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Autore: G_Monti_E_97    10/08/2022    0 recensioni
Lord Voldemort è rinato dopo la fine del Torneo Tremaghi, molti Mangiamorte si muovono nell'ombra e Silente riforma l'Ordine della Fenice. Per sconfiggere il Signore Oscuro chiederà aiuto a un ex agente del ministero, un ragazzo che è stato torturato da Voldemort per servirlo, diventando uno dei suoi più fedeli servitori.
Rinchiuso per anni a Nurmengard, ora ha la possibilità di aiutare Silente e il ragazzo che è sopravvissuto.
Il suo nome è Byron White.
(Storia di mia invenzione presente anche su Wattpad)
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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"Ma siamo riusciti a prendere la profezia." disse Bellatrix spingendo la punta della sua bacchetta sullo zigomo di Neville

"Vero tesoro." annuì Byron guardandola. "Ma ci avete messo praticamente un'ora e gli Auror stanno arrivando." annunciò abbassando nuovamente la voce.

Alzò lo sguardo verso la porta sulle loro teste, Harry lo imitò preoccupato, ma non vide niente. Proprio mentre riabbassava lo sguardo vide Malfoy lanciarsi in avanti, chiaramente per cercare di prendergli la profezia, ma Byron fu più rapido.

Assestò un pugno sotto il mento di Malfoy che barcollò all'indietro. Harry scattò confuso, prima che potesse dire qualsiasi cosa due porte sopra di loro si spalancarono e cinque persone irruppero nella stanza: Sirius, Lupin, Moody, Tonks e Kingsley.
Malfoy si raddrizzò rapidamente e alzò la bacchetta, ma Byron gli lanciò contro uno Schiantesimo.

"Stai bene?" gli chiese Byron parandoglisi davanti a mo di scudo.

"Io... sì... gli altri" balbettò confuso.

Byron si guardò introno prima di girarsi verso di lui. Gli occhi erano tornati caldi ed espressivi e il volto anche se teso per la battaglia imminente era illuminata dall'ombra di un sorriso. Stava fingendo, non li aveva traditi.

"Se ne occuperà l'Ordine, tu corri di sopra, vai verso l'atrio e esci dal ministero, Silente sta arrivando"

"Vieni con me?" chiese Harry saltando giù dalla piattaforma.

I Mangiamorte erano concentrati sui membri dell'Ordine, che facevano piovere su di loro un incantesimo dopo l'altro.

"Ti copro fino alla porta" assicurò spingendolo con una mano sulla schiena.

Attraverso i corpi in corsa e i lampi di luce, Harry vide Neville strisciare lontano dalla mischia. Byron parò un raggio di luce rossa sparato nella loro direzione e si voltò per fronteggiare un Mangiamorte.

"Dammi la profezia Potter"

"Macnair levati o lancerò la tua testa vuota sul muro" ringhiò Byron stringendo visibilmente la presa sulla bacchetta.
Il Mangiamorte si bloccò per alcuni secondi guardandolo, sembrò voler dire qualcosa ma si limitò ad alzare la bacchetta, prima che potesse lanciare un incantesimo però si trovò scaraventato a diversi metri di distanza, colpito da una scia viola.

Sirius duellava con un Mangiamorte a tre metri di distanza, Kingsley ne stava affrontando due Tonks sparava incantesimi contro Bellatrix.

Byron spinse Harry verso delle ripide scale che portavano a un'altra porta, una seconda entrata probabilmente.

All'improvviso il piede di Harry calpestò qualcosa di tondo e duro che per poco non lo fece scivolare, vide l'occhio magico di Moody rotolare sul pavimento.
Il proprietario era disteso a terra con la testa sanguinante, e il suo aggressore stava già calando su Harry e Byron, Dolohov, la lunga faccia pallida contorta dalla gioia.

Mosse la bacchetta come una frusta mentre Harry urlava:

"Protego!"
Sentì qualcosa di simile a una lama smussata sfiorargli il viso con tanta forza da farlo barcollare e urtare contro Byron, ma il Sortilegio Scudo aveva attutito il peggio.
Dolohov alzò di nuovo la bacchetta. "Accio prof..."
Sirius sbucò dal nulla, lo colpì con una spallata e lo mandò lungo disteso a terra. Di nuovo Harry riuscì a trattenere la sfera con la punta delle dita. Sirius si voltò verso Byron serio.

