Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: V@le    05/08/2022    1 recensioni
Attore. Il mestiere più bello del mondo.
Immergersi in un mondo parallelo, magari verosimile o magari fantascientifico.
Diventare un'altra persona, poter fare qualsiasi cosa che nella vita reale appare stupida o imbarazzante.
[...]
Chi non vorrebbe essere un attore?
Eppure recitare è come vivere: c'è sempre un mondo in ombra che nessuno vede e che nessuno cerca.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'attrice
VENTO DI MARE


-Ehi, chi mi passa un panino?
-Qui mancano i bicchieri.
-Chi ha la spremuta?
Partendo al buio dalla villa, erano quasi tutti molto assonnati e silenziosi. Una volta arrivati, l'aria fredda della notte e quel genio di Choji che si era accordato con la cucina della villa per avere pronta la colazione al sacco avevano fatto in modo di svegliare tutti. In poco più di dieci minuti erano diventati rumorosi quanto alle loro serate di gruppo al locale.
-Sai, mi passi il tè? Diamine, fa un freddo insopportabile…- Ino si strinse nella propria felpa aspettando il thermos con la mano tesa.
-Ma dai, non esagerare!- ribatté Tenten -Fosse per me, dovrebbe esserci questa temperatura per tutta l'estate!
-Ma poi non potremmo più chiamarla estate! Che ragionamenti…
Le varie coperte erano disposte sul pendio della collina come isole, abbastanza vicine per poter comunicare senza urlare e allo stesso tempo abbastanza distanti da garantire la riservatezza di un discorso bisbigliato. Sai, Sakura, Sasuke e Naruto condividevano la coperta più grande in basso. Salendo si trovavano Shikamaru, Ino e Choji, spalla a spalla. Poco più in là Kiba e Hinata e, dietro di loro, Shino e Tenten. Nella zona più in alto chiudevano le fila del gruppo Neji e Lee da un lato e Gaara e Matsuri dall'altro. Temari e Kankuro avevano dovuto ritornare in città la sera precedente per altri impegni.
Nonostante il buio, smorzato appena dal chiarore che precede il sorgere del sole, lo Hyuga ogni tanto lanciava un'occhiata a Shino e Tenten, che ridevano e scherzavano come un tempo.
-Sono contento che abbiano fatto pace- sentì dire Lee -ed è stato molto maturo da parte tua dirle di stare vicino a lui durante l'alba.
-È giusto così. Io ho tanto tempo per stare con Ten. E lei ci tiene a vivere questo momento tutti insieme, come amici.

