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Autore: Delsin98    06/08/2022    0 recensioni
"Lottare nella tempesta per sognare l'arcobaleno."
Katsumi Ryuota, un allenatore di Pokemon proveniente da una regione molto lontana, si imbarca in un'entusiasmante avventura nella regione di Sinnoh con l'obiettivo di diventare il miglior allenatore di sempre, adempiendo così ad una promessa fatta molto tempo fa. Nuove avventure , personaggi interessanti e una miriade di pericoli celati dietro l'angolo arricchiranno in maniera significativa questo viaggio.
Riuscirà questo giovane a completare il suo obiettivo, scoprendo al tempo stesso i misteri che circondano questa regione?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Cuor di Leone  


L’atmosfera cominciava a farsi sempre più rovente mentre il giovane si avventava sul cumulo di detriti e rottami, li afferrava, li sollevava spostando in fretta tutto quello che poteva per liberare il torace della vittima e permettergli nuovamente di respirare. Era ancora vivo fortunatamente, ma aveva perso i sensi probabilmente per via dello shock causato dal dolore.  

Con un rapido slancio Katsumi sollevò di peso lo scienziato, caricandoselo sulle spalle «“Però, sembra che abbiamo messo su qualche chiletto”» ironizzò il ragazzo notando come l’uomo fosse più pesante di quanto non apparisse.

Era piuttosto giovane, ad occhio e croce avrebbe potuto avere un’età superiore ai ventisette anni e dei corti capelli color castano attraversati da riflessi biondi gli sovrastavano il capo. Gli ricordò vagamente il professor Elm, ritrovandosi a domandarsi cosa stesse facendo in questo momento e se si stesse prendendo cura dei suoi pokemon, mentre lui era in quel casino a rischiare l’osso del collo. 
 

Il tempo stringeva e le fiamme cominciavano a propagarsi ulteriormente, occupando il poco spazio libero rimasto. Avrebbe dovuto muoversi alla svelta o per lui e il ricercatore ci sarebbe stato un barbecue di troppo. 

Avanzò faticosamente in direzione della porta, accorgendosi tardivamente di come una grossa porzione di soffitto si fosse appena staccata e di come ora viaggiasse in rotta di collisione con il pavimento. Il problema era che loro due sarebbero incappati nella sua traiettoria.  

Che cosa avrebbe dovuto fare, mollare quel pover’uomo e schivarla? Non ci pensava minimamente. Oltretutto, le gambe sembravano non rispondere ai comandi, era come se fossero del tutto immobilizzate. Non riusciva nemmeno ad afferrare una delle pokeball dalla cintura, visto che le mani erano del tutto occupate nel cercare di tener ben saldo il corpo dello scienziato.  

Si rifiutava categoricamente alla sola idea che avrebbe dovuto concludere qui la sua avventura. Ci sarebbero tante cose che avrebbe ancora voluto fare e tante regioni ancora da visitare. Alzò lo sguardo verso l’alto, verso il pericoloso detrito che precipitava sempre più velocemente. Fu tutta una questione di secondi, nemmeno si rese conto di quello che stava appena accadendo dinanzi ai suoi occhi: qualcosa di piccolo e agile aveva appena spiccato un balzo fulmineo e illuminato come un faro, aveva sprigionato una scarica dorata capace di frantumare quel grosso macigno in tanti piccoli frammenti che impattarono come dei proiettili a pochi centimetri da lui. 

«Shiiiiiiiinx!!!»  

Era questo verso l’unica cosa che il giovane era riuscito ad udire in mezzo a quel frastuono, qualcosa di molto familiare. Possibile che fosse lo stesso esemplare che aveva contribuito a salvare e che ora era tra le amorevoli cure dell’infermiera Joy? Lo escludeva a priori, visto che quel pokemon era ancora in via di guarigione.  

Dovette però ricredersi non appena esso scattò a suoi piedi, rischiarando con la luce proveniente dalla coda stellata la foschia creata dal miscuglio di fumo e polvere. Il ragazzo non poteva davvero credici, si trattava dello stesso Shinx che aveva portato qualche ora prima al centro pokemon. Probabilmente aveva percepito il pericolo imminente e si era precipitato a salvarli, scappando dalla sorveglianza dell’infermiera nonostante si stesse ancora riprendendo dalle ferite infertegli.  

Katsumi ne aveva visti ben pochi di pokemon con una simile tenacia e che accorressero sempre nel momento del bisogno. Il titolo di “Il paladino di Giubilopoli” se l’era guadagnato egregiamente, e solo lui se ne poteva fregiare di una simile onorificenza. 

«Sei venuto qui a salvarmi?» domandò cauto il giovane per evitare di spaventare il felino, visto che gli umani non gli andavano totalmente a genio. Anche se, date le circostanze, loro due avrebbero potuto rappresentare l’eccezione alla regola. 