"Portalo fuori di qui!" grido prima di cominciare a duellare con
Dolohov. Le scintille che sprizzavano dalle bacchette guizzanti come spade.

"Oh, non così in fretta!" tuonò la voce acuta di Bellatrix, che saltò davanti a loro.

Byron scagliò un raggio rosso verso la donna, ma lei riuscì a parare il colpo e rispose rapidamente con una scia verde.

Byron si tuffò in avanti afferrando Bellatrix e trascinandola a terra. Non vide cosa accadde, ma quando si sporse in avanti vide Byron scagliato contro la parete poco di stante, gemette nel tentativo di rimettersi in piedi.

Harry urlò "Pietrificus!" contro Bellatrix, ma lei parò l'incantesimo quasi annoiata.

Byron lo affianco e dalla sua bacchetta uscirono una dozzina di coltelli affilati che si lanciarono contro la donna che alzò uno scudo, ma una lama le colpì comunque il viso lasciandole un profondo taglio sullo zigomo ossuto.

"Azkaban ti ha resa più lenta" disse Byron ridendo, per un momento gli sembrò di vedere nei suoi occhi la stessa luce folle di quelli di Bellatrix.

Un raggio verde passò sopra la testa di Byron, ma sembrò non curarsene. Harry puntò la bacchetta verso la donna alle spalle e urlò: "Impedimenta!"
Bellatrix ancora persa a osservare l'avversario davanti a lei fu colpita in pieno e ribaltata. Harry la vide cozzare contro la piattaforma sulla quale stava duellando Sirius con un Mangiamorte incappucciato.

"Harry muoviti! Sali le scale!" Urlò Byron scuotendosi

cominciarono a correre sui ripidi scalini di pietra, saltarono per evitare un incantesimo che colpì a pochi centimetri dai loro piedi.

Un nuovo incantesimo colpì lo scalino dietro di loro sbriciolandolo, Harry inciampò in quello di sotto, Byron lo afferrò di peso.

"Coraggio!" lo incitò strattonandogli la maglia. "Sali!" gridò
Lo tirò su ma nel tentativo di aggrapparsi al suo braccio per restare in equilibrio la sfera di vetro gli scivolò dalle dita.

Byron levò la bacchetta ma prima che potesse bloccarla la profezia cadde sullo spigolo di un gradino sotto di loro e si frantumò. Una sagoma perlacea con gli occhi enormi si srotolò davanti a loro. Furono i soli ad accorgersene. Harry la vide muovere le labbra, ma tutte le urla e gli schianti attorno gli impedirono di sentire una sola parola. La sagoma tacque e si dissolse.
"Fregatene!" gridò Byron spingendolo in avanti.

La porta in cima si spalancò nuovamente
Harry si voltò. Albus Silente era comparso sopra di loro, la bacchetta levata, il volto pallido e furente. Harry si sentì attraversare da una sorta di scarica elettrica... erano salvi.
Silente scese i gradini in fretta, passando accanto a loro.

I Mangiamorte più vicini si accorsero della sua presenza e urlarono un avvertimento. Uno tentò di scappare, arrampicandosi come una scimmia sui gradini di pietra. L'incantesimo di Silente lo trasse indietro senza sforzo, come se lo avesse agganciato con una lenza invisibile.
Soltanto due continuavano a combattere, a quel che pareva ignari del nuovo arrivo. Harry vide Sirius schivare il fiotto di luce rossa di Bellatrix e deriderla.

"Avanti, puoi fare di meglio!" le gridò, la voce echeggiante nella sala.
Il secondo getto luminoso lo colpì in pieno petto.
La risata non gli si era ancora spenta sul viso, ma il colpo gli fece sgranare gli occhi.
Senza rendersene conto, Harry scese di nuovo a balzi i gradini e alzò la bacchetta, mentre anche Silente si voltava verso la piattaforma.
Sirius parve impiegare un'eternità a toccare terra: il suo corpo si piegò
con grazia e cadde all'indietro oltre il velo logoro appeso all'arco.
Harry colse un misto di paura e stupore sul suo volto sciupato, un tempo così attraente, mentre varcava l'antica soglia e spariva dietro il velo, che per un momento ondeggiò come scosso da un forte vento, poi sparì.
Udì l'urlo di trionfo di Bellatrix Lestrange, ma sapeva che non significava niente... Sirius era solo caduto al di là dell'arco, da un momento all'altro
sarebbe ricomparso...
Ma Sirius non ricomparve.
"SIRIUS!" urlò Harry. "SIRIUS!"