-Ancora caffè? Ne hai appena bevuto un bicchiere enorme! Resterai sveglia fino a dopodomani- esclamò l'Aburame osservando l'amica vuotare il thermos che aveva in mano.
-Figurati, potrei addormentarmi anche tra cinque minuti… non mi fa più effetto.
-Perché ormai sei assuefatta.
-Sì, come ti pare- lo liquidò sorridente Tenten accendendosi una sigaretta, puntando lo sguardo sull'orizzonte.
Un bagliore annunciò l'arrivo del sole. Il cielo cominciò a schiarirsi poco a poco.
-Sai cosa mi hanno detto Asuma e Kurenai ieri, alla cerimonia delle chiavi?
Tenten aspettò qualche istante prima di rispondere.
-No. Non mi hanno anticipato di cosa vi avrebbero parlato.
Shino annuì leggermente.
-Hanno cominciato ricordando la notte in cui sono rimasto con te dopo la lite con Neji. Mi hanno detto che sono rimasti molto colpiti da come ti sono stato vicino, e…
-E..?
-... e mi hanno domandato se riesco a prendermi cura di me stesso allo stesso modo.
La ragazza non commentò. Era chiaramente uno di quei momenti in cui l'amico non le chiedeva consigli, bensì ascolto.
-Perché, secondo loro, merito la stessa attenzione che dedico a te e agli altri in generale.
Shino sentì una presa gentile sulla propria spalla.
-Devo dire di essere pienamente d'accordo con loro.
Le sorrise, stringendo per qualche secondo quella mano amica con la sua.
-Asuma e Kurenai sono bravissimi a farti credere di essere una bella persona.
-Sì, è vero- concordò lei.
-È lo stesso tipo di dono che hai anche tu.
Tenten sospirò.
-È facile quando hai davvero davanti una bella persona, come lo sei tu.
L'Aburame si fece sfuggire un principio di risata, contaminata da una nota di incredulità. Dopo aver lasciato riposare lo sguardo sull'enorme palla di fuoco che si alzava sull'orizzonte, lo volse verso la ragazza.
-Strano che nessuna di voi ragazze sia stata contagiata dalla febbre nuziale. Mi aspettavo chissà quali rivelazioni sulle aspettative per il vostro grande giorno.
-In effetti anch'io pensavo che Hinata e Sakura si sarebbero un po' sbottonate sull'argomento…- ammise pensierosa Tenten -forse sono stata troppo occupata per accorgermene. Per quanto riguarda me e Ino, il matrimonio è un po' un argomento tabù.
-Ma come, niente nozze all'orizzonte con Hyuga?- il ragazzo fece ben attenzione a tenere un tono di voce basso.
-Scemo!- ribatté l'altra dandogli una spallata.
-A parte gli scherzi, non hai mai pensato di sposarti?
-No, non ci ho mai pensato- rispose tenendo gli occhi sul sole, che si faceva sempre più grande -è una cosa che sento ancora troppo lontana.
-Ammetto che la cosa mi stupisce. Ti ho sempre immaginato come il genere di ragazza che vuole sposarsi.
-Sul serio? E perché mai?
-Perché sei il tipo di persona che, se vuole bene a qualcuno, gli rimane fedele fino alla morte. Con il tuo carattere, poi, saresti la moglie ideale: sei sempre pronta al compromesso, senza però farti mettere i piedi in testa.
-Semmai deciderò di sposarmi, allora, manderò il mio futuro marito da te per le referenze!
Tenten aveva sentito il bisogno di buttarla sullo scherzo. L'amico non poteva sapere quanto quel tipo di discorso le potesse mettere ansia.
-Secondo me, Neji queste cose le sai benissimo.
-Ehi, non ti sembra di correre un po' troppo con la fantasia? In fondo stiamo insieme da pochissimo e, realisticamente, non sappiamo come saremo messi tra, che so, cinque anni…
-Certo, nessuno di noi può metterci la mano sul fuoco che starete ancora insieme tra cinque, dieci o cinquant'anni. Però la possibilità c'è. Perché, l'idea non ti piace?
Che domanda enorme e complessa le aveva fatto, senza rendersene minimamente conto!
Entrambi furono distratti da un battibecco scherzoso, ma dai toni alti, tra Ino e Sakura. Con grande sollievo di Tenten.
-Dai- la incitò poi Shino con un paio di pacche affettuose sulla spalla -torna dal tuo ragazzo.
-Mi fa piacere stare qui con te, che credi!
-Lo so, ma gli equilibri sono cambiati ed è giusto così. Tra l'altro, sembra che qualche tempo fa' abbia trascurato un amico senza accorgermene e devo recuperare- spiegò, indicando con un cenno del capo Kiba, poco più avanti di loro.
-Ok, ricevuto.
Si abbracciarono forte, ma brevemente, per poi dividersi.
-Sono stata esiliata- disse scherzosamente Tenten avvicinandosi a Lee e Neji -chiedo asilo!
L'amico rise, facendole segno di avvicinarsi, mentre lo Hyuga le faceva spazio davanti a sé, perché si potesse appoggiare a lui. Rimasero in silenzio finché il sole non si separò dalla linea dell'orizzonte.
Qualcuno cominciò ad alzarsi e stiracchiarsi lentamente. Presto le coperte vennero liberate e piegate, più o meno frettolosamente. Per quanto avessero cercato di riposare dopo la festa, molti dei ragazzi sentivano di avere ancora parecchio sonno arretrato.
-Rimaniamo ancora un po'?- chiese Tenten a Neji, che annuì in risposta -Lee, resti con noi?
-Sicuri di non voler stare da soli?
-Non essere sciocco- ribatté lo Hyuga.
Salutarono il resto della comitiva, che si incamminò sulla via del ritorno. Gaara e Matsuri si trattennero una decina di minuti a chiacchierare, prima di andare.
-E anche il matrimonio è fatto- sospirò Lee -adesso ci dovremo rimettere sotto per l'esame di abilitazione di danza.
-Già- rispose la ragazza, strofinandosi gli occhi -non posso pensare di dovermi allenare con il caldo di agosto… spero almeno che ne varrà la pena.
-Sarebbero dei pazzi a non promuoverti. E la direttrice della nostra scuola ti ucciderebbe, visto che conta su di te per tenere già un corso da ottobre.
Tenten ridacchiò, scuotendo leggermente il capo per quel complimento a suo parere esagerato.
-Ti ha già detto che corso ti farà seguire?
-Il propedeutico, con i bambini più piccoli.
-Allora sarai perfetta, sei così brava con i bambini! Anche se non so come farai a gestire un intero gruppo di piccoletti che saltano e urlano da tutte parti…
-Stai dicendo che i bambini ti spaventano?- chiese Neji con un sorriso canzonatorio.
-Sono pronto a scommettere che un'orda di poppanti intimidirebbe persino te- ribatté Lee alzando un sopracciglio con la faccia di chi la sa lunga -invece Ten è geneticamente programmata per occuparsene.
-Non ti sembra leggermente maschilista come affermazione?- intervenne lei, indecisa se offendersi o meno.
-Ma no, non perché sei una donna- si affrettò l'altro a specificare -intendevo dire che hai un talento naturale per stare con i bambini. Ti ho visto ieri quando ballavi con quei marmocchi, sembravi il pifferaio magico.
-Sei sempre il solito esagerato…
-Sei tu che sei troppo modesta, come al solito. Che c'è di male nell'ammettere che ci sai fare coi bambini? Scommetto che sarai una mamma fantastica, un giorno…
-Lee!
La ragazza, rossa come un pomodoro, si coprì il viso con le mani. Neji, dal canto suo, lo guardava leggermente scioccato. Il loro amico non si rendeva minimamente conto delle implicazioni delle sue parole, contando che loro due stavano insieme da appena qualche mese. Sembrava di essere tornati all'inizio della serie, quando Lee esordiva con affermazioni decisamente imbarazzanti senza capire di essere totalmente fuori luogo. Proprio per questo, probabilmente, finirono per scoppiare a ridere tutti e tre.
-In fondo è rassicurante che certe cose non cambino mai- disse Tenten una volta riuscita a calmarsi.
-Io continuo a pensare che sia il mondo a non essere pronto per la mia onestà disarmante- replicò Lee col naso all'insù.
-Disarmante è decisamente un aggettivo appropriato- commentò Neji seccamente, suonando comunque meno giudicante di quanto sembrasse anni addietro.
La ragazza dovette soffocare una risata, come spesso era stata costretta a fare in passato.
-Ragazzi- Lee stavolta usò un tono molto più serio -ho bisogno di chiedervi un favore.
Gli altri due si prepararono all'ascolto.
-Si tratta di Tadashi, il barman del ballo. Mi ha chiesto di uscire…
-Come amici, oppure…?- chiese lo Hyuga.
-Oppure. Credo di piacergli.
Il ragazzo guardò l'amica, aspettandosi uno dei suoi commenti illuminanti che, però, non arrivò. In compenso, aveva un'espressione vagamente colpevole.
-Tu lo sapevi?!
-Era solo una supposizione- si giustificò subito lei -condivisa da Choji, tra l'altro.
-Choji?- domandò Neji, chiedendosi cosa avesse a che fare con quella faccenda.
-È lui la vera autorità in materia di faccende di cuore nel gruppo. Di solito non sbaglia mai. Ma, tornando a noi: qual è il problema?
Lee sospirò.
-È che non sono sicuro che anche lui mi piaccia. Il fatto che mi abbia detto di essere un mio fan per la serie mi confonde: non vorrei scambiare il sentirmi lusingato con un interesse vero e proprio. Però, in sua compagnia sto bene…
-Allora tanto vale provare, no?- lo rinforzò Tenten con un sorriso rassicurante.
-Qual è il favore che ti serve?- le fece eco Neji.
-Sì, giusto: mi sarebbe d'aiuto che la prima volta usciste con noi. Siete i miei migliori amici, se ci sarete mi sentirò più a mio agio e magari eviterò di combinare qualche disastro. In più, sarebbe la prima volta che frequento qualcuno sul serio.
-Lee- si sentì chiamare dolcemente dall'amica, che gli porse la mano per stringere la sua -va bene essere nervosi, è normale. Dopo qualche uscita con lui avrai le idee più chiare. E ovvio che verremo, no?- Tenten si voltò verso lo Hyuga, ricevendo conferma con un cenno del capo.
-Ok, grazie ragazzi- rispose con tono sentito l'altro.
Tornarono a godersi il panorama, ormai completamente illuminato dalla luce del giorno.

