai abituato a quella
“similitudine”.
- Va bene, te li
terrò d’occhio. Ma sappi che non
voglio ritrovarmi a salvare quei ragazzi dai guai, se la dovranno
cavare da
soli. Se devo essere presente, non voglio fare loro da babysitter. -
Sentendo
la richiesta dell’amico, l’ex-Corvonero sorrise,
annuendo lievemente con la
testa.
-D’accordo,
condizione accettata. - rispose, prendendo
un altro biscotto dal vassoio imitato poi dall’amico.
Rimasero in silenzio per
un po’, quando Lucifer riprese parola.
-Dimmi una cosa.
- disse serio e Seth lo guardò: - Cosa?
-
-Essere nominato
Vice ha gonfiato il tuo ego. -
-Non
è vero. -
-Sì,
invece, ti vedo abbastanza soddisfatto. -
-Finiscila. -
-Ammettilo che
ti piace, con il fascino che hai puoi
portarti a lett…-
-Lucifer! -
1.Bucket Hat:
il cosiddetto “cappello alla pescatora”. Non so, ho
pensato potesse piacere alla
nostra Juls, in caso contrario Fe sei libera di correggermi;
2. Tramontana:
un vento molto gelido e la nostra Amber si fa chiamare Frosty; quindi,
non ho
altro da aggiungere;
3. Liuto: venendo dal
XVII
secolo, ho pensato che per Vincent fosse più immediato come
strumento;
4. Scusatemi
Maestro:
al Maestro si dà del Voi;
5. I quattro
maghi più potenti:
sì lo so, dovrebbe essere Silente ma per me sono loro, una
piccola libertà
artistica;
6. Un oggettino:
questa è una citazione di Boromir tratta dal primo film de Il
Signore degli
Anelli;
7. Robert Chase:
mio personaggio preferito in Dr. House, ho voluto
dargli omaggio così.
ANGOLO AUTRICE
Ma ciao bella
gente! Suonate le trombe perché non ci
credo nemmeno io! Finalmente abbiamo un primo capitolo! So che non
è lungo come
la prima versione, ma avendo molti problemi in questo periodo non sono
riuscita
a fare di più e non volevo farvi aspettare. Inoltre, se
alcuni pezzi vi
sembrano familiari è perché li ho presi
direttamente dalla prima versione,
modificandoli leggermente. Come avrete notato, c’è
un personaggio che non
compare nel capitolo, ovvero Marcel: questo perché
l’autrice è scomparsa nel
nulla e voi sapete che su questo non scherzo.
Comunque, i
giochi sono iniziati, chi sarà il primo a
trovare la gemma?
Per oggi non ho
domande per voi, ma vorrei cominciare
con i capitoli dedicati! Per chi non lo sapesse, i capitoli dedicati
riguardano
un personaggio: alternati con i paragrafi della narrazione attuale, ci
saranno
quelli riguardanti il passato del personaggio, in modo da presentarlo
per bene
senza doverci impiegare anni (se volete capire meglio,
guardate The
Umbrella Academy, l’altra mia interattiva). Visto
che, per adesso, i Guardiani
sono la maggioranza per uno, cominceremo da loro (ovviamente non
metterò i miei
due bimbi):
Seth
Abel
Amber
Eloise
Mary
Jonathan
Georgiana
Per oggi e
tutto, al prossimo capitolo! Bacioni,
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