Era in fondo ai gradini, il fiato mozzo, i polmoni in fiamme. Di sicuro Sirius era dietro la tenda, Harry, l'avrebbe tirato fuori...
Fece per lanciarsi verso la piattaforma, ma Byron lo bloccò da dietro, circondandolo con le braccia, e lo trattenne.
"Non puoi fare niente, Harry..."
"Fermalo... salvalo... è appena passato!"
"È troppo tardi, Harry."
"Possiamo ancora raggiungerlo..." Harry si divincolò con violenza, ma Byron serrò la presa.
"Non puoi fare più niente, Harry... se n'è andato." sussurrò al suo orecchio.
Non ci credeva; non ci voleva credere; si divincolò con tutte le sue forze.
Sirius si stava nascondendo per tendere un agguato...
"SIRIUS!” urlò. "SIRIUS!"
"Non può tornare, Harry" disse Byron con la voce roca.

"Non può tornare perché è m..."
"NON... È... MORTO!" ruggì Harry. "SIRIUS!"
Attorno a loro c'era il caos, un tumulto vano, i lampi di altri incantesimi.
Per Harry quel fracasso era privo di senso, inutili le maledizioni che sfrecciavano tutt'attorno: l'importante era solo che Byron lo lasciasse andare a salvare Sirius. Doveva tirarlo fuori dal velo.

Mentre continuava a divincolarsi, una parte di lui si rese conto che fino ad allora Sirius non lo aveva mai fatto aspettare... Sirius aveva rischiato tutto, sempre, per vederlo, per aiutarlo... se non era riapparso quando Harry aveva urlato il suo nome come se la sua vita ne dipendesse, la sola spiegazione possibile era che non poteva... che era davvero...
Silente aveva raggruppato la maggior parte dei restanti Mangiamorte al centro della stanza, immobilizzandoli, a quel che pareva, con corde invisibili. Zoppicando, Malocchio Moody aveva raggiunto Tonks e tentava di farla rinvenire; dietro la piattaforma ancora esplodevano lampi di luce,
grugniti e grida... Kingsley si era sostituito a Sirius nel duello con Bellatrix.

Dietro la pedana risuonarono uno schianto e un grido. Harry vide Kingsley cadere urlando di dolore; Bellatrix Lestrange girò sui tacchi e fuggì; Silente si voltò subito per lanciarle un incantesimo che però lei riuscì a parare: ormai era a metà dei gradini...

Harry sferrò una gomitata nello stomaco di Byron che allargò di colpo le braccia.

"Harry... no!" gridò Lupin in lontananza, ma Harry si era già liberato della stretta e iniziò a correre sulle scale.
L'orlo della veste di Bellatrix scomparve con un guizzo davanti a lui. La seguì ritrovandosi nell'Atrium. Bellatrix aveva quasi raggiunto uno dei camini lei si voltò e gli
scagliò una maledizione. Harry si tuffò dietro la fontana colpì sibilando la statua che sovrastava l'acqua.