Il rumore del treno che sfrecciava sulle rotaie era, in qualche modo, rilassante. O almeno doveva esserlo per Tenten, dato che dopo appena un quarto d'ora di viaggio si era addormentata con il capo appoggiato alla spalla di Neji, a cui la cosa non dispiaceva affatto. Si meritava un po' di riposo: nelle ultime settimane non si era fermata un secondo. Anche dopo il matrimonio, aveva continuato ad allenarsi e studiare come una forsennata, preoccupata di aver trascurato la preparazione agli esami. Non dava mai a vedere di essere sfinita con gli altri, ma la sera inevitabilmente crollava come una bambina.
Il treno si fermò all'ennesima stazione con una frenata più brusca rispetto alle precedenti, svegliando la ragazza.
-Siamo già arrivati?- chiese ancora con gli occhi chiusi, non potendo trattenere uno sbadiglio.
-No. Manca ancora almeno una mezz'ora.
Tenten mugugnò strofinandosi gli occhi.
-Puoi dormire un altro po', se ne hai bisogno.
-No- inarcò appena la schiena, facendo scrocchiare il collo -basta dormire, o quando arriveremo sarò talmente intontita da non riuscire a camminare dritta.
Lo Hyuga, con un sorriso accennato, la osservò ritornare ad appoggiarsi a lui, tenendo gli occhi aperti seppur ancora appesantiti dal sonno.
-Ti farà bene riposarti un po' questi giorni.
-Se i miei si comporteranno abbastanza bene da permettermelo. Forse con Nobuyuki che arriva domani saranno abbastanza distratti da smettere di assillarti.
Il ragazzo rise brevemente.
-I tuoi genitori non sono stati assillanti con me.
-Non ancora. E ti avverto, sono dei pessimi ospiti. Con la scusa del 'fai come se fossi a casa tua' ho visto visitatori spendere venti minuti buoni solo per trovare un bicchiere in quella bolgia che mamma ha il coraggio di chiamare cucina.
-Sei proprio convinta che io vada trattato coi guanti, eh?
Tenten abbassò lo sguardo imbarazzata. Non voleva di certo dargli dello snob - non l'aveva mai fatto, anche quando forse ne avrebbe avuto motivo - ma era piuttosto sicura che fosse abituato a formalità che i signori Kinomoto ignoravano più o meno consapevolmente.
-Non devi preoccuparti- continuò lui con voce rassicurante -dovresti conoscere abbastanza la mia franchezza da sapere che, se dovessi sentirmi a disagio, lo dirò senza tanti giri di parole.
La ragazza sospirò appena di sollievo a quelle parole, per poi acquistare un cipiglio canzonatorio.
-Giusto, mi dimentico sempre che non sei soggetto alle normali convenzioni sociali che prevedono una quota minima di soggezione nei confronti dei genitori della propria ragazza.
Sobbalzò al solletico provocato da un pizzico sul proprio fianco. Ormai Neji aveva imparato come vendicarsi quando lo prendeva in giro.
-Sembra che, in realtà, mi debba preoccupare più di tuo fratello che dei tuoi genitori- rispose poi lui, ricordando la conversazione origliata durante la cerimonia delle chiavi.
Tenten scoppiò a ridere.
-Cosa c'è di divertente?
-Scusa, mi è solo venuto in mente che Kiba ha detto una cosa del genere su di voi.
-Vuoi dire che io gli metto soggezione?- chiese inarcando un sopracciglio.
-Devi ammettere che, quando sei di cattivo umore, appari leggermente terrificante. Credo che qualche volta tu gli abbia fatto proprio paura. Come a tanti altri.
Probabilmente lo Hyuga si sarebbe offeso se quelle parole fossero state pronunciate da chiunque altro. Invece lei aveva usato quel suo tono leggero e totalmente privo di giudizio che trasmetteva accoglienza a prescindere dal contenuto.
-Ma non a te- constatò con una vena vagamente provocatoria.
L'altra si limitò a rispondere con un'espressione beffarda.
-Non sei mai sembrata intimidita da me. Come pochi altri.
-Perché, volevi intimidire le persone intenzionalmente?
Neji scosse leggermente il capo a quell'abile tentativo di deviare la conversazione.
-Non hai mai preso le distanze da me, di qualunque umore fossi, e allo stesso tempo non sei mai stata invadente.
-La strategia della presenza consapevole- enunciò lei con lo sguardo rivolto in alto, come stesse citando una teoria tra le tante che stava studiando.
-La cosa?
-Strategia della presenza consapevole- ripeté -Visto che avevo problemi a relazionarmi con i miei coetanei, prima di trasferirmi a Tokyo mamma mi spiegò questo metodo, nel caso mi fossi trovata di fronte a qualche atteggiamento strano senza sapere come comportarmi. Quando ho conosciuto Hinata, Shino, Lee e tutti gli altri, mi sono trovata bene da subito, ma devo dire che con te è stato utile.
-E in cosa consisterebbe?
-Beh, molto banalmente nell'essere presente, ma con un atteggiamento neutrale e aperto all'ascolto, senza farsi prendere dalla foga di dover fare o dire necessariamente qualcosa. Potrai pensare che sia una sciocchezza, ma non è facile come sembra.
-Sembra…- lo Hyuga ci mise un po' a cercare la parola giusta -... estenuante.
-Ma no!- ribatté lei con leggerezza -Richiede un po' di energie, ma niente di che. Quando ne vale la pena, non ti pesa.
Il ragazzo le rivolse uno sguardo penetrante e indecifrabile, per poi girarsi verso il finestrino. Tenten lo osservò in tralice. Stava cercando di essere il più aperta possibile con lui e, paradossalmente, ciò sembrava metterlo in difficoltà, a volte.
-Forse ho preso la faccenda dell'essere trasparente un po' troppo alla lettera- buttò lì, sperando in una qualche reazione -qualcosa che ho detto ti ha disturbato?
Neji si voltò verso di lei di scatto.
-No, certo che no- ritornò a guardare oltre il vetro, sospirando impercettibilmente -Durante tutti questi anni devo essere stato così… faticoso
Dopo qualche attimo di silenzio, sentì la dolce carezza di un bacio sulla guancia.
-No, non lo sei stato- la sentì sussurrare mentre appoggiava la fronte dove poco prima aveva posato le labbra -sei il tipo di persona che ha bisogno di tempo per fare avvicinare gli altri, tutto qui. E va bene, non c'è niente di sbagliato in questo.
Il ragazzo chiuse gli occhi, sentendosi quasi cullare da quella rassicurazione. Quando li riaprì, scostò appena il capo dalla fronte di lei per poterla guardare.
-A volte ancora me lo chiedo- bisbigliò, forse più a se stesso che a lei.
-Che cosa?
-Come posso essere io*?
Tenten sorrise dolcemente, prendendogli una mano tra le sue.
-La risposta continua ad essere la stessa.
Le afferrò il mento e se l'avvicinò per baciarla.
Solo Tenten riusciva a metterlo di fronte al fatto che anche lui, come tutti, potesse essere fragile. E solo lei era in grado di fargli pensare che quella fragilità non era qualcosa di cui vergognarsi, bensì qualcosa di prezioso.