«Shinx!» ribatté lui, voltandosi in direzione della porta, agitando freneticamente la propria estremità a destra e a sinistra, come a volerlo esortare a seguirlo.  

 

 

Era passato un bel po’ di tempo da quando Katsumi si era tuffato senza pensarci tra le fiamme dell’edificio. Bellocchio aveva sconfitto i membri del Neo Team Galassia, catturandone un paio. Sfortunatamente, il resto di quegli uomini se l’era data a gambe, riuscendo a sfuggire ad uno dei membri più pericolosi della Polizia Internazionale. 

 Sean invece, aveva dato il ben servito alla recluta, e ora il suo Piplup aiutava la squadra Golduck a domare l’incendio.  Del ragazzo di Soffiolieve, tuttavia, non v’era alcuna traccia, 

Questo fino a quando una luce fioca non comparve dal fondo del corridoio dismesso e arso, facendosi man mano sempre più vicina. Un miagolio annoiato risuonò in tutto l’ingresso ed ecco che con un portamento fiero, uno Shinx avanzava a passo spedito continuando a scuotere la coda, dietro di lui, la luce emanata era abbastanza da permettere all’agente di identificare la figura che continuava imperterrita il suo cammino lungo una trappola inagibile e che sarebbe potuta crollare da un momento all’altro: Katsumi. 

«Sapevo che ce l’avresti fatta, ragazzo» esordì Bellocchio andandogli incontro 

«Si, beh... non è stato per niente facile» replicò lo scarlatto posizionando delicatamente a terra lo scienziato, facendo estrema attenzione per non causargli altri danni.  

L’uomo era ancora privo di sensi, doveva aver respirato una discreta quantità di fumo per versare in quelle condizioni, fortunatamente, il suo essere ancora vivo dimostrava quantomeno come fosse in possesso di un organismo vigoroso, il che non guastava mai. Fu portato d’urgenza al più vicino centro medico. Gli sarebbero bastati un paio di giorni di riposo per riprendersi totalmente, almeno stando alle parole di Bellocchio  

«Dove sono gli scagnozzi del Neo Team Galassia?» domandò il giovane guardandosi attorno: vide un gruppo di Golduck e Machamp che con pazienza provvedevano a rimuovere le macerie sparse lungo la via, tra di loro vi era anche il piccolo pennuto di Sean che, come un capo, aveva assunto una posa buffa con le pinne ai fianchi e ora dirigeva le operazioni di rimozione e salvataggio. Lo stesso poté dirsi per il suo allenatore, quei due erano simili come due gocce d’acqua. 

Alcuni membri della polizia pattugliavano insieme a degli esemplari di Arcanine e Noctowl le zone limitrofe, probabilmente in cerca di eventuali fuggiaschi. Ma di quei brutti ceffi non vi era nemmeno l’ombra, tranne per i due smidollati che erano stati catturati, e che ora si “rilassavano” comodamente nella camionetta delle forze dell’ordine. 

«Come puoi ben vedere, Katsumi» riprese a parlare l’agente della Polizia Internazionale «Siamo riusciti a catturare solo due di quei rammolliti, gli altri sono riusciti a filarsela, purtroppo»   

«Si vede che non erano poi così rammolliti, eh Bellocchio?» ribatté con un sorrisetto malizioso il giovane di Soffiolieve «Non starai invecchiando, spero!»  

«Ragazzino» lo squadrò torvo lui «Catturo criminali da quando tu ancora succhiavi il latte di Miltank e continuerò a farlo per molto tempo»  

«Se lo dici tu» 

«Piuttosto...» continuò il castano tenendosi il mento con la mano destra. Katsumi sapeva bene cosa volesse dire quel determinato gesto, glielo aveva visto fare innumerevoli volte, specialmente quando rifletteva a fondo su qualcosa «Ne è passato di tempo da quando mi aiutasti ad acciuffare Ghecis e il Team Plasma, eh?»

Katsumi alzò gli occhi al cielo, ricordandosi della cattura di quel folle che farneticava di liberare umani e pokemon «Già...»  

«Poi, un paio di mesi più tardi, riuscisti a sventare i piani del Team Rocket e del Team Cipher in quel di Johto e ora…ti ritrovo qui, invischiato nuovamente con un’altra organizzazione di turno, tale Neo Team Galassia» 

«Cosa stai cercando di dirmi Bellocchio?» chiese il giovane confuso, anche se avrebbe potuto intuire dove l’agente sarebbe andato a parare  

«Che te le vai a cercare, ragazzo. Sei come una calamita per le rogne»  

«Beh, questo è del tutto inaspettato» sbottò il giovane convinto che il poliziotto gli volesse fare la solita ramanzina che non mancava di ribadirgli ogni qualvolta si incontrassero  

«Comunque» continuò l’agente tirando fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca della giacca e strappando l’involucro di plastica «Prima, quando ti ho visto davanti a quei tizi in costume da carnevale, devo dire di essere rimasto veramente stupito»  

Katsumi lo osservò con aria nauseata: aveva dovuto sorbirsi per una quantità indecifrabile di tempo tutto il fumo della stanza e per poco non rischiava di rimanerci secco, e ora avrebbe dovuto farlo anche con quello proveniente dalla sigaretta del poliziotto. Per non parlare dell’aroma di tabacco misto a gomma da masticare emanato dalla stessa, che si diffondeva ed evaporava nell’aria «Che intendi?» 