Il suono di passi cessò. Bellatrix si era fermata.
Harry si rannicchiò dietro le statue, in ascolto.
"Vieni fuori, vieni fuori, piccolo Harry!" lo chiamò lei con la solita beffarda voce infantile. "Perché mi hai seguito, altrimenti? Credevo che volessi vendicare il mio caro cugino!"
"E lo farò!" urlò Harry, e una serie di Harry spettrali parvero ripetere in coro Lo farò! Lo farò! Lo farò!
"Aaaaaah... Gli volevi bene, vero, Potterino?"
Un odio mai provato sommerse Harry, spingendolo a lasciare il riparo della fontana. "Crucio!" gridò.
Bellatrix strillò e cadde, ma non si contorse né urlò di dolore, era di nuovo in piedi, ansante, senza più ridere.
"Non avevi mai usato una Maledizione Senza Perdono, vero, ragazzo?" sbraitò. Aveva abbandonato la vocetta infantile. "Devi volerlo, Potter! Devi voler provocare dolore... goderne... una giusta collera non può farmi male per molto... ma..." la voce si addolcì di colpo "Dammi la profezia... fai rotolare la sfera verso di me... e forse ti risparmierò la vita!"
"Be', allora dovrai uccidermi, perché la profezia non c'è più!" urlò di rimando Harry, e in quell'istante un dolore acutissimo gli lacerò la fronte; la cicatrice era di nuovo in fiamme, e per un attimo si sentì soffocare da una collera non sua. «E lui lo sa!» esclamò, con una risata folle, simile a quella di Bellatrix. «Voldemort sa che non c'è più! E la cosa non gli farà piacere, non trovi?»
"Cosa? Che vuoi dire?» gridò lei. Per la prima volta, nella sua voce c'era una nota di paura.
"La sfera si è rotta sulle scale. Come credi che la prenderà, Voldemort?”
La cicatrice scottava, bruciava... un male atroce che gli fece salire le lacrime agli occhi...
“BUGIARDO!" strillò Bellatrix, ma ormai dietro la collera si sentiva il terrore. "CE L'HAI TU, POTTER, E ME LA CONSEGNERAI! Accio profezia! Accio PROFEZIA!"
Lottando contro il dolore terribile che quasi gli spaccava il cranio, Harry rise di nuovo, perché sapeva che questo l'avrebbe fatta infuriare ancora di più. Allargò le braccia per farle vedere che non c'era posto in cui potesse nascondere la sfera.
"Niente!" le gridò. "Niente di niente! Si è rotta, e nessuno ha sentito che cosa diceva... vallo a raccontare al tuo capo!"
"No!" urlò lei. "Non è vero, tu menti! PADRONE, CI HO PROVATO, HO TENTATO... NON PUNITEMI..."
"Non sprecare il fiato!" gridò Harry, stringendo gli occhi nello sforzo di resistere alla fitta lancinante. "Qui non ti può sentire!"
"Non posso, Potter?" disse una voce acuta e gelida.
Harry sbarrò gli occhi, impietrito.
Alto, emaciato, avvolto in un manto nero col cappuccio, l'orrida faccia da rettile bianca e scarna, gli occhi scarlatti dalle pupille verticali fissi su di lui... Lord Voldemort era apparso nell'ingresso, la bacchetta puntata contro Harry, che rimase paralizzato.
"E così hai rotto la mia profezia?" chiese a voce bassa, scrutandolo con gli spietati occhi rossi. "No, Bella, non dice il falso... vedo la verità nella sua mente indegna... mesi di preparativi, mesi di sforzi... e ancora una volta i miei Mangiamorte hanno permesso a Harry Potter di tagliarmi la strada..."
"Padrone, mi dispiace, non sapevo, stavo combattendo l'Animagus Black!" singhiozzò Bellatrix, gettandosi ai piedi di Voldemort che avanzava lentamente. "Padrone, voi lo sapete..."
"Taci" ordinò minaccioso Voldemort. "Con te farò i conti fra poco. Credi che sia venuto al Ministero della Magia per ascoltare le tue scuse e i tuoi piagnistei?"
"Ma Padrone... lui è qui... è sotto..."
Voldemort non le badò.
"Non ho altro da dirti, Potte" disse piano. "Mi hai infastidito anche troppo, e per troppo tempo. AVAD..." la voce del Signore Oscuro si spense di colpo, restò per alcuni secondi immobile, con la bacchetta alzata, poi un largo sorriso gli incurvò le labbra sottili.

"Finalmente" sussurrò

Harry vide Byron entrare nell'atrio lentamente, si bloccò a pochi passi da Voldemort con una strana espressione.

"Il vecchio ti ha liberato" osservò con soddisfazione.

"Non ha potuto resistere al mio fascino" rirpose Byron inclinando la testa, un ciuffo scuro di capelli gli ricadde sul volto.