Quando Neji scese dalla macchina di Izanagi, si fermò ad osservare casa Kinomoto. Era una villetta modesta, piuttosto isolata, di due piani. Sul lato sinistro c'era un cancelletto che probabilmente dava accesso ad un giardino.
-Lo so: non ha niente a che vedere con villa Hyuga- disse Tenten affiancandolo, mentre si caricava la chitarra in spalla -ma è casa.
-Trovo che ti si addica- rispose lui, voltandosi per prendere il suo borsone.
Izanagi li condusse all'interno. Appena entrarono, udirono una risata fragorosa.
-Papà, perché mamma ride da sola?- chiese la ragazza con la faccia di chi non si aspetta nulla di buono.
-Lasciate pure qui i bagagli, li porteremo su più tardi- rispose il padre, ignorando completamente la domanda della figlia, con un gran sorriso stampato sul volto.
Tenten si avvicinò circospetta all'entrata del soggiorno, seguita dagli altri due. Quando finalmente si affacciò nella stanza, sorrise sbalordita e corse incontro ad un ragazzo, saltandogli letteralmente in braccio. Era alto, dai capelli castani leggermente lunghi e gli occhi dello stesso colore di quelli di Tenten. Yori continuò a ridere a quella scena, con uno sguardo evidentemente intenerito.
-Nobuyuki ha voluto farci una sorpresa arrivando ieri sera- spiegò Izanagi avvicinandosi con Neji.
Quest'ultimo salutò con un cenno del capo la padrona di casa, per poi affrettarsi ad osservare fratello e sorella. Nobuyuki aveva riportato l'altra con i piedi per terra e le bisbigliava qualcosa tenendo le loro fronti a contatto, mentre le mani le abbracciavano i lati del viso. Quando finalmente li vide l'una a fianco dell'altro, notò come i tratti dei loro volti fossero piuttosto diversi; tuttavia, c'era qualcosa nello sguardo di entrambi che sembrava identico.
-Mina!- Tenten tese le braccia verso una ragazza dai lineamenti inconfondibilmente occidentali, incorniciati da una chioma liscia e ramata -Sono così contenta di vederti finalmente di persona!
-La cosa è assolutamente reciproca- rispose Mina lasciandosi abbracciare senza tante cerimonie.
Tenten si affrettò a presentare a entrambi Neji, che ricambiò le strette di mano con la sua proverbiale compostezza. Nobuyuki sembrava assolutamente tranquillo: nessuna occhiata intimidatoria, né sorrisetti di sfida direzionati al ragazzo della sorella. Che strano.