L’agente accennò qualcosa di molto simile ad un piccolo sorriso, mentre lentamente estraeva fuori dal pacchetto una di quelle sigarette e se la infilava tra i denti «Mi aspettavo di rivedere ancora quel tenero e timido ragazzino di Soffiolieve che correva dietro alla Professoressa Aralia come suo assistente e invece... sei cresciuto parecchio in questi ultimi mesi, perfino adesso, stento quasi a riconoscerti»  

Il giovane diede un piccolo sbuffo e incrociò le braccia al petto «Questo avrebbe dovuto essere un complimento?» chiese inarcando un sopracciglio  

«Avrebbe dovuto» confermò Bellocchio facendo scattare il minuscolo accendino che portava sempre addosso, nascosto in qualche piega del lungo cappotto e avvicinando la fiamma alla punta del sigaro, fece un lungo tiro e aggrottò la fronte come a voler riflettere a fondo su qualcosa «Persegui ancora il tuo obiettivo di diventare il migliore allenatore e fare amicizia con i pokemon di tutto il mondo?»  

Katsumi sgranò gli occhi, colto totalmente alla sprovvista dalla domanda appena rivoltagli, poi prese una delle pokeball dalla cintura e se la rigirò tra le mani«Ovvio»  

«Credevo che dopo Johto la tua prossima destinazione fosse Hoenn» continuò il castano aspirando un altro tiro e gettando la cenere per terra  

«Lo pensavo anch’io» replicò il giovane continuando a giocherellare con il manufatto, mentre la sua mente vagava alla sera in cui aveva sconfitto i bracconieri e con il suo fidato Dragonite osservava il cielo stellato, nel momento in cui aveva scorto qualcosa che sorvolava proprio sulle loro teste. Il giovane non ricordava molto di quello strano avvistamento ed ogni cosa e dettaglio sembrava frammentata, come se si fosse appena risvegliato da un sogno. Rammentava solo che quell’essere aveva una strana conformazione sul capo, come una mezzaluna.  

Si era convinto che fosse addirittura un miraggio e non ne aveva fatto menzione con nessuno, neppure con i suoi pokemon. «Ho avuto come la strana sensazione che qualcosa mi richiamasse a Sinnoh, quindi eccomi qui» riprese a parlare lo scarlatto 

Bellocchio si rivolse nella sua direzione, squadrandolo torvo come solo lui sapeva fare «Se la metti così, allora qualcosa di grosso sta per accadere e noi ci siamo esattamente nel mezzo»   

«Andiamo, Bellocchio» ribatté il ragazzo «Non starai esagerando?»   

«Le mie intuizioni si sono mai rivelate errate?» domandò lui con un sorrisetto 

In effetti, Katsumi gliene dovette dare atto. Bellocchio era uno dei migliori detective a disposizione della Polizia Internazionale, il suo fiuto e il suo istinto erano qualcosa di impareggiabile e difficilmente si sbagliavano «E poi, come hai detto tu stesso, hai avvertito uno strano presagio»   

«E con questo cosa vorresti insinuare?»  

Katsumi rimise la pokeball nella tasca, rivolgendo poi il suo sguardo verso i dintorni. Poteva percepire come quello fosse soltanto l’inizio di quello che gli avrebbe aspettati, quindi avrebbe dovuto prepararsi a dovere per poter fronteggiare questa nuova immane minaccia. 

«Che come ho detto prima, ovunque tu vada desolazione e distruzione sembrano seguirti» replicò l’altro sorridendo e aspirando un terzo tiro dalla sigaretta«Comunque sia, di un’altra cosa sono contento»  

«E sarebbe?» chiese il giovane, osservando l’altro che indicava col pollice dietro le sue spalle, lì dove la squadra dei Golduck e Machamp provvedeva a rimuovere le restanti macerie. Proprio dov’era fermo Sean «Stando a quello che hai passato e conoscendo la tua forte avversione per gli esseri umani, è bello vedere che nonostante tutto, tu conserva un briciolo di fiducia, seppur minimo, verso il prossimo. Lui, deve essere un tipo speciale se è riuscito a fare breccia in quella corazza di arroganza e strafottenza in cui hai deciso di rinchiuderti»  

Il ragazzo osservò in silenzio il poliziotto, senza controbattere né replicare. Era anche per questo che apprezzava Bellocchio, era uno dei pochi a non essere intimidito da lui e poi aveva un modo così diretto di rivolgersi alle persone, come se parlasse direttamente alla lora anima e li conoscesse più di quanto esse conoscevano loro stesse.  