"Una volta che il ragazzo sarà morto tornerà tutto come prima." la voce di voldemort tradì una certa eccitazione. Harry incrociò lo sguardo di Byron che annuì rapidamente prima di ridere.

"Non credo proprio" disse tornando a guardare Voldemort

Silente comparve alle spalle di Byron e Voldemort levò la bacchetta di scatto.
Silente, che si voltò e svanì con un guizzo del mantello. Un attimo dopo riapparve dietro Voldemort e agitò la bacchetta verso le statue della fontana che presero vita. Quella della strega corse verso Bellatrix, che urlando le lanciò invano un incantesimo dopo l'altro e le saltò addosso, bloccandola sul pavimento. Il goblin e l'elfo domestico zampettarono vicino ai camini lungo la parete, e il centauro con un braccio solo galoppò verso Voldemort, che svanì per ricomparire accanto alla vasca.

Byron spinse indietro Harry, lontano dalla battaglia, mentre Silente si avvicinava a Voldemort e il centauro dorato galoppava loro intorno.
"Sei stato uno sciocco a venire qui stanotte, Tom" disse calmo Silente. "Gli Auror stanno per arrivare..."
"Per allora io me ne sarò andato, e tu sarai morto!" sibilò Voldemort.
Sparò contro Silente un altro incantesimo mortale, ma lo mancò e colpì invece il tavolo del guardiamago, che prese fuoco.
Silente mosse appena la bacchetta: ne scaturì un incantesimo così forte che al suo passaggio Harry, benché protetto dal suo guardiano dorato, si sentì rizzare i capelli; stavolta per respingerlo Voldemort fu costretto a evocare dal nulla uno scintillante scudo argenteo. L'incantesimo, quale che
fosse, non provocò danni visibili allo scudo, ma ne trasse un rintocco profondo simile a un gong: un suono stranamente agghiacciante.
"Non vuoi uccidermi, Silente?" gridò Voldemort, gli occhi scarlatti socchiusi appena visibili oltre il bordo dello scudo. «Sei superiore a tanta brutalità, vero?"
"Sappiamo entrambi che ci sono altri modi per distruggere un uomo, Tom" replicò tranquillo Silente, e avanzò verso di lui come se non avesse paura alcuna, come se nulla fosse successo a interrompere la sua passeggiata nell'Atrium.

"Oh lo so bene Silente" sibilò Voldemort lanciando un'occhiata vero Harry e Byron.

Una collera fiammeggiante montò nel petto di Harry avrebbe voluto attaccare Voldemort ma Byron al suo fianco continuava a tenerlo contro la parete, bloccando ogni suo tentativo di liberarsi.

"La tua crudeltà sarà anche la tua rovina."
Un altro zampillo di luce verde scaturì da dietro lo scudo argentato. Stavolta fu il centauro con un braccio solo che, galoppando davanti a Silente, ricevette il colpo ed esplose, ma prima ancora che i pezzi avessero toccato

il pavimento, Silente ritrasse bacchetta e la mosse in avanti come una frusta. Una lunga fiamma sottile partì dalla punta e volò ad avvolgersi attorno a Voldemort e al suo scudo. Per un istante parve che Silente avesse vinto, ma di colpo la fune fiammeggiante diventò un serpente che subito lasciò andare Voldemort e si voltò sibilando verso il suo creatore. Voldemort scomparve, il serpente si drizzò, pronto a colpire...

A mezz'aria sopra Silente esplose una vampata, e Voldemort ricomparve sul piedistallo al centro della vasca, dove fino a poco prima si ergevano le cinque statue.

"Attento!" gridò Harry, ma non aveva ancora finito di urlare che dalla bacchetta di Voldemort uscì un altro getto di luce verde contro Silente, e il serpente scattò...
Fanny calò davanti a Silente, spalancò il becco e inghiottì lo zampillo verde: esplose in fiamme e cadde a terra, implume e raggrinzita. Nello stesso istante, la bacchetta di Silente si mosse in un unico, lungo gesto fluido; il serpente che stava per affondare le zanne nella sua carne volò per aria e svanì in una voluta di fumo nero, e l'acqua della vasca si levò a coprire Voldemort come un bozzolo di vetro fuso.
Per qualche attimo, di Voldemort si videro solo i contorni scuri, increspati, una sagoma senza volto, luccicante e indistinta, che lottava per liberarsi dalla massa che lo soffocava...
Di colpo svanì, e l'acqua ricadde di schianto nella vasca, traboccò oltre gli orli e invase il pavimento lucido.
"PADRONE!" urlò Bellatrix.
Ormai doveva essere tutto finito, Voldemort aveva deciso di fuggire.