Quella prima sera la cena era stata organizzata in giardino. Benché il mare distasse una buona ventina di minuti da lì, il vento portava loro una manciata d'aria salmastra.
-Sei proprio stato una canaglia ad arrivare prima senza dircelo- si lamentò Tenten servendosi un po' di verdure -volevo farti trovare uno dei tuoi dolci preferiti come sorpresa al vostro arrivo, e invece come al solito smonti tutto.
-Vuoi farmi credere che adesso sai cucinare?- la prese in giro il fratello, intercettando il tovagliolo appallottolato che gli era stato tirato per ripicca.
-Rimarresti stupito, sai?- Yori prese le difese della figlia -quando ha avuto la pausa dalla serie ha cucinato spesso per noi; penso sia stato l'unico periodo, da quando siamo sposati, in cui abbiamo avuto un'alimentazione salutare.
Tenten lanciò uno sguardo spudorato e vittorioso al fratello.
-Allora uno di questi giorni dovrai deliziarci con i tuoi manicaretti, pulce!- ribatté Nobuyuki canzonatorio.
-Sarà un vero piacere!- rispose l'altra a tono.
Mina, che fino a quel momento aveva osservato divertita la scena, cominciò a fare qualche domanda a Neji sulla sua famiglia e i suoi interessi. Presto il resto della tavolata venne coinvolta nella conversazione. Tenten si ritrovò a pensare che, quella sera, lo Hyuga era particolarmente loquace. A dirla tutta, non lo aveva mai visto conversare così tranquillamente e così a lungo con qualcuno; per di più, sembrava assolutamente naturale nel farlo.
-Ragazzi- Izanagi richiamò l'attenzione generale stappando una bottiglia -questo è un vino speciale, lo teniamo da parte da un bel pezzo per un'occasione come questa. A me i bicchieri, non sono ammessi astemi in questa casa!
Nonostante l'avvertimento, Mina coprì il suo calice perché rimanesse vuoto.
-Oh, andiamo, almeno un goccetto!
-Ti ringrazio, Iza, ma non posso- spiegò la ragazza sorridente.
-Come sarebbe a dire non puoi?
Nobuyuki venne in soccorso della compagna, circondandole le spalle.
-Non può perché è incinta. Sì, avremo un bambino!
Il resto della famiglia Kinomoto esplose in esclamazioni di gioia e abbracci, mentre Neji si limitò a delle semplici congratulazioni.
-Pulce! Non starai mica piangendo?
-Ah, non rompere, Nobu!- sbottò Tenten, asciugandosi le lacrime dopo aver abbracciato entrambi -Dal matrimonio di Kurenai sono un disastro, mi commuovo per qualsiasi cosa. Ma questa notizia merita lacrime di gioia!
Lo Hyuga osservò la sua ragazza, notando che aveva la stessa espressione di quando aveva dato inizio alla cerimonia delle chiavi.
-Sapete già il sesso?
-È un po' presto per dirlo con certezza, ma il medico all'ultimo controllo sembrava abbastanza sicuro che fosse femmina.
-Una femmina, che meraviglia!- esclamò Yori congiungendo le mani.
-Già. Anche se so già che da adolescente mi farà passare le pene dell'inferno- si lamentò scherzosamente il futuro padre, sorseggiando il vino.
-Ma che dici! Guarda tua sorella- ribatté Izanagi -È stata un'adolescente esemplare!
-Semplicemente perché abitavo da un'altra parte- intervenne Tenten -Io concordo con Nobu, le adolescenti sono tremende! I ragazzi che recitano nella serie con noi mi hanno raccontato delle cose… da fare venire i brividi!
-Quindi, se un giorno toccherà a te- le si rivolse Mina -spererai nel maschietto.
-Oh, sì, senza dubbio! Che almeno il primo sia maschio!
La ragazza si sentì gelare un secondo dopo aver pronunciato quelle parole. Come aveva potuto essere così stupida? Farsi sfuggire un'affermazione del genere davanti ai suoi, ma soprattutto davanti a Neji! Non ebbe il coraggio di voltarsi verso di lui per vedere la sua faccia. Sperò vivamente, invece, che in tutta quella confusione non avesse collegato quelle parole alla sua teoria del buco nero.
-Beh, io sono contentissima che sarà una femminuccia- disse Mina catturando l'attenzione generale -e la tempesteremo talmente tanto di racconti e foto della sua cara zia che, alla fine, non potrà fare a meno di diventare una persona eccezionale come lei!
Tenten le rivolse uno sguardo carico di gratitudine, cercando di ritrovare un ritmo respiratorio regolare mentre riprendeva il suo posto vicino allo Hyuga. Presto si fece coinvolgere dalle chiacchiere e sentì il nervosismo abbandonarla gradualmente.