«Ma bando alle ciance» riprese a parlare l’uomo frugando nella tasca nel tentativo di reperire qualcosa, tirando fuori un dischetto semitrasparente che il giovane conosceva molto bene e porgendoglielo «Si tratta dell’Mt 22. Non starò a dirti altro visto che di queste cose io non ne capisco molto. La tua prossima destinazione dovrebbe essere Mineropoli, quindi avrai bisogno di tutto l’aiuto possibile e di preparare una buona strategia. Pedro è un osso duro» 

«Lo farò» replicò secco il giovane «Anche se ho già in mente qualcosa. Ad ogni modo, come intendi procedere nell’indagine?» 

Bellocchiò gettò per terra il mozzicone semi-consumato, schiacciandolo con un piede «Sono informazioni estremamente riservate. Ma come avrai già intuito, quei due verranno presto interrogati e con un po’ di fortuna, riusciremo a scoprire qualcosa» dichiarò voltandosi nella direzione opposta, dirigendosi senza fretta verso i gradini della piccola scalinata.  

Katsumi lo osservò mentre si arrestava di colpo una volta sceso «Vorrei dirti di stare lontano da queste faccende e di lasciar fare ai professionisti, ma tanto sappiamo entrambi che farai comunque di testa tua. Perciò ti dirò solo questo: Sta’ attento... e buona fortuna» concluse l’agente riprendendo a camminare e sparendo completamente dalla vista del ragazzo. 

 

Il giovane rimase immobile e immerso nei suoi pensieri, non accorgendosi che il felino che lo aveva salvato scodinzolava davanti ai suoi piedi. Si chinò all’altezza della creaturina, accarezzandole affettuosamente la testa. Il pokemon in tutta risposta gli si gettò addosso, cominciando a leccargli il viso. 

«Sembra che Shinx voglia venire con te» affermò il ragazzo dalla folta capigliatura azzurra andandogli incontro, una volta che la via fu sgombera e le squadre terminato il loro lavoro  

«Lo so» replicò lo scarlatto continuando a coccolarlo 

«Ah giusto... me ne ero quasi scordato... Tu parli con i pokemon» ribatté l’altro grattandosi la nuca in segno d’imbarazzo 

«A quanto pare»  

«Cosa dice il mio Piplup di me?» gli chiese Sean, curioso di scoprire cosa pensasse il tipo Acqua sul suo partner 

«Che sei un completo idiota» lo avvisò il giovane, tirando fuori nel frattempo una delle pokeball vuote dategli dal professor Rowan  

«Ehi!» lo ammonì Sean «Non sono cose carine da dire»   

Non prestandogli attenzione, Katsumi esaminò accuratamente l’oggetto e il tipo elettro difronte a sé. Era dal suo primo incontro con quel pokemon che non vedeva l’ora di prenderlo nella sua squadra. Un esemplare del genere, in possesso di un “Cuore di Leone” come lo chiamava lui, ovvero con un coraggio fuori dal comune, sarebbe stata un’opportunità particolarmente prelibata per lasciarsela sfuggire. 

«Allora, Shinx» il pokemon fece le fusa, visto che il giovane gli accarezzava con la mano destra dietro le orecchie «Che ne dici di unirti a me? So che ti chiedo molto visto il ruolo di difensore che svolgi qui... ma sento che con te al mio fianco riuscirò a raggiungere il mio obiettivo»   

«Shiiinx!!!» esclamò energico il felino, toccando con il capo il pulsante posto al centro della sfera, venendo istantaneamente circondato da una luce azzurra e risucchiato al suo interno. Essa fece dei movimenti simili in tutto e per tutto ad una rotazione e si arrestò poco dopo, emettendo un tic ed uno scintillio, segno che la cattura fosse avvenuta con successo. 

Katsumi si rialzò, avviandosi con molta calma verso il Centro Pokemon. La giornata era stata piuttosto lunga e faticosa, e ora lui e il suo team avevano bisogno della giusta dose di riposo per prepararsi alle imminenti sfide che avrebbero dovuto affrontare nei prossimi giorni.  

«Aspettami!» urlò il ragazzo correndogli dietro 

Finalmente quello strepitoso esemplare era entrato nella sua squadra e con esso, il giovane di Unima avrebbe avuto un’occasione in più di battere quella che si prospettava come la prima grande sfida: Pedro, il capopalestra di tipo Roccia. 

   
 
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