Harry cercò di liberarsi della presa di Byron ma non allentò la presa, guardandosi attorno spaventato.

Harry non riusciva a capire perché: l'Atrium era vuoto, a parte loro tre e Bellatrix che singhiozzava intrappolata sotto la statua della strega, e Fanny, fenice neonata, che cinguettava piano sul pavimento...
Poi la cicatrice si lacerò e Harry seppe di essere morto: era un dolore inimmaginabile, insopportabile...

Non era più nell'Atrium, ma avvolto nelle spire di una creatura dagli occhi rossi, avvinto così stretto da non sapere più dove finiva il suo corpo e dove cominciava quello della creatura.

Sentì volemort scavare nella sua mente, rivide veloci immagini scollegate. La morte di Cedric... l'attacco al signor Weasley... la morte di Sirius... Byron che lo bloccava per impedirgli di seguirlo... un poccolo serpente gli strisciava sul braccio...

"Sei incredibile" Fu come se Voldemort senza volto ridesse...

Si avvicinava al volto di Byron e lo baciava

"Oh sciocco Harry, sai così poco."

Con un dolore mai provato prima sentì la sua mente aprirsi a metà e rivoltarsi, gridò ma non sentì le proprie urla, si ritrovò in ricordi non suoi.

Un Voldemort con l'aspetto molto più umano parlava con una voce calda e bassa.

"So finalmente dove sono i Potter, quel ratto idiota alla fine è stato utile"

"Minus..." sussurrò Byron fissando un punto lontano, oltre la spalla di Voldemort

"Andrò a uccidere il bambino domani." annunciò.

"Vengo con te." disse Byron incrociando i suoi occhi rossi.

"No, tu starai qui."

"Non ti lascerò andare da solo."

"È solo un bambino." insisté voldemort con un ghigno.

"Non sottovalutarlo, se c'è una profezia su di lui non è solo un bambino."

La notte umida e ventosa, due bambini vestiti da zucche che caracollavano nella piazza, e le vetrine dei negozi decorate con ragni di carta due figure avanzavano incappucciate.

"Bel costume, signore!" Quando fu abbastanza vicino perché il bambino potesse guardare sotto il suo cappuccio, vide il sorriso spegnersi e la paura oscurare il volto truccato; poi il bambino si voltò e corse via... sotto la veste tastò il manico della bacchetta... Byron al suo fianco seguì il bambino con lo sguardo con una scintilla negli occhi.
Proseguirono lungo un'altra via più buia e finalmente comparve la sua meta, l'Incanto Fidelius infranto, ma i proprietari non lo sapevano ancora... si avvicinarono alla siepe scura. Dalla finestra che dava sulla strada, con le tende aperte riuscì a intravedere un uomo alto e bruno con gli occhiali con in braccio un bambino, lo passò alla madre.

Byron bussò alla porta lentamente e James passò il bambino alla madre. Gettò la bacchetta sul divano e si stiracchiò, sbadigliando.

James potter aprì la porta titubante allentò leggermente la presa sulla maniglia quando vide il giovane uomo oltre la soglia "Byron?" chiese confuso

La seconda sagoma si stagliò nell'oscurità affiancandolo.

James ebbe appena pochi secondi per inscrociare lo sguardo del signore oscuro prima di gridare verso l'interno della casa: "È Voldemort Lily, scappa!"