Per il pomeriggio successivo i signori Kinomoto avevano consigliato alla gioventù di farsi una passeggiata al punto panoramico di Manazuru, all'estremità della penisola. L'odore del mare penetrava nelle narici, potente e rigenerante.
-È esattamente come me lo ricordavo- disse Nobuyuki guardandosi intorno -i nostri genitori ci portavano qui almeno una volta al mese, tutti i mesi dell'anno. Te lo ricordi, pulce?
-Come dimenticarlo? Con me l'hanno fatto anche quando sono tornata temporaneamente da Tokyo.
-E hai deciso di tornarci? Anche dopo aver rivisto questo posto? Non so davvero come fai a vivere in quella metropoli… Sei un tipo da spazi aperti, tu.
-Cosa sono, una gazzella? Guarda che a Tokyo esistono i parchi, e tanti quartieri sono assolutamente tranquilli e vivibili.
Il fratello fece una smorfia poco convinta, mentre Mina ridacchiava al suo fianco. Dopo una curva, il sentiero si dispiegò in un rettilineo.
-Ehi, pulce, scommetto che sono ancora in grado di batterti nella corsa.
-Oh, davvero?- replicò Tenten -Stai sfidando qualcuno che ha passato le ultime settimane ad allenarsi tutti i giorni. Sicuro di volerlo fare?
-Al mio tre.
Fratello e sorella si misero in posizione e, al via di lui, scattarono.
Mina e Neji li guardavano sorridendo, mantenendo un passo più cadenzato.
-Le è mancata terribilmente- disse lei -e, ora che l'ho incontrata di persona, capisco perché. Quella ragazza sembra emanare gioia. È sempre così?
-Quasi sempre- rispose Neji.
-Beh, è un'ottima media.
Il ragazzo la vide rallentare il passo.
-Hai bisogno di fermarti?
-Non è una brutta idea- rispose lei, dirigendosi verso la panchina più vicina -non sono mai stata una grande camminatrice, figurati ora che ho una bimba che mi succhia tutte le energie- si sedette -Se vuoi raggiungerli, vai pure. Posso aspettare senza problemi.
Lo Hyuga scosse il capo.
-Non mi dispiace tenerti compagnia. E poi credo che sia giusto lasciarli un po' da soli, non si vedono da tanto.
-Sì, sono d'accordo.
Si voltarono a guardarli di nuovo. Non avevano visto chi fosse arrivato per primo in fondo al rettilineo. I due si erano accostati al parapetto che dava sul mare e chiacchieravano.
-Da quanto tempo state insieme?- chiese Neji, prendendo posto accanto a Mina.
-Circa tre anni. Ci siamo conosciuti poco dopo il suo ritorno in Italia e siamo stati per un po' amici- le sfuggì un principio di risata -già a quel tempo sentivo che non saremmo riusciti a rimanere solo amici a lungo. Nobu è sempre stato così carismatico e attraente, senza rendersene conto. All'università c'era uno stuolo di ragazze che avrebbero dato qualsiasi cosa per mettersi con lui, nonostante il suo italiano fosse terribile all'inizio. Io ero l'unica a conoscere il giapponese, avendo vissuto ad Osaka fino a undici anni, perciò ero avvantaggiata. A dirla tutta, per me lui all'inizio era solo un'occasione per rispolverare il giapponese e guadagnare qualche soldo: gli davo ripetizioni di lingua italiana.
Si fermò, per poi guardare il ragazzo.
-Scusami, mi sto prendendo tutta questa confidenza con te, senza preoccuparmi di metterti a disagio.
-Non c'è problema- la rassicurò Neji con tono neutrale.
Mina gli sorrise, sollevata, per poi tornare a guardare Nobuyuki.
-Essere la compagna di uno come Nobu è strano. All'inizio sembrava un tipo rumoroso, superficiale, sempre pronto ad assecondare gli altri. E, a volte, appare ancora così. Ma, in realtà, è dotato di una profondità disarmante. Anche nella situazione più critica, lui ha sempre la cosa giusta da dire. Devo ammettere che talvolta mi fa sentire un po' sprovveduta…
-... ma, allo stesso tempo, ti fa sentire totalmente accolto. Come se fosse assurdo non accettarti per quello che sei e che provi.
-Esattamente!- esclamò Mina stupita -Ne deduco che la sorella è fatta della stessa pasta- sospirò, accarezzandosi la pancia appena visibile -questa bambina avrà un papà eccezionale.

-Visto? Ho vinto io!- esclamò sorridente Tenten appoggiandosi al parapetto di schiena.
-Devi aver barato, non c'è altra spiegazione- rispose il fratello provocatorio, affiancandola con lo sguardo verso il mare.
Si beccò una linguaccia.
Entrambi si ripresero dal momentaneo fiatone, inspirando l'aria salmastra.
-Mina sembra fantastica- esordì la ragazza -mi trasmette tanta tenerezza… Credo che sarà una brava mamma.
-Sarà una mamma strepitosa- precisò Nobuyuki, lanciando alla compagna uno sguardo ammirato, per poi voltarsi verso la sorella -Neji, invece?
-Neji cosa?
-Beh, state insieme da pochi mesi, e già ieri parlavi di un primogenito maschio…
-Scemo!- ribatté l'altra dandogli una gomitata -Sono cose che si dicono…
-... disse quella con la teoria del buco nero.
-Mamma te l'ha detto?
-Le è sfuggito, sì. E per fortuna, visto che tu non me ne hai mai parlato.
-Perché non è importante.
-Sì che lo è, pulce. E se davvero stai cominciando a pensare di volere dei figli, al posto tuo mi chiederei cosa ha provocato un cambiamento del genere.
-Anche tu ora ti metti a fare lo psichiatra in vacanza? Come mamma?
-Sai benissimo che non sono uno psichiatra e che potrei offendermi, ma adesso non cambiare discorso.
Tenten sbuffò sonoramente.
-Che vuoi sapere?- chiese con tono vagamente esasperato.
-Credi che sia stato Neji a innescare la cosa?
-No… non so, forse… Non mi sono messa ad analizzare la cosa, Nobu. Non è necessario analizzare tutto quello che ci succede, nella vita.
Nobuyuki la scrutò in viso.
-Sì, è vero. Solo non capisco perché ti rende così nervosa parlarne.
La ragazza sospirò, voltandosi anche lei verso il mare.
-Mi sento come se stessi camminando sulle uova, rispetto ad argomenti come il volere figli.
-È comprensibile, sono cose nuove per te.
-No. Non solo- diede un'occhiata sfuggente a allo Hyuga, come ad assicurarsi che fosse abbastanza lontano da non udirli -Neji fino a poco tempo fa' non era intenzionato ad avere relazioni sentimentali. Nel senso che non ne voleva proprio.
-Cosa? Dici sul serio? Ma da che pianeta viene?
-Nobu!
-Ok, ok, scusa. È che non avevo mai sentito una cosa del genere.
-Già. Fatto sta che ora stiamo insieme, che è già una specie di miracolo… Non posso dirgli che ho appena scoperto di volere dei figli in futuro, scapperebbe a gambe levate…
Fu un po' disturbata nel sentire il fratello ridere.
-Non sai quanto mi ricordi me con Mina. Quando ci siamo conosciuti diceva di non volere figli prima dei trent'anni, perché prima voleva costruirsi una carriera nelle relazioni internazionali. Quando mi ha detto che era incinta, ho temuto che volesse abortire, per poi lasciarmi. E invece sembra non veda l'ora di diventare mamma.
Tenten non poté fare a meno di sorridere.
-Comunque capisco il tuo ragionamento. Ma sai che con me puoi parlare di qualsiasi cosa, come faccio io con te- la vide annuire -avanti, sfogati ora che puoi! Se vuoi che il primo sia maschio, vuol dire che speri di averne più di uno.
La ragazza sembrò cercare la risposta nelle onde.
-Ovviamente è solo un'idea vaga, ma se provo a pensarci… sì, mi piacerebbe averne più di uno. Anche tre o quattro.
-Tre o quattro? Caspita. Vuoi ritrovarti circondata- commentò Nobuyuki ridendo -effettivamente, però, non faccio fatica ad immaginarti con tutti quei bambini.
In automatico lo sguardo del ragazzo si diresse verso Neji, movimento che non sfuggì alla sorella.
-Che ne pensi?- chiese quest'ultima.
-Penso, come sempre, che nessun uomo ti meriterà mai- con quelle parole si guadagnò una spallata -Ok, ok- lo osservò per un po' in silenzio, prima di continuare -devo dire che, per come me lo descrivevi, non sembra così freddo e impassibile. Certo, non è un chiacchierone, ma neanche un asociale scorbutico. Ieri a cena è stato piuttosto piacevole.
-Di quello mi sono stupita anch'io. Avevo paura che mamma e papà l'avrebbero scioccato, invece sembrava perfettamente a suo agio.
-Sono molto bravi a fare sentire le persone ben accette. Se presi a piccole dosi, ovviamente.
Risero entrambi.
-Mamma mi ha raccontato che ti ha appoggiata da subito, quando volevi testimoniare contro di lui.
-Sì, è così.
Nobuyuki prese un respiro profondo.
-Secondo te, ti merita?
-Cos'è, una domanda a trabocchetto?
-Rispondi.
Il ragazzo aveva usato un tono tutt'altro che autoritario.
Tenten abbassò lo sguardo.
-Non me lo sono mai chiesto. Piuttosto, mi domando se me lo merito io.
-Addirittura…
-È la persona migliore che conosca.
Lo aveva detto con una sicurezza tale da risultare incontestabile. Nobuyuki sorrise e l'attirò al proprio petto.
-Spero sia chiaro che, se ti farà stare male, rimpiangerà di essere nato.
-Sei così poco originale…
-Taci, pulce.