Byron alzò la bacchetta stancamente e la mosse con un colpo secco "Avada Kedavra"

La luce verde riempi l'angusto ingresso, illuminò la carrozzina contro la parete, fece scintillare le sbarre della balaustra come parafulmini. James Potter cadde come una marionetta a cui erano stati tagliati i fili...
La senti urlare dal piano di sopra, in trappola, ma se non faceva sciocchezze lei, almeno, non aveva nulla da temere... Salì le scale, ascoltando divertito i suoi tentativi di barricarsi dentro... nemmeno lei aveva la bacchetta... quanto erano stupidi, e fiduciosi a riporre la loro salvezza negli amici, ad abbandonare le armi anche solo per qualche istante...
Forzò la porta, gettò da un lato la sedia e
le scatole frettolosamente accatastate con un pigro gesto della bacchetta... lei era in piedi, il bambino in braccio. Nel vederlo, depose il piccolo nel lettino alle sue spalle e apri le braccia, come se potesse servire a qualcosa, come se nascondendolo sperasse di poter essere scelta al suo posto.
"No! Harry no, ti prego!"

"Spostati, stupida... spostati..."

"Harry no. Prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry..."

"È il mio ultimo avvertimento..."

"Non Harry! Ti prego... Per favore... lui no! Harry no! Per favore... farò qualunque cosa..."

"Spostati... spostati, ragazza..." Avrebbe potuto allontanarla dal lettino con la forza, ma pensò che fosse più prudente finirli tutti... Lnaciò un'ultima occhiata a Byron alle sue spalle che osservava impassibile la scena. Anche Lily lo osservo senza dire niente.
La luce verde lampeggiò nella stanza e lei cadde come il marito. In tutto questo tempo il bambino non aveva mai pianto: stava in piedi, aggrappato alle sbarre del lettino, e guardava l'intruso in faccia con una sorta di vivo interesse, come se pensasse che sotto il mantello fosse nascosto suo padre, pronto a fare altre lucine divertenti, e che sua madre sarebbe tornata su da un momento all'altro, ridendo...
Puntò la bacchetta attentamente contro il volto del bambino che solo in quel momento scoppiò a piangere.

Non gli piaceva che piangesse, non aveva mai sopportato i bambini che frignavano all'orfanotrofio...
"Avada Kedavra!"

"Lui appartiene a me" sussurrò Voldemort, prima che nuove immagini gli passassero davanti agli occhi.

I Mangiamorte marciavano in mezzo a una via scagliando incantesimi verso i palazzi... Byron che si inginocchiava davanti a Voldemort seduto in una stanza buia... un braccio chiaro che veniva marchiato... delle urla di donne... uomini e bambini si fusero a quelle di Harry.

Sentì qualcosa sfiorargli la mano

"Harry combattilo." disse la voce lontana di Silente

Accecato e morente, ogni parte di lui che implorava urlando d'essere liberata.

"Harry non sei solo." sussurrò Byron stringendogli la mano, Harry intrecciò le dita con le sue urlando.

Le spire della creatura si allentarono, il dolore svanì, e il ragazzo crollò faccia a terra, gli occhiali chissà dove, tremando come se fosse disteso sul ghiaccio, non sul legno...

Molte voci echeggiarono nell'Atrium, più voci del dovuto... Harry riaprì gli occhi e vide gli occhiali accanto al piede di Byron.

“Stai bene, Harry?”
“Sì” rispose lui, tremando così forte da non riuscire a tenere dritta la testa. “Sì, sto... dov'è Voldemort, dove... chi sono tutti questi... che cosa..”
L'Atrium era pieno di gente; il pavimento rifletteva le alte fiamme smeraldine che si erano accese nei camini lungo tutta una parete, e sciami di streghe e di maghi ne uscivano senza posa. Mentre Silente lo aiutava a rialzarsi, Harry vide Byron allontanarsi leggermente da lui.
"Era laggiù!" urlò un mago con i capelli raccolti a coda di cavallo e una veste scarlatta, indicando una pila di schegge dorate all'altro capo dell'ingresso, dove fino a pochi istanti prima era intrappolata Bellatrix. "L'ho visto, signor Caramell, giuro che era Lei-Sa-Chi! Ha afferrato una donna e si è Smaterializzato!"
"Lo so, Williamson, lo so, l'ho visto anch'io!" balbettò Caramell, che indossava un pigiama sotto il manto gessato e ansimava come se avesse corso per chilometri.