Quella parete del soggiorno era letteralmente coperta di foto. Neji avrebbe dovuto raggiungere gli altri nel giardino, ma la sua curiosità l'aveva bloccato lì, a studiarle. Tenten era quasi dappertutto, in età diverse. Le più recenti, probabilmente, erano state inviate da Kurenai. C'era già una foto del matrimonio di poche settimane prima, che la ritraeva mentre cantava.
-Non è mai in posa, l'hai notato?
Nobuyuki comparve alle sue spalle e lo affiancò.
-Ha sempre odiato mettersi in posa per le foto, sin da piccola. Mamma e papà dovevano scattarle a tradimento.
-Non mi stupisce affatto.
Anche lo sguardo dell'altro cadde sulla foto del matrimonio.
-E così è una brava cantante.
-Molto più che brava.
-In un certo senso me lo immaginavo: era così fissata con i musical. Mi ricordo che, a sei anni, mi disse che doveva trovare un fidanzato per cantare con lui, come facevano i nostri genitori al karaoke- rise al ricordo -dovrai aiutarmi a convincerla a cantare per noi almeno una volta, prima di salutarci.
-Non sarà un problema.
Lo Hyuga si sentì addosso lo sguardo di Nobuyuki, ma cercò di non curarsene.
-Neji.
-Sì?
-Grazie per essere stato vicino a mia sorella in tutta la questione di Katashi. Io non sono riuscito a starle accanto come avrei dovuto, ma è importante per me sapere che non era sola.
-Non sono stato l'unico. I nostri amici le sono stati tutti vicini.
-L'ho saputo. Ma ho saputo anche che, quando Katashi l'aveva fatta sparire, sei andato a cercarla nonostante fossi davvero arrabbiato con lei.
Neji finalmente si voltò verso l'altro. Manteneva la sua espressione impassibile, anche se negli occhi aveva un guizzo di stupore.
-Tenten ha bisogno di questo: una presenza stabile, a cui potersi affidare, sempre e nonostante tutto.
-Avrai anche saputo che quella sera abbiamo litigato così malamente da rivolgerci a stento la parola per mesi.
-Oh, sì- confermò Nobuyuki ridacchiando senza cattiveria -mi ha chiamato la sera seguente. Era così arrabbiata…
Il ragazzo si chiese cosa ci trovasse di così divertente, sentendo la mascella irrigidirsi per l'irritazione.
-Ten non si arrabbia mai, sai? Letteralmente. Quella è stata l'unica volta che l'ho vista arrabbiata- incurante della sorpresa che aveva suscitato nello Hyuga, si avvicinò alla finestra per poter sbirciare nel giardino -la rabbia è un'emozione importante e che lei non la esprimesse mai era una cosa che mi preoccupava. Grazie a te, ci è riuscita. Evidentemente, sei l'unico che riesce a scuoterla dentro.
Neji sospirò.
-Mi aspettavo una qualche predica da fratello maggiore- tornò a guardare le foto alla parete -ma non di questo genere.
-Sarebbe stato divertente, in effetti. Ma c'è sempre tempo per quello.
Nobuyuki si congedò con un sorriso e si diresse verso il giardino. Lo Hyuga lo seguì con la coda dell'occhio. Si sentiva come se fosse appena stato sottoposto ad un esame, nonostante il tono tranquillo dell'altro. Gli bastò ritornare a guardare le fotografie per scrollarsi quella sensazione di dosso. Nonostante non fosse mai in posa, in ogni singolo scatto Tenten sorrideva, più o meno ampiamente.