"Per la barba di Merlino... qui... qui!... nel Ministero della Magia!... cieli supremi... non sembra possibile... parola mia... ma come
può...?"
"Se vorrai scendere nell'Ufficio Misteri, Cornelius» intervenne Silente, qualcuno alzò la bacchetta, altri si limitarono a fissarlo sbalorditi, Caramell fece un tale balzo che le sue pantofole si
staccarono dal pavimento «vi troverai parecchi Mangiamorte evasi rinchiusi nella Camera della Morte, bloccati da un Incantesimo Antismaterializzante, in attesa che tu decida che cosa farne».
"Silente!" balbettò Caramell sbalordito. "Tu... qui... io... ma..."
Si voltò agitato verso gli Auror che aveva portato con sé, e fu palese che aveva una mezza idea di gridare: "Prendetelo!"
"Cornelius, sono pronto a lottare contro i tuoi uomini e a vincere di nuovo!" tuonò Silente. "Ma poco fa hai avuto davanti agli occhi la prova che ti sto dicendo la verità da un anno. Lord Voldemort è tornato, tu hai dato per dodici mesi la caccia all'uomo sbagliato, ed è tempo che ti decida a usare il cervello!"
"Io... non... ecco..." farfugliò Caramell, guardandosi attorno come nella speranza che qualcuno gli suggerisse cosa fare. Alla fine, visto che nessuno apriva bocca, si decise a dire: "Molto bene... Dawlish! Williamson! Scendete all'Ufficio Misteri e vedete... Silente, tu... dovrai raccontarmi per filo e per segno... La fontana dei Magici Fratelli... cos'è successo?" aggiunse in una specie di piagnucolio, fissando il pavimento cosparso dai resti delle statue di strega, mago e centauro.
"Parleremo dopo che avrò rimandato Harry a Hogwarts" disse Silente.
"Harry... Harry Potter?"
Caramell piroettò su se stesso e fissò Harry, ancora appoggiato al muro accanto alla statua che lo aveva protetto durante il duello fra Silente e Voldemort.

"Lui... qui?" balbettò Caramell. "Ma... che cosa è successo?"
"Ti spiegherò tutto» ripeté Silente, «quando Harry sarà tornato a scuola."
Si allontanò dalla vasca e si avvicinò alla testa dorata del mago che giaceva per terra. Le puntò contro la bacchetta e mormorò: "Portus." La testa si accese di azzurro, vibrò per qualche secondo sul pavimento e tornò immobile.
"Insomma!" protestò Caramell, mentre Silente la raccoglieva e tornava
da Harry. "Non hai l'autorizzazione a usare una Passaporta! Non puoi fare queste cose davanti al Ministro della Magia, tu... sai..."
La voce gli si spezzò mentre Silente lo scrutava al di sopra degli occhiali a mezzaluna.
"Tu darai ordine di allontanare Dolores Umbridge da Hogwarts" disse Silente. "E dirai ai tuoi Auror di smetterla di dare la caccia al mio inse-gnante di Cura delle Creature Magiche, così potrà tornare al lavoro. Stanotte ti concederò...» tirò fuori di tasca un orologio con dodici lancette e lo studiò un momento "...mezz'ora del mio tempo: sarà più che sufficiente per informarti su quanto è successo qui. Dopo di che dovrò tornare alla mia scuola. Naturalmente, se ti servisse ancora aiuto, potrai entrare in contatto con me a Hogwarts. Mi raggiungerà qualunque lettera indirizzata al Preside."

Caramell aveva gli occhi più sgranati e la bocca spalancata.
"Io... tu..."
Silente gli voltò le spalle e lanciò un'occhiata a Byron sollevando appena la passaporta, ma il più giovane scosse la testa e abbassò lo sguardo verso il pavimento.
"Prendi questa Passaporta, Harry." tese la testa dorata e Harry vi posò sopra una mano senza chiedersi che cosa lo aspettava, né dove sarebbe andato.
"Ci vediamo fra mezz'ora" gli disse Silente, pacato. "Uno... due... tre..."
Harry provò la familiare sensazione di un gancio che gli strattonava l'ombelico. Il lucido pavimento di legno sotto i suoi piedi sparì; l'Atrium, Caramell e Silente erano scomparsi, e lui volava in un vortice di colori e rumori...

  
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