Mina, affaticata dal caldo, si riposava su una sdraio all'ombra di un albero, piacevolmente intrattenuta da Tenten.
-Accidenti, odio l'idea di essere una zia a distanza…
-Ti prometto che sarai la prima che la vedrà dopo il parto. E poi verrai a trovarci prima o poi, no?
-Ho dato quasi fondo ai miei risparmi quest'anno per Berlino… ci metterò un bel po' a racimolare abbastanza per il volo senza rimanere al verde…
-Problema che non esisterebbe se accettassi di farti pagare il biglietto aereo da noi- si intromise Yori, mentre finiva di preparare una merenda lì vicino.
-Mamma, non ricominciare…
-Ti ammiro molto- intervenne Mina -magari fossi riuscita io ad essere così indipendente alla tua età!
La ragazza lanciò uno sguardo vittorioso alla madre.
-Senti, signorina indipendente: vammi a prendere i tovaglioli, che mi sono rimasti dentro.
Tenten si diresse verso la casa, incrociando il fratello che usciva. Lo seguì con lo sguardo raggiungere la compagna e salutarla affettuosamente, per poi baciarle la pancia. Non riuscì a trattenersi dal sorridere a quella scena. Sentì le farfalle nello stomaco, come al matrimonio, e improvvisamente le comparve in mente l'immagine di lei e Neji al loro posto. Scosse la testa energicamente, pensando che la cosa le stava decisamente sfuggendo di mano, e si voltò per dirigersi in cucina, andando a sbattere contro una spalla.
-Ehi, tutto a posto?- le chiese lo Hyuga con sguardo vagamente divertito.
-Sì, certo. Avevo solo la testa tra le nuvole- rispose lei riprendendo a camminare e inciampando sulla soglia della porta.

Nel bel mezzo dell'ultima notte prima della partenza da Mazanuru, Neji si svegliò, accorgendosi subito che il posto accanto a lui nel letto era vuoto. Si mise a sedere guardandosi intorno nel buio, fino a distinguere una sagoma alla finestra aperta.
-Ten.
La ragazza si voltò.
-Scusami… Ti ha infastidito la corrente?
-No, no…
Si alzò e la raggiunse, sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Sto bene- lo anticipò lei, mostrando un'espressione serena -mi sono svegliata perché avevo sete e mi è passato il sonno.
-Allora non ti capita solo nelle case degli altri.
Tenten rise a bassa voce.
-Ho voglia di uscire un attimo in giardino- disse poi -vieni con me? Stiamo poco, poi torniamo a letto.
Lo Hyuga annuì. Ormai il sonno era passato anche a lui.
Quando si ritrovarono all'esterno, furono investiti da un vento fresco, piuttosto forte eppure in qualche modo delicato. La ragazza fece qualche passo, per poi fermarsi e spalancare le braccia. Sentì Neji avvicinarsi alle sue spalle con passo cadenzato, ma restò ancora per un po' a occhi chiusi, prima di voltarsi.
-Adoro questo tipo di vento- disse, tenendosi con una mano i capelli che tendevano a finirle in viso -sembra quasi che riesca a portare via tutte le preoccupazioni.
Lo Hyuga l'aveva osservata con espressione serena e velatamente ammirata. La stava conoscendo sempre più a fondo, in tanti aspetti che - ne era abbastanza sicuro - erano sconosciuti a gran parte dei suoi amici, e più la scopriva, più gli piaceva. Di solito non succedeva l'opposto?
Quando la vide accostarsi al suo petto, cingendogli il torace con le braccia, non poté evitare di sorridere. Mentre percepiva la stretta rafforzarsi, provò a concentrarsi anche lui su quella brezza insistente. Effettivamente, c'era qualcosa di tranquillizzante in quel vento.
-Grazie di essere venuto qui con me- sussurrò Tenten contro il suo petto -se sei sopravvissuto ad una settimana intera con i miei e mio fratello senza scappare a gambe levate, non farai fatica a sopportare tutte le mie stranezze.
Neji scosse leggermente il capo. La forzò con gentilezza ad alzare lo sguardo per baciarla.
-È assurdamente facile amare le tue stranezze.
Quelle parole, bisbigliate all'orecchio come un segreto, furono per Tenten l'ennesimo regalo. Il buco nero si restringeva poco a poco, discretamente, senza far rumore. Ancora non se ne rendeva conto, ma pensare al futuro già non le faceva più così paura.









*Riferimento al capitolo 28 "Come un albero"

Angolo dell'autrice
Ciao a tutt*!
Siamo arrivati alla fine di un ciclo, in un certo senso, con questa storia. Volendo, potrebbe dirsi conclusa qui; tuttavia, in mente ho ancora alcune vicende da raccontare, che magari potrebbero sembrare superflue e fare l'effetto di "allungare il brodo". Il fatto è che personalmente, in tutti i libri, film, fanfiction lette negli anni, sono sempre stata curiosa cosa ci fosse dopo: dopo il primo bacio, o la prima notte insieme, o dopo aver superato ostacoli più o meno grandi. La storia di Neji e Tenten in questa ff ancora non si è esaurita per me, quindi proverò a portarla ancora avanti e vedremo quale sarà il risultato.

Ringrazio ancora e ancora i lettori che seguono questa storia. Inutile dire che la speranza di ricevere un qualche commento c'è sempre, ma sapere che qualcuno continua a leggerla è già di per sé una vittoria.

Nella prima parte di questo capitolo c'è un piccolo omaggio a
eleonor89 e alla sua ff "100 motivi e più... perché Choji sa", che ho riletto e riscoperto con immenso piacere, insieme a tante altre ff ShikaIno e NejiTen presenti qui su efp. Perché lo penso anch'io: Choji sa, sempre più di tutti gli altri!

Un abbraccio e buon resto dell'estate!

V@le
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: V@le